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31 agosto 2012
La "carica" dei 2.500 ternani

Gentile presidente Marini,
il Comitato promotore del referendum Terni con Perugia o con Roma? -che gli scriventi sono onorati di rappresentare- La contatta per chiederLe una concreta parola di chiarezza in merito ad alcuni delicati temi relativi al presente e al futuro di Terni.
Tra gli oltre 2500 sottoscrittori –e forse anche tra i promotori- ci sono persone che Le hanno senz’altro espresso il proprio consenso due anni or sono; costoro, allo stesso modo, ritengono oggi giunto il momento di rivendicare a gran voce la dignità della città.
Nei quarant’anni del regionalismo umbro, Terni, con la sua economia a vocazione fortemente produttiva, ha infatti contribuito più di altri territori alla crescita di aree altrimenti depresse, specie quelle prossime al capoluogo regionale.
Una generosità scambiata per malintesa regola operativa dell’Ente da Lei presieduto, con una spiacevole sensazione di saccheggio avvalorata da episodi molto concreti non solo per via della sbilanciata ripartizione della spesa, ma anche per lo spostamento sul perugino-folignate del “baricentro delle opportunità” interregionali, grazie pure ai nascenti assetti infrastrutturali che vedono rafforzare la collaborazione con le Marche, mentre quasi nulla si fa verso il Lazio, anche nella direttrice da e verso una Capitale che potrebbe dare a Terni certo qualcosa in più rispetto al nulla fino a oggi immaginato e voluto dalla Regione.
Cosa si è fatto frattanto di ‘memorabile’ per la Conca?
La Regione vi ha anzitutto lasciato insediare tre inceneritori, vicenda unica in Italia.
E’ la stessa Regione che poco si è adoperata per il Santa Maria, oggi uno degli Ospedali più vecchi (inaugurato nei primi anni ’70 gli altri del 1600: nd.r.) di un’Umbria che, in pochi anni, ha visto invece sbocciare ben cinque nuove strutture sanitarie tra Perugia, Foligno, Città di Castello, Todi, Gubbio; e intanto numerosi esponenti in Regione insistono nel sottrarci la ASL 4 per accorparla a Foligno. E il polo universitario locale? In via di progressivo disimpegno, mentre le questioni della Tevere-Nera e delle doppie imposizioni fiscali non sono nemmeno affrontate.
La vicenda della soppressione della Provincia di Terni –con l’indecente florilegio di dichiarazioni ostili al passaggio con noi da parte di numerosi sindaci di territori finitimi- è con ogni evidenza soltanto la goccia che ha fatto traboccare un vaso carico di ingiustizie in nostro danno, con gravi ripercussioni economiche per l’oggi e per il futuro.
Venerdì 14 settembre p.v., tra due settimane, il Comitato consegnerà pertanto in Comune le firme raccolte, avviando così irreversibilmente e ufficialmente la procedura prevista dall’art. 132 della Costituzione per far decidere i cittadini su dove davvero intendano vivere.
Al riguardo è già in corso un importante dibattito in termini di occasioni perdute, di futuribili alleanze, di progetti nuovi e strategici.
 Quanto segue rappresenta dunque il minimo che la Regione Umbria, dopo tanta marginalizzazione nei confronti di Terni, avrebbe dovuto fare -anche a titolo di ristoro- per lo sviluppo della città. E invece non ha fatto e tantomeno avviato:
1) INDUSTRIE: ottenimento di impegno scritto e pubblico da parte di Rete Ferroviaria Italiana per la sollecita e concreta riattivazione della ferrovia Orte-Civitavecchia, che consentirebbe al polo produttivo ternano di risparmiare oltre 80 km –milioni di euro perduti ogni anno- accorciando la tratta esistente e restituendo competitività alle nostre industrie. RFI si oppone al ripristino della ferrovia, sebbene Italferr stia al contempo curandone la progettazione su mandato della Regione Lazio.
2) SANITA’:
A) impegno scritto per la realizzazione entro il 2016 di un nuovo Ospedale ad alta tecnologia e di natura antisismica, così come richiesto dal Comitato per la difesa dei Livelli Ottimali di Assistenza e per il rilancio delle Attività Sanitarie nella Comunità ternana, considerando che, secondo l’Ordine degli Ingegneri di Terni, l’adeguamento strutturale dell’esistente costerebbe quasi quanto uno nuovo;
B) impegno scritto sul mantenimento della ASL a Terni nelle medesime condizioni in cui si trova, senza alcun accorpamento o ridimensionamento a favore di altre realtà.
3) UNIVERSITA’: impegno scritto, cofirmato dal Magnifico Rettore, sul mantenimento a Terni delle Facoltà di Economia e Scienze Politiche, individuando le necessarie risorse al riguardo, così come per il rafforzamento di Medicina e Ingegneria, considerando che le strutture di appoggio sono pressoché quasi tutte di proprietà di Comune di Terni/Regione dell’Umbria, cedute da decenni in comodato gratuito all’Ateneo.
4) AUTOSTRADA DIRETTA TERNI-ROMA VIA PASSO CORESE: impegno scritto per far proprio e presentare al Governo il progetto di finanza elaborato nel 2003 da Associazione industriali di Terni e Fondazione Carit al fine di avvicinare Terni alla Capitale e ridurre la distanza con Roma a poco più di 60 km, facendo della Conca una vera area-cerniera nella direttrice Nord-Sud del Paese.
Gli scriventi, unitamente agli oltre 2500 aderenti alla proposta referendaria, ritengono che sia questo lo strumento democratico decisivo per restituire a Terni il ruolo che storicamente le compete nel quadro del progresso civile, morale e materiale di molteplici territori non solo dell’Umbria. Pertanto lo faranno pienamente valere.
Un saluto molto cordiale
Il Comitato promotore del referendum: Andrea Liberati            Marco Sansoni           Francesco Bressi


31 agosto 2012
I beni delle Comunanze agrarie non si toccano

Il lavoro del Consiglio della Comunanza in questi ultimi mesi è stato continuo ed intenso e non ha visto interruzioni da pausa estiva.
Così, dopo essere formalmente intervenuto in Giugno impedendo di fatto all’Amministrazione di includere pascoli e prati della Comunanza nel piano dei beni comunali vendibili, perché non sono né comunali, né vendibili, ad Agosto la Comunanza vede di nuovo visto riconosciute le sue istanze.
Il pressing di richieste del Consiglio è forte e non lascia la presa, oramai c’è un continuo flusso di risposte chiare della Regione alle varie richieste. Vengono emessi limpidi pareri su innumerevoli questioni,  dalla convenzione per l’ampliamento del Parco Eolico in cima Mutali, alla installazione di stazioni radio, situazione Concessione Rocchetta  e opera di compensazione per la demolizione dell’opificio in zona Cave ( nota Prot. 95880, 112043, 126402,  128532).
La premessa della Regione è chiara ed è la medesima in ogni Nota: “ a parere del Servizio Usi civici i beni ad uso civico della Delibera consiliare 114 del 27/11/1976 non possono essere annoverati  tra il patrimonio di codesta Amministrazione. Ogni Atto in contrasto con la normativa in vigore in materia di usi civici è nullo”.
Le Note, indirizzate tutte anche al Sindaco di Gualdo Tadino, ribadiscono il necessario rispetto delle norme e regole sui beni ad uso civico e la proprietà collettiva ed intimano la nullità degli Atti deliberati in Consiglio se tali regole, come nei casi sopra esposti, vengono disattese.
Eppure Giunta e Consiglio Comunale continuano ad operare e deliberare come se nulla fosse successo, permettendo che le norme sull’uso civico vengano continuamente disattese e calpestate e che si continui a definire proprietà comunale quello che in realtà non lo è.
L’art. 5 dello Statuto Comunale recita: tutti i cittadini hanno il dovere di osservare Costituzione, le leggi statali e regionali. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con onestà e responsabilità.
I delicati equilibrismi della politica hanno divorato da tempo, e senza pudore, il doveroso rispetto delle legge e della verità documentale, piegando tutto alle necessità della politica stessa e mortificando la nostra storia gualdese. La questione Comunanza è davvero enorme e la macchina Comunale intera ha il dovere di farsene immediato carico. La Comunanza, tutti noi gualdesi naturali proprietari della Montagna, è qui, è viva e ricorda che l’amaro calice non può essere evitato con l’indifferenza, ma bevuto a norma di legge.
Venerdì 7 Settembre ore 21
presso la sala conferenze della Chiesa Santa Maria Madre di Dio  (San Rocco)
Si terrà un incontro aperto a tutti i Cittadini Gualdesi sulla   “comunanza agraria appennino gualdese”
Consiglio Provvisorio “Comunanza Agraria Appennino Gualdese”

31 agosto 2012
Caccia: 4 domande all’assessore

L’Assessore Fernanda Cecchini ha dichiarato che l’Umbria non presenta situazioni particolari di crisi tali da richiedere limitazioni o la sospensione della stagione venatoria anche grazie al clima e alle temperature di questi ultimi giorni e che quindi la stagione si può avviare nella piena normalità.
Legambiente Umbria rimane convinta che non sospendere l’apertura della stagione venatoria o quantomeno prevedere le limitazioni e i provvedimenti cautelativi indicati dall’ISPRA, possa causare in condizioni di particolare vulnerabilità gravi danni alla fauna selvatica. La stagione estiva in corso è stata infatti caratterizzata dal perdurare di temperature massime assai elevate che hanno provocato una forte siccità. A questo si sono aggiunti numerosi e gravi incendi boschivi che solo in Umbria hanno mandato in fumo oltre 1300 ettari di bosco. E chiunque è in grado di capire come le conseguenze, nel breve e nel medio periodo, potrebbero avere effetti negativi anche sulle numerose specie animali.
Visto che le nostre considerazioni e valutazioni non sono affatto condivise chiediamo all’Assessore Fernanda Cecchini di rispondere ad alcune nostre domande. Sicuramente le sue risposte saranno utili a chiarire a noi, ma anche a tutti i cittadini umbri, quali sono le strategie e le azioni che la Regione mette in campo a salvaguardia della biodiversità e della fauna selvatica in condizioni di crisi ambientale e climatica.
Sulla base di quali valutazioni e quali dati scientifici l’Assessore Fernanda Cecchini può affermare che non sussistono condizioni di particolare crisi tanto da non rischiare di arrecare danno alla fauna selvatica con l’apertura della stagione venatoria?
Se non ci sono condizioni particolari di crisi come mai la Giunta regionale su proposta degli assessori all’Ambiente Silvano Rometti e all’Agricoltura Fernanda Cecchini, ha richiesto al Governo lo stato di emergenza idrica, con l’obiettivo di attivare le azioni necessarie a mitigare gli effetti che la mancanza di precipitazioni ha sugli approvvigionamenti idropotabili, sull’irrigazione e sulla tutela ambientale? Proprio il comunicato stampa a firma dei due assessorati ha fornito i dati allarmanti dell’Umbria: una crisi idrica peggiore di quelle del 2002 e del 2005 e che già a marzo faceva registrare un deficit del 83% di precipitazioni.
Come mai l’Assessore Fernanda Cecchini e la Giunta regionale riconoscono l’eccezionalità della situazione per le produzione agricola ma non l’eccezionale stress che stanno subendo gli ecosistemi e la fauna selvatica?
Se non ci sono problemi per la fauna selvatica, come mai l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ente competente in materia, ha provveduto ad inviare alle Amministrazioni regionali una nota ( NOTA ISPRA) sollecitando l’adozione urgente di limitazioni e provvedimenti cautelativi in vista dell’imminente stagione venatoria? Come mai anche il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania ha espresso le stesse preoccupazioni degli ambientalisti tanto che ha proposto di posticipare l’avvio della stagione venatoria?
In attesa di ricevere le risposte, auspichiamo che l’Assessore regionale Fernanda Cecchini, la Presidente Catiuscia Marini e tutta la Giunta regionale tornino sulle decisioni assunte, vogliano dimostrare maggiore coraggio assumendo provvedimenti adeguati anche a salvaguardia della fauna selvatica in un momento di grande difficoltà ambientale e climatica.
Legambiente Umbria

30 agosto 2012
La solidarieta’ del Psi ai lavoratori della Fondazione Agraria di Casalina.
 
I socialisti di Marsciano esprimono la loro più convinta solidarietà ai lavoratori della Fondazione Agraria di Casalina (Deruta) che – con il supporto delle Organizzazioni Sindacali – in questi giorni hanno proclamato lo stato di agitazione  allo scopo di evitare, da parte della Fondazione stessa, la definitiva chiusura del Centro Zootecnico di Casalina.
Tutta la cittadinanza di Marsciano dovrebbe sentirsi vicina ai lavoratori in lotta, non solo perché una buona parte della Fondazione insiste in territorio marscianese (S. Apollinare e Papiano) ma anche perché molti marscianesi negli anni recenti hanno vissuto esperienze lavorative con la Fondazione, che costituisce quindi una componente importante della nostra stessa storia.
Pertanto l’intero comprensorio della Media Valle del Tevere dovrebbe condividere questa vertenza, impegnandosi su tutti i fronti – politico, istituzionale e sindacale – perché questo progetto di smantellamento delle stalle di Casalina venga totalmente rigettato, con l’approntamento invece di un progetto serio di rilancio aziendale nell’ambito del piano zootecnico e dell’intera filiera  produttiva lattiero-casearia che interessa l’Umbria, facendola divenire, come in effetti merita, un assoluto punto di eccellenza.
Il PSI si augura che l’enorme patrimonio che oggi questa Azienda rappresenta non vada assolutamente disperso e che la Regione dell’Umbria e l’Università degli Studi riescano a concordare tempestivamente – con l’ausilio di tutte le forze produttive e sindacali – un percorso concreto che scongiuri nell’immediato i pericoli di chiusura prospettati dalla Fondazione e metta in campo soluzioni valide per assicurare lavoro, produzione ed occupazione.
Questo impegno politico, sindacale ed istituzionale risulterà decisivo per garantire da un lato la tenuta produttiva ed occupazionale e dall’altro la salvaguardia di un Istituto – quale quello appunto della Fondazione Agraria – che ha costituito nel tempo un importante fattore  per l’attività didattica, la sperimentazione e la ricerca, nella consapevolezza che attraverso queste sarà possibile superare l’attuale crisi economica.  
La mobilitazione di tutti risulterà importante anche in vista dell’appuntamento fissato presso la Regione per il 4 settembre, nel corso del quale – oltre a fare un punto di chiarezza della situazione – potranno essere utilmente considerate ed avviate le più opportune soluzioni per le problematiche legate alla zootecnia ed alla filiera lattiero-casearia nonché, ci auguriamo, al rilancio delle rilevanti attività istituzionali della Fondazione .
La sezione del PSI di Marsciano, tenuto conto anche di altre situazioni di crisi (quale quella della Centrale d’imbottigliamento/Podere Le Vaglie), ritiene infine necessaria la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario per affrontare i temi cruciali connessi alla tenuta economica ed occupazionale del nostro territorio e per assicurare l’impegno costante della nostra Amministrazione non solo per difendere il lavoro e l’occupazione ma anche per individuare, di concerto con tutte le realtà economiche e produttive, nuove strategie per lo sviluppo e la crescita.
Per il perseguimento di questi obiettivi il PSI con i propri rappresentanti istituzionali non farà mancare, ad ogni livello, il proprio adeguato e serio contributo.
Partito socialista italiano  – sezione di Marsciano

30 agosto 2012

Nella città di Jacopone, si "omaggia" un terrorista nazifascista.
 Apprendiamo dai media che si terrà a Todi, presso un’Hotel della città, la presentazione di un libro autobiografico su Stefano delle Chiae,terrorista nazifascista, scritto in collaborazione con un giornalista tuderte.
Vogliamo esprimere la nostra indignazione per la presenza a Todi di tale personaggio e di tale consesso di intellettuali e giornalisti giunti in città per l’occasione, i quali si prestano a queste operazioni di revisionismo storico e alla riabilitazione "morale" di uno dei protagonisti della peggiore storia d’Italia.
Stigmatiziamo anche il fatto che è stata concessa la disponibilità da parte di un noto Hotel cittadino, ad accogliere questa persona, non un romantico pensionato della cospirazione, ma un militante che ancora si adopera attivamente alla propaganda di teorie e pratiche di violenza e razzismo, che partecipa ad iniziative politiche per la formazione di organizzazioni di matrice nazifascista.
Stefano delle Chiaie, oltre alle attività golpiste in Italia, fu mercenario e istruttore prima in Spagna e poi in Sudamerica nei regimi militari fascisti coi quali ha collaborato unitamente a Klaus Barbie l’ufficiale nazista, il boia di Lione, torturatore di ebrei.
In Cile, fu reclutato dalla Dina, il terribile servizio segreto militare di Augusto Pinochet, nella sezione incaricata di eliminare gli oppositori rifugiatisi all’estero, come Bernardo Leighton (l’ex-vice presidente del Cile) e sua moglie; in Bolivia partecipò, nel luglio 1980 al «golpe della cocaina», portando al potere Luis Garcia Meza Tejada, con l’aiuto di neonazisti di vari paesi e dei gruppi paramilitari, per poter giungere al controllo totale del mercato della cocaina.
Interessarsi alla storia di un terrorista nazifascista ancora attivo politicamente, responsabile di odiosi crimini contro l’umanità, a nostro avviso offende tutti i valori democratici e antifascisti che stanno alla base della nostra Costituzione.
ANPI Todi – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia

30 agosto 2012
Grazie alla Protezione Civile di Fratta Todina e Monte Castello di Vibio

Come consigliere comunale, ma soprattutto come cittadino di Fratta Todina, vorrei rivolgere un ringraziamento particolare al gruppo intercomunale di Protezione Civile di Monte Castello di Vibio e Fratta Todina per il lavoro svolto con grande dedizione, passione e altruismo a servizio della collettività. Con il loro impegno costituiscono un’eccellenza sul fronte organizzativo ed operativo, indispensabile per garantire sicurezza, prevenzione e pubblico intervento nelle calamità naturali. Importantissimo il loro contributo anche per l’attività di prevenzione e di avvistamento incendi: da quest’anno i volontari, in collaborazione con la Comunità Montana e il Corpo Forestale, hanno attivato il servizio di vigilanza e appostamento nelle campagne per tutelare l’ambiente e preservare il nostro territorio dal rischio incendi, riportando tra l’altro ottimi risultati. Inoltre il nostro gruppo territoriale di Protezione Civile è stato parte attiva nell’emergenza sisma in Emilia attraverso l’invio di ben quattro contingenti di volontari. Il mio auspicio personale è che tale gruppo possa , con un lavoro mirato di sensibilizzazione  e promozione a livello comunale, vedere una partecipazione sempre maggiore di volontari e che le Amministrazioni Comunali non facciano mancare il proprio sostegno, anche economico, a questa importante realtà che rappresenta un grande motivo d’orgoglio per le nostre comunità.
Cinzia Moriconi-consigliere comunale Fratta Todina

29 agosto 2012
Province: la risposta di Aria Nuova ad Alvi

Siamo amareggiati dal comportamento del Presidente del Consiglio Comunale Alvi, il quale, rispetto ad una questione di primaria importanza come quella del  possibile accorpamento del comune di Todi alla Provincia di Terni, si trincera dietro alla forma di un documento perdendo di vista il merito della richiesta”. Queste le parole del consigliere comunale di Aria Nuova per Todi Claudio Serafini. Dopo aver ricevuto i rappresentanti del Comitato referendario “Todi sta con Perugia il 01/08/2012 ed aver convocato il giorno 20/08/2012 la conferenza dei 6 capigruppo consiglieri con la presenza dei membri del suddetto Comitato Referendario e del Presidente del Consiglio Comunale di Todi Francesco Maria Alvi, promettendo di aver portato in discussione il il nostro ordine del giorno del  07/08/201 Prot. 0022700-convocando d’urgenza un consiglio comunale ad hoc. Da più di un mese Aria Nuova per Todi ha presentato la richiesta di discussione di un ordine del giorno presentato il 07/08/2012 Prot. 0022700 alle ore 13:45 per far esprimere il Consiglio Comunale di Todi sul diniego a qualsiasi forma di accorpamento della nostra città alla Provincia di Terni. Ad oggi i comuni interessati hanno inviato al Cal le delibere di consiglio comunale sul tema visto che lo stesso Cal si esprimerà attraverso l’elaborazione di un atto pubblico nei confronti della Regione Umbria, tutto questo mentre per Todi non sembra esserci alcun indirizzo. La formula con cui si è presentata tale proposta è stata quella dell’ordine del giorno, non volendo forzare il Presidente con una richiesta di Consiglio Comunale, prerogativa di cui può farsi autrice l’opposizione in base al regolamento che disciplina il Consiglio comunale. Tale scelta ha avuto alla base la convinzione che l’importanza di tale materia non necessitasse di una richiesta ad  hoc, ritenendo  di trovare nel Presidente Alvi, sensibilità rispetto al tema trattato. Purtoppo  dobbiamo prendere atto che nemmeno questioni di prioritaria importanza come quella da noi proposta sfuggono al misurino della politica, alle valutazioni dei partiti e ad un modo di rapportarsi con le esigenze dei cittadini che certamente non ci appartengono. Avremmo sperato in un interessamento repentino del Presidente, che, invece, continua a barcamenarsi lasciando trascorrere tempo prezioso per una discussione fondamentale per Todi. Per tali ragioni il consigliere comunale Claudio Serafini in data 29/08/2012 ha modificato l’ordine del giorno in una richiesta di consiglio comunale sul riordino province nel territorio umbro. Considerato che la cittadinanza si interroga con preoccupazione in merito ai possibili esiti di tale riordino, non si riesce a capire le motivazioni del salvataggio della Provincia di Terni non recependo alcun risparmio di spesa in base ai dettami della spending review. Si chiede dunque ancora di portare all’attenzione della Regione Umbria ed agli altri organi competenti la contrarietà del Consiglio Comunale di Todi ad ogni ipotesi di riordino, di ritenere infondata l’ipotesi di spostare Todi sotto la giurisdizione ternana e di confermare ad esprimere una chiara posizione in merito alla questione trattata.
Aria Nuova per Todi

29 agosto 2012
Province: nessuna richiesta di convocare il Consiglio Comunale

Mi trovo costretto ad intervenire in relazione all’ultimo comunicato stampa del Gruppo Consiliare del Pdl, nel quale mi si accusa di essere “negligente” rispetto alla Convocazione di un Consiglio Comunale che tratti la tematica del riordino delle Province, attribuendomi eventuali responsabilità in merito al destino di Todi, rispetto ad un procedimento che vede coinvolti nell’ordine il Consiglio delle Autonomie Locali, la Giunta Regionale e il Consiglio dei Ministri.
E’ mia intenzione, senza entrare nel merito della questione politica la quale verrà trattata nelle forme e nei luoghi opportuni, chiarire come si è svolto e si sta svolgendo l’iter istituzionale, in quanto il comunicato del Gruppo Consiliare del Pdl ha “tralasciato” alcuni aspetti che ritengo rilevanti.
Nell’iter previsto dal decreto legge sulla spending review, i Consigli Comunali saranno chiamati ad esprimersi su una proposta di riordino delle province che dovrà essere elaborata dal Consiglio delle Autonomie Locali, proposta alla Giunta Regionale, valutata dal Consiglio dei Ministri e poi sottoposta appunto ai Consigli Comunali coinvolti. Tale iter vede tempi di realizzazione previsti per la fine di novembre.
Ad oggi non esiste alcun obbligo giuridico o scadenza in base alla quale sia necessario pronunciarsi sul punto; nè è stata avanzata nessuna richiesta da parte del Gruppo Consiliare del PDL volta alla convocazione di un Consiglio Comunale ad hoc, prerogativa prevista dal regolamento comunale come mezzo di pressione della minoranza.
Tuttavia, a dispetto delle accuse rivolte, il tema del riordino delle Province e del ruolo della nostra città in tale ambito è stato trattato nella Conferenza dei Capigruppo del 20 agosto 2012, da me convocata, d’intesa con tutte le forze politiche. In tale sede sono stati ricevuti esponenti del Comitato “Todi sta con Perugia” al fine di recepirne il punto di vista e condividere un percorso comune.
In quella sede, i Capigruppo presenti, tra cui quello del Pdl Claudio Ranchicchio, hanno condiviso la scelta di convocare un Consiglio Comunale che si occupasse del tema, cercando l’intesa su un documento unanime, entro i primi quindici giorni di settembre, in vista dell’obbligo del Consiglio delle Autonomie Locali di elaborare una proposta da sottoporre alla Giunta Regionale entro il 2 ottobre.
Rimango stupito dal comunicato del Gruppo Pdl, il quale, a differenza di quanto concordato in sede di Conferenza dei Capigruppo nella quale i presenti hanno preso anche atto dell’impossibilità di convocare il consiglio prima del mese di settembre per scadenze istituzionali, avanza accuse di negligenza dopo aver concordato congiuntamente una scadenza di riferimento. Si sarebbe trattato di negligenza nel caso in cui, in presenza di una formale richiesta dell’opposizione (che ad oggi non è pervenuta) il Consiglio Comunale non fosse stato convocato ai sensi del regolamento.
Per quanto mi riguarda respingo le accuse al mittente, in quanto la mia attività è stata e verrà svolta nel pieno rispetto del Regolamento Comunale e conformemente alle indicazioni della Conferenza dei Capigruppo.
Il Presidente del Consiglio Comunale  di Todi -Francesco Maria Alvi

28 agosto 2012

Abbonamenti trimestrali familiari di Umbria Mobilità

A fronte di una notizia pubblicata sulla cronaca locale di un quotidiano in merito ad un presunto aumento del costo degli abbonamenti familiari per l’utilizzo dei servizi di Umbria Mobilità, risulta necessario riaffermare quanto precisato nella nota di lunedì 27 agosto 2012 in relazione alla insussistenza di qualsiasi aumento tariffario per gli abbonamenti e in particolare per quelli familiari. Confermando che le tariffe UP – Unico Perugia restano quelle entrate in vigore il 1° ottobre 2010, si sottolinea che l’abbonamento familiare, per la sua possibilità di utilizzo all’interno di un nucleo familiare, rappresenta una particolare opportunità economica per i clienti di Umbria Mobilità, opportunità economica che non sempre viene recepita considerato il limitato numero di abbonamenti di tale tipologia rilasciati.
Poiché nonostante tali puntualizzazioni si insiste per distorcere la verità (vedasi la presa di posizione di alcuni consiglieri comunali dell’opposizione), è evidente la necessità di rappresentare nuovamente tale problematica, con l’auspicio che, superate pretestuosità e/o prese di posizione politiche, possa poi prevalere la verità.
Gli abbonamenti familiari trimestrali e annuali sono rappresentati da quel particolare titolo di viaggio che consente, con una sola tessera, l’utilizzo del mezzo pubblico da parte di più componenti dello stesso nucleo familiare, non contemporaneamente.
Con tale formula, un titolo di viaggio trimestrale o annuale ad un costo leggermente superiore ai corrispettivi abbonamenti ordinari, può essere usato da tutta la famiglia, un componente alla volta, fino a un massimo di 5 persone.
Ad esempio:
Abbonamento trimestrale ordinario UP – personale e non cedibile: € 122.
Abbonamento trimestrale familiare UP – utilizzabile da 2 componenti familiari: € 140.
Abbonamento trimestrale familiare UP – utilizzabile da 3, 4 o 5 componenti familiari: € 147.
Non si tratta, quindi, ed è incontrovertibile, di un aumento di tariffa, ma di una contenuta maggiorazione (5%) che consente l’utilizzo dello stesso titolo a più persone con le stesse tariffe invariate dal 1° ottobre 2010.
In termini strettamente ragionieristici si potrebbe dire che, in simili fattispecie, il cliente non ha un incremento di tariffa , ma, al contrario, uno sconto del 95%.
Si auspica che con tali, ulteriori chiarimenti si possa porre fine ad una"querelle" non comprensibile.
Umbria Mobilità

28 agosto 2012
Province: un’altro o.d.g. Consiliare fuori tempo massimo come per gli uffici giudiziari?

Il Gruppo consiliare del Popolo della Libertà esprime soddisfazione per l’incontro con i rappresentanti del Comitato promotore del referendum “Todi sta con Perugia”, in vista del riordino delle provincie, avvenuto la scorsa settimana nell’ambito della conferenza dei capigruppo del Consiglio Comunale.
In quella sede affermammo con decisione che occorreva individuare quanto prima una data per convocare un consiglio comunale sull’argomento, in modo di esprimere al piu’ presto con forza la nostra volontà di rimanere con la provincia di Perugia, scongiurando qualsiasi accorpamento con la provincia di Terni.
Tutto ciò per evitare, come avvenuto per il tribunale, di farsi superare dagli eventi, in modo da poter dire la nostra nelle sedi competenti.
 La nostra posizione è quella di una chiara e ferma opposizione a trasferimenti di territori del perugino, fra cui, in particolare, quello di Todi, per salvaguardare la provincia di Terni, rinnegando lo spirito della Spending Review.  Sarebbe piuttosto auspicabile, invece, che tutti i consiglieri comunali giungano all’approvazione di un solo odg, quale sintesi di una costruttiva mediazione politica per il bene della città.
Riteniamo, senza alcun dubbio, più lungimirante un riordino istituzionale umbro improntato sull’attribuzione delle competenze proprie delle province alle unioni dei Comuni e alle altre articolazioni istituzionali di settore.
Ma nonostante le nostre pressioni e le legittime richieste dei gruppi Aria Nuova e Idv il presidente del Consiglio Comunale Alvi e il Pd stanno affrontando con leggerezza il tema, non permettendo che il consiglio comunale unito si pronunci in tempi brevissimi sulla questione di Todi nell’ambito del riordino delle province tenendo conto dei dettami del Governo e delle istanze poste dai cittadini che si sono organizzati nel comitato referendario.
Nel frattempo, per il giorno 29 agosto p.v. è stata convocata l’adunanza del Consiglio delle Autonomie Locali, chiamato ad esprimersi sul riordino delle provincie, ed il comune di Todi, a causa della negligenza del Presidente del Consiglio Comunale Francesco Maria Alvi e della leggerezza del Pd, non ha ancora espresso una propria posizione, con i rischi che ne conseguono.
Se in quella sede, venissero prese decisioni lesive del futuro di Todi, i cittadini saprebbero certamente di chi è stata la responsabilità.
Quindi, nonostante la maggioranza ed i suoi componenti continuino a peccare di pericoloso immobilismo, il Popolo della Libertà continuerà la sua battaglia in difesa dei servizi della città e dei cittadini, denunciando con ogni mezzo, chi, invece di volere il bene di Todi, preferisce perpetrare un impoverimento del territorio come accaduto nei precedenti sessant’anni.
GRUPPO CONSILIARE POPOLO DELLA LIBERTA’

27 agosto 2012

Assunzioni nella scuola. Solo propaganda!

Il ministro Profumo ha annunciato in pompa magna una nuova campagna pubblicitaria sulla scuola: questa volta il tema riguarda le assunzioni. La proposta è quella di una sorta di concorso-panacea che dovrebbe "svecchiare" la scuola pubblica (peccato che poi i docenti debbano restare in servizio fino a 67 anni) e che, a quanto dice il ministro, sarebbe il primo dal 1999, senza ricordare invece che le scuole di specializzazione (SSIS e Scienze della Formazione Primaria) a numero chiuso, con prova selettiva in entrata e prova finale, hanno valore di concorso. Niente viene detto su come si intende garantire lo svuotamento delle graduatorie ad esaurimento. Niente viene proposto per cancellare l’assurda ed umiliante norma che obbliga i docenti inidonei e gli ITP a transitare nei ruoli ATA. Nessun accenno ad investimenti e qualità. Il balletto dei numeri sulle assunzioni è poi semplicemente fuorviante. Ciò nonostante le celebrazioni giornalistiche e dei media in generale sul provvedimento non si sono fatte attendere. Certo, perchè in verità il ministro e i partiti che lo appoggiano, Pd, Pdl ed Udc, devono risolvere altri problemi: garantire le risorse alla scuola privata e rendere il sistema una merce attraverso l’ingresso dei privati in ogni scuola e la meccanizzazione, del tutto inadeguata, dei processi di valutazione. Per noi la vera questione della scuola italiana è il risarcimento dei brutali tagli operati dalla Gelmini e confermati anche da un governo tecnico che, sebbene nessuno lo abbia votato, si caratterizza per la taumaturgica volontà di selezionare chi già è stato selezionato. Il provvedimento è vera e propria propaganda: si distrae l’opinione pubblica in un momento di crisi sbandierando nuove assunzioni quando basterebbe adeguare gli organici ai bisogni reali della scuola e immettere in ruolo i precari dalle Graduatorie, strumento quest’ultimo sacrosanto, trasparente e che eviterebbe un eterno doppio canale in entrata. Infatti il rischio più che concreto è che rimangano fuori proprio quei precari che negli ultimi anni hanno contribuito a mandare avanti la scuola con grandi sacrifici.

Insomma, il governo dei "professori" scarica tutta la sua furia antipopolare proprio sulla scuola, tentando anche di innescare un conflitto generazionale. Ci rivolgiamo per questo alle organizzazioni sindacali, alle forze politiche, ai comitati, agli insegnanti, agli studenti affinchè contro questo governo e le sue scelte si determini anche nel nostro territorio una lotta unitaria e necessaria. Per la scuola pubblica e di Stato.
Enrico Flamini – Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia
 



27 agosto 2012
Catiuscia Marini fa gli auguri a TodiArteFestival

Non era scontato che anche quest’anno il Todi Arte Festival potesse aprire il suo sipario. C’è in tutti noi, soprattutto amministratori pubblici, la grande consapevolezza di quanto sia davvero difficile la situazione economica in cui versa il Paese e la sofferenza di moltissime famiglie colpite direttamente dagli effetti della crisi economica. In sofferenza sono anche i bilanci delle pubbliche amministrazioni che hanno visto negli anni diminuire, fino a quasi azzerarsi, le risorse da destinare alla cultura. Dunque, aver visto alzarsi il sipario dell’edizione 2012 del Todi Arte Festival assume un significato particolare, un segno di fiducia e di speranza in un futuro migliore e più sereno prima di tutto per quanti sono costretti a fare i conti con la crisi economica.
Voglio quindi salutare il Todi Arte Festival che, insieme ai tanti grandi eventi che si svolgono nella nostra regione, contribuisce a comporre quel ‘cartellone’ di spettacoli, concerti, mostre, che fa dell’estate umbra una occasione importante e unica sia per i turisti che per i nostri cittadini, per godere di eventi culturali di primissimo livello.
Negli ultimi tempi, abbiamo potuto notare un grande interesse da parte della stampa internazionale per la nostra regione, descritta come terra ricca di storia, arte, cultura, dove è possibile godere dell’‘arte di vivere’. È su questo che come Regione Umbria abbiamo deciso di investire le nostre risorse: mettere a valore la filiera turismo-ambiente-cultura. Ci confortano, pertanto, gli apprezzamenti che giungono da attenti ed autorevoli osservatori internazionali, e ci spronano a fare ancor di più ed ancor meglio per la promozione dell’Umbria.
Il filo conduttore di questa edizione del festival è quello di guardare alla tradizione con gli occhi rivolti al futuro, al nuovo, al moderno. Una impostazione che ritengo interessante e che sono certa sarà apprezzata. Agli organizzatori del Todi Arte Festival, agli artisti che vi prendono parte, agli sponsor, alle maestranze, agli amministratori pubblici cittadini – che con grande determinazione in questi loro primi mesi di mandato hanno voluto con forza la conferma del festival – va il mio saluto sincero e l’augurio di una buona riuscita di questa edizione.
Catiuscia Marini – Presidente Regione Umbria
 


27 agosto 2012
L’UGL torna sulla questione Umbria Mobilità

La situazione in cui versa Umbria Mobilità è gravissima. Sin dall’inizio si è parlato di “buco romano” all’origine della crisi di liquidità. L’incontro con l’assessore capitolino aveva l’obiettivo di chiarire parte del problema emerso nelle scorse settimane. Avremmo preferito che fossero stati i nostri rappresentanti politici, nella doppia veste di governatori locali e di soci dell’azienda unica regionale dei trasporti, a prendere l’iniziativa e avviare un dialogo costruttivo con i rispettivi colleghi laziali e dirimere qualche dubbio. Questo purtroppo non è avvenuto. Anzi, abbiamo ascoltato e letto in merito all’incontro commenti da tifoso con tanto di strumentalizzazioni politiche da parte dell’assessore regionale ai Trasporti, Rometti. Peccato. Perché, qui non c’è da difendere nessuna poltrona. Io per primo sono pronto a rispondere del mio operato nelle sedi deputate. Qui, c’è da difendere il lavoro di oltre 1300 persone. E la verità deve venire a galla.
Veniamo al merito e a quanto emerso nel corso del confronto romano. Il Comune di Roma paga e pure regolarmente secondo contratto a 9 mesi. Le carte mostrate confermano. UM vanta crediti per 49.719.669,00 dal corsorzio Roma Tpl, dal consorzio Cotri e dalla Regione per servizi resi in passato, per lo più già scaduti, altri non ancora. C’è pure un procedimento in corso di fronte agli organi competenti e si dovrà attenderne l’esito. Aver costretto chi di dovere ad affrontare questi punti è già un passo avanti ma non basta. Serve maggiore chiarezza rispetto a tutti questi problemi, ereditati dalle aziende che si sono fuse in UM nel 2010. Mi domando e vi domando allora: questi corrispettivi, sbandierati come causa della crisi, per servizi assorbiti dopo la fusione 2010, possibile che siano diventati dirimenti dopo 2 anni dalla nascita di UM che nello stesso periodo ha chiuso i bilanci in positivo? Possibile che nessuno abbia monitorato l’evoluzione della situazione e l’incasso di tali crediti con un occhio alla liquidità regionale, per di più avendo una partecipazione nel corsorzio Roma Tpl pari al 33%?.
Il vero problema è che Umbria Mobilità, nata solo 20 mesi fa, ha un’esposizione fideiussoria per circa 150 milioni di euro, ha le proprie casse con liquidità pari a zero, la chiusura totale da parte degli istituti di credito,  è avvolta di debiti ereditati dalle società che sono confluite nel 2012, come il pignoramento subito sul conto bancario per oltre 3 milioni di euro per fatture non pagate dalla ex FCU Srl (Società di capitali a partecipazione regionale per la gestione di pubblici servizi), e la situazione economica attuale non permette di pagare la  14° mensilità ai lavoratori e neanche i TFR dei dipendenti che sono andati in pensione già dall’anno 2011. Purtroppo questa situazione persiste come confermato dall’azienda UM in queste ultime ore.
UM doveva essere un’azienda solida, con potenzialità occupazionali, soprattutto giovanili. L’obiettivo per ora non è stato raggiunto. Basti pensare che in pochi mesi sono andati in pensione circa un centinaio di operatori e nessuno è stato assunto per la grave situazione economica aziendale.
Umbria Mobilità vive una situazione gravissima. Si tratta di agire su due fronti. Il primo fronte, urgente, attiene al risanamento dei conti. Per procedere correttamente in questa direzione occorre far immediata chiarezza sull’esposizione societaria. Da qui la richiesta di un confronto urgente tra le parti sociali, alla presenza del prefetto. Il secondo fronte attiene alla governance, aziendale e istituzionale. Per quanto riguarda la società riteniamo necessario sostituire il CDA e passare all’Amministratore Unico. Per quanto riguarda le istituzioni, nella duplice veste di soci e rappresentanti locali, si devono trarre le dovute conseguenze. Serve un nuovo garante per le politiche del trasporto pubblico regionale che predisponga finalmente il piano umbro, ancora mancante, necessario per valorizzare l’azienda unica e il servizio pubblico. UM non deve essere aperta a soggetti privati. Il garante istituzionale non può più essere rappresentato dall’assessore Rometti, che non ha ancora presentato il piano regionale ai trasporti e non prende posizione chiara sull’ingresso di eventuali privati. Da qui la richiesta delle sue dimissioni.
Siamo convinti che servono nuove politiche sui trasporti per incentivarne l’uso, aumentare i controlli contro i “portoghesi” a vantaggio di una azienda pubblica che sia più vicina alla gente ed alle loro esigenze. Famiglie, studenti e persone con disabilità e anziani devono essere al centro delle future politiche locali.
Enzo Gaudiosi
Segretario generale regionale Ugl Umbria

26 agosto 2012
Notte Bianca a Todi… ma la "l’ascensore navetta" chiude alle 24!

Non so se ridere per non piangere o piangere e basta. Ieri sera nel cercare di trovare un posto per la macchina, per recarmi in Piazza centrale, mi era venuta l’idea di parcheggiarla al parcheggio di Porta Orvietana, pensando al fatto che tanto era mezzanotte e che si poteva avere accesso al servizio navetta. Ma cosi non è stato. Arrivato al parcheggio, con altri miei amici, aspetto la navetta scendere; ma proprio nel momento in cui arriva a destinazione, si sono spenti i motori. Ora, vedendo che la navetta non poteva essere più utilizzata, in quanto, forse, alla notte bianca a Todi, arrivati a mezzanotte, diventa notte a letto, abbiamo pensato di fare il percorso alternativo alla navetta, quello che si fa a piedi. Nel salire mi sono reso conto che la gente era tanta e che quella strada in quelle condizioni era veramente pericolosa. Molte persone hanno rischiato di cadere dalle scale o scivolare, sia perché la strada era impraticabile, sia perché molte luci erano fulminate. Possibile che prima di realizzare questo evento, secondo me riuscito anche bene, l’amministrazione comunale non si è degnata di fare la dovuta manutenzione al percorso alternativo della navetta? Possibile che l’orario di chiusura del servizio navetta, in una serata organizzata proprio per visitare la nostra Todi di notte, doveva essere per forza mezzanotte? Non è una polemica, è soltanto un dato di fatto, che a mio avviso deve essere cambiato, perché prima di ogni cosa viene la sicurezza dei nostri cittadini, poi tutto il resto.
Roberto De Vivo – Pdl Todi

24 agosto 2014
Auguri a TodiArteFestival

L’edizione 2012 del Todi Arte Festival al via domenica prossima.
Mi auguro di vero cuore che il Festival 2012 possa ripetere i fasti ed i successi dello scorso anno, con un numero incredibile di biglietti venduti.
I direttori artistici Castrica e Leonardi lo sottotitolarono come il "Festival della Rinascita", rivelandosi ottimi profeti.
Funziono’ alla grande lo schema che prevedeva spettacoli di successo con molti spettatori ed incassi per coprire in gran parte i costi di organizzazione e gestione.
La cultura, per la prima volta, si ripagava quasi da sola senza spendere esagerate risorse pubbliche in tempi economicamente difficili.
Ora ci troviamo di fronte ad un’edizione con un programma ridotto, per scelta della nuova Amministrazione, rispetto a quello previsto; non vorremmo che il ciclo virtuoso iniziato lo scorso anno, si interrompa per scelte poco coraggiose della Giunta Rossini.. In tal caso le ricadute potrebbero essere fortemente allarmanti per la citta’.
Il fatto che anche personaggi importanti, che avrebbero voluto contribuire a rendere il Todifestival piu’ ricco, si siano tirati indietro e non siano stati coinvolti a sufficienza, sta forse a dimostrare che su una manifestazione storica per Todi bisognerebbe crederci fino in fondo senza scetticismi di sorta.
A meno che, e mi auguro non sia cosi’, questa edizione non sia interlocutaria e di attesa per la giunta Rossini; al fine di trovare altri organizzatori per i prossimi anni, dimenticando l’eccezionale lavoro svolto fino ad oggi dai bravissimi direttori artistici emergenti Castrica e Leonardi.
Concludo, facendo un grande in bocca al lupo ai direttori aristici stessi ed a tutti coloro che si esibiranno sul palcoscenico del Festival, augurandomi che i successi del 2011 possano comunque continuare.
Claudio Ranchicchio – Capogruppo PDL – vicepresidente commissione cultura
 



23 agosto 2012

La sanità che funziona

Spesso siamo abituati ad assistere o leggere episodi di malasanità, o riferiti al cattivo funzionamento dei servizi pubblici alla persona. Credo, però, che da cittadini, sia nostro dovere esprimere critiche, quando giuste, cosi’ come non esimersi dal dispensare soddisfazione quando si hanno riscontri positivi. Desidero a tal fine sottolineare un aspetto che ritengo estremamente positivo e che riguarda il servizio analisi. Purtroppo mia madre si trova regolarmente a dover sostenere l’esame Emocromo- Citometrico per verificare le capacità di coagulazione del sangue. Un esame di routine, ma fondamentale per la vita di una persona anziana che non può permettersi di non tenere sotto controllo i valori del proprio sangue. Oggi stesso, al termine del solito iter, sono stato raggiunto, con sorpresa e soddisfazione, da un sms sul mio cellulare con cui mi si comunicava la risposta dell’esame, ovvero il valore (INR) che successivamente posso ritirare al Cup. Ritengo ottima tale novità, che oltre che fornire rapidamente informazioni sull’analisi , accorcia in maniera straordinaria i tempi di attesa tra l’esame e l’esito di risposta. Tale esperienza mi porta a ringraziare pubblicamente tutti coloro che si impegnano ogni giorno per il miglior funzionamento del servizio sanitario, sottolineando come l’integrazione di tecnica, tecnologia e passione possano essere il giusto mix per un servizio pubblico efficace ed efficiente. 
Mi corre l’obbligo ringraziare di vero cuore il Dott. Biscottini (Primario di Medicina all’Ospedale di Pantalla), professionista di innata esperienza, serietà e competenza, a LUI va tutta la mia stima e gratitutide.
Giancarlo Castrini

18 agosto 2012
Volete lavorare nell’ICT? Iscrivetevi a Giurisprudenza o Scienze politiche!

In merito al recente bando emesso dalla Regione Umbria, le dichiarazioni di A3I riguardano in realtà tutto il Paese. “Non date retta a giornali, riviste, head hunter, centri studi, e a tutti coloro che vi consigliano di iscrivervi alle facoltà scientifiche o ad ingegneria. Per  poter trovare lavoro rapidamente è assai meglio studiare i codici e le varie procedure del diritto che vi daranno molte possibilità. Infatti, oltreché nel campo specifico, tali studi vi doteranno di una solida preparazione anche nel  campo scientifico-tecnologico dell’ICT, in particolare nella progettazione e gestione delle reti telematiche”  sono le dichiarazioni ironiche del presidente dell’Associazione Italiana Ingegneri dell’Informazione A3I, Enrico Bettini.
Si riferisce in particolare alla Regione Umbria ma in generale ad un modo di fare sconveniente di tutto il sistema Paese nel gestire il servizio fornito nell’ICT. La Regione Umbria ha emesso un bando riservato solo ai laureati in Giurisprudenza e Scienze Politiche per un incarico di “collaborazione coordinata e continuativa a supporto del servizio sistema informativo regionale per le attività connesse all’attuazione del piano telematico 2011-2013”. Tale incarico consiste nel supporto tecnico-specialistico e lo svolgimento di attività di studio, ricerca e comunicazione nell’ambito della rete regionale di cablaggio a banda larga e del passaggio del segnale radiotelevisivo dal sistema analogico a quello digitale terrestre.
In particolare è previsto l’espletamento delle attività di supporto ed assistenza nelle attività finalizzate al completamento dello schema generale della rete regionale di cablaggio a larga banda. Questo da realizzare mediante l’analisi sull’applicazione di nuove tecnologie per l’efficienza della pubblica amministrazione regionale, l’ individuazione dei campi di sperimentazione su applicazioni e servizi dedicati alla banda larga, l’ analisi sull’utilizzo, da parte di cittadini e imprese, delle nuove tecnologie offerte dalla Pubblica Amministrazione, l’ individuazione di forme di comunicazione indirizzate alla sensibilizzazione sull’utilizzo delle nuove tecnologie e alla diffusione della cultura dell’innovazione e della conoscenza e gli interventi finalizzati ad accrescere la capacità regionale in ricerca e sviluppo tecnologico ed innovazione. È richiesta anche la capacità di espletare il supporto e l’assistenza nelle attività connesse al completamento della fase di transizione della trasmissione del segnale radiotelevisivo, dal sistema analogico a quello digitale terrestre per garantire il necessario raccordo, coerenza e continuità delle azioni regionali con le Amministrazioni centrali e le emittenti locali nel prosieguo delle attività in materia. Inoltre anche per  monitorare l’attuazione dei progetti approvati in esito al bando regionale di cui alle deliberazioni della Giunta regionale n. 613 del 14.06.2011 e n. 644 del 20.06.2011 anche al fine di una valutazione ex post dell’intervento stesso. Il supporto e l’assistenza sono richieste anche per effettuare la valutazione tecnico-amministrativa delle schedature che le televisioni locali dovranno presentare in assolvimento agli obblighi di cui alla delibera della Giunta regionale n. 703 del 27.06.2011 concernente le disposizioni transitorie per gli impianti esistenti e per  provvedere alla definizione di un catasto delle infrastrutture per le telecomunicazioni, comprendente sia le infrastrutture radiotelevisive che quelle per la diffusione della connettività internet e quelle destinate alla telefonia mobile.
Tutto questo che è presente nel bando viene qui riportato per far  constatare che “si tratta di attività professionali tecniche che, fino a poco tempo, fa erano tipiche degli ingegneri dell’informazione, ma che ora paiono essere meglio svolte dai laureati in Giurisprudenza e Scienze politiche che hanno surclassato rapidamente gli ingegneri che, poverini, non possono nemmeno partecipare al bando” ha sottolineato Bettini.
“Non ci resta che porgere i nostri complimenti agli artefici di questo “miracolo” che non potrà che favorire l’innovazione tecnologica del nostro Paese, colmare il digital divide, e dare impulso alla stagnante situazione economica” ha continuato paradossalmente il presidente.
Facciamo notare a tale proposito che uno degli scopi principali dell’associazione non è un interesse corporativo come in prima battuta ai più potrà sembrare ma che l’Ingegneria dell’Informazione possa contribuire ad un sano ed ordinato sviluppo dell’Information and Communication Technology (ICT), attuando così l’innovazione vera ed accrescendo la competitività del nostro Paese, infatti la questione non riguarda solo l’Umbria.  I lavori nel settore dell’ICT , attualmente sono spogli di normativa e dovrebbero essere regolamentati per legge, in modo che si svolgano rispettando uno studio di fattibilità, la progettazione in tutte le sue forme, l’esecuzione con direzione lavori e il collaudo finale per evitare i numerosi black-out di cui è costellata la storia del settore, basta consultare la “Galleria dei disastri” presente nel sito internet dell’associazione www.a3i.it . Affinché la qualità, la sicurezza e la privacy dei Sistemi Informatici, ormai “sistema nervoso” di ogni società avanzata, siano comunque garantite ai loro utenti e non vengano sacrificate in nome di un immediato ed illusorio risparmio sulle fasi dei lavori  e soprattutto per evitare che non si perda più tempo prezioso per recuperare il Paese che sta precipitando sempre più in basso in tutte le graduatorie mondiali riguardanti l’ICT, l’innovazione e la competitività.”Crediamo quindi che ogni dubbio sia fugato – ha concluso sarcasticamente Bettini  –  perché iscriversi ancora ad Ingegneria o ad Informatica specialistica? Perché rompersi la testa con algebra, geometria, analisi, teoria dell’informazione e della trasmissione, reti, database, linguaggi di programmazione, e così via? È  meglio farlo con diritto romano, diritto privato e pubblico, economia politica, procedura penale e civile!”
Vito Piepoli


17 agosto 2012
I Socialisti tuderti sul depuratore

Continuano a portare avanti il ruolo di opposizione cosi’ come hanno governato la nostra citta’per cinque lunghi anni….. Male !  Anteponendo gli interessi di una parte politica rispetto a quelli della comunita’ tuderte .
Non siamo interessati a seguire il centro destra  su questa strada costellata di insulti  e dileggi. Centro destra che   sistematicamente fa ricorso alla distorsione della realta’  dei fatti  pur di raggiungere il proprio fine di parte .
Facciamo una eccezione in questa occasione per quanto riguarda la questione depuratore.  Non dobbiamo difendere la scelta di un  sito piuttosto che di un’altro, lo facciamo poiche’ comprendiamo che  e’  quanto mai  necessario tentare di ripristinare la verita’ dei fatti nell’interesse prima di tutto degli abitanti di un quartiere che da alcuni giorni sono vittime di un tam-tam assurdo ed incessante  attuato con  certosina pervicacia  da parte di esponenti del pdl tuderte.
Di fronte a tale incessante campagna di disinformazione  comprendiamo quanto siano spaesati coloro che vi abitano o hanno delle attivita’ a cappuccini,  i quali  si vedono continuamente  prospettare  la certa costruzione di un mostro ambientale senza pari che anzi, secondo l’ultima versione messa in circolazione dalla opposizione comunale tanto  per tranquillizzare gli animi,    potrebbe  essere  alimentato  da un potente impianto nucleare.  
La ventilata rabbia e la preoccupazione della popolazione e del comitato,  anche in virtu’ di quanto detto,  seppur comprensibili non debbono pero’ sfociare in completa irrazionalita’.
Questi sono i fatti :
– Si parla di un eventuale ampliamento del depuratore esistente “della cascianella” che dovra’  essere obbligatoriamente  inserito all’interno di una riqualificazione  di  un’area per una serie di questioni compromessa   
– Il sito di pontenaia rischia di essere un progetto non sostenibile dal punto di vista paesagistico ed ambientale vista la presenza di una area sic (sito di interesse comunitario) e l’area di vincolo paesagistico del colle di todi.  Area inoltre priva di qualsiasi forma di infrastruttura e opere di urbanizzazione e quindi in conclusione realisticamente  a  rischio di parere negativo in caso di via /vas
– Le lungaggini della  amministrazione ruggiano mettono oggi a serio rischio il finanziamento previsto di 8,5 milioni di euro.  Se non si individua in tempi brevissimi  un sito corredato dai pareri favorevoli degli enti preposti tale finanziamento verra’ perso.   Se il finanziamento viene perso non significa che il depuratore non verra’ piu’  realizzato,  significa soltanto che dovra’  essere realizzato  interamente  a spese dei cittadini di todi  .
– Provvedere alla depurazione  delle acque di scarico  non e’ una facolta’    ma significa rispondere ad un dovere fissato da precise norme di legge  e soprattutto   di  civilta’
– Il sindaco  rossini e la sua giunta, qualunque sia il sito scelto,  si trova ad affrontare in poco tempo una questione che la passata amministrazione  colpevolmente non e’ riuscita a pianificare in cinque anni.  L’unica cosa che ha saputo lasciare in eredita’ in maniera tanto “illuminata” e’ un progetto per la realizzazione dell’impianto che lascia pochi margini operativi per l’individuazione di un eventuale sito
Si rassegnino comunque i consiglieri del pdl , i cittadini di todi non hanno eletto come  sindaco un “ras” e come giunta una serie di aguzzini,  hanno eletto  una amministrazione che intende affrontare le problematiche,  anche quelle  lasciate loro in eredita’(e sono tante),  con serieta’ e pacatezza  consapevoli che il primo requisito prima di prendere una decisione e’ quello di interagire e confrontarsi con la cittadinanza.
Questo e’ quello che anche nel caso del depuratore chiediamo loro di fare,  ritenendo pero’  che serva maggiore responsabilita’ da parte di tutti evitando gli inutili allarmismi.
gruppo psi consiglio comunale  todi
 

17 agosto 2012
Acqua calda

Costo dell’acqua consumata 24.82 Iva compresa
TOTALE BOLLETTA  111,00 Euro (14,62 sono i bolli comunque al netto E. 96,38)
 Ma è possibile? 96 Euro a fronte di 25 Euro di Consumo? E poi perchè il canone di depurazione è così alto, quasi 60 Centesimi al litro? Non è che non potendo alzare le tariffe dell’acqua potabile aggiriamo l’ostacolo con questi escamotage? Qualcuno dei tanti tecnici ben pagati (vedi Umbria Mobilità….), spieghi al comune tartassato cittadino, il perchè un Mc di acqua da bere costa circa 20 centesimi, e 1 Mc di acqua depurata e fogne intasate costa più di 50 centesimi. Il paragone con Umbria Mobilità è riferito ai tecnici ed alle loro gestioni fallimentari, le cui massime performance trovano espressione in quelli all’attuale "governo"
Roberto Proietti

14 agosto 2012
Carletti replica alle polemiche sul depuratore

Dopo i chiacchiericci che sono circolati in questi giorni, intendo  affrontare l’argomento “depuratore”, facendo chiarezza su questa vicenda e sul possibile ampliamento del depuratore che già si trova in località  Cascianella.
Lo faccio, per rispetto verso i cittadini Tuderti e di Cappuccini in particolare e poi verso tutte quelle persone che da anni mi conoscono, essendo da sempre vissuto nel quartiere di Cappuccini.
Allo stato delle  cose, la possibilità di potenziare il depuratore presente da 35 anni alla Cascianella è solo una ipotesi in corso di valutazione e non una scelta già fatta: dico questo perché ad oggi devono essere effettuati tutti i sondaggi del caso e solo dopo sarà presa una decisione: magari avesse fatto altrettanto la precedente amministrazione per il sito di Porchiano, non più utilizzabile perché prima si è scelto il sito e poi si sono fatti i sondaggi!
Il progetto  non consiste in una struttura inserita ex novo all’interno di un contesto vergine, bensì nell’ampliamento e nella ricostruzione di un depuratore già esistente, che da circa 35 anni svolge il suo lavoro e del quale, per la verità, finora in pochi si sono lamentati, tanto da essere ai più sconosciuto. Mi spiace che ogni soluzione messa in cantiere sia oggetto (anche nella fase embrionale) di attacchi strumentali, come se fossimo ancora in campagna elettorale.
Attacchi  veramente coraggiosi, visto che la giunta Rossini, Cascianella o non Cascianella, si trova ad affrontare e risolvere in circa tre mesi di tempo, una  questione che la passata amministrazione non è riuscita a pianificare in cinque anni lasciando in eredità un progetto preconfezionato con pochi margini operativi nell’individuazione del sito.
È bene che i cittadini siano informati, che le lungaggini della passata amministrazione mettono a  serio rischio il finanziamento a fondo perduto di oltre 8,5 milioni di euro (circa 500 euro a testa per ogni cittadino tuderte, tanto per capirci) ed oggi non si scherza più: bisogna trovare una soluzione o si perde il finanziamento.
Senza dimenticare che comunque – o  con i soldi a fondo perduto o con il denaro dei  cittadini – un depuratore va comunque costruito, visto l’obbligo che ci impone la Comunità Europea.
L’eventuale ampliamento della Cascianella dovrebbe essere allora  affrontato, programmato e discusso nel contesto di una riqualificazione della zona in cui oggi esiste un vecchio depuratore in funzione, oltre alla vicinanza di una cava e di una fornace.
Dobbiamo tutti comprendere con serietà e responsabilità che un depuratore nel 2012 non può più essere visto come il male assoluto, tanto più che le tecnologie di oggi non possono essere confrontate con quelle di 35 anni fa. Depuratore significa civiltà e rispetto per il territorio in cui viviamo e che amiamo, significa anche risorse, vedi lo sfruttamento delle acque depurate per l’irrigazione dei terreni, acqua che altrimenti andrebbe perduta. Significa insomma cercare di migliorare il contesto esistente.
Bisogna  affrontare il problema con pacatezza, interagendo ed informando la cittadinanza su quello che sarà, anche attraverso l’incontro con  tecnici e professionisti che rispondano a tutti i nostri dubbi, ma evitiamo urla e spauracchi. Il centrosinistra ed il Sindaco Rossini hanno già dimostrato la disponibilità a parlare con i cittadini e di scegliere alla luce del sole: sarà così anche per il depuratore.
Non rischiamo ulteriormente (già ci ha pensato la precedente amministrazione; perché non ha realizzato il depuratore?) ed evitiamo che un altro treno passi per Todi senza riuscire a salirci sopra gratuitamente. Poi magari, poco più avanti, su quello stesso identico treno ci dovremmo salire comunque, ma pagando il biglietto a prezzo pieno a danno delle tasche di tutti i cittadini tuderti.
Diego Carletti – Consigliere Comunale PD

14 agosto 2012
Biomasse a Marsciano: Trasparenza, Partecipazione ed Informazione

Marsciano Democratica approfitta della discussione che si aperta a seguito dell’intervento del consigliere regionale dell’IDV Oliviero Dottorini, per esprimere la propria posizione sugli impianti a biogas. Prima di tutto non possiamo fare a meno di esprimere la nostra sorpresa nell’apprendere che per l’Amministrazione comunale di Marsciano, come dichiarato nel documento di risposta a Dottorini, “il biodigestore di Olmeto è una questione che ha cessato di esistere”: forse che il problema dello svuotamento delle lagune è stato risolto? Se invece tale dichiarazione sottintende la definitiva rinuncia a qualsiasi idea di ripartenza dell’impianto (il cosiddetto REVAMPING) allora saremmo veramente felici visto l’impegno profuso da tanti cittadini (e non sparuti combattenti e reduci) che ha portato alla “GIUSTA” chiusura dell’impianto nell’agosto di alcuni anni fa ed è proprio a questi cittadini ed in particolare al Movimento per la Qualità della Vi
ta che deve andare il ns. ringraziamento e quello di tutta la popolazione Marscianese per quello che si è ottenuto e, proprio per questo, chiediamo al Movimento stesso di continuare nella Sua proficua azione di aiuto alla tutela ambientale del territorio. Quello che però ci preoccupa di più è il passaggio del comunicato riguardante la partecipazione ed informazione ai cittadini che, ma speriamo di sbagliare nell’interpretazione, viene vista dall’Amministrazione come “occasioni di strumentalizzazione che non hanno altro risultato se non quello di frenare lo sviluppo di nuove tecnologie e nuove possibilità di lavoro…”. Noi riteniamo invece che, specialmente in un settore delicato come quello ambientale, sia doveroso da parte di un Amministrazione trasparente informare e partecipare i cittadini di tutti i progetti riguardanti il Ns. territorio e speriamo vivamente che ciò venga fatto per evitare che a Marsciano non succeda, come accaduto in altre realtà regionali, che siano i cittadini a dover indagare per conoscere cosa si intende fare sul LORO territorio.
Ora, visto che vengono citate di nuovo ipotetiche divisioni all’interno dell’opposizione di centro sinistra, Marsciano Democratica esprime chiaramente la sua posizione sugli impianti a biomasse:
1.Prima di tutto impianti solo di piccole dimensioni (MAX 100 kwh) e confinati all’interno del ciclo produttivo dell’azienda agraria che lo realizza (e non imprese esterne) e che deve utilizzare, per mandarlo avanti, esclusivamente materiale prodotto in loco.
2.NO quindi ad impianti più grandi, di tipo esclusivamente speculativo, fatti solo per vendere energia senza alcun collegamento col territorio. Tali impianti infatti porterebbero ad effetti collaterali negativi e dannosi legati ai trasporti di materie prime da digerire con relativi problemi di emissioni e di traffico pesante; inoltre, in questi casi, la necessità di materia prima porta ad utilizzare i terreni in modo indiscriminato ricorrendo ad un uso dissennato di acqua, pesticidi e concimi chimici inquinando e minando la fertilità dei terreni stessi.
3.Per le aziende zootecniche, proprio per evitare quelle che l’Amministrazione chiama “iperboli come la distinzione tra depuratori e impianti a biogas”, riteniamo TASSATIVO che prima di tutto sia presente un impianto di depurazione e trattamento e solo successivamente, proprio per compensare i costi della depurazione, si possa abbinare la produzione di energia con un impianto a biomasse.
4.Altro vincolo fondamentale è la distanza dalle abitazioni che deve essere di almeno 1,5 km in quanto, come molti studi cominciano ad evidenziare, probabilmente vivere vicino a questi impianti non è sicuramente un esperienza né piacevole né salutare (rumori, emissioni, etc.).
5.E’ importantissimo infine verificare il sito dove si vogliono impiantare tali centrali per evitare casi come quello di Montecchio dove si voleva costruire un impianto ai margini dell’Oasi di Alviano.
Per concludere vogliamo puntualizzare di nuovo che la cosa più importante, anzi NECESSARIA, sia la trasparenza e partecipazione che eviti che una qualsivoglia centrale a biomasse  possa essere installata nel ns. territorio senza o addirittura contro il parere della popolazione che ci vive. Pertanto chiediamo con forza che l’Amministrazione Comunale si faccia garante di ciò e partecipi preventivamente ai cittadini ogni progetto in tal senso per garantire ampia discussione e confronto come del resto sta già avvenendo in tante altre località umbre (Costano, Fossato di Vico, Panicale) e come sostenuto con forza anche dai Consiglieri Regionali del PD Fausto Galanello, Luca Barberini e Andrea Smacchi che in una loro mozione sull’argomento, tra le tante cose, chiedono alla Giunta Regionale di “favorire la partecipazione di Comune e cittadini nella scelta dei siti”.
Marsciano Democratica

13 agosto 2012
Riforma geografia giudiziaria: unanimità in Consiglio inutile?

Venerdì 10 agosto il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie, a poco più di 24 ore di distanza dal Consiglio comunale di Todi dove, all’unanimità, veniva votato l’unico punto all’ordine del giorno sulle sorti della (ex?) Sezione distaccata di Todi del Tribunale di Perugia.
Tra i commenti del Ministro Severino a margine della notizia colpisce che ha voluto sottolineare le posizioni diversificate nei pareri espressi sul decreto dalle commissioni parlamentari e la decisione, “in piena sintonia con il Consiglio dei ministri”, di valorizzare l’unica “linea direttrice comune” nei due documenti riguardante il mantenimento di alcuni presidi giudiziari. In questo caso, il parere concorde delle commissioni parlamentari ha determinato il mantenimento di sei tribunali rispetto allo schema del decreto approvato il 6 luglio 2012.
Per tutte le altre questioni sembra che lo schema del decreto sia stato confermato in toto, inclusa la soppressione della Sezione distaccata di Todi e gli accorpamenti specificati nelle schede analitiche allegate all’atto del Governo n. 494 che è stato sottoposto a parere parlamentare. In queste schede viene argomentata la decisione dell’accorpamento delle sezioni distaccate di Foligno e Todi al Tribunale di Spoleto sostenendo, tra varie cose, che “la minore distanza tra Terni e Todi non giustifica, di per se sola, una deroga al criterio del riequilibrio dei territori all’interno della stessa provincia”.
Alla luce di questi dati di fatto i giochi sembrano ormai fatti, non c’è stato il tempo sufficiente per intervenire prima che il Governo prendesse una decisione definitiva in merito al decreto e cresce il rammarico per il comportamento del centro-destra tuderte.
In primo luogo, a partire da quando era forza di governo, il centro-destra non ha mai operato mettendo in atto tutto quanto fosse idoneo al raggiungimento degli obiettivi che ora caldamente sottoscrive. Di sicuro c’erano le condizioni per ottenere almeno un parere della Commisssione Giustizia al Senato concorde con quello della Camera in modo da dare più forza alle esigenze della città di Todi davanti al Ministro.
In secondo luogo,  i capi gruppo della minoranza in Consiglio comunale hanno proposto il rinvio del punto all’ordine del giorno del 3 agosto scorso lasciando così passare giorni preziosi che sarebbero stati molto utili per far sentire la voce della città di Todi a chi stava per prendere decisioni. La proposta di rinvio appare oggi decisamente strumentale a favorire gli obiettivi di chi, da una posizione molto privilegiata in Senato, ha sempre fatto pressioni per l’accorpamento di Todi con Spoleto. A poco vale l’argomentazione che tutto il Consiglio comunale, a parte il sottoscritto che sottolineava l’urgenza di una presa di posizione chiara, è stato concorde: bastava un solo voto favorevole al rinvio per evitare comunque la discussione dell’ordine del giorno.
Nonostante la situazione sembri ormai compromessa la speranza è che ci siano ancora i margini per ottenere che qualche argomentazione contenuta nei pareri delle commissioni parlamentari venga accolta prima della pubblicazione del decreto legislativo. Bene fanno i sindaci Rossini e Todini a tenere alta l’attenzione e a continuare a lavorare per scongiurare l’inaccettabile accorpamento con il Tribunale di Spoleto. Solo così si può alimentare la speranza che il voto unanime in Consiglio non sia stato inutile e che del dibattito delle ultime settimane rimangano solo parole, come cantava Mina, “… parole soltanto parole, parole tra noi”.
Massimiliano Gioffrè, Consigliere Comunale del Partito Democratico

12 agosto 2012
L’UGL contraria allo scorporo di Umbria Mobilità in più aziende

In merito alla vicenda dell’azienda Umbria Tpl e Mobilità, la UGL Umbria Trasporto pubblico locale, dichiara che questa attuale situazione di incertezza, non rispecchia la realtà aziendale.
Infatti noi condividiamo la posizione espressa dalla Provincia di Perugia, unico Ente proprietario che ha alzato la voce in difesa dell’azienda, e si dichiara disponibile ad una necessaria ricapitalizzazione.
Anche secondo noi è sbagliato l’indirizzo che vorrebbe intraprendere la Regione dell’Umbria, per volontà della Presidente Marini, di scorporare la Società in più aziende, di fatto verrebbe meno quanto di buono è stato fatto fin qui in termini di aggregazione delle ex aziende in un unico soggetto di gestione del trasporto pubblico regionale. Vogliamo ricordare alla Giunta Marini, che tra le cause dei problemi attuali di Umbria Mobilità, sicuramente vi è l’indebitamento maturato dalle ex aziende al momento della fusione, di cui ne abbiamo richiesto più volte il necessario approfondimento sulle cause ed eventuali responsabilità.
Umbria Tpl e Mobilità Spa, ha di fatto assorbito tali deficit economici, garantendo continuità dei servizi erogati alla comunità regionale, evitando un possibile collasso del Tpl in alcuni territori della regione, con eventuali ricadute  disastrose sia economiche e sociali coinvolgendo la regione Umbria in enormi difficoltà di risoluzione.
Inoltre risulta alla scrivente O.S., almeno stando alla lettura dei bilanci delle ex aziende, che vi era una sola azienda pubblica assorbita da Umbria Tpl e Mobilità Spa, che distribuiva utili ai Soci proprietari, infatti da questa ragione si capisce la posizione della provincia di Perugia in difesa dell’attività extraregionali.
Inoltre la Regione Umbria, invece di trovare ricette tramite annunci alla stampa, relativi alla privatizzazione aziendale, faccia ciò che le è di competenza con il completamento dell’iter normativo al fine di avviare la gara di affidamento dell’intero servizio  del Tpl regionale. Umbria Tpl e Mobilità S.p.a non ha necessità di alcuna privatizzazione di emergenza, se l’assessore Rometti pensa veramente a questa soluzione, porti in discussione la vendita della quota della regione Umbria in consiglio regionale e lì vedremo che deciderà l’Assemblea, e se la posizione dello stesso Assessore è maggioritaria.
Infine dichiariamo il nostro apprezzamento per l’Assessore Provinciale ai Trasporti di Perugia, Luciano Della Vecchia, e lo invitiamo a continuare la mediazione con gli altri Enti proprietari al fine di difendere l’azienda pubblica, anche in virtù del fatto che il suo Ente, potrebbe contare a breve come previsto dalla spending rewiew del Governo Monti di una probabile quota azionaria maggiore.
Umbria Tpl e Mobilità Spa, è un azienda con il costo di produzione e del lavoro tra i più bassi  di Italia, quindi i lavoratori si sacrificano, già da prima della nascita dell’azienda unica, richiediamo con forza l’annullamento del Cda, e si torni all’Amministratore unico, per quanto riguarda i tecnici si avvii una selezione nazionale che individui managment  più giovane con conseguente riduzione dei costi.
Infine il sindacato confederale e autonomo aziendale, rifletta sul comportamento  che ha avuto nel recente passato, criticando e cercando di isolare con ogni mezzo la UGL TPL, per la posizione che ha assunto nelle trattative dei precedenti mesi. Unica sigla la nostra, che chiedeva maggiori garanzie a questa classe dirigente politica, dimostratasi nei fatti inaffidabile, inefficace, ed estremamente costosa.
UGL TPL UMBRIA
Segreteria regionale – Roberto Perfetti

12 agosto 2012

I nodi vengono al pettine..
 
La presente non è per dare ragione a questo o a quello.. Non saprei nemmeno il perche farlo?.
Sono però interessato alle posizioni e forze alle decisioni definitive che vengono avnti in questi giorni che forse rappresentavano una priorità per Todi. Mi spiace anche per quanti ,in buona fede hanno sostenuto che per risolvere i problemi di Todi bisognava parlarne a Todi.
Purtroppo per me non era cosi ed i fatti mi stanno dando ragione. Le sorti di Todi vengono decise altrove. Ed allora o si è presenti li per difendere un disegno strategico o non si conta niente.
Per avere maggiore forza bisogna andare nei momenti giusti e con posizioni chiare prese dal Consiglio Comunale, con il coinvolgimento della popolazione o almeno delle categorie interessate
più direttamente. Sono contento che il Sindaco non si rassegni e continui la Sua battaglia ma mi pare che si possa già dire che non vi sia più spazio per ulteriori mediazioni in riferimento ai “Poli di Giustizia”. Infatti i poli saranno: Perugia, Spoleto e Terni. Ancora un po’ di confusione se andremo con Spoleto o con Terni ma nulla di altro. Todi perderà la sede distaccata del Tribunale come perderà l’ufficio del “ Giudice di Pace”. Conclusine : tutte le sedi di Giustizia si snoderanno lungo l’asse Perugia Spoleto Terni. Cioè insisteranno sulla fascia sinistra o destra della Regione a seconda da dove la si guardi. Soluzione sempre avversata, ma subita, anche per non aver avviato in tempo il discorso su altri scenari. Orvieto farà identica fine forse anche peggiore. E bene tenere a mente anche questo dato anche se sembra no riguardarci,ma solo per tentare di capire se la problematica è stata presa da verso giusto o da quello sbagliato come personalmente sono convinto. E molti sanno che lo ripeto da tempo. Mi pare di capire che alla fine la vicenda del mantenimento della Provincia di Terni stia prendendo una piega simile. Ammesso che riescano a salvarla i destini si giocano sempre sul medesimo versante. Perugia , Foligno Terni. – Perugia e Terni le due Provincie ; la sede dell’ASL 2 a Foligno.
Anche in questo caso l’asse privilegiato diventerà anzi che si rafforzerà sarà quello Perugia , Foligno (ASL), Spoleto (Tribunale), e Terni. Per giunta coincidente con il Primo e quindi sempre sul medesimo versante. Verrebbe la voglia di lanciare un provocazione ma la lascerò per il prosieguo. Il CIPE fortunatamente ha rinviato la decisione di Trasformare la e E/45 in autostrada. Altrimenti invece di mantenere i servizi il territorio di Todi sarebbe tutto sforacchiato , con piloni, ponti gallerie ecc per rendere un servizio ad altri territori.
Noi abbiamo bisogno di interventi di riqualificazione della E/45 e null’altro; se non di un potenziamento della viabilità trasversale e di trasporto passeggeri e merci su rotaia e quindi di una vera riqualificazione della “Centrale Umbra” altro che voci di dismissione o quasi.
Ci mancava solo la E/45 con la trasformazione in autostrada per fare il pieno della “capitolazione” in pochi mesi. E tutto questo ci insisto anche perché il Consiglio Comunale non ma mai inquadrato i temi dello sviluppo in una visione strategicamente più ampia.
Siamo voluti rimanere per mesi impantanati nella discussione sul depuratore che nessuno ci porterà via ma solo con il rischio di perdere i finanziamenti per fare comunque la depurazione; come vuole e piace ad Umbra acque, non come le esigenze richiederebbero.
Ora i tempi stringono e taluni sono forse già passati e ad alcuni temi non aspetteranno nemmeno la fine della ferie. Il parlamento è in ferie il governo ugualmente ma i tempi decorrono ugualmente. Todi ed il Suo Consiglio Comunale diano almeno in extremis un segnale di forte impegno per essere laddove c’è ancora qualche spazio per decidere e possibilmente con i territori limitrofi. Mi pare invece che stiamo assorbendo bene la sconfitta su tutta la linea cercando solo di non rimanere con il cerino in mano. La stampa non mi pare ugualmente presente , forse per la complicità del caldo estivo. Purtroppo volenti o nolenti le nuove frontiere si stanno spostando da un’altra parte. Ragionare con i vecchi schemi del territorio mi pare poco più che tempo perso.
Ottavio Nulli Pero

12 agosto 2012
Umbria TPL tutta pubblica

La scrivente Organizzazione, prendendo atto dell’impegno in 5 punti preso dagli enti proprietari in merito alla ricapitalizzazione di Umbria TPL, con la presente:
Chiede agli Amministratori pubblici di stringere più possibile i tempi del difficile salvataggio e che la ricapitalizzazione di UTM sia esclusivamente PUBBLICA altrimenti potremmo pensare ad una strategia d’uscita, eseguita sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini, per abbandonare la nave che affonda quando, fino a ieri, erano i capitani consapevoli di quello che stava accadendo, dimostrando l’incapacità politica di saper gestire un Servizio Pubblico.
Pretende che chi dirige l’azienda (TUTTI i Dirigenti) abbia il coraggio di indire un’assemblea del personale (il 10 Settembre potrebbe essere già tardi) per relazionare sulla situazione contingente esattamente come quando sbandieravano rendiconti positivi, rivelatesi alla luce di oggi NON VERI, e soprattutto fissare le date per il pagamento del debito che ha contratto con i dipendenti di UTM.
Chiede alle altre sigle sindacali di evitare di farsi “tirare per la giacchetta” dai politici e di cominciare a pensare al presente e futuro dei colleghi autoferrotranvieri senza fare le fusa a chi è responsabile della situazione in cui si trovano coloro che rappresentano.
Comunica di non essere disposta ad aspettare ulteriori mesi per la riscossione di ciò che è dovuto in termini di stipendio ai dipendenti di UTM, di non accettare il fatto che a fronte di lavoratori che non percepiscono i propri emolumenti ci sia nella stessa azienda chi percepisce cospicui premi giornalieri non concordati con il Sindacato, di non accettare che per la drammatica situazione che sta vivendo il personale e che, gioco forza, ricadrà su tutti i cittadini umbri con tagli sostanziali al Servizio Pubblico del Trasporto, non ci sia più di un responsabile e che gli stessi non paghino le loro colpe.
Crediamo fermamente che il dovere dei proprietari non possa limitarsi a “salvare” l’azienda pubblica quando si trova con l’acqua alla gola ma, visto che almeno da un anno la grave situazione è di dominio pubblico, e che la FAISA-CISAL ha sempre denunciato tali situazioni (scripta manent), era indispensabile un intervento diretto per chiudere le falle e “tirare gli orecchi” a chi le aveva provocate PRIMA che diventassero troppo
disastrose.
Siamo sicuri che questa è un’azienda che potrebbe tranquillamente vivere autonomamente, per il bene di chi ci lavora e di chi ne è utente, se solo i politici ed i dirigenti smettessero di giocare a fare gli imprenditori con i soldi dei cittadini.
FAISA-CISAL UMBRIA

11 agosto 2012

Rifare l’Umbria in 90 giorni.

La soluzione alle conseguenze – per l’Umbria decisamente negative – previste dall’art. 17 della “spending review” si trova nell’art.133 della Costituzione repubblicana. Quest’ultimo, in maniera del tutto evidente, è sovraordinato alla norma contenuta nel decreto 95, ora convertito in legge, e ne stabilisce il perimetro di possibilità applicative. Dentro questo perimetro vanno individuati i percorsi affinché possano trovare forma politica e amministrativa i nuovi equilibri regionali – in coerenza con il lavoro fin qui svolto dalla giunta regionale.

Insomma, a me pare che le questioni da affrontare a proposito del riordino delle circoscrizioni provinciali siano un poco più complesse, per nulla riconducibili ad una pigra rappresentazione che vede, da una parte, la provincia di Terni alla disperata ricerca dell’antidoto contro il “bianchetto” fatale di Monti e, dall’altra, il resto dell’Umbria a contemplare, con sentimenti più o meno più partecipi, un destino inesorabile e ingrato.  E non mi convince neppure il “risiko” fatto di tattiche pilatesche e attendiste.
Alla storia non si sfugge e il risultato di questo “stato di eccezione” sarà in ogni caso determinato dalla capacità della classe dirigente umbra – tutta – di venire a capo di una sfida, che è quella di rifare l’Umbria seppure con la pistola dei 90 giorni puntata alla tempia. Non è la condizione migliore, ma non ci è dato di scegliere altrimenti.
In questo contesto a prevalere deve essere la serietà e la responsabilità delle classi dirigenti. C’è in questo passaggio un carattere costituente che va colto in tutta la sua potenza e che può offrire alla politica un’occasione straordinaria per riappropriarsi di un protagonismo oggi perlomeno indebolito e per avviare percorsi di partecipazione democratica da cui trarre legittimazione e nuova energia riformista.
Il punto di fondo è politico e va affrontato con le categorie della politica. E il nostro  compito non è di interpretare l’art.17 in vari modi, ma di usarlo per dare più forza all’Umbria plurale e solidale…
on. Carlo Emanuele Trappolino

11 agosto 2012

Parco della Rocca a Todi: non solo staccionate mancanti

Frequento l’area del Parco della Rocca per attività fisica personale e, come Agronomo Ambientalista, ho potuto rilevare alcuni elementi di rischio ambientale e di potenziale miglioramento ambientale che espongo agli Uffici interessati, ciascuno per le proprie attribuzioni e competenze.
Le aree in cui sono presenti latifoglie e conifere con un sottobosco erbaceo ed arbustivo evidenziano una distribuzione irrazionale delle varie essenze ed un’eccessiva densità con sviluppo irregolare delle piante arboree, azione competitiva delle conifere sulle latifoglie, in particolare per quelle con fogliame non caduco, e sugli olivi ed i lecci, sviluppo anomalo delle piante arbustive, disseccamento diffuso di alberi adulti e delle loro impalcature più basse aduggiate, impossibilità e/ riduzione di un’armonica rinnovazione naturale, crescita irregolare delle giovani piante, disseccamento, accumulo di ramaglia e di foglie secche.
Questa situazione è aggravata dai seguenti elementi:
• mancanza di piste continue d’accesso pedonale e con mezzi di manutenzione, intervallate di almeno 60-80 metri lungo le curve di livello e con funzione di fasce “taglia-fuoco”;
• mancata asportazione delle masse necrotiche che si sono accumulate negli avvallamenti e lungo i pendii;
• mancato diradamento selettivo degli alberi e degli arbusti, in particolare con riduzione delle conifere in favore degli olivi, dei lecci e delle altre piante di valore paesaggistico;
• mancata manutenzione delle pendici arborate, in particolare per ciò che riguarda la potatura e l’eliminazione delle parti secche e delle masse necrotiche;
• mancato rinnovamento artificiale delle aree prive di vegetazione, da ripopolare con piante che abbiano sia un valore paesaggistico che di stabilizzazione geo-pedologica;
• imperfetta sistemazione e regimazione idraulico-agraria dell’area, in particolare per le aree di maggiore pendenza ed a ciglioni.
Questa situazione determina una grave alterazione ambientale e paesaggistica, aggrava il pericolo d’incendi durante i periodi di calore e siccità e di erosione verso valle durante i periodi di forte piovosità ed ha un impatto negativo sulla fruibilità di queste aree, preziose sia per la vita dei residenti che per le esigenze dei turisti, degli studenti e del riposo e tempo libero.
Gli interventi possono essere realizzati con le competenze ed i mezzi del personale del Comune e degli altri Enti Pubblici competenti, a costi compatibili con le risorse pubbliche e private disponibili, con un immediato incremento del Valore Aggiunto, anche in relazione alla diminuzione del costo d’intervento per i danni determinati dagli elementi sopra illustrati.
Riterrei anche opportuno di sottoporre i progetti d’intervento nel merito alla “Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio”, se già costituita per affermare una “Cultura del Progetto” che risulti capace di coniugare la loro qualità con la salvaguardia e la valorizzazione dei paesaggio locale.
Presento questa nota come Italiano che ama la sua Patria e ritiene che ogni cittadino debba fare la sua parte per migliorare la vita del Popolo a cui appartiene, dovunque questa vita si svolga ed in qualunque modo si realizzi.
Professor Renato Domenico Orsini
 

10 agosto 2012

Depuratore: no alla Cascianella

Riflettevo in questi giorni sul progetto di riordino del sistema di “collettamento” e di depurazione giungendo alla conclusione che la brillante idea di individuare il sito della Cascianella, a ridosso del popoloso Quartiere Europa, non può essere frutto esclusivo del Sindaco ma a mio avviso è la imposizione di direttive del partito democratico, partite da molto in alto.
Mi ricordo bene che durante le discussioni in Consiglio Comunale sul progetto di Porchiano esponenti del PD, molto vicini al Presidente della Giunta Regionale, ipotizzavano il potenziamento degli attuali depuratori ed in particolare quello della Cascianella.
A tale proposito, come ho avuto occasione di precisare in altre sedi, voglio ribadire che l’unica cosa sensata e ragionevole nell’interesse esclusivo della città sarebbe quella di far cadere il vincolo indiretto che è stato apposto dalla Sovrintendenza su Porchiano e proseguire con quella scelta che è la più razionale, economica e soddisfacente per la città.
Non va dimenticato che per l’ubicazione e le dimensioni il progetto di Porchiano risolve i problemi dell’80% del territorio, raccordando anche le frazioni di Ponterio, Pian di Porto, Pontecuti e Pian di San Martino.
In alternativa, le altre due possibilità con caratteristiche simili restano quelle lungo l’asse della condotta, precisamente in località Camagna.
Il sito della Cascianella, invece, non può sfuggire a nessuno che presenta problemi di natura ambientale, paesaggistica e, a differenza di quello che dice Rossini non si inserisce in un sistema compromesso. Infatti, Cappuccini ed il Quartiere Europa non ammetto che vengano definiti compromessi da un esponente di quella parte politica che lo hanno fatto crescere senza infrastrutture adeguate. La lottizzazione di Via XXV Aprile, con un budello di strada e senza parcheggi adeguati per i residenti, è stata una progettazione dei soloni della sinistra degli anni 70/80.  Invece, per quanto mi riguarda, con la mia parte politica abbiamo cercato di ridargli dignità progettando e realizzando parchi e parcheggi.
In ogni caso, a prescindere dal Sindaco e dai pupari, il super depuratore del Quartiere Europa non può essere fatto in quanto insufficiente a soddisfare i bisogni della città e sarebbe come buttare milioni di euro pubblici. Inoltre, perché presenta dei costi eccessivi per le pompe di risalita che farebbero inevitabilmente alzare i costi delle bollette.
Sottolineo ancora una volta come solo l’idea di progettare tale depuratore rappresenti uno schiaffo in pieno viso da parte del Sindaco e della sua parte politica ad un Rione così popoloso come quello del Quartiere Europa.
A tale proposito, quando si parla di zona compromessa il Sindaco ha riflettuto che parte della zona rientra nel Parco fluviale del Tevere ? Non sarà che il parere della Sovrintendenza serve solo ai privati per cambiare le persiane delle case ? Inoltre, ha riflettuto il primo cittadino sulla possibile svalutazione che subirebbero le abitazioni del Quartiere Europa ?
Certo, l’atteggiamento di sotterfugio potrebbe far pensare anche ad altri accordi con soggetti che pensando al solo profitto se ne infischiano di dove e come vive la gente comune.
Consigliere del PDL Moreno Primieri

10 agosto 2012
Aumento di capitale da 20 milioni di euro per Umbria Mobilità

L’Assemblea dei Soci di Umbria TPL e Mobilità S.p.A. riunita in seduta ordinaria oggi 10 Agosto 2012, presso la sede sociale in Perugia, presente la totalità della compagine societaria, ha esaminato la crisi finanziaria che la società stessa sta affrontando in questi ultimi mesi, con negative conseguenze sulla gestione, stanti le difficoltà incontrate nell’assolvimento delle diverse obbligazioni finanziarie.
Dopo un articolato dibattito l’Assemblea, con la completa  adesione dell’intera compagine societaria, ribadita la particolare valenza strategica rappresentata dalla costituzione dell’Azienda Unica regionale dei trasporti, esperienza ancora unica in Italia, e patrimonio dell’intera comunità regionale da valorizzare in tutti i modi, è venuta nella determinazione di porre in essere tutte le azioni necessarie per consentire alla Società il superamento delle presenti criticità, di natura esclusivamente finanziaria, e di rafforzare, sempre di più, il proprio ruolo per il soddisfacimento delle esigenze di mobilità nella Regione Umbria.
Per dare immediata concretezza a tale intendimento la compagine societaria, nella sua totalità, è venuta nella determinazione di:
– Procedere ad una ricapitalizzazione della Società, convocando, nei prossimi giorni, una apposita Assemblea Straordinaria dei Soci per deliberare un aumento del capitale sociale, non inferiore a 20 milioni.
– Dare mandato al Consiglio di Amministrazione, sostenendo in tale direzione l’organo amministrativo,  per:
– Predisporre ed attuare un piano di dismissioni di assets e partecipazioni ritenute non strategiche con l’intento di ridurre l’indebitamento a breve della Società, come pure di intervenire ad interrompere per quanto possibile le gestioni che producono sofferenze finanziarie;
– Procedere, con un apposito confronto con gli Enti affidanti, alla individuazione delle azioni indispensabili per un riequilibrio economico della gestione fin dal prossimo anno 2013, consentendo, in tal modo, una sostanziale attenuazione delle criticità finanziarie;
– Procedere con tutte le azioni possibili al recupero dei crediti vantati dalla società per i servizi svolti;
– Verificare, per quanto riguarda l’impegno della Società in servizi al di fuori del territorio regionale, la presenza, in aggiunta alla positività dei risultati economici di tali gestioni, anche la sussistenza delle indispensabili condizioni di sopportabilità finanziaria. Ove non esistano tali condizioni riconsiderare tali impegni.
L’Assemblea prende atto al contempo degli impegni assunti dalla Regione Umbria di smobilizzo di somme pari circa a 2,8 milioni, e dalla Provincia di Perugia di attivare con la massima urgenza un prestito soci indispensabile per far fronte ai prossimi fabbisogni della Società.
Umbria Mobilità

10 agosto 2012
Aria Nuova per Todi sul riordino territoriale

Oltre a ricordare il voto all’unanimità dell’altro ieri nella massima assise comunale di Todi, il comitato civico “Aria Nuova per Todi” intende sottolineare l’emendamento proposto prima in conferenza dei capigruppo e poi approvata in Consiglio Comunale grazie al consigliere Claudio Serafini.
Nel testo dell’emendamento approvato ieri come già precisato in precedenza, si evince e si esortano sindaco Rossini e giunta comunale ad adoperarsi affinchè i territori comunali di Deruta e Marsciano rientrino nelle competenze territoriali del Giudice di Pace di Todi, riordino che comprenderebbe quindi anche i comuni di Montecastello di Vibio, Fratta Todina, Massa Martana e Collazzone.
Inoltre il consigliere comunale di Aria Nuova per Todi Claudio Serafini intende spendere un giusto plauso per il voto all’unanimità raggiunto ieri, “un’ottima prova di maturità, vedere un consiglio comunale unito di fronte ad un rigetto di una prospettiva di accorpamento di Todi con Spoleto. Non c’è nessuna motivazione geo-politica che potrebbe spingere qualcuno a dover immaginarsi una prospettiva spoletino-tuderte.”
Detto ciò in ragione della spending review approvata in Parlamento che vedrà razionalizzazioni ed accorpamenti delle varie province italiane, martedì 7 agosto Aria Nuova per Todi assieme al comitato Todi sta con Perugia ha presentato un ordine del giorno che verrà discusso in conferenza dei capigruppo il 20 agosto nel quale si rigetta qualsiasi opzione di passaggio del comprensorio tuderte sotto la provincia ternana, non si tratta di una speculazione campanilistico-calcistica bensì di una semplice e chiara presa di posizione contro gli sprechi del palazzo e della politica.
Aria Nuova per Todi

9 agosto 2012
Uffici giudiziari, anche da Marsciano un no a Spoleto

Alla vigilia di importanti decisioni in merito al futuro delle Sezioni distaccate dei Tribunali ed in particolare di quella di Todi, da sempre importante punto di riferimento dei cittadini e degli operatori del settore dell’intera Media valle del Tevere, il PD di Marsciano esprime assoluta contrarietà all’orientamento, espresso, su iniziativa del sen. Benedetti Valentini, dalla Commissione Giustizia del Senato, di accorpare la sezione di Todi con il tribunale di Spoleto.
Considerato che, nonostante le volontà recentemente espresse all’unanimità anche dal Consiglio Comunale di Marsciano, l’autonomia delle Sezioni distaccate sembra ormai segnata in tutta Italia e che rimane ora solo la possibilità di decidere sugli accorpamenti, il PD marscianese, non certo per salvaguardare meri interessi campanilistici, come invece ha dimostrato di fare il senatore del PdL umbro, si batte per l’accorpamento della sede di Todi con il tribunale di Perugia.
Questa non può che essere l’unica soluzione, seria e sostenibile, visto che l’ufficio giudiziario di Todi è già una sezione staccata del tribunale di Perugia e che l’intera comunità locale e tutti gli operatori del settore esprimono questa naturale ed imprescindibile richiesta.
Auspichiamo che gli sforzi posti in essere dal sindaco di  Todi Rossini e di Marsciano Todini, unitamente a quello dei colleghi della Media Valle del Tevere, trovi definitivo accoglimento così come già è stato nella stessa Commissione Giustizia della Camera.
Per quanto ci riguarda, abbiamo ancora una volta sollecitato, i nostri parlamentari e la segreteria nazionale.
Partito Democratico Marsciano

9 agosto 2012
Uffici giudiziari: fatto il documento continuano le polemiche

Finalmente il PdL tuderte e il suo Gruppo consiliare hanno gettato la maschera e detto chiaramente che occorre fare di tutto per salvare la Sezione distaccata di Todi del Tribunale di Perugia e che non è accettabile l’ipotesi di accorpamento con Spoleto proposta dalla Commissione Giustizia al Senato secondo i desiderata del Senatore del PdL Benedetti Valentini, membro della Commissione fino al dicembre 2011, testimoniati dalla imponente campagna mediatica degli ultimi mesi.
Il Partito Democratico di Todi prende atto di questa posizione ma sottolinea che quanto scritto e fatto dal PdL tuderte negli ultimi giorni sarebbe stato molto più opportuno, tempestivo ed efficace quando l’attuale minoranza al Consiglio comunale era la forza di governo della città. Se già dal settembre 2011, quando il Senatore Benedetti Valentini venne invitato a Todi ad illustrare i contenuti della riforma della geografia giudiziaria, gli esponenti politici del centro-destra tuderte si fossero mossi cercando di perseguire gli obiettivi che oggi sottoscrivono nuovamente, dopo avere avuto l’unanimità anche in una seduta del Consiglio comunale del 30 dicembre 2011, le prospettive della Sezione distaccata di Todi sarebbero sicuramente diverse.
Se, invece di mirare alle solite sterili polemiche e rivendicazioni che hanno pervaso gran parte della seduta di ieri,  la coalizione di centro destra avesse lottato per non rinviare il punto all’ordine del giorno del Consiglio del 3 agosto scorso sarebbero stati certamente più credibili e avrebbero lavorato per il bene della città come dicono di voler fare, se non altro avrebbero fatto risparmiare l’ammontare dei gettoni di presenza di un nuovo Consiglio sulle spalle dei cittadini.
Resta il valore politico di un ennesimo ordine del giorno proposto dalla coalizione di centro-sinistra votato all’unanimità a testimonianza del buon operato del Sindaco Rossini sulla vicenda della Sezione distaccata che si è attivato, incontrando più volte i rappresentanti degli avvocati Tuderti, i Sindaci della Media Valle del Tevere, i rappresentanti della Regione Umbria, i parlamentari del Partito Democratico ed ha elaborato due documenti inviati al Governo e alle Commissioni Giustizia ottenendo il parere favorevole espresso all’unanimità dalla Commissione Giustizia alla Camera sul mantenimento presso il Tribunale di Perugia. Se, invece delle parole, gli esponenti del centro-destra avessero dedicato il loro tempo alla stregua del nuovo Sindaco siamo sicuri che non si sarebbe avuto il risultato negativo registrato alla Commissione Giustizia al Senato.
Partito Democratico – Todi

9 agosto 2012
Troppo cari i biglietti della FCU

Il sottoscritto Moreno Primieri, in qualità di consigliere comunale del PDL
PREMESSO
– che i cittadini pendolari che usano i treni della ex Fcu oltre a confermare disagi, disservizi e carenze nel servizio di trasporto sono oggi più che mai preoccupati per l’aumento del costo dei biglietti e degli abbonamenti;
– che, infatti, con Delibera n. 714 del 18.06.2012 la Giunta regionale ha disposto l’aumento sui biglietti ed abbonamenti delle linee ferroviarie della ex FCU ed ora gestite dalla Holding regionale dei trasporti;
– che gli aumenti sono operativi in due momenti diversi e comunque il primo già a partire dal 1° luglio 2012;
– che per gli utilizzatori dei biglietti di corsa semplice e per gli abbonati  l’aumento dal 1° luglio 2012 è stato in pratica pari al 25% rispetto alle tariffe precedenti, passando di fatto il biglietto per Todi – Perugia da € 2,55 a € 3,20 e l’abbonamento mensile da circa 52 euro a 61 euro, mentre dal 1° luglio 2013 l’aumento arriverà al 35%;
– che il servizio ex FCU è utilizzato in particolare da lavoratori, studenti e fasce meno abbienti, che si trovano così di fronte ad un improvviso e inadeguato aumento di costi di viaggio;
– che l’aumento rischia, inoltre, di disincentivare il trasporto ferroviario per favorire il traporto su gomma o privato, annullando le politiche regionali per la mobilità alternativa;
– che in un momento di grave crisi economica, con le famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese e un sistema di trasporto regionale su ferro che non migliora il suo servizio, appare inopportuno l’aumento delle tariffe applicato dalla Giunta regionale su richiesta di Umbria Mobilità;
– che oltre agli aumenti deliberati dalla Giunta i cittadini di Todi titolari di abbonamenti o comunque che acquistano biglietti di corsa semplice, in quanto non residenti nel comune di Perugia, si trovano impossibilitati a sfruttare il biglietto unico, ovvero l’opportunità di accedere a tutti i servizi gestiti da Umbria Mobilità;
Tutto quanto premesso il sottoscritto
INTERROGA
il Sindaco del Comune di Todi per conoscere:
1. se è al corrente dell’aumento delle tariffe ferroviarie adottato dalla Giunta Regionale con delibera n. 714 del 18.06.2012 e se intende mettere in atto idonee iniziative per chiedere alla Regione Umbria di recedere dalla decisione adottata, nonché proporre una soluzione per  l’utilizzo del biglietto unico anche per i residenti fuori Perugia che usufruiscono del traporto ferroviario.
Si richiede risposta scritta ed iscrizione dell’interrogazione all’o.d.g. del Consiglio Comunale.
Il Consigliere del PDL Avv. Moreno Primieri

9agosto 2012
Coagri, una strumentalizzazione che lascia perplessi ed irritati

La richiesta di dimissioni avanzata dai gruppi consiliari PDL, Antonino Ruggiano Sindaco e Aria Nuova per Todi, ci lascia perplessi e irritati.
Strumentalizzare politicamente il dramma che i lavoratori e le lavoratrici stanno vivendo appare davvero surreale.
In situazioni come queste l’onestà politica dovrebbe fungere da guida per una condivisa risoluzione del problema invece che direzionare verso sterili polemiche.
Ricordiamo che il ritardo dell’Assessore Baccarelli è stato dovuto, oltre che a motivi professionali non rinviabili, a una decisione del Consiglio comunale di trattare prima l’ordine del giorno sul fallimento della Coagri, data la presenza dei lavoratori interessati, invece di discutere, come da regola, le interrogazioni e le mozioni in programma. Non vogliamo fare il processo alle intenzioni ma, visto come sono andate le cose, potremmo anche dubitare di un anticipo chiesto ad arte!
Crediamo che l’impegno già ampiamente dimostrato dall’Assessore Baccarelli porterà nei tempi più brevi alla convocazione del tavolo di discussione richiesto dal Consiglio comunale.
Possiamo solo pensare che i gruppi consiliari citati, accusando della non presenza dell’Assessore, non si siano accorti della conversazione che la stessa ha comunque avuto con i lavoratori e il rappresentante sindacale. Erano forse troppo presi dalla frenetica attività di stringere nuove alleanze in Consiglio?
Infatti, data la natura prettamente politica, il comunicato si configura come un vero e proprio “battesimo a destra” per il gruppo consiliare Aria Nuova per Todi, già ampiamente prevedibile.
Stiamo forse assistendo ad una nuova alleanza che non tiene più conto del passato fra Serafini e Ruggiano?  Come spiegherà Serafini ai suoi elettori questa vicinanza politica con il PDL dopo le tante parole usate in campagna elettorale? Si è forse ricreduto?
Inoltre, come si spiega la posizione del comitato Aria Nuova per Todi espressa qualche giorno fa dove si escludeva ogni ipotesi di accordi con il centro-destra mentre veniva firmato il documento con i gruppi consiliari della destra sulle dimissioni?
Forse, usando un noto detto locale, si predica bene e si razzola male?
A buon intenditor poche parole.
Gruppo consiliare Partito Democratico

9 agosto 2012
Gli uffici postali non si toccano

Sulla vicenda della riorganizzazione che l’Ente Poste Italiane sta predisponendo dei propri Uffici e Servizi, e che coinvolge alcuni Uffici ricompresi nel Comune di Marsciano (Spina, Castiglione della Valle e Mercatello) il PD ribadisce la propria ferma contrarietà a qualsiasi ipotesi di chiusura.
Questa posizione non è frutto di un mero atteggiamento campanilistico ma è la riaffermazione della necessità di mantenere un “servizio pubblico”, qual è quello postale, specie in un territorio colpito da un grave evento sismico in cui gli abitanti e le Aziende stanno ancora drammaticamente vivendo i danni del post terremoto.
L’eventuale chiusura degli Uffici Postali di Spina, di Castiglione della Valle o di Mercatello rappresenterebbe, specie in questa fase, non solo un colpo terribile alla volontà di rinascita della popolazione locale ma anche una scelta aziendale sbagliata.
Siamo infatti alla vigilia dell’avvio della ricostruzione pesante che muoverà in tempi brevi su quel territorio oltre 40 milioni di euro, decine di cantieri con centinaia di lavoratori ed imprese impegnate.
Il PD ritiene poi doveroso che l’Ente Poste Italiane debba concertare con le Istituzioni Locali l’organizzazione nel territorio dei propri servizi di carattere “pubblico” e che le Istituzioni debbano essere aperte, se necessario, alla sperimentazione di specifiche ed innovative collaborazioni per servizi e prestazioni che le Poste Italiane sono ora in grado di offrire.
Il PD di Marsciano è consapevole della volontà e degli sforzi che l’Amministrazione Comunale è disponibile a compiere per mantenere alta la qualità dei servizi che la comunità marscianese è riuscita nel tempo a guadagnarsi
Gionata Moscoloni, Segretario Comunale PD Marsciano

8 agosto 2012
Il Psi di Marsciano sul biogas a Sant’Elena

Apprendiamo dai giornali che il Cons. Reg. Dottorini dell’IDV si è sentito in dovere di spericolarsi in maniera inconsulta su argomentazioni relative alla “green economy” ed in particolare sull’iniziativa di un’Azienda zootecnica locale.
In base alle considerazioni che svolge siamo costretti a nutrire seri dubbi che conosca bene gli argomenti che tratta.  Ma sa veramente di che parla o lo fa per ‘sentito dire’?  Accenna inoltre ad ‘anni di scandali’ che molto probabilmente  appartengono ad altre storie e ad altri territori, non certo a Marsciano.
Per replicare comunque in maniera adeguata a queste affermazioni assurde e pretestuose è necessario svolgere alcune considerazioni che richiamino la realtà dei fatti.
Come il suddetto Cons. Reg.  sicuramente saprà il Piano regionale per la tutela delle acque prevede che il liquame suino deve essere trattato per ridurre il potere inquinante e utilizzare allo stesso tempo le sostanze fertilizzanti che contiene, mentre le direttive europee, le norme nazionali e regionali promuovono le energie rinnovabili a vantaggio dell’ambiente e dell’economia.
Ogni kilowatt di corrente prodotto con il sole, con il vento o con il biogas è metano e carbone che non vengono bruciati e che oltretutto acquistiamo all’estero.
I Paesi e le Regioni più avanzate hanno sviluppato e continuano a sviluppare impianti per la produzione di biogas, incentivando in particolare quelli che utilizzano scarti e sottoprodotti quali ad esempio scarti di cucina, letami e liquami zootecnici.
Il trattamento per la stabilizzazione e l’utilizzo agronomico di tali scarti è costoso e la produzione di biogas con cui produrre energia elettrica, oltre a portare benefici alle Aziende agricole ed all’economia del Paese nel suo insieme, consente di compensare i costi del trattamento che, altrimenti, sarebbero incompatibili con l’equilibrio economico di un allevamento.
Ben venga quindi il progetto, in fase di realizzazione, dell’Azienda di Sant’Elena, presa di mira da Dottorini, progetto che ha avuto le autorizzazioni necessarie, in quanto pienamente rispondente alle norme ed ai regolamenti nazionali e regionali, tenuto conto peraltro che l’Umbria è una delle regioni che ha adottato regole le più restrittive.
Si tratta poi, nel caso specifico, di un piccolo impianto aziendale, di appena 100 kw, come da sempre auspicato anche da chi si opponeva ad impianti consortili.
Ci chiediamo allora perché il Consigliere Dottorini si è scagliato contro tale iniziativa con ragionamenti che non hanno nulla a che fare con la tutela dell’ambiente e con le possibilità reali di un’Azienda zootecnica.
Qual è il suo autentico obiettivo? Vuole portare alla chiusura gli allevamenti, proponendo soluzioni astratte ed economicamente insostenibili?
Oppure vuole solo fare da sponda a qualche “anti” per mestiere per raggranellare un po’ di voti, nella logica del ‘tanto peggio tanto meglio’?
Perché l’Umbria dovrebbe essere l’unica Regione in Italia ed in Europa in cui non si possano realizzare tali impianti, pur con tutte le garanzie delle norme attuali?
Non si rende conto che in una situazione economica generale tanto difficile quello che rimane della zootecnia in Umbria va salvaguardato ed, anzi, valorizzato, con l’ovvia considerazione che gli allevamenti debbono operare secondo le regole e nel pieno rispetto dell’ambiente e di chi lo abita?
Spiace dirlo, ma il Cons. Reg. Dottorini manifesta oltretutto uno scarso senso di rispetto sia verso le Istituzioni locali che verso la Regione che pure concorre ad amministrare e ci chiediamo se la sua appartenenza alla maggioranza regionale si possa correttamente coniugare con queste uscite così poco lineari riguardo alle norme emanate dalla Regione stessa: coerenza vorrebbe che il suo radicale dissenso si tramuti quanto prima in scelte conseguenti, anche per chiarezza nei confronti non solo del suo elettorato ma anche dell’intera opinione pubblica.
Il Consigliere sembra comunque piuttosto isolato nella sua posizione: infatti anche autorevoli consiglieri della minoranza comunale si sono dissociati dalle posizioni contrarie all’impianto aziendale di cui parliamo, tanto che ormai coloro che ‘a prescindere’ sono comunque contrari anche alle soluzioni più ragionevoli rappresentano delle frange non solo sempre più minoritarie ma sempre più prive di argomentazioni credibili e/o condivisibili.
D’altronde – con buona pace del ns. Cons. – anche autorevoli associazioni ambientaliste sostengono che gli attuali impianti per la produzione del biogas, se ben progettati e gestiti, costituiscono una soluzione adeguata per la gestione dei liquami zootecnici e rappresentano una risorsa per l’ambiente e per le aziende zootecniche.
In conclusione, la nostra posizione nei confronti della zootecnia locale è che adesso va assicurata una reale prospettiva in quanto la stessa rappresenta ancora – fortunatamente – un settore economico importante e vitale che garantisce, con l’intera filiera, una quota di occupazione rilevante.
E’ chiaro che gli allevatori devono rispettare puntualmente le regole e pesanti sanzioni devono colpire chi le dovesse trasgredire; con altrettanta decisione diciamo che gli allevatori che operano correttamente debbono essere sostenuti ed incoraggiati, in particolare quando s’impegnano in investimenti che vanno a vantaggio sia dell’ambiente che dell’economia locale e dell’intero Paese.
Siamo quindi fortemente contrari a chi, come il Cons. Dottorini, conduce una campagna improntata a puro terrorismo mediatico su valutazioni e presupporti che nulla hanno a che fare con la realtà delle cose e che, soprattutto, nulla hanno a che vedere con gli interessi della comunità marscianese che di tutto può aver bisogno fuorché di iniziative che rischiano di fomentare conflitti sociali e che nei fatti porterebbero alla definitiva scomparsa un intero comparto economico.
Partito Socialista Italiano, sezione di Marsciano

7 agosto 2012
"Riavvicinamenti con il polo di centro-destra, pazzesco"

Da quale pulpito viene la predica. Il comitato civico “Aria Nuova per Todi” e il suo consigliere comunale Claudio Serafini rispondono compatti alle insinuazioni di un comunicato della scorsa domenica inviato agli organismi di stampa da parte del Psi tuderte. Nel comunicato i socialisti parlano erroneamente di un avvicinamento di Claudio Serafini alla minoranza di destra, qualcuno parla addirittura di sintonia sulla problematica degli uffici giudiziari con Todi che dovrebbe spostarsi sotto Spoleto. Tutte illazioni chiaramente. Probabilmente il Psi di Todi non ha ancora capito di che pasta è fatta il comitato civico “Aria Nuova per Todi”, nessuno ha in mente scorribande né tanto meno accordi sotto banco per accontentare chissà chi e se proprio dobbiamo dirle tutte qualcuno può spiegarci per quale motivo le due mozioni presentate da Claudio Serafini nell’ultima assise comunale sulla diretta streaming del consiglio e sull’installazione delle fontanelle pubbliche hanno conosciuto nel primo caso il rinvio e nel secondo caso un emendamento proprio da parte del Psi che snatura completamente l’oggetto della proposta? Probabilmente il Psi inizia ad avere il fiato sul collo, il feudo socialista tuderte inizia a preoccuparsi dinanzi alle prossime elezioni politiche del 2013 che con ogni probabilità lo vedranno escluso nei seggi del Parlamento così come nel 2008 ed inizia a fare terra bruciata in quei luoghi dove ancora ha un minimo di consenso per potersi permettere di rosicchiare qualche poltroncina qua e là. Aria Nuova per Todi rivendica la sua indipendenza, “ continuiamo a marciare sereni e spediti, siamo l’unica vera nuova proposta e non ci lasceremo di certe influenzare da chi prende ordini da Perugia” commenta Claudio Serafini. Si fa un gran vociferare di alcuni riavvicinamenti con il polo di centro-destra, pazzesco, nessun tipo di contatto si è avuto fra il nostro comitato civico e la compagine di Ruggiano, a differenza degli schieramenti politici non siamo abituati a prendere ordini di scuderia, i tuderti se ne sono già accorti ed i politici nostrani dovrebbero iniziare a dover far fronte a questa ribellione morale-popolare che si sta scoprendo nel nostro comprensorio.
Aria Nuova per Todi 

7 agosto 2012
Uffici giudiziari:  "il Pdl deve anche tener conto della posizione dei propri parlamentari"

Ho dovuto leggere più volte il comunicato del gruppo consiliare  del Psi di Todi per concludere che a questo tipo di documenti erano preferibili i lunghi silenzi che ne hanno caratterizzato l’attività politica degli ultimi anni. Ciò che è incomprensibile, a mio modo di vedere, è l’accusa rivolta al sottoscritto ( citato fra tanti) rispetto la decisione di rinvio dell’ordine del giorno sul Tribunale di Todi. Forse ai rappresentanti del Psi è sfuggito, pur presenti, di aver votato insieme a me quel rinvio, così come hanno fatto tutti i consiglieri, con l’eccezione di uno del Pd. Se il Psi avesse voluto esprimere una diversa posizione avrebbe potuto semplicemente votare contro una proposta condivisa da quasi tutto il Consiglio Comunale. Tuttavia si capisce invece, come, lo spirito con cui si voleva affrontare quel dibattito, nelle intenzioni del Psi, non era volto al merito della delicata questione, ma nascondeva la precisa volontà di strumentalizzare la posizione del Popolo della libertà.
Solo così si giustifica un comunicato stampa pregno di contraddizioni e per certi versi surreale. Rispetto alla questione che riguarda lo spostamento del Tribunale Tuderte, la mia posizione è quella riportata con precisione dal comunicato del Pdl di Todi. Mi sono impegnato, da Presidente del Consiglio
Comunale, insieme al Sindaco Ruggiano, per la difesa della sezione distaccata di Todi e sono pronto a farlo, oggi, a fianco del Sindaco Rossini.  E’ chiaro che il Pdl deve anche tener conto della posizione dei propri parlamentari, problema che il Psi non ha più, grazie alle scelte degli amici  del Partito Democratico che gli preferirono Di Pietro, lasciandolo  fuori dal Parlamento dopo cento anni di storia.  Tuttavia per il Pdl
di Todi  l’autonomia, la libertà, la  difesa del proprio territorio e dei suoi cittadini è prevalente rispetto a qualsiasi logica di partito, pur, per quanto mi riguarda,  nel rispetto delle singole legittime posizioni. Ritengo che  un  tema tanto rilevante  per la nostra città  e per la sua economia non può e non deve dividere e chi pensa di speculare, come i Psi, su tale questione mortifica la politica, Todi e soprattutto se stesso, non contribuendo a trovare soluzioni. Tuttavia, se questo è lo spessore dei consiglieri del  Psi Tuderte, concludo malinconicamente citando Battisti – quello buono – : " nessun dolore".
Floriano Pizzichini – consigliere di minoranza

7 agosto 2012
Chiediamo le dimissioni dell’assessore Baccarelli

I gruppi consiliari del Pdl, Lista Ruggiano e Aria Nuova per Todi, chiedono con forza  le dimissioni dell’assessore allo sviluppo economico Baccarelli.
Nell’ultimo Consiglio Comunale, grazie all’iniziativa del centrodestra e con l’attiva partecipazione del gruppo Aria Nuova per Todi, si è discusso un punto all’ordine del giorno sulla chiusura della Società Coagri di Pantalla e del conseguente licenziamento di numerosi dipendenti nostri concittadini. Tale richiesta di discussione è stata inoltrata dalle forze politiche del centrodestra quasi un mese fa, in considerazione della gravissima situazione in cui si versano intere famiglie che si sono trovate dalla mattina alla sera senza una fonte di reddito. Rispetto a ciò, ieri in Consiglio Comunale, era presente  una delegazione di lavoratori e dei sindacati che si stanno occupando della questione. I nostri capigruppo consiliari hanno espresso le proprie posizioni con grande responsabilità attivandosi ciascuno per le proprie competenze.
Era invece assente l’assessore Baccarelli, che, giustificata con imbarazzo dal Sindaco per presunti motivi professionali, avrebbe seguito la problematica in questi mesi.
Ci sembra gravissimo che rispetto a una questione tanto delicata, con i Tempi di convocazione del Consiglio concertati all’interno del centro-sinistra, non ci sia stata la sensibilità ed il buon gusto di essere presenti in aula per la discussione, considerando che il contributo dell’assessore delegato a seguire il problema sarebbe stato parte sostanziale del dibattito. Ci dispiace che non si sia dimostrato rispetto per nostri concittadini che vivono il dramma della perdita di lavoro, e che, ironia della sorte, proprio per impegni di lavoro, l’assessore competente , non era  presente. Noi riteniamo che assumere un impegno amministrativo imponga anzitutto delle scelte e delle priorità.
Se la priorità, rispettabile, è quella dei propri interessi personali a fronte di quelli di cittadini in difficoltà, se ne prenda atto  e si rassegnino le dimissioni. Tuttavia, la caduta di stile dell’amministrazione Rossini e
dell’Assessore Baccarelli, che invitiamo pertanto a dimettersi come atto di rispetto nei confronti della città e della propria credibilità, non fermerà la nostra determinata e precisa volontà di essere vicini a quei lavoratori in difficoltà.
Monitoreremo, passo dopo passo, ogni azione volta a trovare soluzioni al problema, svolgendo il nostro ruolo, anche per conto di chi subordina la vita dei cittadini alla propria attività professionale.
Gruppo consiliare pdl, gruppo consiliare Ruggiano sindaco, gruppo consiliare aria nuova per Todi

 

6 agosto 2012
Sulla difesa del Tribunale di Todi il PDL ha un comportamento strano…

Ho letto con molto interesse il comunicato del PDL tuderte riguardo le sorti della Sezione distaccata di Todi del Tribunale di Perugia.
Con mia grande sorpresa scopro che, dopo molti mesi in cui abbiamo solo assistito a passive risposte alle proposte espresse in campagna elettorale dalla coalizione di centro-sinistra, la posizione ufficiale del PDL di Todi è quella di voler salvare con ogni mezzo possibile la Sede distaccata e che non ci sono dubbi o riserve a sostenere il mantenimento presso il Tribunale di Perugia piuttosto che l’accorpamento a Terni o Spoleto.
Se questa è la posizione ufficiale del PDL tuderte, perché due giorni prima non hanno colto l’occasione per battersi e lavorare (come sostengono nel comunicato) affinché si potesse raggiungere questo risultato con un ordine del giorno votato all’unanimità al Consiglio Comunale?
Perché hanno preferito perdere giorni preziosi (speriamo non determinanti) rimandando la discussione ad un prossimo Consiglio, quando, a sentir loro, sono completamente in accordo con quanto proposto dalla coalizione di centro-sinistra?
Vista la posizione del Ministro Severino, Il futuro delle Sezioni distaccate sembra ormai segnato in tutta Italia e rimane solo da decidere sugli accorpamenti. Era proprio necessario un nuovo Consiglio Comunale per sostenere che arrivare a Spoleto per le attività della Giustizia oggi espletate a Todi è una vera e propria follia?
Perché in tutti i mesi in cui il PDL era forza di Governo nella nostra città non ha contrastato o perlomeno espresso parere negativo alle attività ferventi del Senatore Benedetti Valentini che hanno portato il voto favorevole alla Commissione Giustizia al Senato, con la maggioranza espressa dal PDL, sull’accorpamento con il Tribunale di Spoleto?
Visto che nel brevissimo lasso di tempo dal suo insediamento il nuovo Sindaco Carlo Rossini è riuscito a collaborare con il Sindaco di Marsciano e quelli della Media Valle del Tevere, sollecitando i propri rappresentanti in Parlamento e portando a casa l’ottimo risultato del parere favorevole all’accorpamento con il Tribunale di Perugia della Commissione Giustizia della Camera, perché i nostri consiglieri del PDL non hanno fatto lo stesso per contrastare e evitare il parere nefasto ottenuto al Senato?
Tra qualche giorno forse riusciremo a discutere l’ordine del giorno in un nuovo Consiglio Comunale. La mia speranza è che non sia troppo tardi e di non dover constatare che il PDL è stato in grado di fare danni alla città di Todi anche dall’opposizione.
Massimiliano Gioffrè – Consigliere Comunale del Partito Democratico

5 agosto 2012
Tribunale: o Todi o…. Perugia

Il PDL di Todi continua a ritenere che la Sezione distaccata di Todi del Tribunale di Perugia debba essere salvata con ogni mezzo possibile.
Il presidio della giustizia, nella nostra città, non può essere abbandonato.
Da oltre tremila anni, Todi è il punto di riferimento dell’intero territorio circostante per la amministrazione della giustizia. Ogni provvedimento, relativo a fantomatiche spendi review, non può interessare i servizi essenziali per il cittadino.
In tal senso, continuiamo a confidare che il Sindaco della città, che ha espresso così tante sicurezze sulla materia durante la campagna elettorale, sappia portare a casa il risultato che tutti ci aspettiamo.
Egli ha ripetutamente ribadito che, grazie alle sue conoscenza romane, avremmo ottenuto il massimo dei risultati.
Su questa battaglia siamo con lui.
E’ il momento di far vedere se le sue erano solo delle chiacchiere campagna elettorale o se, davvero, riesce ad ottenere quello che ha promesso.
In ogni caso, se, nonostante le assicurazioni del primo cittadino, dovessimo arrivare alla paventata soppressione della sezione distaccata del Tribunale, non vi possono essere dubbi sul futuro della città.
Ogni ipotesi diversa da quella del rientro nell’orbita della competenza territoriale del Tribunale di Perugia sarebbe, oltre che un errore tecnico, un grave danno per la città, i cittadini, gli utenti della giustizia, gli operatori del diritto e gli operatori commerciali del nostro comune.
Tanto l’eventuale spostamento sotto il tribunale di Terni, quanto, a maggior ragione quello sotto il Tribunale di Spoleto, non possono essere soluzioni accettabili.
Sul punto, l’unico interesse che va guardato è quello del bene della Città, senza lasciare spazio a giochi politici, convenienze elettorali o amicizie di qualsivoglia sorta.
Se il Sindaco, contrariamente a quanto aveva detto e promesso, non riuscisse a salvare la sezione distaccata, il futuro può essere, senza alcun dubbio o riserva, solo il Tribunale di Perugia.
Per questo ci batteremo e lavoreremo, a partire dal Consiglio Comunale della prossima settimana.
PDL Todi

5 agosto 2012

E45, perchè non farci un referendum?

Talvolta si dice che la politica non è una opinione invece lo è e come. Leggo sulla stampa di oggi il rammarico dell’Assessore Regionale Riommi perché il il CIPE nella seduta di ieri l’altro ha approvato alla Regione Umbria opere per 17 milioni di euro. L’assessore esprime il disappunto perché non è stata approvato il finanziamento per l’ammodernamento e trasformazione della E/45 da strada di interesse nazionale in autostrada. Insieme a questa opera non è stato approvato il cosi detto snodo di Perugia . Secondo l’assessore il Ministro Passera si era impegnato a far approvare ambedue le opere. Ripeto dello snodo non ne discuto devo approfondire meglio. Per quanto attiene invece la trasformazione della E/45 in autostrada sinceramente ,mentre l’assessore si rammarica io ne gioisco perché sono nettamente contrario. Interventi per una migliore sicurezza e manutenzione si ,ma trasformazione no. Ne spiego anche le ragioni altrimenti a dire no sarebbe semplice. L’Umbria è una regione piccola come è notorio. Già è attraversata in senso longitudinale da una autostrada la A/1 , E’ attraversata sempre in senso verticale dalla E/45 di cui si discute e dalla cosiddetta "Flaminia " . Tutte e tre scorrono in senso verticale e tagliano la Regione in tre fette. Poi ci scorre la ferrovia FS. e poi l’ormai obsoleta "ferrovia centrale Umbra" ormai mi pare abbastanza vicina alla chiusura. Comunque 5 strade tra gomma e rotaie di cui funzionali all’Umbria solo la F.C.U. che collega S. Sepolcro Perugia -Terni – dove incrocia la F.S.- per raggiungere Roma se si ha una buona dose di fortuna. La E/45 passa proprio al centro dell’Umbria vi è un problema semmai di manutenzione di transito di mezzi pesanti eccessivo e di sicurezza . Ma sicuramente è comodissima e non molto invasiva. La nuova autostrada ricalcherebbe più o meno lo stesso tracciato ma certamente avrebbe un impatto ambientale che l’UMBRIA pagherebbe a caro prezzo. Penso a cittadine dell’artigianato artistico come Deruta ,alla nostra stessa Todi dove alcuni panorami verrebbero devastati e colline sforacchiate. E forse messa in discussione persino l’uscita. Ma mi chiedo 1- se proprio si deve fare perché non farla passare sul tracciato della vecchia Flaminia? ma non sarei molto d’accordo ugualmente ma avrebbe più logica. 2- Perché non risparmiare soldi e fare le manutenzioni necessarie alla strada attuale? 3- Perche non potenziare la centrale Umbra che serve a lavoratori e studenti e potrebbe essere un’alternativa al trasporto su gomma.? Perché non realizzare alcune trasversali per Ancona ad esempio . O per migliorare la viabilità interna, collegamento con Orvieto oggi quasi impossibile per fini turistici? Ed abbiamo un tipo di turista molto simile. Chiedete informazioni alle guide turistiche che accompagnano gruppi di stranieri e sentite cos vi dicono.?. E Foligno e Spoleto con cui si vorrebbero accorpare la sede distaccata del Tribunale di Todi con il Tribunale di Spoleto.? Certo non tutte perché ne immagino la spesa . ma almeno con una dove passerebbe la trasversale per Ancona.?O no. I bisonti che vengono dalla Germania o dall’ Austria non ci servono e non servono l’Umbria. Servono per altre ragioni e per altri interessi. Noi siamo un Regione di artigiani ci basta i camion normali . Anzi i camioncini. Se servano ad altri che ne vengano a discutere per il risarcimento altro che manifestare disappunto. !!!!. Io manifesto la mia soddisfazione e spero che il CIPE non la prenda più nemmeno in esame. L’Umbria non viene fuori dall’isolamento con un autostrada in più e che non serve all’Umbria ma con opere che sono funzionali a costruire l’Italia del centro. Per farlo anche le strutture non sono quelle pensate , ma quelle di cui si discute da decenni e non se ne viene a capo.. Ecco perche sono contento così e spero che siamo in tanti, per ostacolare comunque quest’ opera che è uno spreco e sarà devastante? Ed il Comune di Todi che ne dice? Perché non farci un bel "referendum"?. Le regole democratiche valgono per tutti. O No?
Ottavio Nulli Pero

4 agosto 2012
Tribunali: a quale interesse pubblico risponde l’ accorpamento con Spoleto?

Nell’ ultimo Consiglio comunale di Todi finalmente si è visto con chiarezza che il Consigliere di Aria Nuova per Todi Serafini Claudio è sempre più vicino al polo.
Evidentemente, abituati alla campagna acquisti, temendo, forse, di perderne uno, qualcuno  sta già cercando di guadagnarne un’ altro!.
Si è infatti visto che su di una proposta presentata da Serafini, e sulla quale la maggioranza ha apportato delle positive correzioni, il polo e lo stesso Serafini si sono comportati allo stesso modo.
Altro elemento di ben altro rilievo è la spaccatura emersa nell’opposizione circa la questione Tribunale.
Infatti già in conferenza dei Capigruppo, dove la maggioranza ha proposto di aggiungere un punto all’ odg del Consiglio per affrontare la questione del riordino delle sedi giudiziarie, il capogruppo Ranchicchio non si è espresso a favore.
Durante la seduta del Consiglio Comunale la maggioranza ha presentato un ordine del giorno sull’argomento e specificatamente per la permanenza di Todi nella circoscrizione di Perugia.
Sulla discussione dell’odg  il Consigliere Pizzichini si è espresso in modo contrario.
E’ da tempo che qualche Senatore umbro persegue l’accorpamento della Sezione di Tribunale di Todi con Spoleto e che  questa sua proposta riscuota il consenso del centro-destra tuderte.
La maggioranza di Todi, unitamente agli altri Comuni della Media Valle del Tevere, ribadisce con forza la permanenza con Perugia; cosa aspetta l’opposizione tuderte a fare altrettanto?
A quale interesse pubblico risponde l’ accorpamento con Spoleto?
Gruppo consiliare psi -Todi

3 agoso 2012
E l’orchesta suonava mentre il Titanic affondava

Qualcuno ha spiegato ai Consiglieri Comunali di Perugia che la spending review ha come obiettivo quello di ridurre le spese e non di aumentarle? Pare proprio di no. Il Consiglio Comunale ha approvato con delibera del 4 aprile 2012 il suo nuovo regolamento che all’art. 16 prevede l’assegnazione, anche ai gruppi consiliari composti da una sola persona, di un segretario a tempo pieno invece che part-time come fino ad ora previsto, con conseguente raddoppio del costo sostenuto dalla collettività cittadina. Naturalmente la norma è stata approvata all’unanimità dai 26 consiglieri presenti, come sempre accade quando si tratta di approvvigionare la "casta".
I beneficiari della "regalia": Pierluigi Neri del PDCI, Teresa Bellezza di "Perugia di tutti", Pino Sbrenna e Giorgio Corrado recentemente uscito dal PDL per aderire al gruppo misto composto solo da lui, saranno senz’altro soddisfatti, molto meno i perugini per i quali la spending review significa salasso.
Un Consigliere Comunale ha dissentito pubblicamente sul provvedimento adottato e sul metodo di fare opposizione di alcuni suoi colleghi. Pino Sbrenna, Teresa Bellezza, Mauro Cozzari e Otello Numerini, sentitisi chiamati in causa, hanno replicato che la loro "è una opposizione costruttiva…che non rinuncia alla possibilità di vedersi recepire proprie proposte che vadano a favore dei cittadini". Quali? Potevano proporre di vincolare la corresponsione dell’intero gettone di presenza ai Consiglieri solo nel caso di loro partecipazione all’intera seduta delle Commissioni e del Consiglio Comunale. Questo avrebbe eliminato lo scandalo delle presenze "toccata e fuga", fatte soltanto per incrementare i propri introiti. Nessuno ha presentato questa proposta (forse perché avrebbe fatto risparmiare soldi ai cittadini). Invece ne ricordiamo due: la recente battaglia per ottenere il bonus benzina e questa per l’assegnazione di assistenti a tempo pieno.
A questo punto c’è una domanda che vogliamo rivolgere ai Consiglieri Comunali di maggioranza e di minoranza: ritengono moralmente accettabile – in questo momento di grave crisi economica in cui chiamano i cittadini a sostenere enormi sacrifici (IMU altissima, aumenti di TIA, rette asili, costo trasporti, tariffe cimiteriali, etc. – deliberare un provvedimento che invece di contenere la spesa, la dilata a loro esclusivo vantaggio?
Carla Spagnoli Coordinatore Regionale di Futuro e Libertà Umbria

3 agosto 2012
Ponte di Montemolino, ancora problemi sulla strada alternativa

La strada di Cecanibbi si è rivelata come già più volte denunciato, un percorso insidioso con scarsa segnaletica e fondo sdrucciolevole. I lavori eseguiti sono serviti esclusivamente a sistemare il tratto da Pian di San Martino fino a Cecanibbi, dove il manto stradale era ormai impercorribile. Le banchine laterali sono spesso profonde e sconnesse e nel tratto facente parte del nostro territorio i tratti depolverizzati non servono neanche a limitare il disagio della polvere. Il senso unico alternato posto in curva nei pressi della chiesa di Cecanibbi è un controsenso in termini e la limitata ampiezza della carreggiata è stata già peraltro la causa di alcuni incidenti. Come si può ritenersi soddisfatti di questi lavori approssimativi? La verità è che sulla carta tutto funziona, ma poi bisogna fare i conti con la realtà e il traffico di tutti i giorni. Oggi appare ancora più evidente la presunzione di chi nelle riunioni pubbliche invitava la popolazione a non lamentarsi, ma a ringraziare pedissequamente le istituzioni che sono riuscite a trovare i fondi per sistemare un ponte che rappresenta un importante punto strategico per la protezione civile del territorio della Media Valle del Tevere. Noi un’emergenza l’abbiamo già avuta (incendio di una casa in piena notte) ed i soccorsi hanno tardato ad arrivare. Speriamo sia l’ultima. Ci auguriamo solamente che siano almeno rispettati i tempi di realizzazione dell’intervento e che prima dei disagi dell’inverno il ponte possa essere riaperto al transito. Concludiamo dicendo che un’amministrazione provinciale efficiente e attenta alle esigenze dei cittadini avrebbe valutato le condizioni generali di tutti i percorsi alternativi e oltre a chiudere le buche avrebbe fatto tagliare l’erba e i rami lungo le strade. Le condizioni delle strade provinciali in genere e della SP 373 che attraversa il nostro territorio testimoniano il contrario.
I consiglieri di opposizione di Monte Castello di Vibio
 



2 agosto 2012
No a Todi con Terni

Pazzesco, semplicemente surreale. Si fa un gran parlare questi giorni dei futuri assetti provinciali dell’Italia nostrana dopo il riassetto voluto dal Governo Monti per fronteggiare gli enormi sprechi di denaro pubblico che il Bel Paese ha dovuto sino oggi affrontare. Come gli umbri sanno, la provincia di Terni non ha i requisiti sia in termini di dimensioni geografiche né tantomeno demografiche per poter continuare in futuro a costituire una provincia. Così facendo non resta altro che affiancare o per meglio dire sovrapporre la Provincia di Perugia alla Provincia di Terni, campanilismo, derby di calcio? Niente di tutto ciò, in una fase di congestione politica e sociale quale quella odierna la lista civica Aria Nuova per Todi assieme al suo consigliere comunale Claudio Serafini chiede di lasciare da parte particolarismi, derby di qualsivoglia contenuto per dirigere l’attenzione unanime verso l’unico traguardo possibile, un riassetto politico umbro ed italiano in toto che sappia razionalizzare gli enormi sprechi di denaro pubblico che fino ad oggi hanno contribuito a “coltivare” le mini province italiane. Diranno in molti, cosa c’entra Aria Nuova per Todi con i tagli alle province del Governo Monti, ebbene, al di là di tutto, più volte in questi giorni il territorio tuderte così  come quello limitrofo marscianese e quello spoletino per intenderci sono stati più volte nominati e corteggiati affinchè facciano un salto dall’altra parte della barricata, ovvero quella ternana, in maniera tale da raggiungere i requisiti geografici e demografici per far restare in vita la città delle acciaierie. E la domanda sorge spontanea, tutto ciò a cosa dovrebbe servire se per non far continuare a sperare i partiti e i politici soliti noti che vedrebbero definitivamente cadere la loro poltrona? Le province come più volte ribadito costituiscono un costo notevolmente superiore rispetto alle proprie competenze e mansioni svolte, il comitato civico Aria Nuova per Todi chiede al Sindaco di Todi, alle forze politiche tuderti e agli altri comitati cittadini di prendere una posizione seria nei confronti di questa vicenda e se possibile, anche, di aprire un fronte comune. La nostra posizione non è influenzata da questioni campalinistiche o logiche da derby che non ci riguardano, il nostro scopo è solo quello di tutelare l’interesse dei cittadini che di fronte ad un accorpamento con la provincia di Terni vedrebbero stravolto l’assetto geopolitico del territorio ed ancora una volta vedere prevalere le logiche ”partitiche” rispetto a quelle del buon senso.
Comitato civico Aria Nuova per Todi

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