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Le 35 stazioni di rilevamento del grado di radioattività a terra dislocate nel territorio umbro non hanno rilevato variazioni anomale dopo l'incidente giapponese; è quanto emerso nel corso di un'audizione dei Vigili del Fuoco nella seconda Commissione del Consiglio regionale
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Il direttore regionale dei vigili del Fuoco dell’Umbria, Gioacchino Giomi nel corso di un’audizione nella seconda Commissione del Consiglio regionale dell’Umbria ha illustrato ai consiglieri regionali l’organizzazione della struttura e l’attività svolta nell’ultimo anno.

Nel corso dell’audizione sono emerse notizie tranquillizzanti dalle 35 stazioni di rilevamento del grado di radioattività a terra che, in Umbria, sono dislocate nel territorio.
I valori rilevati sono tutti nella soglia di base ammissibile.
Valori rimasti tali
– è stato sottolineato – anche nel periodo successivo all’incidente nucleare di Fukushima. Diversamente da quanto avvenne invece nel 1986 a Chernobyl.
La notizia è positiva perchè diversamente sta avvenendo sulla costa americana del Pacifico, dove gli effetti del disastro atomico giapponese si stanno facendo sentire sulle popolazioni e soprattutto sui neonati.

Come rilevato in quasi tutta la penisola, è stata sottolineata l’esigenza di “intervenire sul ripianamento degli organici. In Italia, e l’Umbria è nella media nazionale, c’è una carenza endemica del 25-30 per cento.
Sarebbe necessario – ha detto Giomi– avere ulteriori risorse da usare con parsimonia ed oculatezza, utili per pagare gli straordinari a chi viene richiamato in servizio dal suo turno di riposo a causa di situazioni improvvise e gravi.
Nell’ambito della convenzione sottoscritta con la Regione Umbria, per il potenziamento stagionale dei dispositivi di prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, auspico la previsione di maggiori risorse utili a mettere in campo ulteriori attività.”
"La struttura dei Vigili del Fuoco, in Umbria, è composta da 600 persone (personale operativo, tecnico ed amministrativo), di cui 400 operano nella provincia di Perugia, 200 in quella di Terni.
Nel 2013 (da gennaio ad oggi)  sono stati effettuati (soccorso tecnico urgente) 9820 interventi (di cui 1380 per incendi) nella provincia di Perugia; 3984 (di cui 639 per incendi) in quella di Terni. La media è di 40 al giorno”.                
Inoltre, “nell’anno in corso, sono stati effettuati e stanno avendo corso interventi legati a calamità nazionali, in Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna. Nell’isola, dopo le alluvioni degli ultimi giorni, sono partite dall’Umbria due unità operative, composte da ruspisti e dai mezzi necessari.”

Peraltro, la struttura nazionale dei Vvff mette a disposizione delle Regioni, risorse, mezzi e personale per gli interventi necessari allo spegnimento degli incendi boschivi, anche attraverso l’utilizzo degli aerei Canadair, dati in uso dalla Protezione Civile.
Sottolineata poi la grande importanza – ha fatto poi sapere il Direttore-  l’operatività che arriva dal volontariato.
In Italia sono 600 mila i vigili del fuoco volontari ed anche in Umbria il loro numero è particolarmente alto.
Si può diventare quindi vigile del fuoco anche facendo un altro lavoro, basta essere ammessi a corsi di formazione appositamente indetti”.

Tra i progetti in itinere, dopo aver ricordato che è in fase di ultimazione il centro nazionale cinofili di Città di Castello, Giomi ha voluto evidenziare l’attività didattica che i vigili del fuoco stanno svolgendo nelle scuole, grazie soprattutto al supporto di molti vigili in quiescenza. “La prossima settimana – ha concluso – verrà anche sottoscritto un protocollo, insieme ad Inail e Asl, con gli Istituti penitenziari presenti sul territorio regionale dove, secondo le proprie competenze, verranno svolti corsi formativi”.
 

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