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Il titolare di un’azienda agricola biologica a San Biagio della Valle in comune di Marsciano segnala che i prodotti non possono essere difesi da funghi ed erbe infestanti propri perchè s'è rinunciato, prr garantire la naturalezza, all'uso di prodotti chimici di sintesi
grano abbattuto

La grave situazione nelle campagne dell’Umbria, determinata dall’anomalo andamento climatico che sta caratterizzando il mese di luglio, con l’eccesso di umidità combinato a temperature al di sotto della media stagionale si sta rivelando particolarmente grave per i produttori biologici:
 
Per Giovanna Tacconi, presidente della Cia di Umbertide e responsabile per l’agricoltura biologica della Cia dell’Umbria, “la situazione è particolarmente grave per i produttori biologici che, come è noto, non utilizzando anticrittogamici chimici di sintesi per le coltivazioni, non possono contrastare adeguatamente gli attacchi fungini alle piante né, inevitabilmente, le erbe infestanti che si stanno sviluppando a dismisura per effetto dell’umidità e delle temperature in atto.”

Per Alfredo Fasola Bologna, titolare di un’azienda agricola biologica a San Biagio della Valle in comune di Marsciano, “la situazione è gravissima soprattutto per i cereali, in forte ritardo di raccolta avendo ancora oggi un’umidità tra il 13 ed il 17 per cento; il danno è molto pesante sia per la quantità – chi è riuscito a raccoglierlo ha ottenuto solo 9-10 quintali di grano ad ettaro – che per la qualità delle produzioni, fortemente compromessa dall’eccesso di umidità e dagli attacchi fungini.” 

Si ricorda che, con una lettera trasmessa all’assessore regionale all’Agricoltura, Fernanda Cecchini, Brugnoni ha chiesto alla Regione di verificare le condizioni segnalate al fine di richiedere lo Stato di calamità per sostenere gli agricoltori colpiti e di adeguare  la normativa concernente l’intervento pubblico in materia includendo tra le calamità naturali anche gli effetti dei mutamenti climatici.

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