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Il vincitore del primo turno parla di progetto, programma e squadra: "serve un primo cittadino che sappia unire e non dividere, con un impegno schietto e a tempo pieno ed idee chiare sulle cose dare"
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Carlo Rossini ha lanciato la volata finale verso il ballottaggio del 20 e 21 maggio. Lo ha fatto scaldando i tanti sostenitori accorsi alla Sala Tiberina di Pian di Porto per festeggiare "l’eccezionale consenso ottenuto al primo turno" e per essere ancora parte attiva di questo seconda parte della campagna elettorale.
Il candidato sindaco del centrosinistra, forte del quasi 50% sfiorato al primo turno, ha esposto in pochi passaggi gli elementi chiave sui quali è imperniata la sfida. "In un momento in cui la società è lacerata da una forte crisi economica e sociale – ha esordito Rossini – occorre un sindaco che sappia tenere insieme tutti i cittadini, indipendentemente dal colore politico. Un sindaco che sappia unire e non dividere, che non demonizzi gli avversari, che non sia in conflitto permanente con chi non la pensa come lui".

Dopo aver parlato di "un’amministrazione di centrodestra inadeguata", Carlo Rossini ha ribadito che va privilegiato un metodo  fatto di "ascolto, partecipazione ed inclusione”, con un "impegno schietto ed idee chiare sulle cose da fare", senza mai "mancare di rispetto ai cittadini, perché di fronte ai molti problemi da affrontare non si può buttare la politica in gazzarra".
“Oggi – ha detto Rossini – sono ancora più convinto del valore della parola ‘insieme’ che abbiamo messo come perno del nostro programma. Si dice che il secondo turno sia una battaglia tra candidati. Io non ci credo. Il ballottaggio rimane la battaglia di tutti noi, la capacità di coltivare insieme il progetto di governo costruito in questi mesi. Dovremo portare questo stile anche nella gestione del Comune".

Il candidato del centrosinistra ha così cominciato a spogliarsi dei vestiti di alfiere di uno schieramento per parlare come il "sindaco di tutti". "Todi ha bisogno di persone che si mettono a disposizione, al servizio. La mia idea – ha sottolineato Rossini – è di fondare l’Amministrazione sul contributo di ognuno, sul fatto che ci siano molte persone che da punti di vista diversi, con sensibilità diverse e ricoprendo incarichi diversi, portino ricchezza a questo Comune che ha in sé tutte le risorse per rigenerarsi, che deve guardare non a cose che vengono da lontano, ma al piccolo diffuso che ha in sé, mettendo insieme le molte esperienze che ci sono nella nostra comunità per arrivare lontani”.

In chiusura Rossini è tornato sulle priorità e sull’impegno personale che intende prendere con la collettività. “Servono progetti, serve trovare risorse, serve interagire con le istituzioni sovracomunali. Occorre sicuramente una riorganizzazione della macchina comunale, mettendo in chiaro che il buon funzionamento della struttura amministrativa dipende prima di tutto dagli amministratori, che devono impegnarsi a fondo per tutto il tempo del mandato. Il nostro primo impegno è preciso e chiaro: riaprire le porte del Comune, che in questi ultimi anni sono state colpevolmente chiuse. La nostra è una disponibilità totale, per me a tempo pieno. Chi non vuole ascoltare i cittadini tutti i giorni non si può candidare a fare l’amministratore, e tanto meno il Sindaco di una città”.

Non poteva mancare un cenno sulla strategia delle possibili alleanze. "Sono profondamente disposto – ha chiarito Rossini  – a fare inclusione con quanti, partiti e movimenti che oggi sommano il 60% della città, hanno contribuito a bocciare la Giunta uscente al primo turno: anche qui non servono accordi vecchio stile, ma apertura e dialogo per una Todi nuova".

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