Condividi su facebook
Condividi su twitter
Si dimettono anche Andrea Lignani Marchesani e Alfredo De Sio (Pdl) dai rispettivi incarichi di vicepresidente e consigliere segretario.
perugia_palazzo_cesaroni_copy_1
Il presidente del Consiglio regionale dell’Umbria, Eros Brega, con proprio atto firmato stamani, “prende atto” che con l’ordinanza del Gip del Tribunale di Perugia è stato emesso un provvedimento di custodia cautelare nei confronti del consigliere regionale Orfeo Goracci, determinandone “la sospensione di diritto dalla carica di consigliere, ai sensi del comma 4-bis, dell’articolo 15 della legge ‘55/’90”.
Tale articolo di legge, nel disporre  dispone la sospensione di diritto dalla carica di consigliere regionale a seguito dell’applicazione della misura della custodia cautelare stabilisce che: ‘Nel periodo di sospensione i soggetti sospesi non sono computati al fine della verifica del numero legale, né per la determinazione di qualsivoglia quorum o maggioranza qualificata’”.
In precedenza anche i  consiglieri regionali Andrea Lignani Marchesani e Alfredo De Sio (Pdl) avevano presentato stamani, al presidente del Consiglio regionale dell’Umbria, le proprie dimissioni dai rispettivi incarichi di vicepresidente e consigliere segretario.
La motivazione di queste ultime dimissioni sono di imporre una “riflessione politica alla
maggioranza che governa l’Umbria”.
La decisione, maturata in mattinata al termine di una riunione di tutti i consiglieri del Pdl, è stata comunicata in calce ad un documento politico, firmato dell’intero Pdl, che così recita:
“L’arresto del Vice Presidente del Consiglio regionale è l’ultimo episodio di una lunga serie di fatti che si succedono dall’inizio della legislatura evidenziando l’esistenza in Umbria di modi di gestione della Pubblica amministrazione che, come abbiamo detto per ‘sanitopoli’, assomigliano molto a quelli usati nelle zone meno sviluppate, in cui regna la pratica del voto di scambio, del favoritismo, e della corruzione.
Per anni abbiamo vanamente denunciato l’esistenza di una questione morale in Umbria finalizzata al controllo ‘militare’ – da parte della sinistra – di tutti i gangli del ‘pubblico’ che ha portato, da un lato ad una mancanza di alternanza politica alla guida delle più importanti istituzioni locali e, dall’altro ad un enorme apparato burocratico, molto costoso, poco efficiente in cui molti – in virtù di una tessera o di buone amicizie – hanno fatto più o meno brillanti carriere senza avere la necessaria professionalità.”

Nel documento si dice, inoltre “siamo di fronte ad un vero e proprio sistema che da Foligno a
Gubbio, da Terni a Perugia, funziona più o meno allo stesso modo e il suo tratto distintivo è che si usano le Istituzioni come se fossero ‘cosa propria’
portando all’interno delle stesse la guerra per bande che esiste nel partito e nella coalizione. Questo, probabilmente, ha portato all’emergere delle inchieste cui stiamo assistendo che, non a caso, nascono dalle denunce di chi non è stato accontentato. Ciò non significa che il Pdl fa di tutta l’erba un fascio né che abbiamo abbandonato la nostra cultura garantista.”
Il documento conclude “ siamo di fronte ad una vera e propria emergenza democratica che pone la nostra Regione in una posizione di grande debolezza e i suoi rappresentanti istituzionali, a cominciare dalla Presidente della Regione, senza quella autorevolezza e credibilità che sarebbero invece necessari in questo delicato momento storico. “

Nel frattempo l’ex sindaco di Gubbio davanti al gip di Perugia durante l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Capanne ha respinto tutte le accuse, ivi compresa quella di violenza sessuale.
Il fulcro della difesa sta nel limitato numero di persone che lo accusano rispetto a quello elevato di persone che hanno apprezzato il suo operato.
I legali di Goracci hanno chiesto gli arresti domiciliari ma il giudice non si è ancora pronunciato.

 

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter