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L'inaugurazione del restauro, reso possibile da una sottoscrizione di cittadini, è in programma a Todi lunedì 8 dicembre in Via Paolo Rolli
sabatini

Torna a splendere a Todi la “Madonna del Sabatini”. Lunedì 8 dicembre, alle ore 11, in Via Paolo Rolli, si terrà infatti l’inaugurazione dei restauri dell’omonima edicola, lavori che, promossi da Todi Sotterranea, Pro Todi e Circolo Tuderte, si sono potuti realizzare grazie alla sottoscrizione di tanti cittadini, senza ricorso ad alcun contributo pubblico.
Fino all’attuale restauro non era facile immaginare che quel muro rovinato lungo la strada che porta all’ex monastero delle Lucrezie conservasse, protetto dall’edicola ottocentesca, completa del suo arredo ligneo, un’opera attribuita a Luigi  Sabatini (1840-1895), pittore tuderte, che abitava in quello stesso rione, come testimoniano le fonti ed un’epigrafe fissata sul muro della casa con il numero civico 16.

Esperti d’arte sostengono che si tratti di un’opera inedita non citata mai da nessuna fonte locale, e di cui, nel corso degli anni, se ne era perduta notizia, visto che le vernici ossidate e lo sporco ne avevano compromesso la lettura.
Luigi Sabatini ebbe la sua prima formazione presso l’Istituto Artigianelli Crispolti, orfanotrofio maschile fondato nel 1842 dal canonico Luigi Crispolti, detto in origine ‘degli Artigianelli’, e divenuto fin dalla creazione un centro fondamentale per lo sviluppo delle attività artistiche e culturali della città.

A 16 anni ottenne una borsa di studio dal Comune di Todi per frequentare fra il 1856 e il 1861 i corsi di Ornato, Architettura, Prospettiva, Pittura e Disegno all’Accademia di Belle Arti di Perugia.
L’iniziale attività artistica, relativa agli anni ‘50 dell’Ottocento, è caratterizzata dalle numerose copie da dipinti originali, come mostra un fascicolo di suoi disegni, conservato nell’Archivio Storico Comunale.
Sabatini fu un pittore profilico, che ha lasciato molte sue tracce a Todi ma che fu appezzato anche in altre città.
Il restauro, curato dallo studio Opere d’Arte Castrichini di Todi, offrirà probabilmente   l’opportunità di rivalutare questo artista a tutto tondo e di restituire il ruolo che gli spetta nel panorama tuderte di secondo Ottocento.

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