“Da varie analisi condotte sul territorio – ha spiegato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini – emerge che esistono persone con disabilità complesse, soprattutto dell’area cognitivo-relazionale che, quando si rivolgono ai servizi sanitari, non solo per problemi connessi alla propria problematica, ma anche per altre patologie e richieste di cure che sono indipendenti dalla loro condizione, si trovano ad affrontare maggiori impedimenti nell’accedere ai servizi o alle prestazioni proprio per le difficoltà relazionali e comunicative che queste persone manifestano”.
“Il rispetto e il benessere di tutti e, in particolare delle persone con disabilità, – ha detto la presidente – impone una serie di azioni finalizzate a favorire le condizioni di uguaglianza nell’accesso e nella fruizione di quanto previsto nei livelli essenziali di assistenza che si traduce nel creare le giuste condizioni di presa in carico del paziente, rendendone così concreti ed esigibili i diritti”.
La Regione Umbria ha quindi individuato una procedura che dovrà essere osservata dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, previa adeguata informazione e formazione, e che prevede per i soggetti con disabilità complessa cognitivo-relazionale la predisposizione di una carta sanitaria personale in modo da facilitare i servizi e le persone a cui i pazienti si rivolgono.
Per quanto riguarda le visite specialistiche o gli accertamenti strumentali, come TAC o RMN, verrà stabilito un accesso preferenziale, anche attraverso l’attivazione di un numero verde al quale i medici di famiglia e i pediatri potranno direttamente lasciare l’indicazione con i dati del paziente, mentre le modalità di esecuzione delle prescrizioni, in un sistema di protezione del paziente, verranno definite dal medico specialista.
Nel caso in cui il medico richieda più prestazioni, la direzione sanitaria dell’azienda dovrà coordinare gli interventi.
Per le problematiche urgenti, l’accesso al Pronto Soccorso potrà essere garantito attraverso la definizione di una priorità “a parità di codice”, creando aree di osservazione privilegiate (senza scavalcare le liste d’attesa), nelle quali è consentita la presenza di un familiare o di un accompagnatore e sia possibile fare partecipe personale volontario con competenze professionali a supporto della persona e della famiglia.
Inoltre, nei ricoveri ospedalieri dovranno essere coinvolti i caposala per seguire il percorso della presa in carico del disabile e garantire il coordinamento complessivo degli interventi programmati dal personale medico, nonché l’appropriata della sistemazione del paziente.
A partire dal primo semestre del 2015, è previsto un programma di formazione per sensibilizzare, aggiornare e responsabilizzare i medici, in primis i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta, gli infermieri e gli operatori del volontariato, sulle modalità di ascolto e di interpretazione dei bisogni espressi dalle persona con questo tipo di disabilità.
La nuova procedura sarà pienamente attuata al termine del percorso formativo.
Questo è quanto la Giunta regionale dell’Umbria, su iniziativa della presidente con delega alla sanità, Catiuscia Marini, ha stabilito per la riqualificazione del sistema di assistenza sanitaria per le persone con disabilità cognitivo-relazionale al fine di garantirgli la massima uguaglianza nell’accesso e nell’offerta di servizi e prestazioni sanitarie