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Internati nello Stalag 327 tedesco vicino alla città di Przemysl, dove, affamati, hanno lavorato fino al punto di collasso, o lasciati morire di malattia anche i soldati italiani
stalag

Forse qualche anziano umbro pensa ancora al proprio padre disperso in Russia nei terribili giorni della seconda Guerra Mondiale ed in particolare quelli successivi all’ 8 settembre 1943.

Ora c’è un altro posto a cui la memoria può correre.

Nel corso di sei settimane, sono stati riesumati i resti di circa 3.000 uomini provenienti da otto fosse comuni nel sud-est Polonia.
Gli scheletri sono quasi impossibili da identificare, ma, da alcuni resti di oggetti personali e vestiario oltre che da piastrine militari di riconoscimento, illeggibili ma di chiara origine,  c’è la certezza che tra essi, o tutti di loro, vi siano soldati sovietici ed italiani

Furono internati nello Stalag 327 tedesco vicino alla città di Przemysl, dove, affamati, hanno lavorato fino al punto di collasso, o lasciati morire di malattia anche i soldati italiani che furono trattati come traditori dopo che Benito Mussolini fu deposto nel 1943.

Quando lo scavo sarà finito, i resti saranno spostati in un cimitero militare che aprirà ufficialmente il prossimo anno; in realtà il cimitero, nella vicina Nehrybka, è già l’ultima dimora di 1.500 vittime trovate dalla Croce Rossa della Polonia nel 1963.

 

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