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Sospesa l'emanazione del bando 2012: le assegnazioni degli alloggi disponibili avverrà a scorrimento
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L’adozione del disegno di legge di modifica della legge regionale 23 in materia di edilizia residenziale pubblica avvenuta il 29 dicembre scorso che sta per iniziare il suo iter di approvazione in Consiglio regionale, impone sostanzialmente la sospensione delle procedure per l’emanazione del bando 2012 per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Per questo motivo la Giunta regionale ha deciso che le graduatorie vigenti o in corso di formazione sono prorogate, predisposte a seguito del bando emanato dai Comuni nell’anno 2010, rimangano in vigore per altri due anni e quindi fino al 2014,in modo da poterle utilizzare, nel frattempo, per effettuare le assegnazioni degli alloggi disponibili.
Sulla base di quanto previsto dalla legge regionale 23 del 2003, nel corrente anno infatti i Comuni avrebbero dovuto pubblicare il bando per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Tuttavia, nelle norme transitorie del disegno di legge in itinere, è stabilito che i Comuni debbano emanare i bandi solo dopo l’entrata in vigore della nuova disciplina, ivi compresi i Regolamenti attuativi. “Negli ultimi anni, ha affermato l’Assessore Vinti, gli scenari sono profondamente mutati. La crisi economica ha portato con sé una drastica riduzione delle risorse a disposizione, richiedendo, quindi, alle Regioni di effettuare un’attenta riflessione sulle possibilità di modificare l’attuale organizzazione della macchina pubblica, di semplificare l’azione politico-amministrativa e di individuare nuovi strumenti per ridurre, razionalizzare e riqualificare la spesa”.
“Il disegno di legge adottato dalla Giunta regionale, continua Vinti, prevede sostanziali innovazioni, quali ad esempio l’introduzione del concetto di “alloggio sociale” e di “servizio abitativo”; l’adozione del sistema ISEE in luogo del reddito per verificare la capacità economica dei nuclei familiari; l’equiparazione a tutti gli effetti dei cittadini italiani, dell’Unione Europea ed extracomunitari nell’acceso ai benefici, così come stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale; la possibilità di realizzare singoli interventi, oltre alla tradizionale programmazione triennale, in modo da rispondere con maggiore rapidità alle necessità rilevate; alcune modifiche in materia di assegnazione e gestione degli alloggi a canone sociale, relativamente ai tempi e modalità di assegnazione, alla composizione delle Commissioni comunali, ai subentri, ed alla mobilità dell’utenza".

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