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La proposta del consigliere marscianese Chiacchieroni trova la netta opposizione del neo segretario regionale umbro di Prc che vede nell'iniziativa un attacco alla Presidente Marini ed alla democrazia e rilancia, in aumento, sul numero dei consiglieri ed, in diminuzione, sui compensi
della-vecchia

Il consigliere Gianfranco Chiacchieroni nei giorni scorsi aveva proposto tra l’altro una drastica riduzione del numero dei consiglieri regionali e degli assessori, ma il neo segretario di PRC-FdS Umbria non ha ffatto apprezato la proposta del marscianese

Rifondazione comunista dell’Umbria ritiene quanto mai singolare che, mentre nella nostra regione le politiche del governo Monti non affrontano anzi favoriscono la crisi, il Consigliere regionale Pd Chiacchieroni, per strizzare l’occhio a certa antipolitica, si occupi di "architettura istituzionale".
Si badi bene, non si tratta – continua Luciano Della Vecchia – da parte nostra di "ben altrismo", ma è del tutto evidente che i dati sull’economia regionale e i rapporti sulla situazione sociale ci indicano che in Umbria le priorità sono il lavoro e il welfare.
Per questo abbiamo avanzato ed avanziamo al centro-sinistra umbro la proposta di aprire contro il governo centrale una vertenza sugli effetti nefasti delle sue politiche sull’economia, la società e le istituzioni della nostra regione.

Detto questo, nel merito riteniamo che le proposte di Chiacchieroni su listino, numero consiglieri ed indennità non abbiano né capo, né coda.
Intanto perchè pensiamo che sia necessario salvaguardare la rappresentanza del pluralismo politico, culturale e sociale ed estendere la democrazia ed al tempo stesso ridurre i costi e i privilegi della politica.
A nostro avviso il numero dei consiglieri regionali va portato a 36 e le loro indennità vanno dimezzate, prendendo piuttosto a riferimento il reddito complessivo annuo di un lavoratore dipendente medio, anziché il trattamento complessivo annuo lordo dei magistrati con funzioni del Presidente di sezione della Corte di Cassazione come prevede l’attuale legge regionale che Chiacchieroni non mette in discussione.
Sul listino vorremmo ricordare che il suo fondamento è la forma di governo presidenziale che ha assunto la Regione Umbria nel processo di introduzione del principio maggioritario nel nostro sistema politico, principio contro il quale ci siamo sempre schierati. Se si contestano il maggioritario e il presidenzialismo, se si propone il proporzionale allora è giusto abolire il listino; altrimenti si maschera un attacco alla presidente con una demagogica difesa della democrazia.
Insomma, crediamo che dalle nostre proposte ne trarrebbero giovamento di gran lunga maggiore sia la democrazia dell’Umbria sia le casse della Regione e le tasche dei cittadini.

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