"Oggi celebriamo anche a Todi la Festa della Repubblica, nata il 2 giugno 1946.
Questa data è strettamente legata ad altre date: 25 aprile 1945, giorno della liberazione del nostro paese dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista, 1 gennaio 1948, giorno in cui entrò in vigore la nostra Carta Costituzionale.
Tre date fondamentali nella storia del nostro paese a cui aggiungo anche quella del 17 marzo 1861, giorno in cui fu formalmente proclamata l’Unità d’Italia di cui abbiamo celebrato il 150 anniversario proprio l’anno scorso.
Festeggiare, non vuol dire solo “festa” nel senso classico della parola, ma significa anche riflettere, valutare le prospettive.
Festeggiare con voi questa data, assume quest’anno, per me, un sapore tutto particolare. Perché sono Sindaco di questa città da appena 10 giorni, e voglio essere il Sindaco di tutti: senza distinzioni, senza divisioni, proprio nello spirito della nostra Costituzione. Una Costituzione nata da uomini e donne che seppero superare ogni divisione, ogni contrarietà in nome di una comunione d’ideali e di valori, e misero la loro esperienza, il loro pensiero, la loro stessa vita al servizio dell’unità e della libertà.
Così 66 anni fa le cittadine e i cittadini italiani scelsero la Repubblica ed elessero l’Assemblea costituente, che in un anno e mezzo provvide a redigere la Costituzione della nostra Repubblica, entrata in vigore il 1° gennaio del 1948.
Per noi che abbiamo un impegno politico, per tutti noi cittadini, la nostra Costituzione deve rimanere una guida continua.
L’On. Piero Calamandrei, in una sua orazione pronunciata il 2 giugno 1955 disse: «La Repubblica non fu e non doveva essere soltanto un cambiamento di forma di governo: doveva essere, e sarà, qualcosa di più profondo, di più sostanziale: il rinnovamento sociale e morale di tutto un popolo; la nascita di una nuova società e di una nuova civiltà».
Sta a noi, a tutti noi – politici, amministratori,formatori nella scuola e nelle associazioni, genitori – riprendere in mano la Costituzione, rileggerla e meditarla, proporla ai giovani.
Non è un esercizio inutile e retorico: quel popolo che più di sessant’anni fa fece consapevolmente e democraticamente l’opzione repubblicana fu il protagonista del divenire d’Italia, fu lo stimolatore delle migliori energie intellettuali, che scrissero meditandolo il testo della Costituzione, frutto equilibrato delle grandi culture politiche dello scenario nazionale.
“Liberi non sarem se non siam uni!” in questo verso che Manzoni scrisse nel 1815, in un’Italia divisa e prostrata, è contenuto il sale del nostro vivere civile: unità e libertà.
Dimostrare di credere nell’unità è possibile anche nella vita quotidiana di una città come Todi, che deve ritrovare concordia, collaborazione, con spirito sereno e con convinzione.
Ci attendono anni di duro lavoro, di progetti che non posso, non possiamo affrontare da soli. Il Sindaco e la sua squadra hanno bisogno di essere supportati, aiutati, compresi. Le sfide della globalizzazione, la crisi economica e finanziaria, la mancanza di lavoro e di prospettive per le giovani generazioni rischiano di produrre una nuova frantumazione, più subdola addirittura di quella politica del nostro passato. Rischiano di produrre alienazione, sfaldamento, dispersione delle forze buone. Non dobbiamo permetterlo, c’è una nuova unità che dobbiamo costruire, un’unità civica e civile.
Per Todi ritrovare l’unità vuol dire ritrovare la fiducia in sé stessa, nelle proprie risorse, nelle energie buone che possiede, negli uomini e nelle donne, nei suoi anziani, nei suoi giovani. Significa ricominciare a dialogare, a confrontarsi costruttivamente… tutti insieme, uniti. La storia della nostra unità è nata da piccoli eventi, da pochi uomini… ma anche da grandi ideali e grandi valori. Facciamoci interpreti, nella nostra realtà pur piccola, di grandi valori!
Il 2 giugno del 1946 fu anche un momento di liberazione e un’affermazione di libertà. Libertà di scelta, libertà di opinione, di voto. Il suffragio universale, finalmente concesso anche in Italia, riconobbe alle donne il ruolo fondamentale che esse hanno sempre occupato, e occupano, nella società italiana. Ma anche la libertà è una responsabilità. Essere liberi significa innanzitutto accettare anche la libertà altrui come misura della propria, trovare nel rispetto per l’altro la misura dei propri pensieri e delle proprie azioni. E rispetto per sé stessi, per la propria dignità e i propri valori, e rispetto per quelli altrui.
Anche in questo caso, la globalizzazione ci pone di fronte grandi sfide. Il dialogo con l’altro, la conoscenza reciproca, la garanzia delle libertà nelle differenze di culture, di usi, di storie. La libertà è un progetto che dobbiamo costruire tutti insieme, perché chiuderci nel nostro piccolo mondo per paura dell’altro, significa limitare la nostra libertà trovando nell’altro un capro espiatorio. Dobbiamo invece aprirci ad un’integrazione giusta, rispettosa dei doveri e dei diritti. Anche in questo Todi può vantare grandi esempi, grazie all’opera silenziosa del mondo del volontariato, grazie alla mano ferma e intelligente delle Forze dell’Ordine, grazie alla buona volontà di tutti.
Conoscerci gli uni con gli altri, ci farà più liberi. Assumiamoci quindi ciascuno nel proprio intimo, questo dovere e diritto, la costruzione della libertà. Il passato ci sta davanti, è un patrimonio che abbiamo l’obbligo di non dimenticare, ma dobbiamo integrarlo fortemente con la costruzione dmettendo le nostre esperienze, i nostri errori, i nostri successi al servizio delle nuove generazioni. el futuro. Ed è lo stesso obbligo che ci spinge a progredire, Esattamente come fecero quegli uomini e quelle donne che, dopo lotte e divisioni, dopo tragedie enormi, si avviarono silenziosamente quel 2 giugno del 1946 alle urne, per coltivare una speranza chiamata libertà.
L’Assemblea Costituente volle che il testo della Costituzione fosse depositato nella "Sala comunale di ciascun Comune della Repubblica per rimanervi esposto tutto l’anno 1948, affinché ogni cittadino possa prenderne cognizione" (XVIII disposizione transitoria e finale). Il primo verbo dunque da coniugare nei confronti della Costituzione è quello di conoscere. Certamente il testo, ma soprattutto la sua essenza e cioè "i diritti inviolabili dell’uomo" ed i "doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale" (art. 2). Le azioni di divulgazione e conoscenza sono state per troppo tempo colpevolmente rimosse o sottovalutate nonostante gli strumenti e mezzi di comunicazione oggi a disposizione siano molto più efficaci del passato.
È certamente un segnale positivo la rinnovata attenzione che soprattutto in questi anni la scuola sta ponendo a questi temi e l’Amministrazione comunale ne deve stimolare e assecondare sempre le inclinazioni promuovendole.
In particolare i giovani, infatti, devono essere aiutati a cogliere la sapienza e ricchezza umana che si sprigionano da questo testo.
In un contesto sociale e demografico molto cambiato, soprattutto in questi ultimi anni, dobbiamo chiederci cosa significhi concretamente che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni sociale e personali" o quale impegno e quante risorse è giusto impegnare nel "compito della Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…" (art. 3).
Forse ricorderete che tra i primi atti del suo mandato, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto consegnare il testo della Costituzione ai ragazzi di una scuola romana.
A questo gesto, nel mio piccolo mi sono ispirato, per celebrare oggi la Festa della Repubblica insieme ai giovani neo-diciottenni della nostra città, facendo loro dono di una copia della Costituzione,
Festeggiare quindi il 2 giugno assieme a voi ragazzi che avete raggiunto la maggiore età assume un significato importante, particolare che va oltre il semplice ricordare una data storica. Al compimento del 18° anno la Legge vi attribuisce il potere di agire assumendovi la responsabilità piena dei vostri atti, il potere di votare e tanti altri diritti insieme ad altrettanti doveri.
Da qui in avanti diventa più forte e impegnativa la Vostra partecipazione all’interno della società civile e della comunità del Vostro Paese. Il nostro messaggio quindi è: siete chiamati a mettervi al servizio dei vostri simili e della comunità nella costruzione del bene comune.
Solo quando capiremo che mettendoci al servizio dei valori più alti e nobili che stanno alla base del benessere comune, realizzeremo a pieno gli intenti della nostra Costituzione e renderemo onore ai sacrifici di vite umane e sofferenze che il nostro popolo, il popolo italiano ha dovuto affrontare.
A consegnare la Costituzione ho chiamato tre figure storiche della nostra città, tre partigiani giovanissimi nello spirito e nei valori che hanno dato il loro contributo alla liberazione e alla costruzione della nostra repubblica: Nelson Gilocchi, Ernesto Zoccoli, Amedeo Milordini.
Dalle loro mani un messaggio di speranza alle generazioni future che intendo ripetere ogni anno".
Carlo Rossini – Sindaco di Todi