Condividi su facebook
Condividi su twitter

31 luglio 2012

Podere le Vaglie srl: la proprieta’ non si presenta all’incontro con i sindacati.
 
Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil cercano di dare certezze ai lavoratori e all’incontro di oggi (martedì 31 luglio) la proprietà non si presenta. Dopo il presidio davanti ai cancelli dell’azienda dei giorni scorsi, i lavoratori rimangono al palo, dovendo ancora percepire quattro mensilità arretrate e la quattordicesima. “Dalla proprietà non è arrivata nessuna spiegazione, tantomeno l’attivazione degli ammortizzatori sociali, come era già stato discusso nell’incontro di lunedì scorso presso l’Assindustria di Terni”. E’ l’allarme che lanciano i sindacati. “Questo gesto –hanno specificato- è un’ulteriore mortificazione per i lavoratori, che fino all’ultimo giorno lavorativo si sono sempre impegnati dando il massimo di loro stessi per evadere le commesse”. Da oggi, i sindacati e i lavoratori, auspicando un pieno coinvolgimento delle istituzioni, si mobiliteranno a oltranza per avere un tavolo di discussione anche in vista dell’attivazione dell’ammortizzatore sociale. “Solo in questo modo –hanno sottolineato i sindacati- sarà possibile non aggravare ulteriormente la situazione economica dei lavoratori e delle loro famiglie e non disperdere le professionalità coinvolte”.
Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil

31 luglio 2012
In Comune c’è qualcuno che controlla la Gesenu?

I cittadini di Perugia sono costretti a pagare una TIA fra le più onerose d’Italia per ricevere in cambio un servizio sempre più scadente. La città è sporca. Le proteste non si contano! Quella dei residenti di Ponte d’Oddi e Montegrillo è soltanto l’ultima di una serie di lamentele, purtroppo inascoltate da chi avrebbe il dovere istituzionale di intervenire e pretendere che il capitolato d’appalto stipulato con GESENU venga rispettato. La Giunta di sinistra è troppo impegnata a studiare aumenti di tasse e tariffe per far cassa. L’opposizione si mostra attiva e determinata solo quando si tratta di difendere il "bonus benzina" per i Consiglieri Comunali. Non sorprende quindi che interi quartieri, come Ponte d’Oddi e Montegrillo, siano di fatto abbandonati a sé stessi: si impiegano due mesi per spostare una panchina nel parco, l’area "verde" (?) è totalmente trascurata con le recinzioni che cadono a pezzi. Perugia brilla per essere la città dove all’aumento delle tariffe corrisponde sistematicamente un peggioramento della qualità dei servizi. I perugini non ne possono più.
Carla Spagnoli – Coordinatore Regionale Futuro e Libertà Umbria

31 luglio 2012
Sulla sicurezza sismica delle scuole elementari di Todi

Dopo le beffe i danni! Niente di niente, proprio niente. Non c’è proprio verso che l’Amministrazione Rossini faccia qualcosa.  Dalle informazioni apprese direttamente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, giunge notizia certa che dalla metà del mese di Giugno u.s, il Comune di Todi ha introitato il finanziamento relativo ai lavori di adeguamento sismico delle scuole Elementari di Ponterio (100.000,00 €), Collevalenza (100.000,00 €) e Porta Fratta (50.000,00 €). I finanziamenti sono stati ottenuti dalla Giunta Ruggiano, al fine di continuare le opere di messa in sicurezza delle scuole tuderti, con il piano del Governo denominato “1000 scuole”.
E così la Giunta Rossini, che ha in mano progetti e finanziamenti, avrebbe soltanto dovuto svegliarsi un attimo e dare il via ai lavori. Ad oggi invece, tutto tace.
Visto poi che i fondi governativi dovranno essere necessariamente rendicontati entro 12 mesi dalla loro erogazione (entro Giugno 2013) ne scaturisce che, grazie all’immobilismo ed al lassismo di Rossini e della sua Giunta, il Comune di Todi non potrà non fare a meno di eseguire le opere a scuola già in corso con tutti i disagi ed i rischi per alunni e genitori che ben si possono ipotizzare. Complimenti vivissimi: ci fate assistere ad un’altra prova tangibile della assoluta inefficienza amministrativa del Sindaco e di tutto il centrosinistra tuderte.
In quasi tre mesi di “attività” (anche se letargo sarebbe stata la parola più giusta), non siamo ancora riusciti a capire se questi signori “dormano in piedi” oppure soffrano, come sospettiamo da tempo, di pressione bassa. Sta di fatto che ancora si attende un segnale, una iniziativa, un movimento che sia uno. Nel frattempo il turismo langue e l’economia della citta’ soffre sempre di piu’.
Povera Todi.
Popolo della Liberta’ Todi

28 luglio 2012

Strada comunale o recapito fognario?
Questa è la domanda indignata che da oltre un anno si pongono i residenti ed i visitatori della strada comunale che ha collegato per secoli la Strada Romana Flaminia con il Castello di Montignano di Massa Martana, strada è stata sempre d’uso pubblico e che, dopo il bivio con la Vicinale di Casa Angelica, la strada è stata abbandonata ed interrotta, oltre che da pietrame e da altri materiali di discarica, dal recapito di una tubazione fognaria che scarica al centro della sede stradale acqua putrida d’odore nauseabondo,   evidentemente derivata da reflui fognari.
E’ evidente la gravità della situazione e la necessità di intervenire per la riapertura della strada, contestualmente alla bonifica del sito ed alla sua sistemazione in particolare sotto il profilo geopedologico ed ambientale ma, anche se dal 2009 l’interruzione è stata segnalata, nell’area esistono falde idriche, pozzi e fontane comunali e che si tratta di un bene demaniale tutelato anche dal Codice dei Beni Ambientali (D.Lgs. 42/2004 e sgg.), nessuno si è degnato d’intervenire.
Perché tutto questo? Come mai le Vestali dell’Ambiente non parlano? Sono forse in stretta clausura?
Renato Domenico Orsini 

27 luglio 2012

Quali interessi dietro le battute al cinghiale?

Vorrei ricordare che il cinghiale in Umbria è stato introdotto dall’uomo e che ora sempre l’uomo se ne vuole disfare. Per quale motivo altrimenti si sarebbe cominciato a parlare di cinghiali nella nostra regione solo a partire dagli anni Settanta? Probabilmente prima non c’erano. E perché pur continuando le battute di caccia al cinghiale si continua a dire che i cinghiali sono troppi? Non sarà perché interrompere le battute vorrebbe dire scontrarsi con gli interessi di molti? Se la specie si fosse veramente riprodotta in maniera eccessiva, mi domando come mai non vengano presi provvedimenti per sterilizzare i capi. Evidentemente si preferisce sparagli. In più, è impossibile evitare che i cinghiali attraversino la strada, non dovrebbero esistere più per impedire loro l’attraversamento. Non è certo una novità la presenza di animali che passano da un margine all’altro delle Comunali. Tutti lo fanno, anche l’uomo. Devono attraversare per necessità. Se posso aggiungere una cosa, non ci si può lamentare della presenza di animali nei giardini, in quanto, volenti o nolenti, qui si abita comunque in campagna: Todi è circondata da campagna. Per concludere mi risulta addirittura che i cinghiali stiano pericolosamente diminuendo, dico pericolosamente perché la loro eccessiva riduzione impedirebbe che i normali predatori possano cibarsene. In alcune zone qui intorno, ad esempio, i cinghiali sono stimati in numero insufficiente per sfamare i lupi che fortunatamente sono tornati da tempo anche nella nostra regione. I cinghiali sono pochi perché sono stati uccisi dai cacciatori, naturalmente. Il fatto è che siamo noi a vivere in mezzo agli animali e non viceversa, anche se molti non vogliono accettarlo; bisognerebbe trovare il modo perché ci sia una sana e rispettosa convivenza.
Chiara Ortolani
 
 

27 luglio 2012
La bomba H dei cinghiali

In merito alle vicissitudini del calendario venatorio sulla lettera H,che determina l’opzione giornaliera della caccia al cinghiale in battuta,(scelta di caccia per specie),il coordinamento cinghialisti vuol far luce sulla realtà dei fatti.                                          
Da tempo chiediamo la modifica del Regolamento Regionale di caccia al cinghiale al fine di avere tutti, cacciatori che effettuano la battuta e cacciatori singoli, gli stessi diritti – doveri riguardo la sicurezza, la gestione del territorio e della specie, l’obbligo del controllo veterinario dei capi abbattuti ed il prelievo della specie nelle stesse giornate per tutti, sollecitando anche la piena applicazione dell’attuale regolamento.
Le risposte non sono mai arrivate, ma in alternativa sono due anni che l’Assessorato Regionale preposto inventa qualche novità tendente a penalizzare coloro che esercitano la caccia al cinghiale in squadra, precedentemente con l’apertura alla terza domenica di settembre ( non prevista da alcuna norma ), quest’anno con " l’invenzione della lettera H ", non rintracciabile in nessuna legge nazionale o regionale.
In più occasioni abbiamo sollecitato l’Assessore Cecchini a cancellare la lettera H dal calendario, perché vessatoria nei confronti di una parte di cacciatori, o in alternativa a "sospenderla" in attesa della rivisitazione del Regolamento Regionale che, per non essere pasticciata, chiaramente non potrà avere tempi brevissimi.
Appare quindi inopportuno qualsiasi intervento parziale sul regolamento che tenti di giustificare il mantenimento della lettera H sul calendario, perché il nostro obbiettivo non è quello di coinvolgere anche altri nella penalizzazione in discussione, ma è quello di far rispettare tutte le forme di caccia con pari dignità ed in particolare il rispetto " DA PARTE DELLA REGIONE " delle norme che attualmente governano l’attività venatoria.  
Ribadiamo che la lettera H è ingiusta, discriminante, vessatoria ed illegale, ma non presteremo il fianco “a coloro” che vogliono metterci contro tutto e tutti. Pertanto ci tiriamo fuori da qualsiasi nuova modifica del calendario venatorio che non sia la sospensione o la cancellazione della lettera H.
Come cacciatori che effettuano anche la battuta al cinghiale non vogliamo contentini di nessun genere. A noi non si addice il vecchio detto " MAL COMUNE MEZZO GAUDIO ". Quindi siamo contrari a qualsiasi modifica che penalizzi e discrimini anche altri, avendo a cuore, a differenza di qualcuno, l’unità del mondo venatorio, unico mezzo per arginare i moltissimi attacchi che arrivano da più direzioni.
E’ con grande rammarico che, di fronte al muro eretto dall’Assessorato Regionale alla Programmazione Faunistica, i cacciatori iscritti nelle squadre debbano far valere i loro diritti innanzi al TAR, ma sembra che questa sia la strada ormai obbligatoria.
Non ce ne vogliano gli altri cacciatori, ma siamo convinti che questa battaglia possa servire anche a tutelare le altre forme di caccia, che nei prossimi anni potrebbero essere nel mirino di chi oggi vuol colpire così duramente coloro che esercitano la caccia al cinghiale in battuta.

   Coordinamento regionale squadre di caccia al cinghiale

24 luglio 2012
Depuratore a Cappuccini: all’erta stiamo!

Il Comitato per il Verde di Cappuccini esiste ed opera da molti lustri. Le nostre azioni sono state improntate da sempre con serietà, convinzione, lealtà e determinazione. Mai il colore politico delle Amministrazioni ha influenzato le nostre decisioni e le nostre prese di posizione, che comunque sono state sempre esposte e condivise con la popolazione del posto. La lotta politica e partitica non è prevista né dal nostro Statuto né rientra nel nostro modo di gestire i problemi e le esigenze che esistono a Cappuccini. Sempre siamo stati ascoltati dalle Amministrazioni che hanno governato Todi. Sempre le nostre proposte sono state valutate e alcune condivise. Vogliamo ricordare che è stato proprio il Comitato, primo fra tutti, a sollevare il problema riguardante i fumi e gli odori sgradevoli che provenivano dagli insediamenti produttivi della zona. A seguito della nostra lotta, oggi il problema sembra risolto. 
Al momento del suo insediamento, nell’unica udienza concessa, questo Comitato ha offerto la propria collaborazione anche all’Amministrazione Ruggiano. Purtroppo nel tempo sono stati ignorati non solo il Comitato, ma anche le centinaia di firme raccolte contro il senso unico di Via XXV aprile, miracolosamente tolto a ridosso delle elezioni.
Il Consiglio direttivo è formato da persone di diverso orientamento politico, ma l’armonia è totale. Notizie apparse in questi giorni danno per decisa la costruzione di un grande depuratore nella zona sottostante al rione Cappuccini. Immediatamente chi scrive ha chiesto un incontro urgente all’Assessore alle Frazioni Manuel Valentini, il quale ha garantito che, in un prossimo incontro, fornirà precisazioni sul tipo di intervento che eventualmente si verrà a realizzare. È stato comunque ribadito che certe strutture che hanno un impatto ambientale, paesaggistico e che possono arrecare un danno incalcolabile, anche da un punto di vista patrimoniale, a singoli cittadini, vanno esposte, discusse e vagliate con scrupolosità con la popolazione.
Comunque, allo stato attuale, il Comitato è formalmente deciso ad ostacolare l’opera, qualora avesse le caratteristiche che sono emerse sulla stampa. Lo faremo non perché l’ha detto Ruggiano o altri suoi collaboratori, ma solo ed esclusivamente perché lo riteniamo un nostro preciso impegno e dovere.
Siamo sicuri che l’Amministrazione vorrà illustrare a noi e ai cittadini le opere che eventualmente saranno realizzate. Pensiamo che “insieme” si possa lavorare bene e meglio.
Antonio Padovani – Presidente del Comitato per il Verde di Cappuccini

23 luglio 2012
Grazie per i 40 milioni per la ricostruzione delle zone del marscianese

Abbiamo anche noi seguito con grandissima soddisfazione  l’esito della votazione delle Commissioni Finanze e Attività Produttive della Camera che nei giorni scorsi hanno finalmente approvato l’emendamento per lo stanziamento di risorse a favore della ricostruzione pesante del sisma che nel dicembre 2009 ha colpito  il territorio di  Marsciano. 
L’atto prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro per il 2012 e 15 per il 2013 ai quali si aggiungeranno i proventi dell’accisa sulla benzina, non meno di 5 milioni di euro, deliberata a fine 2011 dalla Regione Umbria. Si tratta di somme che permetteranno di coprire il fabbisogno primario per far partire finalmente anche la ricostruzione pesante delle abitazioni e delle strutture produttive.
Nella popolazione delle zone colpite, che pur ha vissuto con grande dignità ed operosità la fase della prima emergenza e della ricostruzione leggera, e che è stata per lungo tempo tenuta in apprensione per la difficoltà di individuare, con uno specifico provvedimento ministeriale, la copertura finanziaria necessaria alla fase più complicata della ricostruzione, rischiava ora di crescere l’insofferenza e la rabbia per un diverso ed incomprensibile trattamento rispetto ad altri cittadini colpiti, anche se in maniera più drammatica,  da simili eventi calamitosi. In un clima così teso ed alimentato da inique e incomprensibili dimenticanze, non giustificate neanche dalla pesante situazione economica in cui versa l’Italia, il rischio che la reazione della nostra gente sfociasse in atti ed iniziative  “pesanti” era forte.
In questo momento vanno pertanto ringraziati innanzitutto i nostri concittadini che, pur in una situazione di estremo disagio, che solo chi vive direttamente queste situazioni può capire appieno, hanno invece saputo sempre esprimere un alto senso di civiltà e di collaborazione con le Istituzioni, anche nei momenti più difficili in cui il risultato sembrava poter non essere raggiunto.
Nei ringraziamenti a tutti coloro che hanno portato avanti questa battaglia di civiltà, comitato 15 Dicembre, parlamentari, Istituzioni, civili e religiose, tanti soggetti sociali e politici, non ci possiamo altresì esimerci da un particolare riconoscimento a chi, per ruolo e per capacità,  ha gestito in prima linea tutto questo difficile percorso: il nostro Sindaco Alfio Todini, che ha operato, in stretta collaborazione con la Presidente della Regione Catiuscia Marini,  verso le istituzioni, la Presidenza della Repubblica ed il Governo nazionale un pressing incessante per raggiungere l’obiettivo che si concluderà ora con il Decreto di Conversione contenete l’emendamento approvato.
Da adesso inizia un’altra partita, una fase che deve contribuire a ridare al nostro territorio la memoria storica che non poteva essere perduta,  e a rilanciare l’economia locale che non meritava, specie in un momento di così drammatica difficoltà, ulteriori appesantimenti derivanti dalle conseguenze del terremoto.
Come gruppi consiliari che sostengono l’amministrazione comunale di Marsciano siamo  soddisfatti di aver registrato, ancora una volta, che quando  le forze politiche agiscono, anche in modo trasversale, per il raggiungimento del bene comune riescono, come hanno fatto in questa occasione, a dare una concreta  dimostrazione di “buona” politica.
Gruppi consiliari  Partito Democratico, Proposta Marsciano, PSI del Comune di Marsciano


23 luglio 2012
Depuratori: finiamola con l’avanspettacolo

Abbiamo assistito in questi giorni all’ insorgere di nuove polemiche da parte dell’ ex Sindaco Ruggiano circa l’ annosa questione del nuovo depuratore di Todi. Il caldo fa brutti scherzi.
Prima di esprimere il nostro punto di vista vogliamo innanzitutto dimostrare solidarietà e rafforzato sostegno al Sindaco Rossini per gli attacchi personali subiti: siccome si è schernito il Sindaco, cioè l’ istituzione che rappresenta, ciò non fa altro che ulteriormente dimostrare l’ assoluto dispregio nutrito dall’ attuale opposizione nei confronti dell’ Amministrazione Comunale durante il loro mandato e continuato anche oggi.
Deve altresì essere ricordato che nel mentre l’ amministrazione Marini discuteva dell’ ipotesi avanzata dall’ ATO di un nuovo depuratore a Montemolino a servizio dell’ intero comprensorio l’ opposizione si dichiarava contraria senza peraltro proporre nulla di alternativo.
L’ allora Amministrazione con grande senso di responsabilità, e grazie anche alla collaborazione ed al confronto positivo con i  cittadini,  decise di realizzare il nuovo depuratore a Pian dei Mori, adeguando l’ esistente, realizzando così un accettabile compromesso tra le esigenze di gestione dell’  impianto e la non compromissione di nuovi siti ancora intatti.
Per una Città come Todi, per tutta l’ Umbria e l’ Italia la salvaguardia di ambienti naturali non compromessi non è un  fatto di civetteria, bensì il perseguimento di un preciso interesse culturale ed economico che è purtroppo inutile spiegare a chi non ha queste sensibilità: Todi è tale per la sua storia, la sua cultura, i suoi monumenti, il suo centro storico ma anche e soprattutto per il suo territorio.
Successivamente, durante la sindacatura Ruggiano , l’ amministrazione ha improvvidamente deciso di cambiare sito e spostarsi  nella fraz. di Porchiano in prossimità del bivio di Todi, loc.tà S. Sisto sulla statale dei Due Mari, dando prevalenza a ragioni tecnico-gestionali da un punto di vista ufficiale, ma in realtà cercando di fare una operazione elettoralistica su Pian di Porto.
Coerentemente con il filo conduttore che ha contraddistinto tutta l’ Amministrazione Ruggiano (superficialità ed arroganza), anche la gestione di quella vicenda fu “ appaltata “ ad Umbria Acque” con il risultato che si è aggiudicata una gara per la realizzazione del depuratore senza prima effettuare tutte le verifiche tecniche ed ottenute tutte le relative autorizzazioni.
Il risultato è stato che alla prima approfondita verifica nel sito scelto è emersa l’ esistenza dei resti di una “villa di epoca romana” con il conseguente vincolo di in edificabilità della soprintendenza,  da notare che la villa non è stata messa lì di notte dal’ allora opposizione!!!
Oggi, appena insediata, l’Amministrazione Rossini si trova a dover risolvere urgentemente questo groviglio.
Esprimiamo condivisione per il criterio adottato ed il metodo seguito in quanto il porre innanzitutto l’ attenzione, e la richiesta, che l’ Amministrazione Comunale deve essere garantita sul fatto che il nuovo impianto debba essere correttamente inserito ambientalmente, particolarmente mitigato nell’ impatto e correttamente previsto in una efficace gestione non è solo dovere istituzionale ma dimostrazione di serietà verso temi sensibili.
Il porre poi la questione di recuperare il sano e saggio criterio di collocarlo presso un impianto esistente, quindi in un sito già compromesso, è dimostrazione di non voler né continuare nello scaricabarili delle responsabilità, né perseguire logiche elettoralistiche spostandolo di zona in zona.
Se dovesse permanere la logica seguita dall’ amministrazione Ruggiano sarebbe impossibile realizzarlo in  qualunque sito.
L’ avere poi posto la questione che il nuovo impianto non debba affiancarsi ad uno già esistente, bensì sostituirlo, consentirà di non lasciarne nel territorio uno dismesso ma non demolito.
L’ aver posto la questione che tutto quanto sopra detto  non possa essere subordinato al problema della gara aggiudicata e delle procedure svolte è rispetto per i cittadini prima ancora che per le questioni amministrative.
La serietà e correttezza dell’operato dell’ Amministrazione Rossini è tanto più dimostrata dal fatto che si stanno prima svolgendo le verifiche tecniche circa la idoneità di un sito e poi si assumerà la decisione della realizzazione, certo con il coinvolgimento dell’ Amministrazione Comunale e dei cittadini, ma tutti e non solo quelli più interessati a quel luogo.
In quanto alle verifiche in atto circa l’attuale depuratore della Cascianella crediamo corrispondano a tutte le esigenze e criteri sopra esposti; si tratta infatti di un sito compromesso, ad oggi mal inserito ambientalmente e quindi comunque necessario di interventi, già servito da linea elettrica e strada e , tra l’ altro, non risulta che abbia nel tempo originato problemi.
Quindi l’ eventuale individuazione di quel luogo per un nuovo seppur più importante impianto, non potrà che migliorare la situazione attuale.
Se fare bene un nuovo depuratore, sostituendone un’altro, bene inserito nell’ ambiente e quindi non impattante deve costare il prezzo di una stazione di rilancio crediamo che la posta valga la candela.
Confidiamo che l’ opposizione vorrà confrontarsi seriamente sulle scelte dell’ Amministrazione e non cercarla di ridurle ad avanspettacolo di cui hanno dato spesso prova di profonda conoscenza.
Gruppo Consiliare P.S.I. Comune di Todi


23 luglio 2012
Pantalla e Ponte Rio non hanno Todi in mente

L’associazione “Todinmente-abita e produce” si è riunita per fare il punto della situazione circa la programmazione del prossimo Natale.
In particolare l’appuntamento è stato per i rappresentanti delle varie zone di Todi e delle frazioni di Ponte Rio, Collevalenza e Pantalla, che avevano già partecipato alla riunione dello scorso maggio (per un piano più generale si sono presi contatti con l’assessorato alle frazioni).
Molte le idee sul piatto e buona la varietà delle proposte.
Sicuramente un ottimo punto di partenza per la progettazione natalizia, ma è opportuno sottolineare che la fase creativa deve necessariamente essere supportata da sufficienti risorse umane ed economiche per garantire il buon esito dell’iniziativa.
Purtroppo la serata ha registrato una nota tanto stonata quanto inattesa, ovvero il resoconto dei rappresentanti di Ponte Rio e Pantalla, le cui rispettive assemblee, pur dopo una buona partecipazione iniziale, hanno espresso un deciso disinteresse per quanto verrà organizzato a Todi e quindi la volontà di non essere coinvolti nel progetto.
E’ previsto un incontro con l’amministrazione e, successivamente, con tutte le associazioni locali  per capire in quale misura si potrà collaborare per la migliore riuscita delle iniziative.
Questi i rappresentanti fino ad ora nominati: Laura Chiavari, Orietta Giammaroni e Paola Mancini per Piazza del Popolo e le vie adiacenti ( fino a via di Santa Maria ); Lolita Fratini per via G. Matteotti e Valentina Tomasselli per via A. Cortesi; Cristina Longari per i rapporti con le strutture ricettive; Nicoletta Foglietta per Ponte Rio; Cristina Baldassarri per Pantalla.
Per quanto riguarda la città di Todi mancano a tutt’oggi persone di riferimento per via di Borgo Nuovo, Porta Fratta e Cappuccini. Per chiunque (residente, commerciante, professionista, etc) fosse interessato a partecipare, questa e’ l’indirizzo da contattare: todinmente@libero.it.
Che la fase creativa deve necessariamente essere supportata da sufficienti risorse umane ed economiche per garantire il buon esito dell’iniziativa
Todinmente

22 luglio 2012

In Umbria è crisi idrica ma i conti non tornano!
Da pochi giorni il Ministero dell’Ambiente ha deliberato lo stato di emergenza idrica per l’Umbria, come richiesto dalla Regione che a sua volta ha deliberato il proprio Piano. 7,5 milioni di € sono stati stanziati per essere utilizzati con la logica dell’emergenza "velocizzare procedure ed investimenti e quindi fronteggiare più efficacemente la crisi", afferma soddisfatto l’Assessore Rometti, anche se ciò naturalmente comporterà incarichi diretti, senza gare, minori controlli. I finanziamenti verranno concessi agli ATI e di conseguenza ai loro gestori, società private che hanno esse stesse dichiarato di non aver rispettato i piani d’ambito (vedi documento di Umbra Acque nell’assemblea di novembre), e che fanno già pagare agli utenti i costi di perdite pregresse di gestione coperte con mutui ventennali, confermando quello che ormai affermiamo da una vita: il sistema privato dell’in house e quello misto pubblico-privato hanno dimostrato da tempo il loro fallimento! Questa cosa l’hanno capita tutti, sopratutto i cittadini che il 12 e 13 giugno dell’anno scorso hanno votato i referndum contro la privatizzazione dell’acqua. Solo i nostri amministratori non lo vogliono capire, Assessore Rometti in testa, e vanno a rifinanziare chi non rispetta i contratti. Non solo, ma invece di promuovere la ripubblicizzazione del servizio idrico come stabilito dai referendum e dalla recente sentenza della Corte Costituzionale, pianificando l’uscita dei privati dalla gestione, la regione Umbria progetta l’ATI Unico Regionale, eliminando la più immediata possibilità di ripubblicizzazione, cioè quella dell’ATI 3 di Foligno, e, ampliando la torta per ACEA di SUEZ e Caltagirone, che è già presente in Umbra acque e all’interno del SII di Terni e per l’inglese Severn Trend Water del SII di Terni.
Ma per tornare alle necessità impellenti, diversi comuni della Regione sono all’asciutto (Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria, Foligno, Spoleto e Bevagna, area di Marsciano, Amelia, Arrone, l’area dell’Orvietano, altri comuni della provincia di Terni, i comuni del lago Trasimeno), comprese le città dell’acqua Nocera Umbra e Gualdo Tadino da dove partono i rifornimenti per buona parte della Regione. Molte frazioni dovranno essere rifornite con le autobotti mentre già in alcuni comuni si tagliano le erogazioni di acqua nelle ore notturne. Tra le misure più urgenti per affrontare la siccità, molte sono le ordinanze dei comuni che impediscono o controllano l’irrigazione dei campi e che invitano i cittadini a ridurre il consumo.
Ma mentre l’Umbria è sempre più assetata le multinazionali dell’imbottigliamento continuano a pompare bellamente dal sottosuolo della regione, incrementando nuovi brand e moltiplicando i loro profitti.
ROCCHETTA, la più grande, ma anche Rugiada della S.I.A.MI spa, VIVA, FABIA. Dai dati non aggiornati della Regione risulta che nel 2008 le società Umbre dell’imbottigliamento hanno prelevato dal ”cuore verde” circa 1.223 milioni di litri.
E’ passato un anno dalla sentenza del Consiglio di Stato che sanciva la vittoria del Comitato tutela rio Fergia contro le delibere della Regione Umbria e del comune di Gualdo Tadino che hanno autorizzato la Rocchetta a scavare nuovi pozzi di ricerca di acque minerali nei territori di Gualdo Tadino e Nocera U, sentenza alla quale si è arrivati grazie ad una relazione tecnica dei Professori Tulipano e Sappa dell’Università la Sapienza di Roma che mettevano in guardia le istituzioni sul pericolo di danno ambientale per i prelievi di acque minerali nell’Appennino Centrale. Eppure, ancora oggi, ne la regione dell’Umbria, ne il Comune di Gualdo T., sono stati in grado di arrivare alla chiusura dei pozzi e alla messa in sicurezza delle risorse idriche. E’ così che si fronteggia l’emergenza idrica?
acquapubblica-umbria

21 luglio 2012
Polemiche tuderti di mezza estate: lavori alla Rocca

Ci comincia a venire il dubbio che il sindaco Rossini abbia la pressione bassa e con il caldo non riesca proprio a fare niente.
Non si spiega diversamente, infatti, la assoluta inesistenza di qualsivoglia attività del primo cittadino e della Giunta Municipale.
Comprendiamo anche che sia difficile per un ragazzo impaurito ed inesperto prendere in mano l’eredità di opere progettate e finanziate dall’Amministrazione Ruggiano, ma non riuscire a mandare avanti nemmeno quelle relative ad opere già aggiudicate all’esito di gara pubblica, appare davvero il colmo.
E’ il caso dei lavori di completa riqualificazione del Parco della Rocca, per i quali la procedura di gara ha visto la aggiudicazione il 30 Aprile 2012 e sono ancor lungi dal prendere alcun verso.
Eppure, proprio il Sindaco, allora segretario e capogruppo del PD in consiglio Comunale, era stato l’alfiere del Comitato di cittadini che voleva la riqualificazione del Parco, addirittura presentando una interrogazione nella quale chiedeva “ un intervento urgente per risolvere tale problema.
Detto fatto.
La passata amministrazione, ha progettato, finanziato e messo in gara a tempo un progetto completo per la risoluzione di tutti i problemi del Parco,  condiviso dai membri del "comitato per il parco della Rocca", il tutto corredato con i pareri della Sopraintendenza, la quale ha rilasciato tutte le autorizzazioni del caso sposando in pieno il progetto che è stato reputato compatibile con l’area del Parco della Rocca (la quale è sottoposta a stringenti vincoli ambientali e paesaggistici) e meritevole in tutto e per tutto di essere attuato.
La gara è stata aggiudicata il 30 Aprile, proprio per dar modo di effettuare i lavori a cavallo tra Maggio e Giugno e riconsegnare il parco alla città ed ai turisti a partire dal mese di Luglio.
Invece, dopo due mesi di amministrazione, tutto tace e non si vede all’orizzonte nemmeno una ipotesi di inizio lavori.
Che cosa aspetta il Sindaco ?
E’ in grado di dare risposte ai cittadini ?
Capisce l’importanza del Parco della Rocca ?
Ci sono motivi particolari che nascondono altre verita’ nella immobilismo della giunta a procedere con i lavori?
Ci stiamo avviando ai primi cento giorni della amministrazione, quelli nei quali, tradizionalmente, si comincia a valutare l’operato di una Giunta e, onestamente, non ricordiamo a nostra memoria una tale incredibile assenza di iniziative.
La citta’ non puo’ piu’ aspettare, soprattutto in momenti economici difficili come quelli attuali.
Gruppo consiliare POPOLO DELLA LIBERTA’ TODI

21 luglio 2012
Depuratore "incagliato", Ruggiano come Schettino

Le esternazioni del consigliere di minoranza A. Ruggiano riguardanti il sito per il depuratore cittadino, rappresentano l’ennesimo caso di allarmismo sociale lanciato dal centro-destra nostrano  che continua lungo una catena di prese di posizione superficiali, sprovvedute e fuorvianti che fanno solo male alla città, oltre che gettare discredito su chi le mette in opera.
Soltanto per chiarezza e rispetto verso i cittadini su un tema delicato come quello del depuratore rispondiamo: l’amministrazione comunale sta valutando alcune ipotesi per la realizzazione dell’impianto che, detto per inciso, è una delle tante questioni lasciate aperte e inevase da Ruggiano e le valuta ovviamente tenendo come punto di riferimento imprenscindibile la minore o nulla qualità impattante rispetto alla tutela dell’ambiente. Il punto di partenza è innanzitutto quello di valutare l’utilizzabilità dei depuratori già esistenti e  le relazioni tecniche finora realizzate confermano che la località Cascianella potrebbe essere, ad oggi, una soluzione che più di ogni altra va in quella direzione. Ma nulla, altrettanto ovviamente, è stato deciso, sia tenuto conto che alcuni aspetti tecnici debbono essere ulteriormente approfonditi sia che deve partire la indispensabile fase partecipativa con il coinvolgimento della comunità rispetto ad una scelta così importante per il futuro della nostra Città: noi, infatti, a differenza dei precedenti, siamo amministratori legati al programma e alla sua completa realizzazione. Certamente non seguiremo l’esempio di Ruggiano  che non ha mai fatto nessun incontro in merito e non mai  condiviso con nessuno la scelta del sito del depuratore.
Teniamo particolarmente a sottolineare che allo stato dei fatti non si sta discutendo di nessuno nuovo impianto in nuovi siti, ma della riqualificazione di uno o più di  quelli già esistenti da 30 anni, che eventualmente  saranno  ingranditi di poco e diventeranno impianti di ultima generazione meno impattanti di quelli esistenti.
Inoltre non si sta prefigurando nessuna “mostruosa tecnologia di pompaggio”,  perchè il progetto del depuratore è identico a quello di Porchiano, sito escluso non già per ragioni politiche ma solo tecniche da organi dello Stato, regnante il governo Berlusconi.
Concludiamo dicendo che comprendiamo la "rabbia" per la  sconfitta e comprendiamo anche il "dolore" di  Ruggiano , uno tra i pochi sindaci italiani ad aver perso dopo il primo mandato, ma le “prese in giro” personali che rivolge al nuovo Sindaco sono una vera e propria caduta di stile, che si commentano da sole.Ma d’altronde anche da Sindaco ha mostrato più volte scarso senso delle istituzioni e scarso rispetto degli avversari.Comunque si sbaglia se pensa di "vendicarsi" della sconfitta subita, mettendo  ancora a ferro e fuoco la città: i guasti provocati dalla sua amministrazione richiederebbero maggiore prudenza.Da parte nostra stiamo lavorando per rimettere in navigazione una barca che Ruggiano aveva portato a sbattere contro gli scogli, come nel caso della Costa Concordia del comandante Schettino.
Gruppo consiliare PD

21 luglio 2012
Quale sanità dopo la riforma?

Il nuovo modello di sanità in Umbria scaturirà da un disegno di legge ed ha due provvedimenti di riordino e razionalizzazione adottati dalla giunta regionale la scorsa settimana.
La riforma è molto ambiziosa nei suoi intenti, ma è chiaro che la spinta riformatrice nasce dal taglio sempre più consistente del governo alle risorse destinate alla spesa sanitaria dalle regioni.
Il d.d.l. Individua quatto aree di intervento che debbono essere potenziate : prevenzione, residenzialità, sistema emergenza /urgenza ,coinvolgimento associazionismo.
Inoltre il progetto persegue l’obbiettivo dell’accorpamento di più ospedali e la riduzione della spesa per il p ersonale.
La riforma della Sanità in Umbria è cosa auspicabile, non tanto per il risparmio economico che da essa può derivare ma per risolvere annosi problemi che riguardano la salute dei cittadini di questa regione.
Dal punto di vista della prevenzione una riforma efficace impone un’attenzione protesa al recupero dell’ambiente e a tutto ciò che ne favorisce l’inquinamento , non può prescindere dal controllo capillare delle attività produttive onde prevenire il dramma degli infortuni sul lavoro.
Sarebbe auspicabile per noi che le aziende ospedaliere di Perugia e Terni svolgessero solamente attività di elezione e lasciassero agli ospedali di territorio la media assistenza, assicurando un livello professionale ottimale, consentendone ai cittadini l’accesso con fiducia.
Le strutture riabilitative presenti sul territorio debbono essere potenziate cosi da scongiurare la necessità , da parte di chi è colpito da patologie invalidanti, di doversi rivolgere al privato.
È necessaria una rivisitazione immediata delle malattie classificate come rare.
Ci sono molti cittadini umbri costretti a pagarsi di persona cure molto costose per patologie non inserite,da questa regione, nell’elenco delle malattie rare.
Altro nodo che i documento non scioglie è quello relativo alla attività libero professionale dentro le mura dei presidi ospedalieri.
L’ intramoenia è un sistema per aggirare le liste d’attesa, avendone le possibilità economiche. La recente disposizione regionale che ne aumenta del 29 % il costo, incentiva i cittadini a rivolgersi direttamente al privato, ed è dunque un provvedimento non appropriato che in nessun senso raggiunge risultati se non quello di rapinare le tasche di coloro che la utilizzano.
Sosteniamo che l’intramoenia va eliminata e sostituita con un progetto regionale opportunamente finanziato che risponda all’esigenza di ridurre le lunghe liste d’attesa.
Sottolineiamo quanto sia fondamentale avere chiari i dati sulla mobilità sanitaria, che pensiamo sia un enorme problema che espone l’Umbria alla pressione dei cittadini delle tante regioni italiane, la cui spesa sanitaria è fuori controllo, i cui piani di rientro riducono di fatto l’offerta di prestazioni sanitarie.
Non vorremmo dover scoprire che i cittadini Umbri, le cui buste paga subiscono il prelievo sempre maggiore dell’addizionale regionale,debbano pagare anche le prestazioni sanitarie di competenza di altre regioni.
Inoltre ai fini dell’abbattimento delle spese riteniamo importante che la riduzione del personale riguardi solo ed esclusivamente l’ambito delle consulenze ,della dirigenza medica (abolizione dei doppi primari nei reparti e servizi) , della dirigenza delle professioni sanitarie (posizioni organizzative) i cui numeri sono eccessivi e l’eliminazione degli appalti con le aziende che utilizzano i contratti atipici come il socio lavoratore, il cui potere contrattuale è prossimo a zero.
Altre importanti risorse si possono reperire dal dimezzamento immediato della indennità dei consiglieri regionali.
Auspichiamo che il testo definitivo della riforma contenga un capitolo dedicato alla partecipazione dei cittadini e delle associazioni alle decisioni e valutazioni del sistema sanitario regionale.
Promuovere convegni istituzionali, decantando l’importanza della partecipazione, ha poco senso se poi in una riforma che tocca da vicino la vita dei cittadini non si prevedano diffusi strumenti partecipativi.
Così il direttore generale dovrebbe essere scelto tra una rosa di candidati che presentano il proprio curriculum e non nominato dalla giunta secondo convenienze di partito, ugualmente per i primari i criteri di concorrenza dovrebbero essere trasparenti e meritocratici. La polemica sul numero dei dipendenti pubblici è pura demagogia. In Italia abbiamo il 5,77 % di dipendenti pubblici mentre in Francia arriviamo all’8% e le strutture pubbliche sono estremamente efficaci
È la qualità dei dipendenti pubblici che conta ! Meno dirigenti, stroncare clientelismo e corruzione nelle assunzioni,assumere il personale sanitario necessario (molti infermieri!) con la massima trasparenza!
Tutte le commissioni concorsuali per l’assunzione del personale sanitario debbono vedere la presenza di rappresentanti dei collegi professionali o ordini e delle associazione degli utenti,per cercare di azzerare il fenomeno del clientelismo.
Infine è importante che sia costituito un organismo indipendente,costituito dalle associazioni di tutela dei cittadini, che valuti sia l’efficacia sia l’efficienza del sistema sanitario regionale.
Perugia 5 Stelle
 

21 Luglio 2012
Una vita salvata dalla sanità (e i sanitari) della media valle del Tevere

Sono Marco Antonelli, abito a Roma con la mia famiglia ma sono nato a Monte Castello di Vibio dove  nella frazione Doglio ho casa e dove sono vissuti i miei genitori.  Posso solo ora scrivere questa lettera in quanto successivamente al fatto che descriverò sono stato colpito dalla sindrome di barrèt, una malattia che nella migliore delle ipotesi paralizza e quindi, come si può intuire, non ho potuto materialmente farlo a causa della mia immobilità che, fortunatamente,  si sta risolvendo.
I primi giorni di agosto 2011 mia moglie Rosamaria ha accusato raffreddore e febbre alta.
Telefonicamente il medico di famiglia diagnosticava influenza e consigliava antibiotico e tachipirina; i giorni passavano e la cosa andava peggiorando fino a giungere al venerdì mattina quando mia moglie stava malissimo: tremava dalla febbre che già dal mattino era 39°. Ho cominciato a preoccuparmi veramente, non mi rispondeva era come addormentata, dovevo fare qualcosa!  Il medico di famiglia non è raggiungibile provo con la guardia medica. La Dottoressa mi scarica.. “antibiotico e tachipirina quando la febbre supera 38° non si preoccupi”. Conoscendo Roma e i pronto soccorso, anche se l’ho pensato, evito di portarla e così giungiamo a sabato mattina. Mi rendo conto che non è cambiato nulla, anzi la situazione è peggiorata. Richiamo per due volte la Guardia  Medica ma la stessa persona a distanza di un paio d’ore alla mia preoccupazione risponde candidamente di non preoccuparmi tanto l’antibiotico va bene e la tachipirina all’occasione risolverà la questione; “se dovesse durare lunedì mattina va a fare le analisi che ci sarà qualcos’altro”. Non so più cosa fare, mi decido la faccio preparare, la metto in macchina e la porto in Umbria. E’ sabato sera, cerco di chiamare amici medici ma purtroppo pure loro sono in ferie. Un’amica mi consiglia di rivolgermi alla guardia medica di Todi. Cambia totalmente lo scenario: finalmente una persona gentilissima mi fa domande, chiede eventuali patologie di mia moglie e alla mia dichiarazione che è diabetica, mi invita a provare il livello di glicemia. Mi fa richiamare per due volte per monitorare l’evolversi della situazione fino a quando verso le 24 mi dice che viene perché non va bene. Dopo la visita decide il ricovero in Ospedale chiamando direttamente il 118.
All’Ospedale di Pantalla è stata accertata la Legionella e nel giro di 20 giorni mia moglie è tornata a casa guarita.
Questa mia lettera per segnalare la competenza e l’alta professionalità del dott. Pensi Primo nello svolgimento del suo servizio. In questo mondo di persone mediocri e poco professionali è giusto apprezzare ed incoraggiare elementi eccellenti che nel loro lavoro dimostrano umanità e professionalità.
Per quanto riguarda mia moglie, è proprio il caso di dire che deve la vita al Dott. Pensi.
Marco Antonelli

20 luglio 2012
A ricordo del nostro amico Nicodemo,

Dopo una lunga malattia, un duro calvario da te stoicamente sopportato col conforto dei tuoi saldi principi religiosi e morali, hai terminato la vita terrena. Di te ricorderemo le lunghe e belle chiacchierate estive,ahimè di ormai molti anni fa, fatte dopo cena, insieme agli altri nostri comuni amici , nel piazzale del bar di Cimacolle sotto il cielo stellato, perché il bar ad una cert’ora chiudeva. Chiacchierate  di tutto un po’, ma sempre piacevoli, interessanti. Ma di te ricorderemo soprattutto  la coerenza del tuo carattere,le tue convinzioni politiche sempre rispettose di quelle altrui, il tuo dinamismo professionale e comunicativo, la tua lotta contro la malattia,la tua indefessa voglia di vivere, nonostante tutto.
Ciao Nicodemo, ti sei dovuto arrendere a un destino crudele, ma non ti dimenticheremo, così come non ti dimenticheranno quanti ti hanno conosciuto, perché il bel ricordo che ci hai  lasciato non si offuscherà.
Ci sentiamo addolorati e particolarmente vicini alla tua famiglia,
Edoardo Antonelli e gli altri tuoi amici di Cimacolle.

19 luglio 2012
Il depuratore gioca ai quattro cantoni, ora è il turno della Cascianella

L’ultima clamorosa iniziativa del Sindaco Rossini, che, da solo e senza avvertire nessuno, ha deciso di spostare il sito del nuovo depuratore da Porchiano a Cappuccini, rasenta davvero l’incredibile.
Si è scoperto, infatti, grazie ad approfondimenti presso gli organi competenti, che Rossini, senza minimamente preoccuparsi di condividere le proprie scelte, ha deciso che il posto giusto per il nuovo depuratore della città fosse “località Cascianella”, sito proprio sotto il più popoloso quartiere di Todi e in piena bella vista da tutta la Città.
Il sito in questione, a prescindere dall’ennesimo sfregio che viene fatto al quartiere Europa, appare una delle scelte tecnicamente meno indicate dell’intero territorio comunale.
In primo luogo perché aggrava la situazione ambientale di una zona già gravemente compromessa, con il sito della fornace.
È, ancora, situato in quota a mezza collina, rispetto alla originaria collocazione in pianura, costringendo alla realizzazione di una serie di mostruose tecnologie di pompaggio che facciano risalire i reflui verso l’alto.
A ciò si aggiunga che non potrà in alcun modo ricevere le produzioni dell’intero settore nord ovest (un’area vastissima che va da Frontignano a Camerata, passando da Loreto, Lorgnano, Pian di San Martino, Cecanibbi, Pontecuti, Quadro, Canonica, Asproli, Porchiano et coetera), a meno di realizzare altre gravosissime strutture di pompaggio, che risalgano a ritroso tutta la valle del Naia.
Infine, sarà visibilissimo da ogni parte della città che volge a sud, a partire dal Parco della Rocca, minando definitivamente la visuale delle nostre campagne, che degradano verso Terni.
Ora, risulta davvero impossibile capire se la Città sia finita su “scherzi a parte” o davvero questo personaggio sappia cosa stiano facendo.
Il Sindaco ha avuto un bel dire, durante la campagna elettorale, che servivano scelte “condivise” e che lui era aperto al dialogo.
La realtà dei fatti è davvero un’altra.
Sono tornati i tempi bui nei quali il centrosinistra di Todi, faceva e disfaceva secondo logiche che niente hanno a che vedere con il bene della città.
Le domande appaiono allora spontanee.
Con chi ha deciso il Sindaco la nuova ubicazione ?
Perché il Consiglio Comunale non ne sa nulla ?
Perché la Giunta non ha pubblicato alcuna delibera sul punto ?
Perché la cittadinanza ne è stata tenuta completamente all’oscuro ?
Cosa dicono, adesso, il compagno Padovani e il comitato del verde del trattamento che viene riservato al quartiere Europa di Todi ?
Per parte nostra, possiamo assicurare che la cosa, in ogni caso, non finisce qui e che combatteremo in difesa di Todi una battaglia che assicuriamo sarà durissima.
Non possiamo permettere, infatti, che un ragazzo (a questo punto definirlo Sindaco lascia un po’ in imbarazzo), che finora si è distinto esclusivamente per aver riso alla fotocamera, senza che abbia avuto modo di dire o fare alcunché, porti al macero la nostra città.
Potevamo sopportare, a malincuore e con l’amaro in bocca, la riedizione di Ridolini, non quella di Fantozzi.
Avv. Antonino Ruggiano, consigliere comunale ex sindaco

19 luglio 2012
L’IMU a Fratta Todina

Nel considerare il bilancio di previsione 2012 e i suoi allegati va premesso che negli ultimi anni gli enti locali sono stati posti in condizioni economiche sempre più complicate e non si può non considerare l’eccezionalità in cui versa l’economia italiana e lo stato generale delle finanze pubbliche. I bilanci degli enti locali risentono inevitabilmente di questa situazione. La principale novità di quest’anno è l’introduzione dell’Imposta Municipale Unica (IMU) da applicare alle abitazioni principali con aliquota ordinaria fissata al 4 per mille e a tutte le altre abitazioni e attività produttive con aliquota ordinaria al 7,6 per mille, attribuendo poi ai Comuni la facoltà di poter incidere sulle aliquote in aumento o in diminuzione, entro parametri prestabiliti. Dall’analisi del bilancio del Comune di Fratta Todina risulta che, mentre per l’abitazione principale, l’Amministrazione Comunale ha optato per l’applicazione di un’aliquota al 3,8 per mille (soluzione giudicata equa, ma concretamente ininfluente per i contribuenti in virtù delle detrazioni previste), per quanto concerne le seconde case e gli immobili destinati ad attività produttive invece ha scelto di applicare l’aliquota maggiorata all’8,6 per mille. Nonostante la proposta, da me presentata attraverso specifica mozione in data 14/03/2012, di applicare aliquote differenziate tra gli immobili (indistintamente se locati o meno) sottoposti a contratti di locazione agevolati-concordati e tutte le restanti tipologie di contratti di locazione ad uso abitativo, l’Amministrazione Comunale ha ritenuto di non dover tenere minimamente in considerazione tale possibilità. L’unica eccezione è stata quella di prevedere l’applicazione dell’aliquota al 6 per mille per tutti quegli immobili concessi in uso gratuito ai parenti, tra l’altro precedentemente esentati da tassazione. Sarebbe stato opportuno, inoltre, valutare la possibilità di esentare dal pagamento dell’IMU i portatori di handicap e prevedere un’aliquota agevolata per le giovani coppie, entro i 35 anni d’età, che hanno contratto un mutuo per l’acquisto della propria casa. Assolutamente deprecabile la scelta di non prevedere un’aliquota agevolata per gli immobili ad uso diverso dall’abitativo e destinati allo svolgimento di attività economiche: piuttosto che dare un sostegno concreto in un momento di particolare difficoltà come quello attuale, l’Amministrazione Comunale con questo provvedimento ha dato un colpo di scure alle attività commerciali, all’artigianato e alle imprese. E’ un’aberrazione logica considerare i beni strumentali di un’impresa equiparati alle seconde case, come se, anziché come luoghi dove si producono prodotti e posti di lavoro, li si guardasse come beni di lusso. Il bilancio inoltre fa registrare un aumento dell’aliquota IRPEF, che passa dallo 0,4 % allo 0,5 %, determinando un aumento della tassazione generale a carico dei cittadini contribuenti. Preoccupante anche la previsione delle entrate legate ai Permessi di costruire, agli oneri di urbanizzazione e ai costi di costruzione previsti dalla legge Bucalossi, determinati in parte dal quadro generale di crisi economica e in parte ,colpevolmente , dalla mancata adozione del nuovo PRG Intercomunale. Oltre a questo emerge come siano stati ridotti notevolmente gli stanziamenti a favore del sociale e dello sviluppo economico, mentre risultano quasi assenti gli stanziamenti a favore della cultura e del turismo. Il bilancio fotografa un aumento progressivo negli anni dell’indebitamento e della pressione fiscale: prima di contrarre nuovi mutui e aumentare le tasse sarebbe stato opportuno verificare come  poter incidere il più possibile sulla spesa. Ma ancora più preoccupante è il quadro finanziario degli anni a venire: da un’analisi del bilancio risulta che, nonostante non si ricorra all’indebitamento per l’anno in corso e per la prima volta si faccia ricorso all’anticipazione di cassa, la situazione non è sanabile e porterà a uno sforamento dei parametri previsti dal patto di stabilità di prossima applicazione, con conseguenze estremamente penalizzanti.  Dato il quadro di criticità, le scelte operate dall’Amministrazione non vanno di certo incontro alle esigenze né delle famiglie, che si troveranno a fare i conti con le aliquote maggiorate dell’IMU, né delle imprese, dei commercianti e degli imprenditori. Proprio per questi motivi il giudizio  non può che essere negativo.
Cinzia Moriconi- consigliere comunale Fratta Todina

18 luglio 2012
Cinema in piazza a Massa Martana: polemica per il film "Berlinguer ti voglio bene"

Attenendoci  agli umori e ai commenti espressi da molti dei massetani presenti, è necessario spendere due parole sulla proiezione del  film “Berliguer ti voglio bene” avvenuta il 13 luglio nella pubblica P.za Umberto I° a Massa Martana, nell’ambito della manifestazione il Cinema d’Autore realizzata con la collaborazione della Amministrazione Comunale.
Solo la cosiddetta “cultura impegnata di sinistra” riesce a contrabbandare  questo film come un’opera d’arte, mentre alla prova dei fatti è risultato essere esclusivamente uno spettacolo imbarazzante per la bassezza dei suoi dialoghi, un  turpiloquio continuo che ha indotto molti spettatori ad allontanarsi prima della fine del film.
Tra questi anche l’ex On. Fausto Bertinotti, invitato come ospite d’onore, e lo stesso Sindaco Maria Pia Bruscolotti.
La controprova della vergognosa figura fatta fare al nome di Massa Martana è stata quella che il giorno successivo  alla proiezione, il Sindaco, turbata, ha cominciato a scusarsi e a criticare l’evento alla cui realizzazione aveva prima contribuito dando il suo assenso, insieme alla Giunta.
Lacrime di coccodrillo!          
Quando una istituzione  pubblica collabora ad una manifestazione,dovrebbe prima informarsi e approfondire  su quello che viene fatto a “casa propria”, poi dovrebbe avere la capacità e la forza  di dire anche no, visto che, particolare non trascurabile, si utilizzano fondi pubblici, e quindi non bisogna accondiscendere a tutto solo per mera affinità di circuito politico.
Si dirà sono solo dei “bigotti” e “moralisti”, ma ci piace sottolineare che di fronte allo “spettacolo” offerto questi epiteti suonano per noi come dei grandissimi complimenti!
PDL Massa Martana

18 luglio 2012

Gesenu: anche i cassonetti, come il pesce, puzzano sempre dalla testa?

Trovo del tutto singolare – afferma Rocco Valentino, Capogruppo PDL  al Comune di Perugia – la recente “uscita” sui quotidiani locali di un Dirigente della Gesenu, in merito a quel “certo numero di operatori della Gesenu che si riposano e fanno colazione in un locale di Perugia” distraendo così indebitamente tempo al servizio che dovrebbero rendere alla collettività.
Così come trovo altrettanto particolare che proprio in quel momento un fotografo si trovasse da quelle parti fotografando, quasi per caso, i presunti fannulloni ( parrebbe proprio un caso, o forse si è trattato di una trappola bella e buona), e che sempre lo stesso Dirigente della Gesenu abbia definito i dipendenti della Gesenu “dei privilegiati. Lungi da me l’idea di prendere le difese di coloro che approfittano delle “pause” prolungandole all’infinito, ma a me sembra tanto che la levata di scudi sia del tutto fuorviante rispetto al problema principale.
In realtà – prosegue Valentino – coloro che operano nel nostro territorio sono gli stessi che, a differenza dei colletti bianchi della Gesenu, si alzano alle 5 del mattino per rendere un servizio alla collettività a fronte di uno stipendio di 1.000, 1.200 euro al mese. Sono guarda caso gli stessi – prosegue Valentino – che per mantenere elevato lo standard e per rispettare a pieno gli impegni della raccolta differenziata sono stati, e sono tutt’ ora, costretti a turni anche estenuanti senza poter contare su nuove risorse in termini di risorse umane e di mezzi. Sono sempre gli stessi che con il loro lavoro rendono più confortevoli le poltrone del management della Gesenu.
Se poi, prosegue Valentino- stando a quanto affermato, gli operatori sono da considerarsi dei “privilegiati”, come classificare i “Dirigenti” della stessa Gesenu? Degli ultra fortunati baciati dalla Dea bendata? E perchè nel sito della Gesenu non sono pubblicati i loro emolumenti,  e com’è che “qualche” manager ha potuto cambiare ben tre auto di “rappresentanza” in appena una anno?. Ed ancora: com’è possibile che alcuni dirigenti detengano ampi quote di partecipazione in numerose Società collegate alla Gesenu? Tutto questo, naturalmente, nel più assoluto silenzio connivente (e di interesse) di qualche “sindacato” che per qualche prebenda in più abbandona al loro destino i lavoratori.

Allora, prosegue Rocco Valentino, se oggi qualcuno si è svegliato in cerca di una qualsivoglia forma di pubblicità per  ottenere un facile consenso da una più vasta platea, questi farebbe bene a riflettere prima di parlare, gettando comunque discredito sull’intera categoria. Ripeto: lungi da me difendere coloro che approfittano nel loro lavoro del denaro dei contribuenti, ma i Dirigenti della  Gesenu sanno benissimo (e se non  lo sanno che  si informino) che l’art. 6 del Modello di Organizzazione e Gestione del contratto Gesenu prevede il sistema disciplinare da applicarsi in caso di mancato rispetto del contratto di lavoro da parte dei dipendenti NON dirigenti . Se questo è il caso, lo si applichi e basta, senza clamori o inutili proclami: certe uscite non fanno bene neanche alla dirigenza della Gesenu, perchè al contrario dei desiderata, sorge il dubbio che si vogliano indicare eventuali responsabilità altrui per non parlare delle proprie. O per lavarsi la coscienza. Forse non sarà questo il caso, conclude Rocco Valentino, ma c’è un detto mai passato di moda: il pesce puzza sempre dalla testa. 
Rocco Antonio Valentino Capogruppo PDL Comune di Perugia
 

18 luglio 2012
I giovani del Pdl di Todi vogliono le primarie o il congresso

Partire dalla nuova generazione per inaugurare una nuova fase politica, fatta di rilancio dal basso, costruendo un partito più forte e alternativo alla Sinistra. Deve essere questo il punto di partenza da cui il Pdl deve poter inaugurare una nuova fase politica. Ed è proprio in questa fase, in cui la nostra città ci chiama a costruire un nuovo progetto politico, che bisogna aprire un percorso di confronto e inclusione, con la massima partecipazione dal basso, uniti intorno ad un programma comune, il più aperto possibile a tutte forze politiche, economiche e sociali. E’ per questo motivoche ritengo utile e necessario, oggi più che mai, una selezione della classe dirigentedel PDL attraverso il confronto con la base degli iscritti che faccia riferimento a meccanismi come i congressi o le primarie. Non ha importanza il sistema con il quale presentarsi, importante è parlare alla gente partendo dachi in primo luogo milita nel partito. Il movimento giovanile del PDL guardacon attenzione la fase di rinnovamento lanciata dal Presidente Berlusconi. Sono sicuro che ciò rafforzerà ancora di più coloro che saranno chiamati al duro compito di creare e portare avanti un nuovo e costruttivo progetto politico per la nostra Città. Rilanciare il partito in questo senso, partendo dai giovani,darà una nuova prospettiva politica non solo al centro destra locale, ma a tutti coloro che intendono cambiare l’attuale modo di fare politica; un modo oramai arrivato alla fine del suo processo.
Roberto De Vivo Membro del Direttivo Pdl-Todi

18 luglio 2012
Soppressione uffici giudiziari a Todi, un’interrogazione 

PREMESSO
 che l’art. 2, comma 1, della legge 14 settembre 2011 n. 148 statuisce che “il Governo … e’ delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più’ decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza”;
 che, in particolare, la delega conferita con la suddetta legge al Governo prevede la soppressione degli uffici del giudice di pace e delle sezioni distaccate di tribunale che non raggiungano determinati parametri (estensione del territorio, numero degli abitanti, carichi di lavoro ed indice delle sopravvenienze, specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, tasso d’impatto della criminalità organizzata);
 che è stato pubblicato sul sito del Ministero della Giustizia il D.Lgs inerente la “revisione delle circoscrizioni giudiziarie – Uffici del Giudice di pace” nel quale è prevista la soppressione di 674 uffici del Giudice di Pace, tra cui quello del Comune di Todi;
 che anche la sezione distaccata di tribunale è caduta sotto la mannaia e verrà soppressa;
 che la chiusura  della sede della sezione distaccata del Tribunale e del Giudice di Pace di Todi assesta un grave colpo ai servizi presenti sul nostro territorio comunale oltre a comportare enormi disagi ai cittadini e professionisti, con aggravio di costi di accesso alla giustizia;
 che con la chiusura dell’Ufficio del Giudice di Pace verrebbe ad essere negato il diritto sancito dalla nostra carta costituzionale proprio a quei cittadini meno abbienti, ai quali, oltretutto ed in maniera più diretta e prevalente, si rivolgono gli interventi di decisione dei Giudici di Pace;
 che, limitatamente agli uffici del Giudice di Pace, l’articolo 2, comma 1, lettera o) consente agli enti locali interessati di richiedere il mantenimento degli uffici soppressi, anche consorziandosi tra di loro, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione dagli enti medesimi, rimanendo a carico dell’amministrazione giudiziaria centrale la determinazione dell’organico del personale di magistratura onoraria entro i limiti della dotazione nazionale complessiva nonché la formazione del relativo personale amministrativo;
 che la manifestazione della disponibilità da parte degli Enti Locali a farsi carico del mantenimento degli Uffici di che trattasi, secondo quanto stabilito dal decreto, deve avvenire entro sessanta giorni dalla pubblicazione delle tabelle di soppressione sul sito internet del Ministero della Giustizia;
 che la commissione mista (politici – rappresentanti dei professionisti e di altre categorie) a suo tempo istituita aveva ricevuto rassicurazione di un forte impegno politico a livello regionale, teso a scongiurare la chiusura degli uffici giudiziari nella città di Todi;
 che l’amministrazione comunale non ha più attivato iniziative volte a difendere i nostri uffici giudiziari e gettano sconforto le ultime dichiarazioni di rassegnazione a firma del Sindaco uscite sulla stampa;
 che, in particolare, non risulta avanzata la richiesta al Ministero della Giustizia per il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace nel nostro comune;
tutto ciò premesso
interroga il Sindaco per sapere
1) se, con riferimento alla annunciata soppressione della Sede Distaccata del Tribunale di Todi, intende continuare nella lotta già principiata dalla precedente amministrazione, avviando un tavolo di confronto con il Ministro della Giustizia e gli organi politici regionali e nazionali al fine di scongiurare la chiusura dell’importante presidio di legalità.
2) se intende richiedere, il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Todi, facendosi l’ente locale integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia, magari valutando l’opportunità di promuovere un incontro urgente con gli altri comuni del circondario al fine di costituire un consorzio tra comuni così come previsto dal D.Lgs.
Si richiede risposta scritta e orale.
Il Consigliere del PDL Avv. Moreno Primieri

17 luglio 2012

Ponte di Montemolino, ma quale inerzia!

In merito al comunicato del Popolo della Libertà, ritengo necessaria una mia precisazione riferita all’argomento trattato.
Pur comprendendo l’esigenza del partito di opposizione di trovare i più svariati motivi per sollevare un “polverone politico”, mi sembra alquanto scontata l’argomentazione usata per far ritenere la presentazione di una semplice interrogazione consiliare, che ricordo essere un diritto, se non un dovere di ogni consigliere, come un elemento di spaccatura nella maggioranza.
L’interrogazione da me presentata il 2 Luglio è solo la richiesta, venuta da molti cittadini delle Frazioni interessate, di informazione in merito agli interventi previsti.
Inoltre volevo rendere noto che chi ha scritto è poco informato sui fatti, in quanto il Sindaco, insieme all’Assessore ai Lavori Pubblici Costanzi, ha risposto direttamente ai cittadini, in una riunione di pochi giorni fa, alla quale anche io ero presente, avuta luogo in Cecanibbi.
Mi preme evidenziare il differente comportamento tenuto nei confronti dei cittadini da parte del Sindaco e da parte dell’ex sindaco Ruggiano, se per il secondo erano necessarie settimane o mesi per parlarci, per Rossini è bastato qualche giorno per recarsi sul territorio e dare spiegazioni.
Visto che i lavori sono in fase di ultimazione e che la popolazione della zona ritengo sia soddisfatta, ritirerò in Consiglio Comunale l’interrogazione dato che si potrà prendere atto dell’opera che fin’ora sta avanzando nella forma corretta.
Colgo l’occasione infine per ringraziare gli enti sovracomunali che, in un momento di grande difficoltà economica, si sono adoperati per reperire risorse necessarie per la realizzazione dell’opera.
Simone Mattia Berrettoni – Consigliere Comunale PD

16 luglio 2012
Ponte di Monte Molino:… ennesima puntata

Bene ha fatto il consigliere Berrettoni a sottolineare, attraverso una interrogazione al Sindaco Rossini, l’inerzia di tutta l’Amministrazione Comunale rispetto ad una questione delicata come quella che si determinerà a seguito della chiusura del ponte di Monte Molino.
 Tale circostanza avrà, infatti, una forte incidenza sulla viabilità che attraversa le frazioni di Cecanibbi e Pian di San Martino, con conseguenze non indifferenti per la popolazione residente. Il giovane Berrettoni denuncia il lassismo e l’indifferenza di una giunta che, in due mesi, non si è caratterizzata su nulla se non nell’assoluto silenzio del Sindaco il quale, come dimostra l’interrogazione, non solo non rappresenta alla cittadinanza come intende operare, ma non lo fa nemmeno con i propri consiglieri di riferimento.
 Il paradosso di dover costringere a formulare interrogazioni formali agli stessi componenti della maggioranza consiliare, lascia presagire una gestione del tutto inadeguata, soprattutto in relazione ad emergenze come quella che andrà determinandosi nei prossimi giorni. Nella fattispecie il Sindaco dovrebbe illustrare come intende affrontare l’emergenza che deriverà dalla chiusura del ponte di Monte Molino, come intende tutelare i cittadini residenti,  ma anche, come sostenere  le condizioni di percorribilità per chi, utente della strada, si troverà ad usufruire di un tratto stradale evidentemente inadeguato a sostenere il forte incremento del flusso automobilistico.
Inoltre il Pdl intende chiarire che,  l’amministrazione Ruggiano, negli incontri tecnici che si tennero con Provincia e Regione, auspico’ un intervento risolutivo per il Ponte, chiedendo alla Regione l’impegno dei Fondi POR FESR 2007/2013 per la realizzazione di una nuova e piu’ funzionale struttura. Ci chiediamo infatti perché si spende denaro pubblico per “mettere in sicurezza” un ponte il quale, nella migliore delle ipotesi, sarà ad un unico senso di marcia e con traffico limitato a veicoli di portata inferiore ai 35q? Perché il territorio di Todi deve farsi carico di sostenere tutti gli oneri per mettere in sicurezza la viabilità alternativa? Se esistono progetti e programmi infrastrutturali volti a risolvere problemi di manutenzione e gestione che, anche a ponte “risanato”, rimarranno vivi per il futuro?
Ci auguriamo Rossini si impegni a tutelare Todi e i suoi cittadini, e che il forte feeling fra lui e il Sindaco di Marsciano, scoperto nel corso della scorsa campagna elettorale, non nasconda strategie poco lungimiranti per la città tuderte. Come i suoi consiglieri, pertanto, lo invitiamo ad attivarsi quanto prima e a dare le risposte che la cittadinanza merita di avere.
Popolo della Libertà TODI

16 luglio 2012
"Quelli de Todi" dicono no al salvataggio delle poltrone provinciali ternane

In questi giorni di estate  caratterizzati dal dibattito sulla spendig review, sta emergendo sulla stampa regionale e locale, la volontà politica di salvare la Provincia di Terni dalla soppressione prevista dal decreto del Governo Monti.
Come tutti saprete, la provincia di Terni infatti non possiede i tre requisiti minimi previsti dalla legge per restare in vita, in quanto non ha ne’ il numero minimo di popolazione residente,ne’ l’estensione territoriale minima,ne’ il numero minimo di comuni per conservare lo status di Provincia. La proposta che sta prendendo piede e’ quella di ridisegnare geograficamente la provincia di Terni, facendo rientrare sotto di essa un numero di comuni tali da farle acquisire i requisiti minimi per la sua sopravvivenza….. Ora udite udite sembrerebbe che tra i Comuni  in predicato di salvare la Provincia di Terni ci sarebbe anche quello di Todi!!! Non vogliamo sollevare una mera  questione campanilistica, anche se da noi sentita in modo particolare, ma riteniamo che politicamente tale operazione ha il solo obiettivo di mantenere in vita poltrone politiche in un  momento in cui ai cittadini vengono richiesti sacrifici economici immani, che spesso non possono neppure permettersi.
A questo punto ci chiediamo quanti a Todi condividano tale eventualita’? Quali sono le forze politiche favorevoli alla proposta? E soprattutto cosa ne pensa l’Amministrazione Comunale di Todi?
Come Perugia club Monkeys Quelli de Todi manifestiamo da subito la nostra più totale contrarieta’ a tale proposta, riservandoci, qualora la volontà politica sia confermata, ogni azione democratica volta a scongiurare tale nefasta eventualità.
Noi non vogliamo fare politica pero’ al tempo stesso non vogliamo che la politica si prenda gioco di noi! CHIARO?????
Perugia Club "Monkeys Quelli de Todi"

12 luglio 2012

Nuovo conto energia: tanta burocrazia e via libera ai rifiuti
E’ con molta preoccupazione e apprensione che apprendiamo i contenuti del nuovo conto energia che doveva rappresentare il V° rinnovo per rilanciare un settore, quello delle rinnovabili, che sta cominciando a sentire la crisi e che necessita di un supporto economico-legislativo per creare veramente un’alternativa energetica in Italia.
Il risultato è in perfetto stile Monti: mette in crisi le rinnovabili vere, introducendo una serie di ostacoli burocratici, che si traducono in costi, e contemporaneamente prevede incentivi per bruciare rifiuti indifferenziati. Il decreto sulle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, infatti, prevede specifiche tariffe per incentivare l’energia elettrica prodotta bruciando rifiuti "non provenienti da raccolta differenziata" riscontrabili nella Tabella 1.1.
Quattro sono infatti le diverse tipologie di fonti per quanto riguarda il capitolo delle biomasse e biogas per alimentare gli impianti: prodotti di origine biologica (colture dedicate), sottoprodotti di origine biologica, rifiuti con frazione biodegradabile determinata, rifiuti non provenienti da raccolta differenziata.
Gli impianti al di sotto dei 300 kW che bruciano immondizia sono incentivati addirittura più generosamente di un piccolo impianto fotovoltaico sul tetto di una casa:  hanno infatti un incentivo 257 euro a MWh per 20 anni; per fare un paragone l’eolica delle stesse dimensioni è incentivata con 149 euro.
Inoltre viene riconosciuto un periodo transitorio di 6 mesi contro i 4 delle altre fonti rinnovabili.
Riteniamo che il contenuto di questo decreto si assolutamente contrario oltre che alla ragionevolezza anche agli indirizzi e alle istanze che da tutta Italia arrivano alle istituzioni.
Abbiamo da sempre sostenuto che non esiste, attualmente, alternativa al riciclo e al riutilizzo se non l’incenerimento che, come sappiamo, produce altissimi tassi di inquinamento. Prevedendo degli incentivi per chi brucia inevitabilmente verranno a mancare delle risorse per tutti quei soggetti impegnati a sviluppare politiche di riciclo e di rifiuti zero, dando, oltre tutto, una scappatoia per non farlo. La preoccupazione è maggiore se pensiamo che anche nella nostra regione possano essere fatte delle scelte in questo senso che fino ad ora erano state evitate.
Non comprendiamo come l’attuale Governo possa aver ritenuto che lo Stato, pensato come comunità di cittadini e soggetti attenti alla propria salute ed al benessere generale, possa ritenere adeguato incentivare chi brucia rifiuti indifferenziati.
Consideriamo questo decreto un passo indietro significativo nelle politiche energetiche del nostro Paese e combatteremo in tutte le istituzioni e nei luoghi idonei al fine che esso venga modificato al più presto.
Giorgio Giansanti – Responsabile Ambiente Coordinamento Provinciale SEL Perugia

11 luglio 2012
Il Pdl sugli uffici postali marscianesi a rischio

Le conseguenze di una  possibile chiusura di alcuni uffici postali del marscianese, da parte dell’azienda Poste Italiane Spa, privano il nostro territorio, già messo a dura prova dal terremoto del 2009, di un fondamentale presidio pubblico.
Una situazione del genere è destinata a provocare enormi disagi alle fasce più deboli della popolazione, anziani e persone sofferenti, costrette a spostarsi verso altre località per quello che doveva essere un servizio di presidio a carattere pubblico, da parte di una società oramai privatizzata.
Nelle piccole frazioni, l’ufficio postale costituisce un tessuto sociale vivace, fondamentale per la sopravvivenza del paese, soprattutto in questa zona che  dopo i fatti del sisma del 2009, in tutti i modi cerca di ritornare alla normalità. Il disagio maggiore, inutile nasconderlo sarà avvertito dall’ intera  popolazione di Spina, la più grande e numerosa del Comune, che si vedrà costretta a migrare a Cerqueto, il cui ufficio dovrà sopperire alle esigenze dell’intera utenza di quasi tutta la popolazione del nord del comune di Marsciano.
Il piano nazionale di riorganizzazione del servizio postale messo in cantiere da Poste Italiane deve vedere coinvolti le rappresentanze istituzionale dei territori interessati.
Costantini Cristiano, consigliere Pdl Marsciano
 



10 luglio 2012
Uffici postali da chiudere, anche Ilci a rischio?

Il sottoscritto consigliere comunale del PDL Avv. Moreno Primieri, chiede se l’Amministrazione comunale ha risolto il problema relativo alla chiusura pomeridiana dell’Ufficio postale di Todi Centro e se intende porre rimedi all’attuale situazione di disagio vissuta dai cittadini che facevano riferimento a tale Ufficio postale per le incombenze del pomeriggio.
Oggi, se i cittadini hanno necessità di servizi postali  nel pomeriggio possono fare riferimento soltanto ad uno sportello di Marsciano, unico ufficio aperto in tutta la Media Valle del Tevere dopo le ore 14,00.
Inoltre, sempre con riferimento al servizio postale, stante l’annuncio di Poste Italiane di voler ridurre i costi anche in Umbria con la chiusura di 50 sedi, lo scrivente chiede se il sindaco e la giunta sono a conoscenza di una lista ufficiosa delle sedi che dovrebbero saltare in cui figurerebbe anche la sede di Ilci per quanto concerne il nostro Comune.
Già in passato, precisamente nel 2002, i cittadini di Todi delle frazioni di Montenero e Izzalini si erano dovuti rassegnare ad avere una riduzione dell’erogazione dei servizi postali.
Ora la situazione risulta ancora più grave dal momento che la chiusura pomeridiana dell’Ufficio di Todi Centro connessa all’eventuale chiusura di Ilci crea disparità di trattamento tra cittadini, nonché  disagi per i residenti delle frazioni limitrofe costretti a recarsi fuori comune.
Va infatti sottolineato come l’Ufficio postale di Ilci sia un punto di riferimento anche di abitanti di frazioni vicine.
Per quanto premesso e considerato si chiede di sapere se l’amministrazione è informata circa la situazione rappresentata, raccomandando in ogni caso al Sindaco e alla Giunta di intervenire quanto prima presso la Direzione delle Poste per risolvere i disagi arrecati ai cittadini dalla chiusura pomeridiana dell’Ufficio del Centro Storico e per scongiurare la paventata chiusura della sede periferica di Ilci.                   
Il Consigliere del PDL Avv. Moreno Primieri

10 luglio 2012
Uffici postali da chiudere: nessuna comunicazione ufficiale però……..

In relazione alle notizie di stampa che ipotizzano un piano riorganizzativo delle Poste Italiane con la soppressione degli uffici postali di alcune frazioni del territorio nord del Comune di Marsciano, e precisamente Spina, Mercatello e Castigliane della Valle, l’Amministrazione comunale precisa che non è pervenuta alcuna comunicazione ufficiale in merito da parte di Poste Italiane.
Sarebbe comunque inaccettabile qualunque provvedimento di ridimensionamento del servizio riguardante, in particolare, i centri abitati delle zone terremotate. Si tratterebbe, infatti, di un atto grave che andrebbe ulteriormente a peggiorare la qualità di vita di una popolazione già provata dagli eventi sismici del dicembre 2009, con la ricostruzione leggera delle abitazioni, e di altre strutture, in corso e ancora in attesa di provvedimenti certi da parte del Governo per quanto riguarda la ricostruzione pesante. La soppressione di un servizio importante quale quello postale darebbe un ulteriore spinta allo spopolamento di quelle zone. L’Amministrazione è certa che in un eventuale piano di razionalizzazione dei servizi da parte di Poste Italiane si terrò conto di tutto ciò ed è comunque pronta a fare quanto necessario per la tutela di questo come di ogni altro servizio riguardante la popolazione colpita dal sisma.
L’Amministrazione comunale di Marsciano


9 luglio 2012
Caro Bersani ti scrivo

Caro segretario,
a due anni e mezzo dal sisma (15 Dicembre 2009 Marsciano PG – Umbria) che ha seriamente  colpito  una parte di territorio che rappresento, sento  il dovere e la responsabilità di scriverti non solo per rappresentarti la situazione, ma per chiederti uno scatto in avanti. 
A distanza di tutto questo tempo , dopo aver gestito ottimamente la fase di prima emergenza ed avviato, e ormai quasi concluso, la fase della ricostruzione “leggera”, non riusciamo ancora, nonostante gli sforzi delle Istituzioni locali, ad avviare la più impegnativa fase della ricostruzione “pesante” che coinvolge oltre 600 persone (ancora fuori casa) e molte attività produttive. Anche questo Governo, dopo l’inerzia di quello precedente, non adotta i provvedimenti e gli stanziamenti finanziari che la popolazione colpita attende in maniera sempre più spazientita.
In occasione della presentazione del Decreto sulla spending review non è stato inserito alcun stanziamento per far fronte alla nostra situazione dopo che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministro per la coesione territoriale ed il Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze avevano assicurato di trovare in quella sede la copertura necessaria (circa 40 milioni) ed abbiamo così assistito ancora una volta increduli all’intollerabile diversità di trattamento fra cittadini della stessa nazione, di fronte ad una identica calamità naturale anche se “minore” (così come era già avvenuto sulla mancata esenzione IMU ecc.)
In un grande Paese come il nostro, non possono poi trascorrere inutilmente trenta mesi per cercare invano di avere risposte concrete. Ora serve davvero una decisione di forte spessore politico, serve chiarezza e rapidità.
Ci vuole anche da parte vostra più coraggio, gli strumenti che voi deputati della repubblica Italiana avete a disposizione  vanno usati con decisione e senza imbarazzi, perché è questo il momento di riaprire speranze.
Cosa  chiedo a te e al gruppo dirigente nazionale del Partito Democratico ?  Di reagire, coi fatti,  di spezzare il silenzio e l’omertà. E’ un richiamo severo e allo stesso tempo ponderato di un semplice  segretario comunale . Non un richiamo localistico, perché so bene  che i particolarismi uccidono il tessuto di una nazione, ma so anche che quando la politica è debole  il clima di tensione e di logoramento sociale galoppano. Perchè il principale contributo al veleno dell’antipolitica, laboratorio di populismi e demagogie devastanti, spesso viene proprio dalle ipocrisie della politica e dai suoi ritardi . Ecco, a Marsciano la politica nazionale è in ritardo, in grave ritardo. La politica deve mostrare di avere allora gli anticorpi necessari, fatevi protagonisti di una rinnovata   stagione di solidarietà, di dialogo e di civiltà.
E’ ora di fare squadra anche fra noi, Sindaco amministratori e gruppo dirigente locale quotidianamente impegnato nel territorio  e voi,  gruppo dirigente nazionale del Partito Democratico, ormai partito di “maggioranza” di Governo che ha il dovere di dare risposte, non ad un segretario comunale (che pure le meriterebbe) ma ad un’intera comunità che da oltre due anni e mezzo è stata ferita dalla peggiore delle calamità, il sisma e che forse porta il solo peccato di non aver dovuto “contare vittime”. Un sisma invernale tanto veloce, quanto dimenticato. Dimenticato dai media, ma soprattutto dal Governo e dalla quasi totalità della politica nazionale.
Ti scrivo anche per sottolineare la grande dignità che le comunità dei paesi di Spina, San Biagio della Valle, Castiglione della Valle, Mercatello e Sant’Apollinare (che meritano tutta la nostra stima  e ammirazione) hanno fin qui dimostrato ma che dopo quest’ennesima beffa subita non intendono più stare inermi tanto è viva ed indomita la loro volontà di riprendere il cammino dopo la drammatica caduta.
Caro Segretario nonostante le tante delusioni fin qui vissute non si è ancora del tutto sopita la speranza che lo Stato dimostri con i fatti l’autentico spirito di patria, per il quale queste popolazioni  si sono sempre spese, e che intervenga proprio nel momento in cui c’è più bisogno della solidarietà,  garantendo ai cittadini,  tutti,  i diritti costituzionalmente sanciti.
Se è vero che la politica è condivisione spero che questa mia iniziativa possa in qualche modo aiutare e spero che tu ne comprenda fino in fondo il senso e l’importanza.
So che il Partito Democratico nazionale è intelligente e ha coraggio, lo dimostra ogni giorno sostenendo, anche fra tante difficoltà e contraddizioni, questo Governo e può quindi trovare una via d’uscita anche per questo caso, inserendo magari un emendamento che recuperi l’errore del Decreto sulla spending review in fase di conversione (fiducia o non fiducia…) anche perché, nonostante le tante difficoltà del bilancio dello Stato, la soluzione di questa situazione avrebbe bisogno di una cifra irrisoria.
Non si può più tergiversare o rinviare  da un non provvedimento all’altro. In questo senso le Istituzioni locali, la Regione dell’Umbria e il Comune di Marsciano, hanno dato nell’immediato risposte concrete ed importanti,  ma ora,  a quasi tre anni dal sisma che tiene ancora lontane centinaia di persone dalle proprie abitazioni, sono altre le sedi e le Istituzioni che devono fare, finalmente e fino in fondo, la propria parte.
Mi appello a te non solo perché sei il mio Segretario, ma soprattutto perchè conosco il tuo alto senso dello Stato e la solidarietà sociale che ti contraddistingue; ti chiedo di lavorare immediatamente perché il Governo possa inserire un proprio specifico emendamento utile alla soluzione auspicata nel presentare l’atto di conversione di quel Decreto.
Ridiamo finalmente una speranza a migliaia di cittadini che si sentono traditi dalle più alte rappresentanze Istituzionali del nostro Paese, Parlamento e Governo Italiano.
Torniamo a trasmettere fiducia nelle Istituzioni dimostrando che siamo un grande paese in grado di farsi carico dei problemi dei cittadini, a cominciare da quelli colpiti da calamità naturali e a trovare le risorse e le soluzioni necessarie.
Dobbiamo essere soprattutto noi, che ci siamo presi carico di guidare l’Italia fuori dal tunnel e che ci candidiamo ad aprire il futuro per i giovani e per il Paese,  a restituire fiducia e speranza. Perché se è vero che il Pd è una forza forte, aperta, moderna, allora il riformismo Italiano ha una speranza. Invece il Pd riduce le sue ambizioni, se diventa  una componente ancella di un governo tecnico. Allora perderemmo la scommessa, perché la politica, quella vera, può anche morire di troppa tattica.
Ecco, i cittadini di Marsciano e dei territori limitrofi sono Italiani in difficoltà, gente che ha bisogno della solidarietà e della politica, quella più alta e nobile,  persone, famiglie e imprese che hanno voglia di guardare avanti, di cambiare in meglio il proprio paese senza perdere i legami con la propria storia,  cominciamo da qui.
Un caro saluto
Gionata Moscoloni Segretario Comunale Partito Democratico di Marsciano

5 luglio 2012
Troppi animali incontrollati nel parco

In merito al documento di Andrea Vannini (capogruppo PD Comune di Todi), che bene ha fatto nel mettere in evidenza le problematiche che caratterizzano da alcuni anni il Parco del Tevere, vorrei aggiungere alcune considerazioni che potrebbero essere utili per la soluzione del problema dei danni causati dai cinghiali e soprattutto aprire una discussione utile per la gestione di alcune specie che sono presenti all’interno della superficie tabellata.
Il problema cinghiali all’interno di OASI e PARCHI sta creando seri problemi in tutta la regione Umbria e non solo a Todi; le cause che hanno portato questo problema a livelli esasperati sono diverse:
  1. Come evidenziato da Andrea, la prima causa è di certo l’ impossibilità di cacciare suddetto animale trovandosi lo stesso all’interno di una zona a divieto di caccia programmata.
  2. Il secondo problema deriva dalla mancanza di censimenti o quantomeno stime atte a fornire numeri seri sull’effettiva popolazione del cinghiale all’interno dell’area parco.
  3. La mancanza di un Ente Parco che, insieme alle Istituzioni, fornisca numeri sulla popolazione degli animali all’interno di esso, determinando la gestione con piani di abbattimento atti a ripristinare la giusta densità (8-12 esemplari per km²) al 31 dicembre di ogni anno.
  4. La mancanza di selettori specializzati previo corso Provinciale per operare sulla specie cinghiale all’interno della superficie del Parco del Tevere.
  5. Autorizzazione di girate (massimo 6 persone con 2 cani con soggetti iscritti alle squadre limitrofe e confinanti dei comuni compresi nel Parco) nel bimestre gennaio-febbraio, ovvero prima della riproduzione degli animali come già avviene in altre aree protette della Regione Umbria.
Detto ciò non ho la presunzione di dire con certezza che il problema sarà risolto, ma di certo avremmo molti meno danni a beneficio degli agricoltori a cui dovrebbero essere ridistribuiti tutti gli incassi derivanti dalla vendita della carne degli animali abbattuti, con conseguenti benefici per le Istituzioni che andrebbero a rinvigorire le proprie casse con somme di denaro esterne a quelle già programmate in bilancio.
Chi scrive è un cacciatore che considera il Parco del Tevere come serbatoio naturale per animali di ogni genere, anche per quelle specie di interesse venatorio; purtroppo, fatta eccezione dei tanti cinghiali e, in questi ultimi anni, di una popolazione in espansione di colombacci, cervidi e bovidi, ho potuto solo constatare l’aumento vertiginoso delle specie critiche (corvi,cornacchie, volpi, gazze, storni, eccetera) a discapito di animali come il fagiano, la lepre, la starna, la pernice, eccetera, anzi con il passare del tempo, si è avuto un calo delle suddette specie causato dalla vecchiaia della popolazione derivante dal mancato rinnovamento naturale per colpa di consanguineità di esse che, in aggiunta ai tanti predatori sopra menzionati, hanno notevolmente ridotto la densità di questi animali.
Pertanto, come per il problema cinghiale, sarebbe opportuno creare un’equipe di studiosi (zoologi, agronomi, agronomi forestali e biologi) al fine di trovare soluzioni atte a ripristinare il giusto equilibrio tra le tante specie che vivono all’interno del Parco del Tevere.
Concludo proponendo un serio ripristino di un gestore del Parco formato dalle varie componenti (tecnici, agricoltori, ecologisti e cacciatori) al fine di una sana collaborazione per risolvere le problematiche per il bene di tutti i cittadini.
Come cacciatore iscritto alla FIDC (Federazione Italiana della Caccia) mi farò promotore di portare le relative problematiche del Parco a conoscenza della mia associazione e comunque do da subito la mia disponibilità a collaborare per trovare una soluzione a tutte le problematiche evidenziate in questi documenti a partire dal problema danni cinghiali.
Fabrizio Guazzaroni – capogruppo PSI Comune di Todi


5 luglio 2012
Claudia Giontella e la Basilica di San Valentino a Terni

Unitamente a coloro che vi hanno creduto –esperti, Autorità e cittadini- non posso che rallegrarmi per il secondo stralcio di contributi che la Fondazione Ca.Ri.T. ha ufficialmente destinato alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, finalizzato a un saggio di scavi nell’area della basilica di San Valentino, preceduto dalla promettente ricognizione geo-radar dello scorso inverno. Grazie al rilevante lavoro del prof. Mario Pagano, soprintendente B.A., e della dott.ssa Maria Cristina De Angelis, ispettrice, si potrebbe già partire entro qualche settimana.
E’ un segnale molto positivo per Terni, ancor più lodevole perché lanciato in un momento difficile. Un segnale per il quale occorre ringraziare il presidente Mario Fornaci e il vice Francesco Quadraccia, oltre agli altri componenti del CDA della Fondazione. L’ing. Giuseppe Belli, già vicepresidente, è protagonista anche di questa fase, a ben 43 anni di distanza dal primo sostegno finanziario Ca.Ri.T. per l’assetto archeologico della basilica.
Si evidenzia il comune interesse ad investigare in modo decisivo il passato di un sito di rilevanza internazionale attorno al quale nei prossimi mesi alcuni misteri e scenari sulla vicenda storica del patrono degli innamorati potrebbero essere finalmente svelati, trattandosi nondimeno di un’area di culto più risalente nel tempo.
Occorre menzionare qui un dettaglio importante: la sfortunata prof.ssa Claudia Giontella stava predisponendo una valutazione tecnica sui locali dell’ex convento, che oggi vedono una parziale presenza di Scienze Politiche -su Scienze Politiche, peraltro, la lotta deve continuare perché la Facoltà resti a Terni, secondo alcuni forse conglobata nella nuova struttura di Medicina-Economia a Colle Obito, quando sarà finalmente aperta.
Ebbene, l’inverno scorso il responsabile diocesano delegato e il sottoscritto avevano consegnato proprio alla Giontella il materiale necessario per studiare l’ipotesi dell’insediamento di un nuovo museo a carattere archeologico-religioso proprio presso l’ex convento. Un progetto originale e coerente con la vocazione tradizionale del luogo, ipotizzato con entusiasmo dall’accademica.
E’ anche grazie a lei, al contributo che la Giontella ha generosamente fornito alla città in almeno 20 anni di diuturno impegno personale, che Terni può credere alla forza espansiva, alla concreta riscossa di una storia e di una cultura locale che, pur di notevole valenza, restano tuttora ampiamente misconosciute. Parliamone in maniera nuova.
Al riguardo, fatta salva la presenza nella Conca della Facoltà di Scienze Politiche, sono importanti le parole pronunciate dal sindaco di Terni sull’idea di riconversione dell’ex convento: il primo cittadino, nel corso dell’evento Lions tenutosi qualche settimana fa sul tema ‘San Valentino’, si è infatti reso testimone di una disponibilità concreta. Un ottimo viatico anche in relazione a quanto aveva pensato al riguardo la stessa Claudia Giontella.
Andrea Liberati
 

4 luglio 2012
Biogas nella nebbia a Panicale

Una cinquantina di persone ieri pomeriggio alle 18.00 si sono recate nella sede della cooperativa Polis in località Olmini, dove il sindaco Luciana Bianco aveva pubblicamente annunciato nei giorni scorsi un’assemblea con la partecipazione dell’amministrazione comunale e dell’assessore regionale all’Ambiente, Silvano Rometti.
Né l’amministrazione comunale di Panicale, né l’assessore della Regione Umbria si sono però presentati all’appuntamento che doveva servire a fare un po’ di chiarezza in merito al progetto per la realizzazione di un impianto di produzione di biogas nei pressi della frazione di Casalini e che preoccupa molto la popolazione locale.
L’annuncio dell’assemblea pubblica era stato fatto verbalmente dal sindaco di Panicale lo scorso 21 giugno di fronte a oltre cento persone, durante il convegno “Impianti a biogas e tutela del territorio” che si è tenuto al teatro Caporali di Panicale.
Il Comitato popolare “Proteggiamo il territorio” giudica vergognoso e totalmente privo di rispetto il comportamento degli amministratori panicalesi nei confronti della cittadinanza che si sente lasciata sola e per niente tutelata da chi invece riveste il compito di governarla.
Dopo l’annuncio del 21 giugno l’amministrazione non ha comunicato in alcun modo l’annullamento o lo slittamento dell’assemblea, come se ciò che era stato detto di fronte a decine e decine di persone non valesse niente.
Il comitato fa inoltre presente che ad oggi, nonostante la richiesta avanzata da giorni, non gli è ancora stata consegnata dal Comune la copia del progetto dell’impianto in questione.
“Proteggiamo il territorio” ribadisce la propria posizione non contraria a priori allo sviluppo delle energie rinnovabili e al biogas, bensì contraria alla speculazione a beneficio di pochi e a danno dei più.
Il comitato ricorda l’appuntamento di giovedì 5 luglio alle 21.00 nella sala della polisportiva di Casalini. Saranno presenti tecnici esperti della regione Marche. Il comitato ha ufficialmente invitato a partecipare l’amministrazione comunale.
Proteggiamo il territorio, Pan Kalon
 

4 luglio 2012

Praticanti avvocati sul piede di guerra

Il pacchetto sulle liberalizzazioni ormai in vigore dal mese di gennaio 2012 ha ridotto la durata dei tirocini professionali in 18 mesi ciononostante ad oggi l’ordine degli Avvocati di Perugia – a differenza dei vicini ordini di Firenze e di Roma – riconosce tale limite solo agli iscritti dopo il 24.01.2012 di fatto imponendo a tutti coloro che si sono iscritti anche un solo giorno prima non solo di effettuare 6 mesi di pratica in più ma persino negando a molti di questi la possibilità di svolgere l’esame di stato nel dicembre 2012 e dovendo inutilmente attendere dicembre 2013.
I praticanti avvocati del Foro perugino invocando il principio di eguaglianza richiedono a gran voce l’applicazione per tutti del termine di 18 mesi attraverso una seria mobilitazione che ha già portato in pochi giorni alla presentazione di diverse decine di istanze motivate all’ordine per colmare questa lacuna.
Sono diverse settimane che i praticanti perugini aspettano il verdetto dell’ordine che a causa di carico di lavoro non ha finora nulla statuito in tal senso. Nel frattempo i praticanti perugini non si fermano e dichiarano che faranno valere i propri diritti in tutte le sedi competenti dato che ritengono che sia un dovere per un futuro avvocato difendere e far valere i propri diritti prima che in futuro difendere e far valere quelli di eventuali clienti futuri.
Collettivo praticanti avvocati perugini


4 luglio 2012
Prima la sicurezza delle scuole di Todi

I gruppi consiliari del Partito Democratico, del Partito socialista e dei Valori della sinistra rendono noto di aver effettuato un confronto con il sindaco e la Giunta Comunale per la programmazione degli interventi.
Dall’ incontro è emersa la comune volontà di dare priorità alle questione delle scuole vista la pausa estiva e comunque l’ importanza che l’istruzione riveste per l’ Amm.ne comunale.
Pertanto nei prossimi giorni l’ Amm.ne comunale avvierà una ricognizione sugli edifici di propria competenza ad uso scolastico al fine di verificarne la rispondenza al D. Lgs. 81/2008 ( ex D. Lgs. 626/94 sicurezza sui luoghi di lavoro ), alla resistenza sismica ed alla certificazione prevenzione incendi.
Il tutto al fine di avere un quadro preciso delle necessità, delle eventuali urgenze, e delle risorse economiche necessarie.
Tale ricognizione consentirà di poter effettuare una precisa programmazione tecnica ed economico- finanziaria.
E’ altresì volontà dell’ Amm.ne comunale ricercare ogni utile fonte di finanziamento oltre che ad eventuali proprie risorse.
I gruppi consiliari suddetti esprimono soddisfazione per gli intendimenti espressi dal Sindaco e dalla Giunta condividendo le priorità espresse; il risultato di tale verifica potrà altresì consentire un trasparente confronto in Consiglio comunale e con la cittadinanza e le istituzioni scolastiche circa le priorità in materia di finanziamenti e di opere pubbliche.
GRUPPI CONSILIARI PD – PSI –VALORI D. SINISTRA


3 luglio 2012
I danni dei cinghiali sul Colle di Todi e nel Parco del Tevere

Come si sa quasi tutta la superficie del Colle è area del Parco del Tevere e, come tale, soggetta a tutte le regole che la rendono protetta sotto molti profili. Questa individuazione certamente ha portato a molti benefici per la flora e la fauna autoctona ed anche per la vivibilità complessiva della zona: pensiamo solo al fatto che, non essendovi stato più possibile cacciare, si sono accantonati i pericoli legati all’uso di armi in una zona fortemente antropizzata.
Con ciò ovviamente non si vuole dare un giudizio negativo sulla caccia, anzi il ragionamento che faremo porta a sottolineare aspetti e problemi la cui risoluzione va esattamente nel segno opposto.
Perché diciamo questo? Perché arrivano segnalazioni che si sia determinata una situazione di sovrappopolamento della specie cinghiale, dovuta sia al fatto che, appunto, non vengono cacciati sia a quello che si rifugiano sui fianchi del Colle branchi di essi dalle zone limitrofe dove è possibile effettuarne l’abbattimento in battuta regolare.
Pare che la questione stia diventando pericolosa sotto diversi aspetti: il primo è legato ai danni sempre più frequenti a coltivazioni, orti e giardini; il secondo è che tali danni si stanno verificando anche a strutture murarie, come muretti pollai conigliere e piccionaie o rimesse agricole. Il terzo è ipotetico ma mica tanto: vengono avvistati ormai anche sulla Provinciale e sulle strade Comunali che cingono il nostro Colle e si avviano, purtroppo, a divenire un problema per la sicurezza in auto.
Tutto ciò è ancora più complicato dalla situazione istituzionale che presiede o dovrebbe presiedere e intervenire: infatti il Comune non ha alcuna competenza diretta, l’Ente Parco non opera più da tempo (sarebbe stato interessante ad esempio intraprendere negli anni una indagine progressiva nel tempo sulla quantità e qualità della fauna presente) e presso la stessa Comunità Montana è indaginoso reperire dati.
La Provincia può intervenire o direttamente impegnando le sue Guardie o demandando ai selettori, di concerto sempre con esse, cioè a quei cacciatori professionisti che perseguono l’abbattimento in condizioni di assoluta sicurezza: infatti sembra ovvio che il contenimento della specie debba essere realizzato dai singoli cacciatori a ciò istruiti e formati e non da battute in squadra, irrealizzabili in questo ambiente, anche se indubbiamente più efficaci.
Tutti questi problemi non ci possono però far chiudere gli occhi di fronte ad una situazione che pare stia oggettivamente superando i limiti della sopportazione da parte degli abitanti di alcune zone specifiche e che può apportare problemi alla sicurezza di cose e persone. Per questo motivo vogliamo iniziare una campagna di sensibilizzazione e di conoscenza diretta: invitiamo i cittadini che sono in possesso di informazioni più dettagliate a scriverci o a contattarci direttamente, gli operatori del settore, ad esempio le Guardie venatorie o le Forestali a mandarci notizie e proposte, e ciò vale anche per le Associazioni dei cacciatori in loco. Per poter fare entro Luglio un primo punto della situazione e cercare soluzioni efficaci e coordinate.
Andrea Vannini – capogruppo PD Comune di Todi

1 luglio 2012
Il Saluto del Sindaco al Vescovo

Eccellenza Reverendissima,
Con grande soddisfazione Le porgo un caloroso saluto di benvenuto nella città di Todi a nome mio personale, dell’Amministrazione Comunale e di tutti i cittadini che come Sindaco ho l’onore di rappresentare.
L’accolgo in questa piazza, una delle più belle d’Italia, un luogo che riassume a pieno sia architettonicamente che istituzionalmente la millenaria e gloriosa storia del Comune di Todi.
Questo è il cuore della nostra città; qui infatti era posto il foro romano e sopra il foro romano ha trovato spazio la platea magna medievale sulla quale ancora oggi si affacciano i magnifici palazzi pubblici, testimonianza del ruolo di primo piano che Todi ha avuto nell’età comunale dal XIII al XV secolo: il Palazzo del Capitano, il Palazzo del Popolo e il Palazzo dei Priori, stupende realizzazioni frutto della maestria e della sapienza degli artigiani di Todi.
Edifici che accoglievano al loro interno le istituzioni pubbliche del Comune e che ancora oggi, a distanza di secoli, le ospitano, sotto lo sguardo fiero della nostra Aquila, il nostro stemma, che è lì, a distanza di secoli, a ricordarci il carattere forte e indomito degli abitanti di Todi. Edifici dove erano custoditi gli statuti comunali, raffinati esempi di raccolte legislative che regolavano e garantivano il vivere legale e democratico dei cittadini.
Le istituzioni laiche si guardano, si confrontano, con l’altro lato della piazza, dove trovano il loro spazio urbano il nostro Duomo ed il Palazzo vescovile, simboli altrettanto eloquenti dell’antichissima Diocesi Tudertina, oggi parte della Diocesi di Orvieto – Todi.
Una Chiesa, quella Tudertina, ricca di storia, tradizione, cultura, devozione, come testimonia il prezioso patrimonio di arte e monumenti presente nella nostra città e nel nostro territorio, attraversata nei secoli da grandi esperienze spirituali ed umane. Basti citare: San Terenziano, Primo evangelizzatore venuto da Roma; San Fortunato, defensor civitatis; San Martino I, Papa e Martire; il Beato Jacopone da Todi, francescano mistico e poeta.
Al centro, tra gli edifici civili e religiosi, la Piazza, luogo civico per antonomasia, luogo di mercati, di fiere, di scambi economici, di botteghe artigiane, di feste cittadine, ma, soprattutto, luogo di dialogo, di condivisione, di scambio di idee, quindi di crescita civile, morale e politica.
La piazza dunque è sempre stata, ed avviene anche oggi, il punto di incontro tra le istituzioni pubbliche del Comune con quelle religiose della Diocesi. Istituzioni che fin dal medioevo sono state complementari l’una all’altra, in uno spirito di concordia e di collaborazione, con un unico grande intento: il bene comune, una attività di governo ispirata dalle virtù politiche della prudenza, della fortezza, dell’onestà, della temperanza, della giustizia e della solidarietà. Valori imprescindibili per chi ci ha preceduto, valori ancora oggi attuali che si debbono tradurre in un linguaggio e in un modo di agire comune sempre nuovo, moderno, teso alla crescita ed allo sviluppo della città e dei suoi abitanti.
Eccellenza, è su questa piazza, con questi propositi e con questi obiettivi che io Le rivolgo i migliori auguri di buon lavoro, nella certezza delle Sue attenzioni e cure pastorali per la nostra città.
L’auspicio è che gli antichi e fecondi rapporti tra Diocesi e Comune possano rinnovarsi oggi più che mai, per affrontare insieme le sfide del tempo presente ed assicurare a Todi un futuro radioso, in uno spirito collaborativo e di condivisione a totale beneficio della Comunità.
Il Sindaco di Todi, Carlo Rossini

1 luglio 2012
L’ospedale di Pantalla visto da una paziente dal suo lettino…

Probabilmente mi sfugge la logica moderna cui si sono ispirati gli ingegneri e gli architetti che hanno progettato il nuovo ospedale di Pantalla. Probabilmente nessuno di loro ha mai subìto nemmeno un semplice intervento di appendicite. Probabilmente dal punto di vista del paziente tutto è ribaltato e quando ti sdrai sul lettino vedi tutto al contrario. Ma quello che è sicuro è che non siamo bestie da macello.
E’ proprio così che mi sono sentita quando circa un mese fa ho subito un intervento chirurgico.
Non discuto sulla competenza, gentilezza, capacità del personale ad ogni livello, è la struttura in sé che é a dir poco  terrificante.
La sala operatoria si trova a metà corridoio e per raggiungerla ti fanno fare lo slalom sul lettino passando davanti a vari reparti e ambulatori con gente in attesa, alla faccia della privacy! Cari ingegneri, mettetevi voi sul lettino e fate questo tour panoramico, vi assicuro che non è affatto piacevole, avete considerato che chi sta in quella posizione sta andando a farsi operare e magari è un tantino nervoso?!
Si arriva in una stanzetta che io ho chiamato anticamera del mattatoio. C’è un montacarichi verde sistemato a lato di un’apertura sul  muro, tipo passavivande. Arriva la vecchietta appena operata, la fanno “rotolare” dalla barella al montacarichi, dal montacarichi al lettino con me presente e sempre più terrorizzata. Ma è un film dell’orrore, un comico/horror o è la realtà? La vecchietta sempre più gialla si lamenta anche se ancora dormicchia, la portano via e mi dicono di “rotolarmi” dal letto al montacarichi, dal montacarichi alla barella, “tanto lei ce la fa”! Ma ci rendiamo conto primo che non hanno nemmeno pulito il montacarichi dopo che la vecchietta ci aveva strisciato sopra, secondo che stavo per essere operata e mi fanno fare la ginnasta totalmente sveglia, senza darmi neanche una goccia di valium! Dopo aver rotolato, mi sdraio sulla piccolissima barella, ma uno che pesa 100 kg come fa? E mi guardo intorno. Altro che CSI!
Muri grigi, atmosfera tetra, vari tavoli dove armeggiano alcune persone, semioscurità, freddo, insomma è tutto fuorché rilassante in preparazione di un intervento. Poi ti portano in un’altra stanzetta, anticamera della sala operatoria dove è ancora più freddo e ti coprono con quei teli d’argento che in tv vedi usare sui morti e pensi: "Ma sono già morta?” Ti infilano l’agocannula per l’anestesia e infine ti trasferiscono nella sala operatoria, sempre del tutto sveglia, ti mettono sotto le luci accecanti e in ultimo arriva uno che neanche vedi che ti dice: “Ora le do qualcosa per rilassarla” e finalmente ti addormenti.
Dal punto di vista umano l’esperienza è stata bruttissima e chi dovesse fare interventi più gravi o più complicati del mio sarebbe mille volte più preoccupato ed impaurito di quanto non fossi stata io. Ma dell’aspetto psicologico del paziente non vogliamo tener conto per niente?
Maria Gloria Perrucci

1 luglio 2012
Marsciano: gli scenari per il problema dello smaltimento dei reflui zootecnici

Come abbiamo sempre sostenuto, fino a scriverlo nel programma elettorale per Sabatino Ranieri Sindaco, ora sono disponibili tecnologie che rendono redditizi anche i piccoli depuratori associati alla microgenerazione che permettono, con gli incentivi, introiti notevoli per un settore in difficoltà. Con questa importante integrazione del reddito gli allevatori si potranno dotare dei migliori sistemi per l’abbattimento dell’azoto come vincolato dal piano di tutela delle acque, anch’essi sempre più efficienti ed economici. Compito della politica, piuttosto che regalare risorse a imprenditori ‘stranieri’ che senza rischi, investimenti e manutenzioni, si intascherebbero gli incentivi, è quello di studiare un sistema di garanzia verso le banche, che renda finanziabili i progetti dei piccoli investitori del settore. In questo modo si salverebbe il comparto, si risolverebbe l’emergenza ambientale e si creerebbe un volano di sviluppo  per tutto il territorio. In effetti, in un momento in cui la crisi pilotata dagli affaristi e dagli speculatori internazionali rischia di distruggere milioni di posti di lavoro, la chiusura dei due Ecomostri consortili di Marsciano e Bettona darebbe un impulso allo sviluppo della filiera che distribuirebbe il notevole carico di lavoro indotto in modo trasparente, equo ed estraneo alle solite logiche spartitorie.
Il problema dei reflui e della loro depurazione smetterebbe di essere l’incubo di un solo territorio e verrebbe assorbito in modo graduale e compatibile da tutto il territorio comunale.
Inoltre, in questo caso, il fruitore dell’incentivo convive tutti i giorni con l’impianto ed ha tutto l’interesse al fatto che sia salubre e ben gestito, sia per motivi sanitari che per motivi economici.
Senza entrare troppo nel dettaglio biochimico, da tutte le ricerche emerge che, complessivamente, il digestato è di gran lunga un materiale più sicuro del tal quale.
Non si può parlare di impianti a Biomasse senza analizzare l’aspetto dimensionale.
È chiaro che la scarsa potenza e il basso giro d’affari legato a impianti aziendali non costituisce materia appetibile per ecomafie e soggetti economici poco raccomandabili proprio per la natura degli impianti: piccoli e con quantità di biomassa sostanzialmente prestabilita.
La responsabilità delle tensioni ancora presenti sull’argomento è di chi, nelle istituzioni, ha tradito ripetutamente la fiducia degli abitanti della valle della Genna con trovate miracolistiche e miopi e di chi si è sempre affidato alla politica per la soluzione dei propri problemi aziendali ricevendone più danni che benefici.
Tutte le parti in causa hanno la concreta possibilità, per la prima volta, di uscire da ruoli pregiudiziali e dannosi; non ci saranno molte altre possibilità.
Le tre possibili alternative allo scenario che abbiamo proposto sono la fertirrigazione in deroga permanente del tal quale, la chiusura di tutti gli allevamenti, la riedizione di un mega-impianto consortile.
Ci batteremo con tutte le forze contro ognuna di queste possibilità.
Marsciano Democratica
Sinistra Ecologia Marsciano
Rifondazione Comunista

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter