L’Udc di Todi, che ha corso da sola al primo turno elettorale del 6-7 maggio, raccogliendo un risultato assai magro, è stata commissariata dai vertici provinciali del partito. Alla base dell’ultimo "colpo di scena" c’è la spaccatura insanabile del partito (che ha raccolto, è bene ricordarlo, 199 voti) dopo il deludente risultato elettorale conseguito, "a causa anche di ambiguità comportamentali e politiche".
In questi giorni sono arrivate le dimissioni del segretario comunale di Todi nonché candidato a sindaco ed il "il rifiuto reiterato di confrontarsi con il partito da parte del segretario comunale e del responsabile della campagna elettorale tuderte", nonchè – secondo quanto si apprende da fonti confidenziali – "l’assunzione di posizione politica anche a nome del partito nel ballottaggio senza che la stessa sia stata frutto di scelte discusse con il partito stesso e con i candidati, ad alcuno dei quali (quelli peraltro che hanno avuto la stragrande parte delle preferenze) era stato addirittura prospettato ed assicurato, in caso di ballottaggio, l’apparentamento con Ruggiano".
Nella lettera di commissariamento, firmata dal segretario provinciale Marco Angelini, si parla inoltre del "rifiuto dei delegati di lista di mettersi a disposizione del partito, tradendo così il mandato e la fiducia accordata nella presentazione del simbolo" e addirittura di "minacce direttamente ricevute di discreditare l’immagine del partito se il livello provinciale avesse insistito nel richiedere il rispetto delle regole ed avesse così concretamente esercitato il suo ruolo di indicazione politica a livello provinciale volto alla ricomposizione dell’area dei moderati".
Preso atto dell’"annientamento del partito a Todi, ritenuto niente altro che uno strumento personale" e della "necessità di ricostruire dalle fondamenta la realtà cittadina del partito oramai inesistente sia nell’immagine che nel peso elettorale", l’Udc è dunque da oggi commissariata.
La conclusione della lettera è esplicativa dello stato delle cose: "il gravissimo atteggiamento dei delegati di lista nonché la volontà di evitare che le minacciate ritorsioni possano ulteriormente compromettere il partito infangandone l’immagine e l’agire politico, hanno costretto il segretario provinciale a non poter eseguire il deliberato del comitato provinciale con il formale apparentamento con il candidato sindaco Ruggiano".
- Redazione
- 15 Maggio 2012
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