C’è gente che è pronta a stracciarsi le vesti se anche un semplice gatto viene investito ed ucciso mentre percorre o attraversa una strada diritta percorsa a velocità eccessiva dalle auto.
La stessa gente, poi, se per caso incappa in una sanzione perchè troppo veloce su quella strada, fa fuoco e fiamme contestando l’autovelox che le amministrazioni pubbliche hanno istallato per contrastare i troppo veloci.
Il nuovo esempio ad Acquasparta dove gli anti autovelox hanno trovato un giudice che gli ha dato ragione, con una decisione che tuttavia potrebbe essere la classica vittoria di Pirro.
A sanare il tutto sembra basti un cartello in più o in meno
La battaglia degli irriducibili velocisti è stata contro l’autovelox installato 3 anni fa sulla stradaTiberina dalla polizia municipale con l’ok della Provincia a circa 370 metri dall’incrocio tra la stessa strada e la strada locale di Valleluva,
La legge prescrive che il segnale che avvisa del controllo elettronico sia collocato ad almeno un chilometro dal segnale che indica il limite massimo consentito.
In presenza di intersezioni, la distanza di un chilometro, deve essere calcolata dal segnale con il quale viene ripetuto il limite di velocità dopo l’incrocio.
Ed un incrocio vero e proprio sarebbe anche l’accesso sulla Tiberina di una strada privata dove però, per un eccesso di prudenza, è stata messa segnaletica che avverte della necessità di dare precedenza.
Un segnale utile in ogni caso, ma che i ricorrenti ora sostengono che la Provincia dovrebbe togliere se vuole legittimare l’autovelox.