Condividi su facebook
Condividi su twitter
Per il consigliere regionale Gianfranco Chiacchieroni occorre " utilizzare tutti gli interventi di sostegno, normativi e finanziari, al fine di scongiurare lo smantellamento della struttura”.
mucche-da-latte

In vista della riunione del consiglio della Fondazione Agraria di Casalina di Deruta, in occasione del 120° anniversario della nascita, nel quale si ipotizzano gravi decisioni, il consigliere regionale del partito Democratico, Gianfranco Chiacchieroni lancia ai rappresentanti delle istituzioni regionali, Università, sindacati e Amministrazione comunale un invito per evitare lo smantellamento della struttura zootecnica delle bovine da latte di Casalina, “un’azienda che, oltre a garantire una notevole produzione (le 400 vacche producono 50 quintali di latte al giorno), svolge un ruolo importante anche dal punto di vista scientifico, offrendo un servizio didattico importante per le Facoltà di Agraria e di Veterinaria dell’Università di Perugia”.
Per Chiacchieroni, inoltre, “la struttura rappresenta un tassello fondamentale della filiera corta lattearia-casearia del territorio. Gli alimenti per i bovini, infatti – spiega -, sono tutti coltivati e prodotti all’interno dei terreni della Fondazione, garantendo così un controllo accurato in termini di sicurezza alimentare del latte prodotto dai bovini.
La fliera a Km 0 del latte è inoltre assicurata dal conferimento della produzione giornaliera al vicino punto di raccolta latte della Grifolatte di Balanzano, situazione ottimale che consente risparmi sui costi di trasporto con evidenti ricadute positive anche dal punto di vista ambientale”.
“Lo smantellamento della stalla – rimarca Chiacchieroni – sarebbe un ulteriore brutta notizia per la zootecnia umbra, un settore economicamente importante che oggi rappresenta il 46 per cento del Pil dell’agricoltura regionale.
Con la chiusura della stalla di Casalina, per di più, sono a rischio circa 10 posti di lavoro con serie ripercussioni sulla filiera regionale del latte, un dato che in una situazione di crisi economica diffusa e perdurante come l’attuale, rappresenterebbe un preoccupante segnale sia per gli occupati che per i produttori”.
 

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter