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A distanza di 3 anni, i referendum del 2011 contro la privatizzazione e contro i profitti dell’acqua, continuano ad essere ignorati, e gli effetti si vedono bene!
Il sistema tariffario dell’AEEG garantisce profitti ai gestori, ben oltre il 7% abrogato, chiamandoli “costi” del denaro; profitti che moltiplicano gli utili facendoli gravare sulle tariffe.
Quest’anno l’aumento tariffario di Umbra Acque spa è “solo” del 4,5%, dicono, che consente di far guadagnare al gestore un profitto di circa il 13%.
Come? Imputando in tariffa il cosidetto “costo del denaro” cioè costi NON effettivamente sostenuti ma solo “calcolati” e alri meccanismi.

Alcuni esempi che riguardano Umbra Acque spa:
– l’anno scorso (2013) sono stati fatti pagare agli utenti € 4.957.624,00 (cosiddetto fondo nuovi investimenti FoNI) in più con le tariffe, e ne sono stati utilizzati solo € 400.000,00 per le utenze disagiate, mentre i restanti sono andati ad aumentare il capitale sociale di Umbra Acque spa, quindi il valore della quota del privato!

– Nella tariffa 2014 vengono imputati “conguagli” per € 2.775.751,00, di mancati ricavi rispetto a quelli stimati, ma leggendo il prospetto di bilancio 2013, ci si accorge subito che i ricavi sono ben più alti di quelli stimati, oltre il 10%! Di questo il gestore dovrebbe renderne conto all’AEEG e prima ancora, agli utenti che pagano!

– A carico degli utenti troviamo maggiori costi di energia elettrica sostenuti a causa della crisi idrica 2012, per la quale arrivarono ingenti finanziamenti dalla Regione Umbria e dal Ministero. Allora perchè chiamare le famiglie, già gravate dalla crisi, a sostenere questi maggiori costi?

– S e capita di pagare la bolletta in ritardo (magari perchè scade prima che arrivi la pensione), Umbra Acque spa manda subito il sollecito di pagamento, anche perchè questo fa guadagnare ben € 8,91 + iva ogni lettera inviata, un balzello che a fine anno ha procurato guadagni per oltre 1 milione di €!

– I rimborsi della quota di depurazione agli utenti che non usufruiscono del servizio (sent. C. Cost. 335/2008) non sono automatici, ma solo dietro richiesta degli utenti e, visto che non è stata fatta un’informazione adeguata, solo una minima parte (€ 134.623,71 su circa 30000 utenze) d i rimborsi sono stati effettuati . Ma anche i questo caso Umbria Acque spa ci ha guadagnato, infatti se aveva incassato la quota di depurazione, l’onere dei rimbors i graverà sui bilanci dell’ATI2 (Assemblea dei Comuni).

– Sono stati realizzati solo il 25% degli investimenti programmati nel triennio precedente per ridurre le perdite e migliorare il servizio (motivo di procedura di infrazione europea della regione Umbria), nonostante siano finanziati in gran parte da soldi pubblici ed il nuovo piano triennale non è altro che il rimando dei lavori non fatti negli anni precedenti!

Questi sono alcuni esempi dei lauti profitti dovuti alla privatizzazione, mentre le manutenzioni delle reti e gli investimenti si fanno solo se c’è il finanziamento pubblico. Infatti, come in ogni gestione privata, i costi e i finanziamenti si socializzano mentre i profitti vanno ai pochi.

L’acqua è un diritto umano fondamentale. I referendum del 2011 avrebbero dovuto fermarne la privatizzazione, ma fin’ora sono stati ignorati. Per tutta risposta il Comitato Umbro Acqua Pubblica proseguirà la campagna di “Obbedienza civile” contestando le fatture dei gestori della Regione, praticando l’autoriduzione delle bollette dell’acqua.

Riassumento, le percentuali di profitto da portare in detrazione dall’importo delle bollette sono:
– per Umbra Acque spa il 12,82%
– per la Valle Umbra Servizi spa il 12,08%
– per SII Terni l’11,73 %
Gli utenti possono contattare i referenti territoriali attraverso il blog:
http://acquapubblica-umbria.noblogs.org
cliccando il link “obbedienza civile” o scrivere all’indirizzo e_mail:acquapubblicapg@gmail.com

Comitato Umbro Acqua Pubbica

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