Meno venti giorni alle elezioni del prossimo 6 e 7 maggio, quando in Umbria si voterà in nove Comuni – sei della provincia di Perugia e tre in quella di Terni – per il rinnovo dei Sindaci e dei Consigli comunali di Attigliano, Bettona, Cascia, Deruta, Monteleone di Spoleto, Narni, Parrano, Todi e Valtopina. In corsa, complessivamente, 25 candidati alla poltrona di primo cittadino e 417 aspiranti ad uno scranno consiliare. Interessato un corpo elettorale che non arriva neppure a sfiorare i 50 mila votanti. Due soltanto le municipalità (Todi e Narni) dove c’è la possibilità del ballottaggio, qualora nessuno superi al primo turno la soglia del 50% delle preferenze.
A Todi sono scesi in campo quattro candidati sindaco (Carlo Rossini, Antonino Ruggiano, Claudio Serafini e Alberto Leoni), sostenuti da 8 liste con 127 candidati consiglieri ai sedici seggi previsti (vedi altro articolo). Cinque anni fa le liste erano state 11 e 205 il totale di componenti (per 20 posti da consigliere), con Ruggiano, Servoli, Pazzaglia e Giannini a guidare i diversi schieramenti. La rappresentanza femminile, oggi come allora, resta nel complesso sotto la soglia del 30%.
I tuderti chiamati al voto, nelle 22 sezioni elettorali che verranno istituite, saranno meno di 14 mila: l’elenco aggiornato a 45 giorni dalle urne contava 13.829 aventi diritto, di cui 7.157 donne e 6.672 uomini. Meno di un centinaio (97) gli elettori comunitari.
Detto dei numeri che vanno a caratterizzare asetticamente la “griglia di partenza”, non restano che le annotazioni sulla campagna elettorale che, almeno fino ad ora, sembra decisamente sottotono, quasi scialba, senza (per fortuna) le asperità che caratterizzarono il turno precedente ma senza neppure un confronto vero e serrato tra i candidati, con un dibattito approfondito sui problemi della città e sulle differenti vedute e prospettive.
Più che di scelte strategiche vere e proprie si tratta forse di un atteggiamento condizionato anche dalla crisi generale della politica, con la gente comune pressata da difficoltà economiche tangibili come mai in passato e quindi – visto anche l’imperversare degli scandali a livello nazionale – sempre più mal disposta verso gli amministratori della cosa pubblica. Un elemento questo che troverà eventualmente la sua misurazione nell’affluenza al voto (la volta scorsa fu dell’80%, percentuale che non sarà facile eguagliare).
Come è ben noto, nel 2007 finì al ballottaggio a favore di Ruggiano, che sfiorò per pochi voti la vittoria al primo turno, nel quale la maggioranza dei voti andò però al centrosinistra (tanto da dare vita ad un’Amministrazione “zoppa” guarita poi attraverso un episodio di trasformismo politico).
L’Ulivo conquistò il 31,8%, i Socialisti l’11,8%, Rifondazione il 4,8%, Sviluppo per Todi il 3,6%, i Comunisti lo 0,9%; dall’altra parte AN prese il 17,3%, Forza Italia il 13,5%, l’Udc il 6,8% e Fiamma Tricolore il 6,3%. Terzi incomodi, nell’occasione, furono Todi Viva (2,2%) e Insieme per cambiare (1%), ruolo che stavolta sembrano destinati a recitare “Aria Nuova per Todi” e Udc.
Come e quanto è cambiata politicamente da allora la città? Di sicuro, tra centrosinistra e centrodestra, la partita a Todi sembra destinata a giocarsi sul filo di lana.