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Nella villetta resa celebre dall'omicidio di Meredith Kercher, otto persone sono rimaste intossicate da monossido di carbonio emanato da un braciere
viadellapergola
Le temperature rigide e la grave crisi economica, hanno una stretta relazione con gli ultimi casi di intossicazione di monossido di carbonio.
Ciò sicuramente vale per quanto accaduto ad una famiglia di Marsciano  e di cui abbiamo riferito.

Ma nel nuovo episodio accaduto a Perugia, sembra che sia entrata in azione anche quella sorta di maledizione che avvolge i luoghi già scenario di delitti orribili.

E’ stata infatti la casa dove fu uccisa Meredith Kercher, in via della pergola, teatro della diffusione di monossido di carbonio che ha fatto correre rischi ad otto lì residenti.

Costoro, nella prima mattinata di domenica si trovano ancora nel nosocomio perugino per accertamenti, come riferisce in una nota l’ Ufficio Stampa dell’ Azienda Ospedaliera di Perugia.

Nella casa era stata cucinata della carne utilizzando un braciere. Durante la notte e la prima mattina di oggi, in due fasi probabilmente collegate alla dislocazione delle abitazioni su due piani, gli otto hanno iniziato ad accusare cefalee e vertigini.
Conseguenza è stata che tre donne, tre uomini e due bambini: uno di solo un mese di vita ed uno di un anno, sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari.

A meta’ mattinata, due dei ricoverati sono stati dimessi dal Reparto di  Osservazione Breve del PS, come informa, attraverso l’ Ufficio Stampa dello ospedale di Perugia, il medico di servizio Massimo Siciliani.
I due neonati sono ricoverati nella S.C. di Pediatria, gli altri quattro intossicati sono stati trasferiti dal PS, dopo gli accertamenti del caso,  in altrettante diverse strutture di medicina.
Le loro condizioni non destano preoccupazioni.
Ad occuparsi delle condizioni dei 4 bambini (compresi i due residenti a Marsciano e ricoverati  venerdì notte) le cui condizioni non sembrano critiche i medici della  S.C. di Pediatria: Lisa Sebastiani ed Edoardo Farinelli.

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