“Rompi la tua chitarra e non cantare perche’ mi fai venir la nostalgia”, cosi’ Casadei riempiva le balere negli anni 70. E’ proprio vero, a volte dopo la perdita di una persona amata, viene voglia di disfarsi dei ricordi per evitare triste sensazioni. Ma nel nostro caso c’e’ uno strumento che non potremmo mai rompere, ovvero la fisarmonica del caro maestro Peppe il cui suono aleggia ancora nei ricordi di chi l’ha conosciuto e di chi gli ha voluto bene. Una fisarmonica che e’ stata parte integrante di tutta la sua vita, che lo ha sorretto sempre nei momenti più difficili, specie dopo quel terribile incidente che lo privò anni fa dell’uso delle gambe, ma che non seppe mai eliminare quel sano buonumore che lo contraddistingueva; uno spirito recuperato grazie all’uso della musica, allo scandire dei valzer, polka, mazurke, tanghi che incessanti riempivano le sue serate musicali.
Il più bel ricordo del maestro? La mia fisarmonica nella Cinquecento e via accompagnato dai genitori si sfrecciava da Peppe. Una fisarmonica nella Cinquecento e’ anche il simbolo di un’ Italia che non c’e ‘piu’. Oggi siamo sommersi da cellulari, internet, mp3, facebook, musica digitale suonata in playback, una vita di corsa, senza valori. E allora bisognerebbe che tornassimo tutti a lezione da Peppe e che lo facessimo proprio adagiando la nostra fisa nella Cinquecento lanciata verso le curve di Montecastello. Forse allora possiamo renderci conto di quanto era bella quella vita fatta di cose semplici, di cui il maestro Peppe era un artefice, perchè lui aveva sofferto molto e proprio il dolore gli aveva permesso di apprezzare i valori più importanti: l’umiltà e l’amore per la famiglia allietata dalla presenza della moglie Rita, dei figli Fausto e Massimo e dei suoi splendidi nipoti. Quella musica che gli aveva permesso di volare, lui la sapeva trasmettere alla perfezione ai suoi allievi. Allora le mani correvano sulla tastiera, dalla “Bambola suona” si passava al primo esame di maturità: il trillo di “Tutto pepe”!. Perche Peppe era promotore della vera musica suonata dal vivo e non registrata con sofisticati strumenti di ultima generazione.
Grazie Peppe dei tuoi insegnamenti di vita, mi mancheranno tanto i momenti in cui ci scambiavamo gli spartiti come fanno i bambini con le figurine dei calciatori, ma so che tu da lassù ci proteggerai sempre ricordandoci che, al di la’ delle corse quotidiane, sarebbe bello per tutti staccare la spina e tornare alla “fisarmonica nella Cinquecento”!