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Il reddito non considerato ai fini del riconoscimento delle indennità di accompagnamento per gli invalidi totali, ma l'importo degli assegni costituirà reddito
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La seconda bozza sulla riforma dell’Isee, che il sottosegretario Cecilia Guerra ha presentato alle associazioni di disabili lo scorso 20 giugno, sembra escludere che l’accesso all’indennità di accompagnamento per gli invalidi totali non sarà collegato all’ISEE.

Tuttavia sembra confermato che le indennità saranno conteggiate come reddito
Anzi, la seconda bozza ha ulteriormente peggiorato il quadro, visto che si prevede di inserire ai fini del calcolo della situazione reddituale, oltre ai trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, anche le carte di debito e i buoni spendibili per l’acquisto di servizi se denominati in euro.”

Costituiranno quindi reddito le somme di denaro connesse a progetti individuali, valutati e approvati dalle ASL e dai Comuni, finalizzati all’assistenza o allo scopo di garantire il diritto a una vita indipendente.
In altre parole, somme di denaro che la persona con disabilità percepisce non solo per un naturale e sacrosanto diritto a scegliere le forme e i modi con cui procurarsi forme di sostegno, ma che, soprattutto, sostituiscono (in modo del tutto insufficiente) la cronica assenza di servizi e sostegni adeguati.

In pratica dunque anche le persone con redditi alti o altissimi potrano avere, se invalidi totali, l’indennità di accompagnamentp ma poi tutti, anche i poveracci, potrebbero perdere i benefici attuali spettanti alle persone con basso reddito ( esenzioni, riduzioni di tariffe, maggiorazione di asegni ecc)  per le quali la misura dell’indennità di accompagnamento e delle pensioni minime di cui godono (?) non bastano neppure a coprire i costi di un/a badante.

 

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