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La proposta regionale cerca di trovare un punto di equilibrio tra le richieste e le necessità dei diversi soggetti; tecniche innovative nel Centro di allevamento di San Vito in Monte, per la produzione di specie destinate al ripopolamento 
cacciatore

In occasione della presentazione della proposta di calendario venatorio 2013-2014 in Umbria è stato annunciato che,  relativamente al ripopolamento ed alla selvaggina si andrà alla produzione di selvaggina con metodologie innovative nel  Centro di allevamento di San Vito in Monte.
Questo consentirà di favorire l’ambientamento della fauna rilasciata per il ripopolamento, in particolare lepri e fagiani.

Su tale fatto probabilmente tutti saranno d’accordo, per il resto si assisterà al solito tira a molla tra i vari cultori dell’arte di Diana.
Ne è consapevole l’amministrazione regionale che ha messo le mani avanti: la proposta “ è formulata sulla base di quello della stagione appena conclusa e rappresenta una sintesi avanzata tra le diverse esigenze di tutti gli attori che ruotano attorno al mondo venatorio”:  lo ha detto l’assessore regionale alla caccia, Fernanda Cecchini, illustrando alla Consulta regionale faunistico venatoria,la bozza di Calendario venatorio 2013/2014.

“La proposta – ha aggiunto Cecchini – rappresenta un punto di equilibrio necessario tra le richieste e le necessità dei diversi soggetti, a cui fa da contrappunto il lavoro che  stiamo  portando avanti nella definizione dei Regolamenti, con particolare riferimento a quello della caccia al cinghiale.
Nella proposta – ha spiegato l’assessore – abbiamo cercato di coniugare la tutela della popolazione faunistica, nel pieno rispetto delle normative nazionali ed europee, la salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e del mondo agricolo.
Ma abbiamo anche inteso sostenere l’esercizio legittimo di una attività che, nonostante il decremento degli ultimi anni, continua ad essere praticata in Umbria da una parte numericamente consistente della  popolazione.
Sono infatti oltre 30 mila i cacciatori umbri che hanno questa passione e che concorrono, con la loro presenza, a presidiare il territorio.
Inoltre – ha aggiunto – l’attività venatoria ha ricadute importanti anche  sull’economia regionale, con un indotto che va dalle aziende faunistiche venatorie, agli agriturismi, alle armerie e negozi specializzati”.
  
La proposta di Calendario venatorio prevede la preapertura il 1 settembre, esclusivamente da appostamento,  alle specie  alzavola, marzaiola, germano reale,  tortora,  merlo, colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia e gazza, e l’apertura generale a tutte le altre specie il 15  settembre, ma non al cinghiale per il quale l’attività venatoria partirà il 3 ottobre, anche se le amministrazioni provinciali possono posticipare tale  data. La caccia alla lepre sarà consentita dal 15 settembre all’8 dicembre.

La caccia di selezione alle specie daino, capriolo, cervo e muflone andrà dal 16 giugno al 14 luglio, dal 18 agosto al 2 ottobre e dal 1 gennaio al 15 marzo 2014.   

La bozza, che raccoglierà eventuali istante delle Associazioni venatorie, ambientaliste ed agricole e delle Province, verrà preadottata dalla Giunta regionale ed inviata all’”Ispra”. Sarà quindi sottoposta al parere della terza Commissione del Consiglio regionale prima della definitiva adozione da parte della Giunta regionale.

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