Ieri è venuta a mancare una persona eccezionale che costituiva una delle eccellenze della città di Todi.
Pur vivendo da anni a Terni Claudia Giontella era nata a Todi nel 1966 da una famiglia originaria di Camerata. Claudia ha completamente dedicato la sua vita all’archeologia sino a divenire nel 2007 Ricercatore di Etruscologia presso l’Università degli Studi di Macerata, dove sino ad oggi ha tenuto il corso di Civiltà dell’Italia preromana.
Il curriculum di Claudia, che malgrado il traguardo raggiunto non amava farsi chiamare con il titolo di Professoressa che le spettava di diritto, è lunghissimo e comprende la partecipazione e la direzione di importanti scavi sia in Umbria che fuori regione e un gran numero di pubblicazioni scientifiche.
In particolare dal 1992 assieme ai colleghi della ditta Archeostudio si è occupata della sorveglianza archeologica dei lavori di bonifica del colle di Todi e poi negli anni 2001-2002 ha condotto lo scavo archeologico di due importanti siti venuti alla luce presso il bar della Consolazione e il colle di Montesanto.
A Claudia dobbiamo il rinvenimento e la pubblicazione dei più antichi reperti trovati in città: alcuni frammenti di ceramica protostorica venuti alla luce in via del Forno testimonianti come già durante la media età del bronzo sul colle di Todi esistesse un primo insediamento umano.
La prematura scomparsa di Claudia lascia un vuoto difficile da colmare per l’Archeologia Italiana e per i molti amici e conoscenti che la apprezzavano e stimavano. Di lei rimane il ricordo di una persona dall’acume eccezionale e dal temperamento infaticabile, ma anche una persona semplice e allegra, sempre pronta ad ascoltare gli altri con un sorriso.
Sento il dovere di ricordare una donna dal non comune profilo umano e accademico: Claudia Giontella.
Delicata e sensibile, esile e fragile, dentro nascondeva un cuore grande grande: Claudia ha rappresentato una rara prova di amore disinteressato per il nostro territorio.
Colta e umile –non amava affatto fregiarsi di titoli- collaborava da oltre un anno con l’équipe Diocesi-Soprintendenza-Fondazione Carit, ponendo generosamente la propria esperienza a servizio del progetto relativo ai futuri scavi presso il colle della basilica di San Valentino, essendo già stata protagonista di indagini in situ negli anni ’90, così come di altre fortunate campagne archeologiche in tutta Italia e, naturalmente, a Terni, da quella dell’ex poligrafico Alterocca a San Pietro in Campo a strada di Casanova fino ai rilievi sulla necropoli delle Acciaierie.
Appena due mesi or sono ci aveva ancora una volta incantato, riferendo a una ristretta platea di appassionati i felici esiti degli scavi condotti proprio a San Valentino nel 1997-1998, risultati congelati per lunghi anni nell’attesa di una nuova fioritura di interesse.
Credo di interpretare un sentimento comune se sostengo che era lei la nostra Indiana Jones, la personalità cui tutti -dalle Autorità ai semplici cittadini- si rivolgevano per capire qualcosa di più sulle innumerevoli testimonianze a noi giunte da quel che il professor Massimo Pallottino -e gli storici dopo di lui- chiamarono concordemente "la cultura di Terni" (X-VI sec. a.C.), tuttora da investigare; e Claudia, così giovane e così capace, aveva ancora tanto da dare anche in questa direzione.
Così esile, tanto fragile, di lei resta un ricco lascito, intessuto di sacrificio e di speranza, teso alla riscoperta di radici culturali antiche quanto e più di Roma -profetica intuizione per la Terni di domani da parte di una ternana d’adozione qual era Claudia.
Ma forse quel che rimane davvero in chi ha avuto la fortuna di incrociarla un giorno, per caso, sul proprio cammino, è il modello di un comportamento sobrio e mai volgare, da persona d’altri tempi, che, alla decadenza dei nostri, opponeva l’impegno intellettuale per un rinnovato umanesimo, essenziale per quella riscossa civile e morale dell’Italia tanto vagheggiata quanto, ancora, troppo lontana.
Ciao Claudia
Andrea Liberati