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Night/ albergo d'appuntamenti camuffato da circolo privato sulla via tuderte a Perugia; madre e due figli gestivano l'attivita ospitando numerose ragazze di nazionalità italiana, russa,  brasiliana, marocchina, rumena ed  ungherese,  tutte con i documenti in regola.
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Le voci circolavano da tempo ed militari della Compagnia Carabinieri di Perugia,  congiuntamente a personale dei locali Nuclei Carabinieri Ispettorato del Lavoro ed Antisofisticazione e Sanità, ne hanno avuto facile conferma all’interno del  circolo privato denominato “Il  Barone” e  presso l’attività  alberghiera  denominata  “Hotel  Il  Barone”. 

Un punto di ritrovo per la prostituzione che sembra non costasse neppure molto per le ragazze che vi alloggiavano a pensione completa ( 65 euro).
Diverso il discorso per i clienti che per accedere alle camere delle ragazze dovevano sborsare 50 euro solo per avere la chiave, poi c’era da pagare il resto.

Ovviamente c’era anche chi era a conoscenza che tutte le  ragazze si prostituivano all’interno  dei  suddetti  locali, mettendodisposizione delle medesime anche una stanza ove  potevano prelevare lenzuola ed asciugamani puliti, prima di avere rapporti sessuali con i   clienti.
Quasi  tutte le ragazze presenti all’interno del circolo privato al  momento del blitz  dei militari,   hanno dichiarato  di  prostituirsi  presso l’Hotel  Il  Barone  con  le  stesse   modalità   e  tutte  hanno fatto  riferimento  ad un preciso soggetto  come persona alla quale rivolgersi  per  poter  usufruire  dell’albergo,  al  fine  di  svolgere  la  loro  attività  di meretricio,

Per  diventare   di  socio   dell’associazione / circolo  privato  “Club  Il  Barone”  e  poter   accedere  liberamente   all’interno  del  locale,  era  sufficiente  consegnare  un  proprio  documento  di  identità  alla  persona  addetta  alla  cassa,   la   quale,   dopo  averne   registrato   i   dati   anagrafici,  a  fronte  del pagamento  della  somma  di  euro   20,00  necessaria  per  l’ingresso,  consegnava   agli  avventori  una  tessera  magnetica   dove   venivano  riportate  le  consumazioni,  pari  ad  euro  10,00  ognuna.         
I   clienti  non  conoscevano  affatto  gli  obiettivi  ed  il  compito  istituzionale  dell’associazione,  non  avendo avuto,  tra  l’altro,  la  possibilità  di prendere  visione  dello statuto  né  di essere  mai  stati  invitati  alle  assemblee  dei  soci. 
In  sostanza  non hanno partecipato  alle  dinamiche  sociali  di tale  organismo,  non hanno mai  partecipato  ad  assemblee  dell’associazione  e  non hanno  mai  ricevuto  alcuna lettera  di  convocazione. È palese anche da questo per i Carabinieri che non si tratta di un circolo.

Di  fatto  è  emerso  che  chiunque,  senza  informazioni  sull’esatta  vita  e  sullo  scopo  sociale  dell’associazione,  poteva  fare  ingresso  nei   locali  in questione  e  dietro  mere  registrazioni  dei  soli  dati  anagrafici,  veniva  registrato nel libro  Soci  informatizzato.  Tale  registrazione  era  obbligatoria  per  poter poi  fruire delle prestazione sessuali  delle  ragazze  del locale  ed  effettuare  le  consumazioni  insieme alle  medesime.

Con   l’accusa   di   favoreggiamento   e  sfruttamento  della  prostituzione   sono  scattate  le  manette  ai   polsi  di   F.L.A.,  classe  50,  perugina,   presidente  dell’associazione  “Club  Il  Barone”  ed  amministratore  unico  della  ditta  preposta  alla  gestione  dell’Hotel  Il  Barone,  per  aver,   nella  sua   qualità   sopra   indicata,   favorito  all’interno  dei  predetti locali  l’attività   di   prostituzione  di  13   ragazze  di  nazionalità  italiana,  russa,  brasiliana,  marocchina,  rumena  ed  ungherese,  tutte  con  i  documenti  in  regola.

Nella   circostanza   sono  state  deferite   alla  competente   Autorità   Giudiziaria  la   stessa  F.L.A.,   F.F.M.  classe 1972 e F.P.,   classe   1974, perugini,   figli di F.L.A.,  rispettivamente  socio  e  consigliere  di  amministrazione  della  stessa  associazione,  perché  utilizzavano  impianti  audiovisivi  ed  altre  apparecchiature  per  finalità  di  controllo  a  distanza  dell’attività  dei  lavoratori.                   

Si è ovviamente  provveduto  alla  sospensione  dell’attività  lavorativa  ed  al  sequestro  dei  locali  del  “Club  Il  Barone”,  oltre  che  all’irrogazione  di  sanzioni  amministrative,  per  l’ammontare  complessivo  di  circa  20.000  euro,  per  mancato  aggiornamento  dell’autorizzazione  sanitaria,  mancata  autorizzazione  per  la  somministrazione  al  pubblico  di  bevande  ed  alimenti,  inadempienze  delle  procedure  di  autocontrollo  e  mancato  impianto  del  manuale  di autocontrollo,  nonché  per  aver  impiegato  un  lavoratore  italiano  in  totale  assenza  di  qualsiasi  documento  attestante  la  regolare  occupazione.

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