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Lo chiede il Comitato "difendiamo la Consolazione" che ritiene sia arrivato il momento perché la chiesa e l’intera zona siano destinatarie di una profonda riqualificazione d’insieme.
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Il Comitato “Difendiamo la Consolazione” ha in questi anni portato avanti una lunga battaglia per tutelare il valore artistico e culturale del Tempio di “Santa Maria della Consolazione”.
Forse il gruppo si dovrebbe chiamare “Conserviamo la Consolazione” perché le sue istanze sostanzialmente dicono questo e ciò non è che sia unanimemente condiviso da tutti, specie da chi avrebbe altre priorità per la città a partire dalla buche stradali

Il Comitato afferma che “Dal  2009 in avanti, nei confronti di questo monumento sono state fatte scelte che, come allora, riteniamo sbagliate ed inadeguate.”
La più sbagliata e che ha dato luogo a grandi polemiche è stata per il Comitato, “l’installazione di circa 60 fari, con oltre 700 fori sui paramenti del Tempio, nonché l’installazione di pali da stadio con sopra altri fari che illuminano in maniera spropositata ed invasiva tutta l’area, hanno ulteriormente gravato il monumento e tutta l’area di elementi estranei al luogo.”

“Ormai negli anni, sono sorti, secondo il conto del Comitato: 19 cartelli, 24 pali, 2 steli ed altri ne stanno ‘nascendo’.
Rimettere le cose in ordine
, dare un degno corollario a questo gioiello rinascimentale che la nostra comunità ha ricevuto in dono dal suo passato, riteniamo che sia il minimo che tutti possiamo fare, per rispettare la nostra cultura e quella dell’intera umanità.”

Ma adesso il Comitato ha ripreso di mira anche “l’installazione, tra l’altro abusiva,  di due  steli monumentali, che dovevano rimanere per soli 6 (sei) mesi, per una sorta di esposizione temporanea e che poi, come spesso accade in Italia, è diventata definitiva, deturpano clamorosamente l’impatto visivo del Tempio per tutti coloro che vi accedono giungendo sia da Terni che da Perugia.”
E propone  “che si possano degnamente ed adeguatamente installarle all’ingresso della città, in particolare al centro della rotonda realizzata nel quartiere di Ponterio, zona completamente nuova, ove  ben si adatterebbero, richiamando tra l’altro il passato industriale di tutta l’area.” 

Cosa che probabilmente gli abitanti di Ponterio gradirebbero, se interpellati con quei referendum che di solito si fanno per queste cose, visto l’esito del tentativo di recupero del vecchio ponte di ferro sul Tevere, ma soprattutto perché anche la loro popolosa frazione acquisirebbe un po’ di quell’aspetto di antico museo che piace tanto a tanti a Todi

 

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