La ripresa della serie sismica nel bacino di Gubbio consentirà di portare a termine una ricerca scientifica sulla validità di quello che è ancora un mito in ordine alla possibilità degli animali di predire i terremoti.
Infatti, in una casa in zona Casamorcia, una frazione della città dei Ceri, animali da cortile (oche, polli e tacchini) sono osservati 24/h al giorno dalle telecamere, mentre si muovono in assoluta libertà, da una apparecchiatura «a lettura vibrazionale» Trv per “leggere” quei filmati e riconoscere eventuali mutamenti dello stato emotivo e funzionale prima, durante e dopo una scossa di terremoto.
E’ il progetto Mapes, completamente finanziato, nella parte tecnico-informatica, dall’associazione perugina Blue Planet Heart.
Silvia Biffi e Michele Cavallucci (Blue Planet Heart), Daniele Gullà (perito biometrico e forense), Cristiano Fidani (fisico, Rete elettromagnetica Italia centrale), Marco Martini (sismologo e direttore dell’Osservatorio meteo-sismico di Perugia), Mauro Mariotti (titolare della Sara Electronic Instruments di Perugia) e Leonardo Longarini (geometra, consulente tecnico e informatico): questo il pool di esperti e ricercatori che sta raccogliendo e incrociando dati da due mesi alla ricerca, diciamo così, dell’animale “capta” terremoti.
Si cerca l’animale che più degli altri e con maggior precisione riuscirà a fornire, attraverso il proprio mutamento comportamentale, elementi scientifici per realizzare «un algoritmo o metodo – dice Cavallucci – in grado di individuare l’arrivo di una scossa di terremoto».
Il pool sta raccogliendo i primi dati «ma tantissimi ne serviranno ancora» per portare avanti un progetto pilota decisamente interessante.