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L' artista Gabriella Pescucci,  vincitrice di un Premio Oscar, elogia medici e servizi dell' Ospedale di Perugia. Il riconoscimento arriva da chi ha viaggiato molto e valutato professionalità e umanizzazione della sanità umbra.  
pescucci
L’ospedale di Perugia è sempre più frequentemente all’attenzione dei media probabilmente perché la direzione aziendale ha compreso che nel mondo d’oggi non basta più “essere” ma bisogna anche “apparire”.
Ciò non significa “truccarsi” ma fare in modo che anche il bene appaia al pari di quel “male” che sembra essere diventato il fattore più attrattivo nella comunicazione, che spesso si muove alla ricerca dello “scandalo”, come molti di quelli che alla Plaza de toros ci vanno sperando di poter assistere alla vittoria del toro.

E sponsor per questa operazione l’azienda ospedaliera di Perugia ne sta trovando numerosi, così che si può dire che “se tanto tuona…..”

Dopo i tanti campioni del mondo dello sport (un nome per tutti Giacomo Sintini, che ha appena vinto lo scudetto  nella pallavolo), del teatro e del cinema ( Albertazzi e Villaggio),  l’ospedale perugino è stato scelto anche da  una delle poche donne italiane ad aggiudicarsi la prestigiosa statuetta  dell’Oscar , il premio cinematografico più prestigioso al mondo, assegnatole nel 1994  a Los Angeles per i migliori costumi in occasione del film “ L’età della innocenza”.

Un’artista,  Gabriella Pescucci, premiata  nella sua lunga carriera  anche con ben sette nastri d’argento, due David di Donatello ed un BAFTA (British Academy of Film and Television Arts) .
Una donna che ha “ ancora tanta voglia di lavorare;  mi occupo di mille cose, il teatro, l’arte, il cinema fanno parte di me, da quando ero giovanissima. Ho lavorato molto, senza risparmiarmi; la vita mi ha regalato tante soddisfazioni ed ho ancora tanta energia da impegnare  nella attività che più amo “.

Gabriella, toscana di nascita, ma romana di adozione, una delle costumiste più importante in Italia e al mondo,  ha lavorato con grandi artisti quali Pasolini  e Patroni  Griffi , sia nel cinema che nel teatro( per alcuni decenni è stata impegnata alla Scala di Milano ), confida: "Mi piace l’Umbria , dove trascorro qualche mese all’anno, ma amo sopratutto Perugia , l’ho conosciuta  in tempi diversi, ma per me il suo fascino resta immutato : ricordo anche di averci  lavorato nella stagione teatrale del Teatro Morlacchi.

Ora ci torno  per dei controlli medici, perché  ho avuto  modo di apprezzare i servizi di questo Ospedale .
Mi sono affidata alla competenza e alla professionalità  del prof. Elmo Mannarino, un medico speciale , perché  riesce a parlarti di tutto, ma al tempo stesso  è sempre  concentrato ed attento  ai problemi che gli vengono esposti.
Come si fa a non affidarsi ad un professionista cosi  poliedrico, curioso di ogni aspetto culturale della vita, che ama profondamente il suo lavoro ?”

L’artista parla anche della Capitale : " Magari anche a Roma, dove vivo e lavoro, ci saranno medici capaci e competenti, ma ho scelto di curarmi all ‘Ospedale di Perugia  perché mi sembra  efficiente, pulito, con sanitari che svolgono il loro lavoro con una carica umana che mi ha colpito.
Non voglio certo imbastire una polemica sulla sanità di altre città, di Roma  in particolare. Piuttosto mi piace far sapere che a Perugia viene prima la persona della malattia.
Ho avuto la sensazione di trovarmi in una isola felice, anche se una affermazione del genere, detta in un Ospedale, può sembrare una utopia.
Per usufruire di questi servizi sanitari, affronto  senza remore i problemi legati al viaggio  da Roma. Quando torno a casa sento  di aver investito bene il mio tempo".

Sulla città del grifo il giudizio è netto:" Certo che ci abiterei volentieri; Perugia è bellissima, quando posso salgo in  centro, uno spettacolo; certo,  conosco anche  i problemi perché mi tengo informata,  ma sfido chiunque a trovarmi una città dove non ci sia violenza.
Purtroppo quella, oramai, è dappertutto; nessun paese al mondo ne è indenne".
 

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