Lasciateci esprimere, seppur ironicamente, ben s’intende, i migliori complimenti a tutti coloro che sono chiamati a gestire il nostro futuro di cittadini e lavoratori, sempre più inermi contro la burocrazia dei palazzi”.
Sono le dure parole di Stefano Cecchetti, segretario di Uil Trasporti dell’Umbria, in merito alla questione, ancora aperta, della viabilità per la discarica di Borgo Giglione che si è riaccesa per l’annunciata chiusura della strada che transita per le Fratte di Mantignana, nel comune di Corciano, a seguito della scaduta ordinanza che la teneva aperta al transito dei mezzi pesanti diretti verso la stessa.
“Cosa di non poco conto – ha detto il segretario in merito alla chiusura del tratto stradale – se si pensa che tutto il traffico degli stessi mezzi sarà spostato sull’altro percorso, che costeggia la famosa Villa del Cardinale, nel territorio di Perugia, oggetto di ripetuti blocchi stradali da parte degli abitanti.
C’è da aspettarsi un ritorno a qualche mese fa con il blocco completo della viabilità.
Sarebbe stato fin troppo bello se oggi, forti dei problemi dei mesi scorsi, le interessate istituzioni e le aziende coinvolte avessero progettato un’alternativa, almeno sulla carta, trovando un’intesa condivisa e fattibile atta a superare transitoriamente, prima, e definitivamente, poi, la problematica.
Ed invece no, tutti pronti a scaricare le responsabilità sugli altri, ma nessuno pronto ad assumersene nemmeno una piccola parte.
E da qui al punto di partenza, con mezzi lungo il percorso bloccati e rifiuti accatastati negli impianti di lavorazione e poi, inevitabilmente, sulle strade, con tutto il sistema di raccolta e smaltimento bloccato. A danno dei soliti noti cittadini e addetti ai lavori”.
La viabilità, infatti, è una questione che lo stesso segretario Cecchetti definisce “di vitale importanza per la normale gestione del ciclo dei rifiuti”. Questo perché, dal momento che le discariche di Pietramelina, Città di Castello e Sant’Orsola di Spoleto non possono più ricevere rifiuti, oggi la questione interessa non più soltanto i territori dell’ex Ati 2, ma tutta la provincia di Perugia.
Crediamo che sia anche passato il tempo per decidere come chiudere il ciclo dei rifiuti in Umbria, prima che un altro bubbone scoppi nel momento in cui le due discariche esistenti saranno esaurite.
Un orizzonte non troppo lontano, purtroppo, se consideriamo i tempi della burocrazia e della politica più in generale”.