Da anni l’uso dei solfiti durante i processi enologici di vinificazione è diventata una pratica abituale e consolidata come standard di prevenzione da processi di ossidazione e da infezioni microbiotiche, sgraditi ed incontrollabili.
Tali prodotti chimici però, se usati scorrettamente ed in dosi eccessive, possono provocare reazioni allergiche nel consumatore, sgradevoli mal di testa e disturbi all’apparato digerente.
Questa presenza “chimica” nel vino alimenta sospetti soprattutto nei consumatori stranieri
Per questo motivo era accarezzata l’idea di escludere totalmente l’utilizzo di solfiti durante tutto il processo di vinificazione e di creare un vino naturale.
Il progetto sembra essersi concluso in Umbria, presso la Cantina Barberani di Baschi.
Dal 2006 Niccoló Barberani, enologo e direttore di produzione delle cantine, s’è impegnato in un’attenta e continua ricerca sperimentale per raggiungere questo risultato, impiegando tutto il know-how dell’azienda, la cinquantennale esperienza in vigna e tutte le più moderne tecnologie di cantina di cui la cantina dispone.
Così l’idea di un vino prodotto senza solfiti aggiunti è oggi realtà e si chiama VINOSO2, un vino che infrange le regole ed i palinsesti della tradizionale "scienza enologica".
La grande rivoluzione e scoperta risiede non solo nell’assenza di solfiti aggiunti, ma anche nella asserita assoluta gradevolezza del prodotto unita ad una meravigliosa longevità.
VINOSO2, Orvieto Doc Classico Superiore 2011, nasce da un’accurata selezione in vigna delle migliori uve di varietà Grechetto e Trebbiano Procanico, vendemmiate rigorosamente a mano.
Il particolare metodo utilizzato è caratterizzato, in primis, da una meticolosa disinfezione delle uve e di tutti i macchinari di cantina utilizzati, tramite un trattamento con ossigeno attivato e quindi senza alcun utilizzo di prodotti chimici di sintesi.
L’ossigeno attivato è oggi conosciuto come il composto più efficace e sicuro nei trattamenti di disinfezione e sanitizzazione di cibo e bevande, approvato dalla EFSA, dal Ministero della Salute ed accreditato HACCP e biologico.
Tale tecnica nasce dalla collaborazione con il dipartimento D.I.B.A.F. dell’Università della Tuscia e la PC Engeneering – PUROVINO.
Fondamentale poi la gestione della fermentazione, della decantazione e dell’affinamento totalmente in riduzione, personalmente curata dall’enologo Niccolò Barberani.
Gli acini maturi di grechetto sono caratterizzati da una considerevole ed inusuale tannicità, rara tra le varietà a bacca bianca.
Tale caratteristica assicura ai mosti un’ elevata presenza di sostanze antiossidanti, già nel periodo prefermentativo.
In fase di realizzazione sono stati utilizzati esclusivamente trattamenti fisici sul vino, tramite il controllo della temperatura. Determinante nel successo del progetto è la gestione della macerazione delle fecce di fermentazione per 6 mesi in vasca.