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Lo hanno chiesto i rappresentanti dei lavoratori che lamentano 36 mensilità arretrate mentre il progetto di rilancio sta naufragando
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I lavoratori della Sanfaustino lamentano 36 mensilità non pagate: nel 2014 hanno potuto contare solo su due mesi e una settimana di cassa integrazione in deroga.

La situazione in termini di occupazione che sta vivendo il territorio massetano si fa sempre più difficile ed ha riflessi più ampi.
Nel corso della conferenza stampa di questa mattina, che si è tenuta presso la Cisl regionale, a illustrare la vertenza Sanfaustino sono stati gli stessi lavoratori, assieme a Angelo Manzotti per la Cisl, Claudio Andreani – delegato aziendale e Eros Mincigrucci per la Fai Cisl.
Chiediamo alle istituzioni locali e regionali di intervenire –hanno sottolineato i sindacalisti- in quanto il progetto, presentato dal nuovo imprenditore, circa un anno fa come volano di sviluppo per l’azienda, per il territorio e per il settore dell’acqua anche in termini occupazionali, sta naufragando.

La produzione è ormai da tempo ai minimi storici e quello che chiediamo è che sia data una possibilità ad eventuali nuovi imprenditori, che pare abbiano manifestato interesse per la Sanfaustino proprio in queste ultime ore.
Potremmo, inoltre, trasformare l’attuale struttura in tre newco, legate ai suoi settori strategici quali l’agricoltura, la linea di imbottigliamento dell’acqua minerale e la struttura ricettiva e termale”.

Una delle possibili vie di uscita, rappresentate dai sindacalisti nel corso della conferenza stampa, è stata quella del rilancio della filiera del turismo-ambiente-cultura, che potrebbe essere anche motivo di sostegno occupazionale. “Questo –hanno spiegato- in un territorio particolarmente colpito dal punto di vista occupazionale in quanto ha risentito anche dei forti tagli nel settore dell’edilizia”.

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