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Il Pdl marscianese rigetta l'ipotesi di emigrare nella provincia di Terni e chiede un referendum che sembra incompatibile coi tempi previsti per le scelte
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Si cominciano a delineare gli schieramenti per una battaglia che solo il tempo dirà quanto sia partecipata, in un’Umbria in cui i vari “campanili” non sono usi farsi favori, guardando più al “sodo”.
E quando ad aspetti concreti sulla questione Province i campanili non ternani possono al momento apprezzare solo il miglior stato delle strade, provinciali ovviamente, nel sud dell’Umbria

Ad intervenire sull’ipotizzato trasferimento del territorio marscianese in quello di un’ampliata provincia di Terni è il consigliere del Pdl  Cristiano Costantini che di fatto con ciò fa una dichiarazione di voto, in quanto è uno dei 47 componenti di quel quasi sconosciuto Cal che dovrà formulare la proposta per un eventuale “riordino” territoriale dell’Umbria, che altrimenti rischia di avere una sola Provincia

Il suo giudizio sull’ipotesi è netto “La Provincia di Terni non ha nessun “Continuum” storico con il territorio del Comune di Marsciano che si estende fino a lambire un area che arriva a includere l’ospedale Silvestrini di Perugia.
Se si devono fare acrobazie geometriche per ridisegnare i confini di una provincia altrimenti destinata a scomparire, si ritorni come una volta quando esisteva solo quella di Perugia”.

“All’assemblea del Cal ci si confronterà tutti quanti – continua il Consigliere -, non bisogna umiliare nomi e con essi, anche le identità storiche che vi stanno dietro, pur rispettando la necessità di una riforma oramai non più procastinabile.
La nascita della Provincia di Terni –per Costantini -, si poneva in un quadro storico che vedeva nella richiesta di Terni, divenuta nel tempo un centro industriale tra i più importanti dell’ Italia, la necessità della costruzione di una nuova provincia dell’Umbria Meridionale staccata da Perugia, in una partita giocata dal fascismo su motivazioni interne ad equilibri politici, economici ed istituzionali per un verso, e sociali per l’altro”.

Cosa c’entra tutto ciò con la storia del nostro territorio è un mistero a cui bisogna dare una risposta.
Poi, ritornando al presente, è chiaro che una eventuale operazione “costituente” – conclude criticamente Costantini -, dovrà pur passare per un referendum locale per avere una legittimazione dal basso che  rafforzi le scelte prese.
Io, vedere la gente di Castiglion della Valle, Spina, Badiola solo per farne alcuni nomi, assieme ai cittadini del capoluogo di Marsciano, correre ai seggi per andare con Terni non riesco a immaginarla!”

 

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