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Solo in Toscana, Umbria e Lombardia il pediatra è un diritto universalmente riconosciuto anche per i giovani clandestini
bambini multi razza

La buona salute di intere comunità è affidata a scelte intelligenti che superino il “mal di pancia” di molti per la presenza di clandestini.
Ad un anno dall’accordo Stato-Regioni sulle “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera”, che il 20 dicembre 2012 metteva nero su bianco, dopo quattro anni di lavoro, l’obbligo dell’assistenza medica per minori non residenti, solo tre Regioni sono state sollecite nel capire che lasciare in giro giovani senza controllo sanitario, non è dannoso solo per loro ma anche per i loro coetanei del posto.
Così la diffusione di malattie infettive e diffusive è di più difficile controllo

Solo in Toscana, Umbria e Lombardia il pediatra è un diritto universalmente riconosciuto. “In tutte le altre regioni, di fatto, i minori migranti figli di stranieri non regolarmente residenti sul territorio italiano non possono essere iscritti al Servizio Sanitario Nazionale, né aver diritto all’assistenza di un medico con competenze adatte alla loro età”.
Questo, secondo Salvatore Geraci, past president della Società Medicina delle Migrazioni (Simm)

Ben otto le Regioni che, invece, secondo il monitoraggio della Simm aggiornato al 2014, ancora non hanno ratificato l’accordo, mentre la Lombardia si è messa in regola solo di recente, diramando alle Asl circolari contenenti la nuova normativa, frutto dei rilievi avanzati alle Linee Guida che inizialmente prevedevano tra i beneficiari solo i figli di stranieri con regolare permesso di soggiorno

Le altre regioni sono in fase di previsione (Sicilia), in attesa di indicazioni (Lazio, Liguria, Campania) o in via di perfezionamento (Emilia-Romagna). Calabria, Marche e Puglia, lo forniscono ma in modo disomogeneo, a seconda delle Asl.
“Ovviamente – chiarisce Rosalia Da Riol, coordinatrice del Gruppo di lavoro del bambino immigrato della Società Italiana di Pediatria – a prescindere dall’età, è garantita, per legge, la tutela della privacy e anche i genitori senza permesso di soggiorno, portando i figli dal medico, non corrono il rischio di autodenunciarsi”.

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