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Più di un produttore su tre vende all'estero oltre il 60% della propria produzione ed un altro 30% ne vende dal 31% al 60%
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L’indagine FIRAB-ISMEA sull’export dei prodotti biologici italiani ha fatto emergere che il 34% del campione intervistato vende all’estero fino al 30% del proprio prodotto, il 30% delle imprese vende oltre i confini nazionali dal 31 al 60% del proprio prodotto, mentre il 36% del campione vende all’estero oltre il 60% della propria produzione.
La ricerca è stata realizzata tramite 100 interviste ad altrettante aziende che rappresentano le realtà più significative del settore

I principali mercati di destinazione dei nostri prodotti biologici sono: la Germania, dove viene venduto il 42% dell’export bio italiano; la Francia, con il 14%; la Gran Bretagna a quota 8%,  la Danimarca e la Svezia entrambe a quota 6% e la Svizzera al 2%.
Ma anche gli USA, dove viene venduto il 2% dell’export bio italiano e il Giappone attestato sull’1%. Un altro 13% del mercato, infine, afferisce ad Altri Paesi dell’area Euro e un restante 6% finisce in Altri Paesi.
Analizzando la tipologia principale di prodotti esportati, è emerso che i prodotti bio più venduti all’estero sono quelli frutticoli e orticoli, che si aggiudicano ciascuno una quota di mercato del 12%, insieme a olio e vino, anch’essi entrambi attestati sul 12%; seguono il miele al 6%, la pasta e i prodotti da forno entrambi al 5%; il riso, la panetteria, le carni trasformate e i prodotti caseari ognuno al 3%; mentre altri cereali si accaparrano una quota di mercato del 6% e altri prodotti arrivano al18%.
 

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