Ci troviamo costretti di nuovo ad intervenire sulla questione della Convenzione tra Regione, Gepafin (finanziaria pubblica della Regione) e ABI per favorire l’accesso al credito per coloro che dovessero integrare il contributo pubblico assicurato per la ricostruzione degli edifici lesionati dal sisma.
Va chiarito, in premessa, che l’accesso al credito non è affatto obbligatorio e che potrà essere utilizzato anche solo per la parte di costo eccedente il contributo pubblico o per l’attuazione di migliorie sugli edifici che, non connesse al raggiungimento degli obbligatori standard di sicurezza previsti, possono essere effettuate “tanto che ci si mettono le mani”.
Resta la possibilità, sempre dietro valutazione della singola banca, di assumere un mutuo per l’intero importo dei lavori solo e soltanto se gli accordi tra privati e ditte richiedessero, da parte di queste, termini di pagamento anticipati da quelle previsti attraverso le erogazioni a Stato di Avanzamento dei Lavori (SAL).
Il contributo pubblico, infatti, sarà erogato puntualmente ad ogni singolo stato di avanzamento, nella misura del 40% all’avvio del cantiere, 40% primo Stato di Avanzamento, 20% a saldo al momento della chiusura dei lavori.
La convenzione, stipulata il 31 marzo scorso, contrariamente a quanto qualcuno afferma, prevede esplicitamente le seguenti modalità di intervento da parte delle banche:
un’apertura di credito, di norma di 12 mesi di durata, con le modalità definite in apposita convenzione banca/Gepafin;
un mutuo ipotecario a Stato Avanzamento Lavori (per la parte eccedente il contributo ed in eventuale abbinamento o prosecuzione del prestito a 12 mesi);
entrambi gli interventi saranno assistiti da una garanzia fornita da Gepafin pari al 70% della somma finanziata (Articolo 4);
le banche aderenti, su richiesta, potranno decidere la sospensione delle rate dei mutui in essere sugli immobili danneggiati per un periodo massimo di 12 mesi (Articolo 3).
La convenzione di cui stiamo parlando deve trovare ora l’adesione dei singoli istituti di credito i quali dovranno valutare le migliori condizioni (costi, tassi di interesse ecc. ecc.) da offrire ai propri potenziali o attuali clienti che dovessero accedere alle opzioni previste dalla convenzione.
Resta salvo il fatto che le condizioni non possono essere imposte dalla Regione ma attengono, in questo come in tutti gli altri casi, alle valutazioni di merito dei richiedenti che sono appannaggio del sistema bancario. La presenza delle garanzie aggiuntive di Gepafin, peraltro su immobili già esistenti, dovrà portare certamente a condizioni vantaggiose nella speranza che si attui anche un sistema concorrenziale in grado di avvantaggiare gli utenti. Le istituzioni pubbliche coinvolte dovranno inoltre “certificare” la congruità e concorrenzialità delle condizioni proposte dalle banche attraverso una valutazione puntuale di merito delle stesse. Il Comune non mancherà certo di farlo.
Data la complessità della materia raccomandiamo come sempre ai cittadini di evitare di credere alle prime voci che sentono e di considerare il Comune a loro disposizione per ogni chiarimento ritenessero necessario avere. Nel frattempo, in contatto con la Regione, stiamo sollecitando le banche affinché aderiscano alla convenzione e rimettano, quanto prima, le proprie migliori proposte.