Sul Peglia si continua a gridare: al lupo, al lupo!. Ma stranamente le grida sono sollevate da una sola parte ed invece tacciono gli organi dello Stato e della Regione che dovrebbero validare l’effettiva presenza di questi animali e non di altri.
Perché è facile sbagliare: proprio in questi giorni una verifica effettuata su un campo che si sosteneva fosse stato danneggiato dai cinghiali è risultato essere stato visitato, con evidente minor impatto, da un istrice
Comunque, secondo la Confederazione Italiana Agricoltori “Non si fermano nella nostra regione le aggressioni dei lupi agli allevamenti.
Sono tornati a colpire, infatti, nella zona del Monte Peglia, in comune di San Venanzo, uccidendo alcuni bovini di razza Chianina, un cavallo e diverse pecore.
Le aziende interessate sono le stesse già pesantemente attaccate nei mesi scorsi ed ora rischiano seriamente la chiusura essendo prevedibile un’accentuazione del fenomeno con l’approssimarsi della stagione più fredda.
Occorre subito intervenire per indennizzare gli allevatori colpiti e per scongiurare il ripetersi di questi episodi, dichiara il presidente della Cia dell’Umbria, Domenico Brugnoni.
Non possiamo continuare a lasciare le imprese agricole e zootecniche in balìa degli animali selvatici; tanto più quelle fortemente impegnate per realizzare produzioni di grande qualità ed operanti in zone marginali e svantaggiate.
La zona colpita –prosegue Brugnoni- fa parte di un Parco regionale che, con la riapertura della stagione venatoria, diventa un facile rifugio per tutti quei selvatici, compresi il lupo ed il cinghiale, che vi trovano riparo essendo in essa vietata la caccia; non a caso abbiamo assistito ad una recrudescenza del fenomeno proprio in coincidenza con la riapertura della stagione venatoria.
Pertanto -conclude il presidente regionale della Cia- ribadiamo quanto già da noi ripetutamente richiesto nei mesi scorsi, cioè la necessità che le Istituzioni competenti, oltre ad indennizzare subito gli allevatori colpiti sostenendone interamente gli oneri finanziari, mettano in essere al più presto un piano straordinario di contenimento dei selvatici che, nel caso dei lupi e dei cinghiali, sono ormai diventati un vero e proprio flagello per la nostra agricoltura e per la zootecnia, peraltro già alle prese con una crisi senza precedenti.”