Sono scosse lievissime, rilevate solo dagli strumenti, ma l’insistenza – praticamente da febbraio – con cui il terremoto si manifesta lungo le pendici che dalla valle ( Selvarelle basse), dove scorre la superstrada E45, salgono sulle colline di Rosaro e Casigliano di Acquasparta, incomincia a destare qualche preoccupazione, dopo il nuovo evento di stamattina quando alle 8.43 la magnitudo registrata è stata di 1.5 alla profondità di 8 km.
Questo anche alla luce del fatto che il sisma si è manifestato anche al di là della valle raggiungendo l’altipiano tra Colle Valenza e Viepri con scosse distintamente percepite anche a Massa Martana e Todi.
Peraltro sembra che tutta la così detta Etrurian Fault System, di cui i Monti Martani sono la propaggine sud, non sia per nulla tranquilla da tempo: sia a nord, in Lunigiana ed in genere sull’Appennino tosco – emiliano con le scosse più forti, che al centro, con scosse medie nella zona di Gubbio, Città di Castello e Pietralunga.
Ed, infatti, nel pomeriggio alle 15,43 il terremoto è risalito lungo la strada Collevalenza – Bastardo, ha girato a destra al bivio di Cimacolle e pochi metri più in là, a valle di San Pietro sopra le acque, ha scaricato la sua magnitudo 2.0 alla profondità di poco meno di 8 km.
Dieci minuti prima nella stessa zona era stata registrata un’altra scossa di magnitudo 1.5.
La conferma che i Monti Martani sono inquieti è venutita anche dalla scossa di magnitudo 1.5 registrata alle 20.04 in comine di Castel Ritaldi, nei pressi della località San Brizio