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Il Collettivo Autonomo Ex Tabacchificio dice la sua sull'utilizzazione della struttura in risposta all'amministrazione comunale marscianese
comune-marsciano

L’undici di ottobre un gruppo di ragazzi giovani, alcuni giovanissimi, prova ad “organizzare un evento”, come va di moda dire adesso. Un incontro con due giornaliste cubane, seguito da una serata in musica. Scelgono di farlo all’ex tabacchificio, una struttura in stato di abbandono, usata per la fiera verde in modo da scongiurare la pioggia che arriva sempre puntuale nei giorni della fiera. Doveva diventare un auditorium, nel 2008 il comune sbandierò la riqualificazione del tabacchificio con  l’idea del project financing, ovvero capitali privati per rimettere a posto l’opera pubblica.

Dopo quasi sette anni da quegli annunci, i ragazzi hanno aperto le porte del tabacchificio ed hanno trovato un letamaio. I piccioni, senza project financing, l’avevano adottato come latrina. Senza rimboccarsi le maniche, ma anzi vestendosi ancora di più con guanti e tute, i giovani marscianesi hanno ripulito tutto. Con l’autorizzazione di Comune, Asl e Siae, hanno organizzato l’evento: “Ottobre Rosso”. E’ stato un successo così grande, che già a fine serata in tanti hanno chiesto: “quando facciamo il prossimo?”. Tanti ragazzi, di diverse estrazioni politiche e sociali. Senza connotazioni o secondi fini, stavano cominciando a rianimare uno spazio pubblico lasciato al degrado. Una sorta di miracolo, alla faccia dell’apatia dei giovani sbandierata dai vecchi.

Il tredici dicembre, presso l’ex tabacchificio, è in programma un incontro con i lavoratori dell’Ast di Terni e dell’FBM di Marsciano, seguito da una serata musicale animata dai gruppi marscianesi. Anche qui, successo di pubblico al di là di ogni previsione. Anche qui, tutte le autorizzazioni regolarmente richieste. Comune, Asl etc. I ragazzi si organizzano sotto il nome di Collettivo Autonomo Ex Tabacchificio. E vanno avanti. Il 28 dicembre mettono in piedi un’iniziativa sul riuso: raccolta di oggetti usati a favore delle associazioni del territorio. Arriva di tutto: giocattoli, coperte, vecchi indumenti, libri. Ne beneficeranno tante associazioni,da quelle a sostegno dei disabili alla scuola materna Rodari, colpita da un incendio che ha bruciato anche i giochi dei bambini.

Dopo tre successi di fila, qualcosa va storto. L’autorizzazione del comune scade il 31 dicembre. Il 4 gennaio è in programma la re-distribuzione degli oggetti usati. C’è già, comunque, una nuova richiesta al comune, per l’utilizzo del tabacchificio in comodato d’uso. Riaprire uno spazio abbandonato, riaprirlo ai marscianesi: un posto dove suonare, ballare, incontrarsi, non gestito a fini di lucro o figlio di chissà quale speculazione.

Non solo la richiesta viene respinta dal sindaco, con i soliti tecnicismi a fare da scudo, ma la re-distribuzione degli oggetti usati alle associazioni senza autorizzazione, non gli è andata giù. Da lì lo strappo. Niente tabacchificio, siete volgari, abbiamo trovato delle scritte. Sì, ci sono un paio di murales, senza scritte volgari. Andate a vederli. Se poi vanno tolti, basta una mano di vernice. Dai tanti che sono i ragazzi del Collettivo, ci mettono un paio d’ore a riverniciarli.

La storia del Collettivo Autonomo Ex Tabacchificio è adesso a un bivio. Il comune vuole indirizzarli verso un binario morto, per una scelta politica nascosta da cavilli tecnici. “La struttura è inagibile”, dicono. Ci fanno la fiera verde, ma solo perché il sindaco si prende la responsabilità, dice il sindaco. Lavorando insieme, probabilmente, si potrebbe renderla di nuovo agibile. E’ di sicuro una strada tortuosa, complicata, ma varrebbe la pena tentare. Varrebbe la pena tenere in considerazione lo sforzo e la volontà del Collettivo, che altro non sono che ragazzi con tutti i pregi e i difetti della loro età. Non è questa, però, l’intenzione del comune. Qui non si dialoga con nessuno.

Eppure ci sono storie dove i cavilli tecnici si superano. C’è una cooperativa tra le più potenti d’italia che ha chiesto di abbandonare un casermone di cemento costruito meno di venti anni fa, per rifarne uno nuovo ad Ammeto. Per poterlo fare, c’è bisogno di una variante al piano regolatore. Alla richiesta della Coop, il sindaco non ha detto: “il piano regolatore non lo permette”. La risposta è stata: “il piano regolatore si cambia”.

La domanda a cui dovrà rispondere il sindaco durante il prossimo consiglio comunale ha una risposta ai limiti dell’ovvio, sebbene il nostro sindaco di sicuro ci girerà intorno. Se saremo in tanti, però, potremo urlargliela in faccia per vedere la faccia che fa. Per vedere l’espressione di chi mette la convenienza politica e personale di fronte a qualsiasi cosa. Per capire fino a dove arriva lo spirito di sopravvivenza di chi, senza i voti e le marchette alla coop, sarebbe un comune mortale come noi, costretti persino a lottare per mantenere il posto di lavoro.

Andiamoci tutti, domani, al consiglio comunale. Andiamoci per cercare risposta ad una domanda semplice:

Perché per la coop si cambiano le regole e per i giovani marscianesi no?

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