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In merito alla vertenza FBM si può dire che il Padrone fa quello che vuole, azzittisce le istituzioni, cancella il sindacato e riduce i lavoratori a pregare con il “cappello in mano”.
L’accordo sottoscritto in regione lo scorso 22 settembre è l’ultimo atto di un percorso iniziato tanti anni fa, accelerato violentemente dal perdurare di una crisi senza precedenti.
Un percorso che ha visto nell’ordine:
– un padrone che via via sempre più prepotentemente a fatto valere le sue decisioni
– il Sindacato perdere mano a mano il suo potere contrattuale e  la fiducia dei lavoratori subendo delle sonore sconfitte con vertenze che non portavano da nessuna parte. Vedendo protagonisti sindacati come CISL e UIL notoriamente moderati e accondiscendenti, ma che negli anni passati sembravano dei rivoluzionari armati alla conquista del potere! Mentre la CGIL ha cambiato continuamente i funzionari  che seguivano i lavoratori FBM, che si sono sempre rivelati non all’altezza. Salvo l’ultimo periodo, ma quando ormai era troppo tardi.
Io che vengo da quella realtà non sono mai stato incaricato di seguirla,  da tutti i segretari FILLEA-CGIL che si sono susseguiti, nessuno escluso. Forse perché ritenuto troppo scomodo.
– Le  Istituzioni che hanno sempre “lodato” la famiglia Briziarelli,
– Il tutto accelerato anche dalla prematura morte dell’Ing. Enzo Briziarelli, che padrone era, ma  sapeva che cos’era il confronto e il rispetto per i lavoratori e i loro rappresentanti, cosa che è venuta meno da parte degli eredi.
Ma veniamo alla ricostruzione dei fatti.
Circa un anno fa l’azienda convocava la RSU proponendo di firmare un accordo in cui si chiedeva sostanzialmente di accettare  che al termine di un’ulteriore anno di cassa integrazione l’azienda avesse licenziato chi voleva. Ai dubbi della RSU, Briziarelli rispondeva “ o facciamo questo accordo o licenzio 43 persone”.
Per fare questo, fa affiggere dei volantini molto “convincenti” in azienda e convoca una assemblea dallo stesso presieduta al termine della quale si decide di sottoporre il ricatto dell’azienda a Referendum.
La scelta era tra essere licenziati subito o prendere un anno di cassa integrazione e poi decideva l’Ingegner Vincenzo chi licenziare.
Un referendum farsa, tipo FIAT di Pomigliano!
Dopo un anno stessa cosa!
CGIL-CISL e UIL riescono a convincere i Rappresentanti della RSU a farli dimettere in modo da togliere alla FBM la controparte aziendale per firmare l’accordo e costringere l’azienda a stabilire dei criteri oggettivi per eventuali licenziamenti o trovare altre formule per salvare il maggior numero di posti di lavoro direttamente con i sindacati.
La cosa più importante tra l’altro era di togliere da una situazione oggettivamente difficile i membri della RSU che con il ricatto del licenziamento sulla testa poco potere di opposizione potevano esercitare.
Ma Briziarelli riconvoca l’assemblea dei lavoratori e chiede alla RSU di ritirare le dimissioni perché quell’accordo è il migliore possibile in quanto votato dagli stessi lavoratori. E per alzata di mano, sotto gli occhi vigili del padrone i lavoratori hanno chiesto di ritirare le dimissioni stesse.
Peccato che ad alzare la mano erano solo quelli “salvati” o quasi sicuri di esserlo e nessuno dei probabili “condannati” era presente.
Dimissioni ritirate e accordo già firmato sbattuto in faccia lunedì mattina a sindacati e regione dicendo sostanzialmente questo è l’accordo e ingoiatevelo.
Tra le altre cose c’è scritto che “ in merito ai criteri di scelta dei lavoratori eccedenti, si tenga conto delle esigenze tecnico-organizzative dell’azienda e quindi delle professionalità non più rispondenti alle attuali esigenze e programmi aziendali, nonché delle mansioni e posizioni di lavoro sostanzialmente soppresse”. Decide tutto l’azienda, non si tiene per nulla conto di anzianità di servizio carichi familiari o esigenze particolari.
Che fare?
Le Organizzazioni Sindacali adesso minacciano tutte insieme l’impugnazione dei licenziamenti e la volontà  di dare battaglia giudiziaria per far cancellare un accordo che è il frutto del ricatto del padrone. E’  giusto tentare questa strada sapendo che non sarà facile.
Credo che sia necessario continuare una battaglia con tutti quelli che effettivamente verranno licenziati, non bisogna abbandonarli, ma anzi organizzarsi per continuare una lotta di civiltà contro la barbarie di questa vicenda.
Una volta che arriveranno le lettere di messa in mobilità e quindi  la certezza di essere licenziati finiranno definitivamente la paure e verrà la voglia di lottare, sapendo che il nemico è Briziarelli e non gli altri lavoratori e i membri della RSU che hanno subito un ricatto che proveremo a dimostrare.
Non escludo nessuna forma di lotta! Che proverò ad organizzare!
Una riflessione comunque andrà fatta sulla totale assenza di solidarietà fra lavoratori, sul meccanismo che scatta “del si salvi chi può” compresa quella sul tanto dibattuto tema della democrazia nei posti di lavoro.
Puo’ una maggioranza di lavoratori che sanno di non essere licenziati votare a favore di  un accordo che condanna una minoranza di licenziati?
E  soprattutto anche in virtù dell’accordo sulla democrazia nei posti di lavoro firmato da CONFINDUSTRIA e sindacati , tanto contestato dalla minoranza della CGIL, può una RSU sotto ricatto personale della perdita di posto di lavoro firmare un accordo sui licenziamenti?

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