Non fosse stato per la pubblicazione, all’albo del Comune di Todi di una delibera di Giunta del 10 luglio scorso, resa nota come al solito ben dopo che ne è stata sancita l’immediata esecuzione ( fare presto prima che passi l’estate e la gente faccia più attenzione), gli abitanti di via Menecali, via Carocci, Via San Bonaventura, area antistante Palazzo Francisci, via Fiorenzuola, Porta Perugina, via Cesia non avrebbero saputo né prima né dopo che la Usl Umbria 1 ha deciso di colonizzare coi gatti le zone in cui abitano ed il cortile del Palazzo del Vignola.
Zone in cui i gatti sono stati attirati, spargendo per le strade rifornimenti di viveri abbondanti, da persone ben individuate e finanche fotografate durante le loro azioni.
Quasi mezza Todi è quindi diventata una specie di Commonwealth felino e s’apre la strada per riservare ai cinghiali non solo il parco della Rocca, ma forse anche piazza del Popolo ( .. i gatti si ed i cinghiali no! Perchè?)
Un comportamento che lascia sconcertati, per il modo clandestino con cui le decisioni di Usl e Comune sono state prese, dopo le tante proteste degli abitanti di queste zone, non tanto per la presenza dei felini, quanto per il fatto che, a stretto contatto con aree verdi pubbliche e marciapiedi, i poveri gatti, ingozzati contro natura da “amanti degli animali”, non solo non svolgono alcuna funzione di “controllo” di topi e simili, ma lasciano le loro feci in ogni dove.
Ma tant’è, ormai gli abitanti di Todi sono costretti a camminare a testa bassa per cercare di evitare le buche e non cadere, guarderanno per evitare anche la “cacca” e di scivolare
Anche le strade circostanti, ovviamente, sono diventate zone d’occupazione dei gatti che, purtroppo spesso gli esemplari più piccoli, frequentemente perdono la vita sotto le ruote delle auto, suscitando la tristezza dei passanti e residenti.
Né i solerti burocrati della Usl, né la Giunta Comunale di Todi che ha dato supinamente il suo patrocinio alla colonizzazione, hanno valutato che non è così che si tutelano questi animali, anzi, né gli esseri umani, in specie i bambini che sono stati espropriati di zone di gioco divenute puzzolenti.
I gatti vanno a stare dove trovano e dove gli ci mettono il cibo, quindi, visto che a Todi Usl e Comune hanno vaste aree abbandonate al di fuori di zone abitate, sarebbe agevole spostarvi i felini e riservare a loro un’area priva dei pericoli del traffico. Ma evidentemente i rappresentanti dei suddetti enti seguono la logica “nimby” (not in my backyard) e poi si lamentano
Certo gli “amanti degli animali” dovrebbero fare qualche passo in più per rimpinzare i gatti di cibo, ma la loro coscienza, che si ritiene soddisfatta solo da questa loro azione, avrebbe maggior forza.
Un maggior esercizio di coscienza, peraltro, dovrebbe indurre questi amanti dei gatti ad ospitarli nei loro appartamenti, come fanno in tanti che gli animali li amano e li rispettono per davvero e non solo per spirito egoistico, dotati di una bella lettiera costantamente tenuta pulita, ma forse questi altrettanti cultori del “nimby” soffrono di allergie per il pelo e quindi “che se li cibino gli altri”.
Una barzelletta finale:
in alcune zone verdi destinate alle colonie ci sono già cartelli che impongono il divieto di accesso ai cani, accanto a questi ci sarà la cartellonistica che segnalerà la presenza di gatti, ma a questo punto, di fronte all’evidente discriminazione, che fine ha fatto la conclamata parità di genere?
Ma forse gli abitanti delle zone interessate potranno gioire: da oggi non sono più appartenenti al Comune di Todi, ma abitanti delle colonie, quindi le tasse andranno ai gatti colonizzatori e chissà che questi non siano più clementi nei confronti della razza umana e più intelligenti………….