Oltre 200 i correntisti e più di 2mila le ore scambiate in questi primi tre anni di attività. Sono questi i numeri che con soddisfazione ha illustrato Loretta Marchetti, coordinatrice della Banca del tempo di Marsciano, che “è nata come una sfida e che oggi è diventata una realtà importante nel quadro delle attività sociali del nostro territorio, con una partecipazione che nel tempo è cresciuta e si è qualificata, nel pieno spirito di aiuto reciproco tra soggetti che caratterizza l’operato di questa istituzione”.
Soddisfazione per i risultati raggiunti è stata espressa anche dalla presidente dell’Associazione nazionale Banche del tempo, Marialuisa Petrucci, la quale ha annunciato l’intenzione di far entrare Marsciano nel direttivo nazionale in occasione dell’Assemblea dell’Associazione che si terrà a Pesaro a fine mese.
“Il ruolo della Banca del tempo – ha spiegato la presidente Petrucci – è quello di garantire un mutuo scambio di un bene prezioso quale è, appunto, il tempo, con i soggetti che mettono a disposizione la loro professionalità e il proprio saper fare donando una prestazione lavorativa a chi ne ha bisogno e, a loro volta, ricevendone un’altra.
La Banca del tempo è quindi un laboratorio e un osservatorio privilegiato sui bisogni delle persone e ci insegna che tutti possono dare e tutti possono ricevere.
Ma quello della Banca del tempo è un ruolo che per essere valorizzato ha bisogno anche dell’aiuto e dell’attenzione delle Istituzioni.
Ed è proprio questo che ho trovato a Marsciano, un’Amministrazione attenta a tutti gli aspetti della coesione sociale e a tutti gli attori che sul territorio sono impegnati a garantirla”.
Presenti ai lavori del convegno anche molti correntisti, di Marsciano e di zone limitrofe, che hanno avuto modo di portare la loro testimonianza sulla propria esperienza nella fruizione dei servizi della Banca, sottolineando come l’accesso a questi servizi basati sulla reciprocità si traduca, poi, nella creazione di una rete di solidarietà.
“Quello della Banca del tempo – ha commentato Salvatore Fabrizio – è, in effetti, una forma di welfare ottimale, che trasforma in termini di relazione tra le persone quello che è il dato economico della prestazione lavorativa. Uno scambio alla pari tra soggetti che fa di questo un progetto capace di stimolare anche la socialità”.
Le conclusioni del convegno sono state affidate all’Assessore regionale al Welfare, Carla Casciari, che ha avuto modo di apprezzare il contributo dato dalle Banche del tempo al quadro complessivo delle politiche del welfare regionale.
“La Regione Umbria – ha poi aggiunto l’Assessore – è da qualche tempo impegnata a ridefinire il proprio modello di welfare puntando su alcuni aspetti quali lo scambio intergenerazionale e interculturale nonché il recupero di una dimensione territoriale dei servizi di assistenza capace di stimolare la rete di soggetti attivi presenti sul territorio.
Un quadro di rinnovamento nel quale l’azione delle Banche del tempo ha dimostrato di trovarsi perfettamente a suo agio”.