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Individuato dai Carabinieri del NORM di Todi in un'operazione a Ponte San Giovanni di Perugia nata seguendo gli spostamenti dei "tossici" locali
carabinieri auto 112

Ormai gli spacciatori non si fanno scrupolo a portarsi dietro, durante la loro attività, anche bambini piccoli, ma già in grado di “imparare” dai comportamenti dei grandi.
Ma i Carabinieri della Compagnia di Todi mantengono alta la guardia contro lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Infatti, dopo la vasta operazione dello scorso lunedì, i Militari del Nucleo Operativo e Radiomobile (NORM) hanno assicurato alla giustizia un altro spacciatore.

Si tratta di un albanese di trent’anni T.G., residente a Perugia. Costui, da tempo, veniva tenuto sott’osservazione dai Carabinieri del NORM di Todi poiché a lui si rivolgevano diversi assuntori locali.

Durante il periodo di monitoraggio, i Militari hanno notato T.G. aggirarsi con atteggiamento sospetto nella zona di Ponte San Giovanni di Perugia, a bordo un’autovettura di grossa cilindrata e con la figlia di tre anni.
In tale circostanza, è stato documentato un incontro tra il predetto ed un uomo (accertato poi essere un imprenditore), durante il quale il primo cedeva all’altro una dose di cocaina al prezzo di 90 euro.

I due sono stati, quindi, fermati e perquisiti: l’albanese è stato trovato in possesso di altre dosi di cocaina destinate allo spaccio.
A questo punto è scattato l’arresto per T.G. mentre l’acquirente è stato segnalato alla Prefettura quale assuntore.
L’arrestato, dopo aver trascorso due giorni nella camera di sicurezza della Compagnia Carabinieri di Todi, è stato condotto dinanzi al Giudice Monocratico del  Tribunale di Perugia che ha convalidato l’operato dei militari, disponendo però la scarcerazione e la contestuale  applicazione della misura cautelare dell’obbligo della presentazione ai Carabinieri tutti i giorni fino alla prossima udienza, fissata per il prossimo 5 novembre.

La bambina di tre anni è stata affidata alla madre.
Nel corso della perquisizione presso il domicilio dell’albanese è stato trovato materiale di diversa natura (computer, telefoni, tablet, arnesi da giardinaggio e per l’edilizia) su cui sono in corso accertamenti per risalire alla provenienza.

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