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 Oltre 11 mila persone, dipendenti di 2250 piccole imprese umbre in crisi, sono da 6 mesi senza Cassa integrazione in deroga.

Il blocco, ingiustificato e ingiustificabile, oltre a far venir meno un minimo di reddito a tante famiglie e persone (oltre 3500 sono le persone in Cigo a zero ore), sta rischiando di indurre molte piccole imprese a ricorrere ai licenziamenti, stante l’incertezza attuale circa la disponibilità di utilizzo della Cassa integrazione in deroga.
Dal 1° gennaio il Governo nazionale non ha ancora sbloccato le risorse (1 miliardo e 4cento milioni di euro), risorse peraltro insufficienti, previste dalla Legge di stabilità 2014 per garantire alle Regioni le coperture finanziarie utili a erogare, attraverso l’Inps, la Cassa integrazione a favore dei lavoratori/trici delle piccole imprese in crisi.

Come Cisl chiediamo con forza al Governo nazionale di sbloccare presto e bene queste risorse, recuperare i ritardi nell’assegnazione delle stesse alle Regioni, garantire un minimo di reddito alle persone interessate, scoraggiare i licenziamenti e con essi la perdita di professionalità importante per molte piccole imprese, chiudere l’anno 2014 con l’attuale sistema.

Nel contempo è bene che si avvii un processo di riforma condiviso di un nuovo sistema degli ammortizzatori sociali a partire da quello previsto per i lavoratori delle piccole imprese. Il nuovo sistema, che si dovrà avviare nel 2015, dovrà essere ancorato ad alcuni principi fondamentali:

  • L’universalità per estenderlo ad una platea di persone più ampia, compreso disoccupati e i lavoratori atipici per non parlare del grave disagio dei tanti giovani inoccupati, esclusi da qualsiasi sistema di aiuto pubblico di carattere universale.
  • La sussidiarietà per integrare con fondi degli Enti bilaterali, prestazioni di sostegno al reddito integrativo a favore dei lavoratori/trici interessati dalla crisi.
  • Il coofinanziamento delle imprese per modularne il costo all’intensità di utilizzo.
  • Un rapporto più integrato fra politiche passive e attive per il lavoro superando le asimmetrie attuali nell’attribuzione delle competenze a livello istituzionale.
  • Un controllo più adeguato per evitarne l’uso improprio, fonte anche di concorrenza sleale fra imprese e di lavoro irregolare.
  • Un sostegno ai contratti di solidarietà anche per le piccole imprese per favorire, in casi di crisi, riduzioni di orario funzionali a difendere l’occupazione e il lavoro contribuendo a tenere acceso il legame fra lavoratori e imprese. Tale strumento dovrà essere utilizzato con procedure burocratiche semplificate nei sistemi di autorizzazione.

Come Cisl chiediamo pertanto a tutti i soggetti interessati, forze economiche, sociali e istituzionali di farsi parte attiva per sbloccare tale grave situazione, evitare un rischio sociale enorme dei licenziamenti, avviare una riforma condivisa del sistema degli ammortizzatori sociali che eviti il rischio, per il futuro, di avere nuove incertezze sull’uso degli ammortizzatori sociali.

 

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