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Più forte e disastroso di quello seguito all'esposione del vulcano Thera nell'isola greca sarebbe stato l'evento che seguì il terremoto di 8-8,5 di magnitudo a Creta nel 365 dopo Cristo, ma altri eventi simili si sarebbero verificati ogni 15 mila anni
tsunami

Il vulcano Thera esploso intorno al 1600 A.C. nell’isola greca di Santorini non sarebbe responsabile del più grande tsunami verificatosi nel mare Mediterraneo.
Un gruppo di scienziati italiani, coordinato da Alina Polonia dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr), ha identificato, al largo delle coste siciliane, le tracce di un terribile tsunami, che circa 1600 anni fa colpì il Mediterraneo: sono sedimenti marini che raggiungono i 25 metri di spessore, alla cui base si trovano depositi grossolani, trascinati a quelle profondità dalla forza catastrofica delle correnti di densità.

Secondo gli studi del team la causa di quest’enorme deposito sedimentario fu invece uno tsunami generato dal terribile terremoto che colpì Creta nel 365 d.C., con una magnitudo valutata tra 8 e 8.5 gradi della scala Richter.
A confortare le conclusioni scientifiche anche la testimonianza dello storico latino Ammiano Marcellino (330-397 d.C.) secondo cui ad Alessandria d’Egitto, a oltre 700 km di distanza dall’epicentro, in occasione del terremoto onde altissime penetrano nell’entroterra, provocando una grande devastazione e migliaia di vittime.

Un aspetto interessante è la scoperta da parte dei ricercatori di altri eventi di proporzioni simili, a profondità ed età maggiori. Questo suggerisce che l’evento del 365 d.C. non sia stato unico nella storia del nostro mare.  
“Il tempo di ricorrenza dedotto dalle analisi radiometriche è comunque molto alto, dell’ordine di 15.000 anni” anche se i due fenomeni di cui abbiamo parlato sono avvenuti a poco meno di duemila anni l’uno dall’altro

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