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Mentre nella Provincia di Rieti nessuno ancora s'è espresso per aggregarsi all'Umbria o accettare la secessione ternana, a Terni fioriscono i comitati: stavolta è di turno il sindacato dei dipententi pubblici Uil che vorrebbe un referendum per carpire Rieti al dominio di Roma
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Sembra proprio un “tiramolla” la questione delle Province dell’Umbria.
Da chi vuole andarsene nel Lazio a chi vorrebbe che un pezzo del Lazio “venisse a noi”.
Che poi il Lazio voglia qualcuno o che qualcuno del Lazio voglia l’Umbria è questione che appare secondaria, come neppure sfiorata, ma solo apparentemente, è la questione di dove dovrebbe essere il capoluogo provinciale che è la cosa che interessa di più, ma qui c’è sicuramente una riserva mentale che si palesa quando si dice, per esempio “L’Umbria, prendendo Rieti, avrebbe la montagna del Terminillo” oppure “l’accorpamento di Rieti con Terni” e non viceversa

Ora è la volta della Uil-Fpl Umbria la quale ha costituito un comitato promotore per l’accorpamento di Rieti e Terni in Umbria.
Un comitato che, da settembre, “raccoglierà le firme necessarie per proporre il referendum e che contatterà gli amministratori comunali interessati, per ricevere maggiori consensi. Sono 73 i Comuni del reatino e 33 quelli ternani, mentre, 160mila gli abitanti della provincia di Rieti e 260mila quelli della provincia di Terni, che insieme contano, così, circa 400mila cittadini (a fronte dei 350mila richiesti per evitare l’abolizione dell’ente provinciale), su un territorio di quasi 5mila chilometri quadrati (il minimo necessario è di 2500 chilometri quadrati).

Innanzitutto la Uil-Fpl Umbria chiede alla Regione Umbria, prima che presenti la propria proposta, un tavolo di confronto tra le parti sociali, l’Upi (Unione province italiane) e l’Anci regionale (Associazione nazionale dei comuni italiani).
 Varie le affermazioni che hanno accompagnato l’annuncio:
“Non siamo per il campanilismo, ma alcune scelte non tengono conto degli ambiti territoriali e delle esigenze dei cittadini, con il rischio che vengano meno i servizi necessari alla comunità”. “non bisogna tagliare drasticamente.
Non è più immaginabile lasciare ai politici ragionamenti lobbistici, non tenendo conto delle scelte dei cittadini”.

“Il nostro intento è di salvaguardare il territorio. Due realtà con caratteristiche simili, con alle spalle storia, cultura e tradizioni affini, come Terni e Rieti, possono indubbiamente stare insieme e convivere, creando una grande area geografica che assicuri, così, i servizi necessari ai cittadini”.

Il promotore del comitato Marino Formichetti ha ricordato “sono con me diverse associazioni e molti sindaci dei comuni, confinanti con Tern
i”.
Formichetti si è anche soffermato sul caos che si è creato con la raccolta di firme a Terni per il passaggio della seconda provincia umbra nella Regione Lazio.
Forse in molti dimenticano i tanti problemi che il Lazio ha – ha spiegato il segretario Uil-Fpl Rieti -. La sanità pubblica commissariata, la chiusura degli ospedali di Magliano e Amatrice. Resta solo quello di Rieti, ma con meno servizi. Roma assorbe tutte le risorse e, se c’è da tagliare, lo si fa nel territorio”.

“Ecco perché la soluzione migliore – ha affermato Formichetti – sarebbe l’accorpamento di Rieti con Terni, città con la quale c’è una continuità territoriale. L’Umbria, prendendo Rieti, avrebbe la montagna del Terminillo, che è sempre stata abbandonata dalla Regione Lazio, e ci potrebbe essere un’unica politica turistica per i laghi ternani e della Sabina.
Per noi si tratterebbe di tornare alle radici, alla storia comune”.

 

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