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La Processione alla Madonna del Fosco nel territorio di Castagnola nacque per far cessare una epidemia scoppiata dopo la partenza del Beato Leopoldo da Gaiche; più tardi molti massetani parteciparono alle guerre per la creazione dello Stato italiano, sia nell'esercito regolare che come volontari garibaldini
custoza

Nell’ambito della 49^ edizione de "Le Giornate Massetane", in corso di svolgimento, tra le varie iniziative, due interessanti mostre, curate da massetani.

La prima tratta di alcuni giovani di Massa Martana che parteciparono alla 3^ Guerra d’Indipendenza e la seconda della tradizionale e ormai storica processione al Santuario della Madonna del Fosco, a cui i massetani sono profondamente devoti.
Quella sulla Guerra d’Indipendenza è visibile in via Marconi e l’altra presso la Chiesa Nova.

Relativamente alla mostra sulla 3^ Guerra d’indipendenza gli autori: Stefano Barlozzari e  Francesco Campagnani, così scrivono “Anche quest’anno il filo conduttore della nostra ricerca è stato LA MEMORIA.
Lo scorso anno abbiamo ricordato, visto che ne ricorreva il centenario, la Guerra di Libia e i Soldati Massetani che vi parteciparono PER NON PERDERNE LA MEMORIA; quest’ anno vogliamo ricordare le Guerre d’Indipendenza e i Soldati Massetani che vi parteciparono PER RITROVARNE LA MEMORIA.

Proprio nella ricerca d’archivio fatta lo scorso anno abbiamo riscoperto che nel 1912 numerosi Veterani di Massa Martana ricevettero un vitalizio relativo alle Guerre per l’Unità d’Italia, che si riferiva in particolare alla III Guerra d’Indipendenza (1866) e alla Campagna di Guerra per la Conquista di Roma (1870).

Per quanto riguarda le altre guerre o spedizioni per l’Indipendenza alle quali i Massetani  hanno potuto partecipare solo come volontari, essendo in quel periodo sudditi dello Stato Pontificio,  ne abbiamo trovato menzione solo nel libro“Cenni  Storici dell’ Agro Martano” scritto da Ettore Liberati, Segretario Comunale di Massa Martana nei primi anni del ‘900, che così dice: ”La popolazione è laboriosa, attiva ed intelligente. Il patriottismo dei suoi figli fu posto a dura prova in tutte le guerre della nostra indipendenza nazionale, ove parteciparono, come soldati regolari o con la leggendaria camicia rossa, numerosi militi della libertà. Fra i quali si contano i garibaldini Alessandro, Giuseppe e Francesco Pangrazi, Giuseppe Mottini, Annibale Cinicchi e Giulio Antellini.”

Coloro che parteciparono alla III Guerra e alla Conquista di Roma, essendo in vigore dal 1861 la leva obbligatoria del nuovo Regno d’ Italia, furono tutti soldati dell’esercito regolare ed è per questo che nel 1912 ben 23 anziani di  Massa Martana ricevettero  il previsto vitalizio (L.4 giugno 1911 n. 486). I
l numero di quanti ricevettero il riconoscimento ci è sembrato consistente in rapporto alle dimensioni del nostro Comune ed è pure strano che di questi valorosi soldati che furono testimoni diretti e partecipi dell’ epopea Risorgimentale si sia persa completamente la memoria collettiva. 
Non si può tantomeno escludere che anche altri che vi abbiano partecipato come Federici Filippo, Giannoni  Giuseppe e Pancrazi  Luigi e che come questi, non fossero più in vita nel 1912, visto che l’età di coloro che ricevettero il vitalizio era di ben oltre 70 anni
.

La storia della III Guerra d’Indipendenza che abbiamo letto sui libri di scuola parla delle battaglie di Custoza e Bezzecca, di S.M. Vittorio Emanuele II e di Garibaldi, dei Generali La Marmora e Cialdini, ma dietro a questi nomi che tutti conoscono vi sono le  migliaia di soldati, come i nostri fanti Massetani provenienti dagli strati più umili della società di allora, campagnoli, coloni, agricoltori, artigiani e piccoli proprietari terrieri, che hanno  fatto la storia con il loro sacrificio, diventando poi con gli anni  sconosciuti anche nella loro terra di origine. 
Farne rivivere la memoria deve essere un nostro dovere.”
 
                 
In merito all’origine della Processione alla Madonna del Fosco:“Imperocché il castigo ti sta sopra e la morte ha già arrotata la falce”, si racconta che “Nell’Agosto 1802 il B. Leopoldo da Gaiche tornava a predicare le SS. Missioni a Massa Martana.
Come tramandato dalle testimonianze raccolte durante il suo processo di beatificazione, notando l’indifferenza e l’ostilità dei massetani per le stesse Missioni, più volte interruppe la predicazione per ammonire i presenti: “Massetani convertitevi, perché la morte ha arrotata la falce”.

Subito dopo la sua partenza, come attestato dai registri parrocchiali dei morti dell’Arcipretura di Massa Martana che registrano tra settembre 1802 e dicembre 1803 ben 133 decessi (118 nel solo 1803) e dalle testimonianze già citate “cominciò un male epidemico, il quale portò alla tomba un gran numero di persone, e quelli i quali guarivano dal male epidemico restavano sordi per mesi.”
Dagli stessi atti del processo di beatificazione emerge che i Massetani “sotto l’evidente castigo del Cielo per aver disprezzato la grazia della predicazione, si ravvedesse(ro) del proprio errore e mandasse(ro) un’ambasciata al B. Leopoldo per indurlo a far ritorno.
Ma il Servo di Dio, trattenuto da altri impegni, non potendo soddisfare al desiderio di quel popolo pentito, inviò colla sua benedizione il consiglio che, ad espiazione del loro fallo, si portassero in pellegrinaggio alla Madonna del Fosco, nel territorio di Castagnola: compiuto questo pellegrinaggio, il morbo cessò. 
 
Non bisogna tuttavia escludere che i Massetani si siano recati in Processione alla Madonna del Fosco già prima del suggerimento del Beato Leopoldo da Gaiche.
Un indizio in tal senso ci viene fornito sempre dai registri parrocchiali di Massa Martana e da alcuni documenti relativi al Santuario del Fosco.
Tra il 1767 ed il 1768 Massa fu colpita dal tifo petecchiale che, seppur in numero ridotto rispetto al male epidemico del 1802, causò molti decessi
.
I documenti del Santuario, seppur tardi rispetto a questi avvenimenti, indicano come una delle date di pellegrinaggio delle comunità di Massa Martana e Viepri proprio l’anno 1768. 
 
Il fatto che i Massetani si rechino ancora in Processione alla Madonna del Fosco va comunque ascritto agli avvenimenti del 1802-1803 e alla predicazione del B. Leopoldo da Gaiche. “

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