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A Perugia la retta mensile è di 330 euro, a Terni di 286; la media nazionale è 309 euro
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308 euro al mese: tanto costa mediamente tra Terni e Perugia mandare il proprio figlio all’asilo nido comunale, in linea con i 309 euro della media nazionale tra i capoluoghi di Proncia.
A Perugia la retta mensile è di 330 euro, a Terni di 286.

Ad usufruire del servizio in tutta la regione è il 19,1% dei bimbi nella fascia di età 0-2 anni. 25 i nidi comunali attivi nei due capoluoghi umbri: 19 sono a Perugia per un totale di 802 posti disponibili e una percentuale di bimbi, fra quelli che hanno fatto domanda, che resta fuori dal servizio comunale pari al 15%.
A Terni invece ci sono 6 nidi pubblici e 223 posti disponibili, mentre la lista di attesa è pari al 44%.

A rendere noti i dati su costi, disponibilità di posti e lista di attesa, agevolazioni tariffarie previste, in tema di asili nido comunali, è l’Osservatorio nazionale prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che ogni anno fornisce un quadro nazionale delle spese sostenute dalle famiglie italiane in merito ai servizi pubblici locali (asili nido, acqua, rifiuti, trasporti pubblici).
Gli asili più costosi al Nord (380 euro) seguiti dal Centro (322) e infine dal Sud (219).
La regione più economica è la Calabria con una tariffa media mensile di 139 euro, la più costosa la Valle D’Aosta con in media 432 euro.
Fra le province il primato dei costi più alti spetta a Lecco con 515 euro al mese (5150 euro all’anno), mentre Vibo Valentia è la più economica con 120 euro mensili (1200 l’anno).

L’analisi ha considerato una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio 0-3 anni) con reddito lordo annuo di 44.200€e relativo Isee di 19.900€.
I dati sulle rette sono elaborati a partire da fonti ufficiali (anni scolastici 2012/13 e 2013/14) delle Amministrazioni comunali interessate all’indagine (tutti i capoluoghi di provincia).
Oggetto della ricerca sono state le rette applicate al servizio di asilo nido comunale per la frequenza a tempo pieno (in media, 9 ore al giorno) e, dove non presente, a tempo ridotto (in media, 6 ore al giorno), per cinque giorni a settimana.

Le 10 città più care e quelle meno care. Nella top ten delle città più care, tra quelle che offrono il servizio a tempo pieno, si confermano, rispetto al 2012/13, Lecco, Sondrio, Belluno, Cuneo, Lucca, Alessandria e Bolzano, mentre Imperia, Cremona e Trento subentrano al posto di Mantova, Aosta e Udine.La graduatoria delle 10 città meno care rimane totalmente inalterata: Vibo Valentia, Catanzaro, Roma, Trapani, Chieti, Campobasso, Foggia, Venezia, Napoli e Salerno.
Rispetto all’anno scolastico 2012/13, solo in 27 capoluoghi di provincia sono stati riscontrati aumenti delle rette di frequenza che vanno da un minimo dell’1% (Ascoli Piceno) ad un massimo del 33% (Siena). In Umbria tariffe invariate.

Il 56% dei capoluoghi di provincia mette a disposizione agevolazioni tariffarie: nel 62% dei casi di tratta di riduzione della retta a partire dal secondo figlio iscritto al nido; il 45% per assenze dovute a malattia; il 19% riduce la retta per modifiche alla situazione economica familiare (disoccupazione, mobilità, cassa integrazione); il 15% per bimbi portatori di handicap; il 3% in presenza di mutuo per acquisto prima casa.

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