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Il prezzo offerto dall'Ater regionale per l'acquisto non potrà superare 1.300 euro al mq
CentroTodi-800

Forse entro il prossimo mese di settembre, potrà avere il via un’operazione che vivacizzerà il mercato immobiliare anche tuderte e che potrebbe essere l’occasione anche per rivitalizzare, con nuovi abitanti, i centri storici che solo dalla presenza di abitanti stabili potranno tornar ad essere qualche cosa di più di musei o, tutt’al più, salotti buoni frequentati sporadicamente 

L’Ater regionale dovrà procedere, infatti, all’acquisto di alloggi liberi da destinare alla locazione a canone sociale localizzati esclusivamente nei Comuni classificati ad “alta tensione abitativa
” e precisamente: Amelia, Città di Castello, Corciano, Foligno, Gubbio, Narni, Orvieto, Perugia, Spoleto, Terni, Todi e Umbertide.
Lo ha stabilito la Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale alle politiche abitative Stefano Vinti, destinando a questa operazione un finanziamento di oltre 5 milioni e mezzo di euro.

La Giunta regionale si è riservata la possibilità di integrare questo importo per acquistare ulteriori alloggi già individuati con il bando di cui trattasi o, in alternativa, ad emanare linee guida per un nuovo bando destinato a quei Comuni, non ricompresi nell’elenco, nei quali, in occasione del bando di Edilizia Residenziale Sociale 2014, dovesse emergere un notevole fabbisogno di alloggi pubblici.

I criteri e le modalità con cui l’Ater dovrà procedere all’acquisto degli alloggi sono stati illustrati questa mattina, da parte dello stesso assessore Vinti
“Negli anni scorsi, ha affermato Vinti, l’obiettivo fondamentale è stato quello di incrementare il patrimonio abitativo attraverso la nuova costruzione o il recupero di alloggi da destinare alla locazione, sia a canone sociale che concordato, alla vendita o alla proprietà differita nel tempo. 
L’effetto della crisi, ma principalmente il progressivo azzeramento dei trasferimenti statali hanno fatto sì che dal 2011 le politiche abitative nella nostra Regione non sono state più soggette a “pianificazione” con conseguente diminuzione dell’offerta di alloggi pubblici a fronte di un crescente aumento del fabbisogno.
Il 30 settembre, i comuni umbri chiuderanno i bandi per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale sociale al fine di formulare le graduatorie comunali degli aventi diritto e si ritiene che potrebbero pervenire tra le 7.000 e le 10.000 domande, a fronte di una scarsa disponibilità di alloggi liberi.

La Regione con le risorse rimaste a disposizione, ha dovuto forzatamente fare delle scelte prevedendo esclusivamente la realizzazione di interventi rivolti a particolari categorie sociali quali i bandi per l’acquisto della prima casa per giovani coppie, per famiglie monoparentali, per single e da ultimo quello per il reperimento di una nuova sistemazione alloggiativa a favore di nuclei familiari in possesso di sfratto esecutivo per morosità incolpevole”.
“Tuttavia, ha sottolineato l’assessore Vinti, non può essere trascurata la necessità di impegnare risorse per incrementare l’offerta di alloggi in locazione a canone sociale.

Per tutti questi motivi abbiamo ritenuto che non sia più possibile procedere alla realizzazione di alloggi tramite la nuova costruzione o il recupero, visto il notevole tempo occorrente per l’esecuzione dei lavori, ma è necessario intraprendere iniziative che consentano un immediato utilizzo o, comunque, una veloce realizzazione al fine di mettere rapidamente a disposizione gli alloggi per le famiglie che ne hanno diritto.

L’unica iniziativa che consente di raggiungere tale obiettivo è l’acquisto di alloggi già realizzati ed immediatamente fruibili, da reperire nel libero mercato tramite procedure di evidenza pubblica.
Possiamo affermare che è una delle rare volte in cui il ‘pubblico’ non vende il suo patrimonio ma lo arricchisce con nuove proprietà che possono essere messe a disposizione di quelle famiglie che hanno il sacrosanto diritto di avere una casa.
Per quanto riguarda la localizzazione degli interventi, vista l’esiguità delle risorse, si è deciso di acquistare, esclusivamente nei comuni classificati ad alta tensione abitativa, interi edifici composti da un numero di alloggi agibili non inferiore a quattro, con priorità per i capoluoghi di provincia e per centri storici. Per consentire una più diffusa distribuzione territoriale, ha aggiunto Vinti, abbiamo anche previsto che ad un singolo comune non potrà essere assegnato più del trenta per cento delle risorse disponibili.

Contemporaneamente, sempre per perseguire l’obiettivo di avere un maggior numero di alloggi a disposizione, abbiamo inviato al ministero dei lavori pubblici l’elenco degli appartamenti di proprietà dell’Ater che hanno bisogno di ristrutturazione. Sono circa 200 gli alloggi in questione e quando il Governo ci comunicherà le risorse disponibili ci attiveremo anche per questa ulteriore parte del programma”.

“Il bando, che rispetta gli obiettivi che ci siamo dati in questi anni, ha affermato il presidente dell’Ater, Alessandro Almadori, resterà aperto nei 60 giorni successivi alla sua pubblicazione.  Secondo i criteri indicati dalla Giunta regionale, potranno essere acquistati solo interi edifici, costituiti da non meno di quattro alloggi agibili e non locati, e che non necessitano di opere di manutenzione straordinaria e ristrutturazione.
Sarà possibile anche l’acquisto parziale di un edificio purché il numero di alloggi venduti non sia inferiore a 4 e sia almeno pari all’80% del totale degli alloggi che compongono l’edificio stesso e sarà anche possibile l’acquisto di alloggi che necessitano di opere di manutenzione straordinaria purché non riferite alle parti strutturali ma riguardino solo opere di finiture e/o gli impianti, il cui costo sarà detratto dal prezzo di vendita. 

La superficie utile abitabile  di ogni alloggio non può essere superiore a 95 mq e tutti gli alloggi dovranno possedere il certificato di agibilità rilasciato dal Comune ed essere debitamente accatastati alla data del bando, nelle categorie A/2, A/3, A/4, A/5, A/6. Non potranno essere proposti in vendita edifici realizzati e/o recuperati con il contributo pubblico in qualunque forma concesso. Il proprietario dovrà indicare il prezzo di vendita a metro quadrato di superficie complessiva che  non potrà superare 1.300 euro al mq.

“Tra i criteri di priorità, ha concluso l’assessore Vinti, oltre ai capoluoghi di Provincia, abbiamo previsto anche l’ubicazione nei centri storici delle città.
Ai fini dell’attribuzione del punteggio, la commissione valuterà  il livello qualitativo ed architettonico, anche in termini di bioarchitettura e sostenibilità ambientale, dell’edifico nel suo complesso, compresa la presenza dei servizi comuni e dei relativi costi; il livello/qualità delle finiture dei singoli alloggi rispetto alle esigenze degli utenti dell’edilizia residenziale sociale e la presenza nella zona di servizi per i cittadini quali scuole, trasporti pubblici, ufficio postale, farmacie, ecc”.

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