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Da un convegno organizzato dalla Provincia di Perugia sarebbe emerso, stranamente, che i lupi, nonostante abbiano nei cinghiali una preda abbondante nei boschi delle alte colline umbre, ora hanno preso ad avvicinarsi ai centri abitati
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C’è qualcosa che non ci quadra nel comunicato che, in “chiusura dei lavori”, la Provincia di Perugia (Servizio gestione faunistica e protezione ambientale)  ha emanato sul convegno dal titolo “Il lupo tra leggenda e realtà”, che ha organizzato in collaborazione con Atc Perugia 1 e Atc Perugia 2 e con il contributo scientifico dell’Osservatorio faunistico della Regione Umbria, dell’Università (Dipartimento di chimica, biologia e biotecnologie), dell’Asl Umbria 1 e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche.

Alto il profilo tecnico-scientifico, ma la conclusione non convince
.
”Se è stata la pecora (l’antagonista storica) a salvare il lupo dall’estinzione, negli anni ’70, si deve agli ungulati selvatici (in primo luogo al cinghiale) il merito di avergli restituito il suo naturale ruolo di predatore.
E così, dopo aver toccato i minimi storici nel 1975, quando si contavano appena una decina di esemplari, nascosti nelle zone più impervie dei Monti Sibillini, oggi l’Umbria deve fare i conti con il ritorno in grande stile del lupo, in netto e costante incremento a partire dalla fine degli anni ’80.”

Anche per l’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini anche in Umbria il lupo non è mai scomparso, ma ha fatto registrare una netta regressione tra gli anni ’50 e ’70, tanto da essere stato dichiarato nel 1973 specie protetta.
All’epoca si nutriva essenzialmente di prede domestiche, prediligendo la pecora.
Ma con la comparsa e successiva proliferazione di ungulati (cinghiali, daini e caprioli), il lupo ha modificato le sue abitudini alimentari, e tra il ’98 e il 2013 ha eletto il cinghiale a sua preda preferita (nutrendosene nel 94% dei casi).
Contemporaneamente si è assistito ad un ritorno del lupo sulla nostra regione che, a partire dall’Alta Valnerina, è tornato a ripopolare tutta la dorsale appenninica fino addirittura a fuoriuscire dal suo habitat ottimale.

Dal quadro tracciato dagli esperti dell’Università emerge infatti che ad oggi il lupo ha saturato completamente gli spazi “ottimali”, sconfinando ampiamente su quelli cosiddetti marginali, fino a raggiungere le aree suburbane.
Le predazioni sugli animali domestici sono diventate frequenti e diurne, anche nei centri abitati. Insomma, una popolazione in netto aumento che se confortante sul piano della biodiversità, desta preoccupazioni sul versante della zootecnia”.

Quel che non ci fila è che, secondo quanto detto, l’animale “lupo” ha prede e cibo in abbondanza ( cinghiali ed altri ungulati) nei boschi delle alte colline, eppure giunge fino alle aree suburbane ed attacca, non s’è detto che si ciba, di animali domestici.

Va bene che i cinghiali ormai li si trova anche a due passi, pardon scalini delle “cento scale”, dalla piazza di Todi, ma che i lupi siano tanto innamorati degli ungulati da seguirli anche quando si avvicinano all’uomo, che il lupo, quello vero, sfugge salvo che non sia a parlargli San Francesco, ed abbandonano zone dove il “pascolo” è più che abbondante non è cosa che ci convince.

Ma forse la chiave di lettura sta nella dichiarazione della Provincia: “La Provincia da anni svolge un ruolo di front office e di mediazione tra i diversi portatori di interessi – è stato detto -. L’auspicio è che anche in futuro l’Ente possa continuare a giocare un ruolo importante in questa ‘partita’”.

La traduzione dal politichese che ci permettiamo di tentare è tanti interessi in gioco: i fautori del lupo “protetto” perché era, diciamo era in base a quanto detto da altri, in via d’estinzione: coloro che da danni del lupo “protetto” hanno risarcimenti” e un’Europa che, come con gli scoiattoli ( rossi autoctoni e grigi invasori), potrebbe decidere di lanciare campagne per salvare il vero lupo appenninico a scapito di quelli che per molti sono solo cani lupo – incrociati col lupo vero o almeno per accertare, prima che sia troppo tardi ( dopo 4 generazioni i diversi DNA non sarebbero riconoscibili) quanti di quegli animali che si avvicinano senza timore all’uomo ed attaccano animali domestici, solo per il gusto di uccidere, sono lupi o sembrano lupi…… cioè animali alieni

 

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