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30 novembre 2011
Un anno fa scompariva Antonio Pinotti: il ricordo dell’amico Giancarlo Castrini

Te ne sei andato in una piovosa serata di novembre, in silenzio. Con queste parole la mattina seguente la tua morte commentavo brevemente. Sono rimasto sconvolto, allibito e annichilito, è passato un anno da quella maledetta sera del 30 novembre 2010, ancora non riesco a darmi una spiegazione di una morte cosi’ improvvisa, inaspettata. Ci eravamo sentiti la sera prima, come solito facevamo sempre, per discutere su tutto, anche dei futili problemi. La città, la tua famiglia, oggi è più povera. Personalmente sono rimasto orfano di una guida, personale e politica. La mente ritorna indietro con il tempo, quanti innumerevoli ricordi, lunghe giornate passate insieme in giro per l’Umbria intera a raccogliere i problemi della comunità, che con l’incarico di Consigliere Regionale prima, poi da Assessore regionale eri obbligato assolvere. Potrei continuare a lungo senza fermarmi mai, però credo che bastano queste poche righe per esprimere tutto il mio disagio e amarezza che provo per la perdita di un amico, un fratello maggiore, come personalmente lo ho definito. Ora vorrei concludere dicendoti, grazie Antonio, per tutte le cose belle che hai saputo donarmi, ti porterò sempre nel mio cuore. Mi auguro di vero cuore che con l’anniversario della tua morte, ci siano iniziative che ricordino la tua figura, dato che hai spesa una vita intera per il partito, avendo avuto soddisfazioni, ma anche tante amarezze.
Giancarlo Castrini

27 novembre 2011
Il cordoglio di Chiacchieroni per la morte sul lavoro di un giovane romeno

Cordoglio e vicinanza alla famiglia del giovane operaio romeno di 23 anni vittima ieri, a Piancardato, dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro. La mia più sentita solidarietà verso un ragazzo che, secondo le prime ricostruzioni, è stato travolto dal mezzo sul quale stava lavorando in un’azienda agricola della frazione del Comune di Collazzone.
Quella di ieri è l’ennesima vittima che, purtroppo, va ad aumentare il triste bilancio delle numerose morti bianche che si sono verificate in Umbria nelle ultime settimane. È una piaga dolorosa per la nostra regione e per l’Italia che dobbiamo contrastare con ogni mezzo possibile, auspicando che la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro venga attentamente applicata e fatta rispettare affinché ad ogni lavoratore venga garantita la piena tutela della sicurezza e della sua dignità.
Gianfranco Chiacchieroni Consigliere Regione Umbria


23 novembre 2011
CGIL: totale disapprovazione per gli attacchi di Epifani sulla vicenda Gesenu

La CGIL di Todi esprime la più totale disapprovazione nei confronti dell’intervento del consigliere comunale Epifani. L’insinuazione, il dubbio, il sospetto di incontri segreti all’interno dei locali della GESENU, fanno parte di una cultura che pensavamo superata.
Ho il consigliere ha le prove di ciò che dice oppure l’interrogazione così fatta serve solo a fare propaganda spicciola di basso profilo.
La CGIL ricorda che i lavoratori al di fuori dell’orario di lavoro possono svolgere tutte le attività che ritengono più opportune compresa quella di fare attività politica, anche, perchè no, con Epifani stesso.
Si ricorda altresì che lo statuto dei lavoratori all’ART 1 recita: "ART. 1 – Libertà di opinione. I lavoratori, senza distinzione di opinioni politiche, sindacali e di fede religiosa, hanno diritto, nei luoghi dove prestano la loro opera, di manifestare liberamente il proprio pensiero, nel rispetto dei principi della Costituzione e delle norme della presente legge".
La CGIL qualora dovessero continuare atteggiamenti di questo genere sarà pronta a tutelare la libertà e la dignità dei lavoratori.
Rossano Rubicondi
 

20 novembre 2011
Giancarlo Castrini: soddisfazione per l’avvio dei lavori al bivio di Cappuccini

Noto con estrema soddisfazione l’avvenuto inizio dei lavori di realizzazione della nuova viabilità che interesserà il Quartiere di Cappuccini, con riferimento alle rotatorie che in queste ore stanno prendendo forma.
La richiesta di interventi, volti al miglioramento del traffico, sono al centro delle richieste che da anni i residenti rivolgono con forza alle diverse amministrazioni. Dopo anni, quindi,  è con viva soddisfazione, in  qualità di residente ed utente della strada, che constato come si possa finalmente giungere all’agognato  traguardo. La viabilità in tale zona, causa  l’intenso traffico di mezzi pesanti provenienti dalla Fornace Toppetti e lo sviluppo urbanistico/edilizio che ha avuto il quartiere negli anni rispetto ad un’urbanizzazione che non ha previsto soluzioni utili a contenere e gestire la crescita,  ha rappresentato un problema vero che più volte avevo denunciato nella mia precedente militanza da Consigliere Comunale. E’ vero che probabilmente, come è stato evidenziato dal  Comandante della polizia Municipale Roberto Manetti  in un articolo,  la rotatoria sarà allestita in via sperimentale fino a dopo le feste di Natale per verificarne i risultati.
E’ evidente che la fase di sperimentazione possa creare qualche disagio ai residenti e agli utenti della strada. Tuttavia vale la pena farsi carico di essi in considerazione che  finalmente qualche cosa si è mosso in una prospettiva che veda la risoluzione definitiva del problema. Quello posto in essere è  un intervento che speriamo possa contribuire a liberare quel tratto di  strada dal caos e dai rischi correlati al traffico divenuto da anni fonte di preoccupazione di tutti i residenti del quartiere.
Giancarlo Castrini

17 novembre 2011
Riforma endo regionale, la Cgil Provincia Perugia, la vede così

“Voglio fare alcune riflessioni che provengono dall’attuale fase politica che stiamo attraversando connessa alla gravissima crisi economica del nostro paese nonchè soprattutto all’aumento del senso di precarietà che sento dentro di me e penso che è sentito da tutti i lavoratori compresi quelli del pubblico impiego. La politica regionale non ci aiuta. In questi anni di “fannullismo”, noi del pubblico impiego, siamo stati additati come coloro che in qualche modo con i loro comportamenti, sono oggetto della crisi in atto, (troppa burocrazia, esuberi, inefficenza, e quantaltro) e siamo anche coloro che pagano ogni giorno questa crisi. il sistema pubblico va verso la privatizzazione. Ce lo dicono le leggi nazionali ce lo ripete la nostra Regione con le riforme che sta producendo. Si creeranno “Agenzie” , si esternalizzeranno servizi importanti (vedi Servizi per l’impiego oggi gestiti dalle Province) e si è “semplificato” il sistema delle autorizzazioni in diversi campi (urbanistica e ambiente ecc.). In particolare in questo settore si sta concretizzando la delegittimazione del sistema pubblico, passando dalla “garanzia” che veniva data al cittadino e all’impresa da parte del servizio pubblico attraverso l’emissione di una autorizzazione e quindi di assunzione di responsabilità pubblica (uguale per tutti!), alla certificazione del professionista o di altri eventuali enti di certificazione senza reali garanzie finali (pensate allo sviluppo del sistema assicurativo che ci sarà in questo senso) e di mancata individuazione dei responsabili di un procedimento. La Regione non si accorge che è complice di questa trasformazione, oppure lo sa il che è ancora peggio. In questo contesto per le Province si vede finalmente la luce di una loro scomparsa. Bene per tutti. Tutti convinti. Ente inutile. Non c’è dubbio. Ma nessuno ne discute efficacemente. La politica cavalca le sensazioni dei cittadini. Ma loro non lo sanno cosa accadrà. Quanto gli costerà domani quella licenza edilizia! Quanto gli costerà certificare la denuncia di uno scarico non in pubblica fognatura, quanto costerà fare un piano regolatore ai comuni, e soprattutto chi controllerà che tutto sia nel rispetto delle leggi. Chi coprirà quella buca nella strada, di chi sarà la responsabilità, chi controllerà se funzionano i riscaldamenti in una scuola o di una casa privata, chi controllerà se ci sarà una esondazione del Tevere od una piena in arrivo, chi programmerà gli interventi di manutenzione idraulica, chi sarà responsabile del rischio idraulico, chi controllerà se un’impresa è in regola per le emissioni in atmosfera, cosa accadrà al territorio quando saranno gli stessi comuni a fare le valutazioni di impatto ambientale delle loro stesse varianti, chi gestirà i nostri cacciatori e pescatori e soprattutto chi gestirà sul territorio gli aspetti faunistici, chi gestirà la pianificazione urbanistica di area vasta, o delle vie di comunicazione stradali, ecc.. Ma soprattutto per l’attuazione più in generale del sistema di pianificazione regionale che oggi rimane un atto di indirizzo e di linee guida, chi farà la pianificazione operativa su urbanistica, programmazione faunistica e del lavoro? La risposta già la conosco, e cioè che questi servizi ovviamente non scompariranno e verranno redistribuiti fra la Regione e le Unioni dei Comuni(???!!!). Bene! E questo avverrà con lo stesso personale oggi in servizio??!! Immagino di no. Ma poi in realtà siamo sicuri che garantiremo ai cittadini gli stessi livelli di servizi che hanno oggi? Immagino di no.  La realtà è che qualcuno ha nascosto il foglio del “come”. Vi invito a visitare il sito della Provincia di Perugia dove lavoro, cliccando in alto a sinistra su “guide tematiche”, fatevi un giro e soprattutto fatevi le mie stesse domande e provate a dare delle risposte. Oggi si sta discutendo se le Province dovranno avere altre deleghe e contemporaneamente assorbire parte del personale delle ex Comunità Montane (per le quali valgono gli stessi ragionamenti – vedi gestione del vincolo idrogeologico). Associate a questo la scomparsa delle Province entro uno o due anni al massimo ed associate ancora a questo quanto previsto dal maxiemendamento sul personale in esubero negli enti pubblici. Domanda: quale sarà il personale in esubero fra qualche anno che dovrà essere collocato obbligatoriamente in altri enti?? Siamo solo all’inizio, ma sarebbe auspicabile muoverci per trovare una risposta che presto i lavoratori mi solleciteranno”.
Il segretario aziendale della Cgil della Provincia Giovanni Roccatelli

15 novembre 2011
Buone notizie sul torrente Serra a Terni, ma il consorzio Tevere-Nera…….

Sono lieto di comunicare alla stampa e alla rete, una volta tanto, una buona notizia:
hanno incominciato ( e sottolineo incominciato perché come dice il buon Trap nazionale "no say cat if is not in the sack") a ripulire il letto del torrente Serra!
E questo, a nemmeno due settimane dalla denuncia da me fatta nella rete e tramite la stampa locale che ringrazio non senza prima ringraziare il prefetto e coloro che stanno eseguendo i lavori di manutenzione (non ho capito bene chi ma li ringrazio egualmente) del torrente che anche per le particolari condizioni climatiche ( non si prevede pioggia fino al 19 Novembre) possono essere conclusi senza nessuna difficoltà.
Rimangono in questa faccenda alcuna perplessità, la prima delle quali è se quei soldi che l’assessore comunale ai lavori pubblici del comune di Terni lamentava mancassero al budget ‘ambientale’ per il 2012 sono stati trovati o meno, perché su tutto si può tagliare ma non sulla prevenzione dei grandi rischi.
Su Fb infatti alcuni amici (gruppo "noi che a Terni …") hanno tirato fuori le immagini suggestive quanto drammatiche dell’alluvione del 4 Novembre del 1966, dovuta ad un evento meteorologico eccezionale ma non per questo unico, che proprio a Borgo Bovio ha mietuto una vittima, e che costituisce un informazione fondamentale per un’analisi dei rischi semplice ma concreta volta a prevenire i rischi idraulici e idrogeologi che ha un città come Terni a causa della sua posizione geografica e degli interventi antropici sui numerosi corsi d’acqua che la intersecano nel pieno del suo tessuto urbano.
Altre perplessità nascono invece dal ruolo della politica, quest’anno il consiglio di circoscrizione che potrebbe occuparsi anche di questi problemi, che sono i problemi della gente non meno importanti del decoro urbano o dell’assetto stradale, quest’anno si è riunito solo due volte, e se anche venisse riunito una terza volta prima della fine dell’anno, la probabilità che questo argomento venga messo subito all’attenzione dello stesso sono molto … basse per non dire nulle, data anche la montagna di argomenti arretrati e non ancora discussi (fatto salvo che alcuni è del tutto inutile discutere perché fuori tempo massimo).
Eppure proprio il consiglio potrebbe farsi carico di sensibilizzare i cittadini per condurre un’azione comune con il coinvolgimento dallo stesso ente comunale, volta a ottenere dallo stesso consorzio l’esenzione della tassa Tevere-Nera per le zone di via Tre Venezie, via Trevi, Strada della val di Serra, Prisciano, San Carlo … dato che, come ammesso pubblicamente dal presidente del consorzio Tevere Nera, quel tratto del torrente Serra non è di competenza del consorzio. Come è possibile che il consorzio imponga tasse alla gente di territori dove ammette pubblicamente di non operare? La delibera comunale che stata fatta recentemente e che invita a sospendere i pagamenti mi lascia assai perplesso se il contribuente non paga e gli arrivano le sanzioni sarà il comune a pagarle? Se invece il comune tramite i suoi legali e con il coinvolgimento del prefetto cominciasse a diffidare il consorzio di non chiedere balzelli laddove non hanno competenza, beh in questo modo darebbero più forza ‘giuridica’ al cittadino, nel caso purtroppo assai probabile che il presidente del consorzio, eletto, con la lista ‘No Tevere Nera’, continuasse sulla sua linea intransigente di far pagare indistintamente tutti le spese del suo impopolare consorzio di bonifica perfino nei territori dove dichiara, e in modo pubblico, di non doversi occupare della manutenzione del corso d’acqua che li attraversa.
Claudio Pace Consigliere della prima circoscrizione Terni Est

12 novembre 2011
Aprirsi alla società civile

L’iniziativa di oggi, che ha visto l’incontro dell’amministrazione del Comune di Todi, professionisti, avvocati,  rappresentanti del mondo del commercio, esponenti della politica confontarsi sul tema della chiusura degli uffici giudiziari,  apre una doverosa riflessione. L’incontro è stato un reale e positivo momento di partecipazione attiva dei cittadini alla fase politica locale. Lo spirito con cui ci si è trovati a discutere è andato  ben oltre la questione in se, ponendo di fatto la necessità di ragionare intorno ad un nuovo e sistematico modello partecipativo. Oggi è riduttivo pensare che la politica si limiti ad "ascoltare i cittadini". La fase dell’ascolto non include necessariamente l’elaborazione della proposta e una partecipazione attiva alla definizione di essa. Cio’ non significa delegare ad altri i compiti della Politica, cui va necessariamente affidato il dovere di sintesi progettuale. Tuttavia la complessità dei tempi che ci apprestiamo a vivere e di conseguenza la sempre maggiori difficoltà presenti impongono un cambiamento radicale nel rapporto fra cittadini e politica. Non è pensabile infatti che le migliori risorse della società in ogni campo che non  facciano la scelta di partecipare attivamente al processo politico e amministrativo, non trovino modo di essre chiamati a portare un proprio rele e fondamentale contributo. La politica puo’ oggi piu’ che mai trovare il modo di coinvolgere sistematicamente tali capacità professionali ed umane con l’obiettivo di realizzare progetti e programmi quanto piu’ qualificati possibilee di offrire le migliori soluzioni possibili. In sintesi, pertanto, il modello nato intorno al problema della possibile chiusura degli uffici giudiziari potrebbe divenire un modus operandi con cui affrontare su piu’ fonti i grandi temi sociali, civili e politici che caratterizzano il percorso amministrativo cittadino. L’idea di costruire gruppi di lavoro che vedano al proprio interno specifiche competenze nel campo dell’economia e dello sviluppo, del commercio, dell’artigianato, del settore urbanistico, della tutela ambientale, dei servizi alla persona, puo’ essere una base di lavoro progettuale per il futuro cammino amministrativo. Su come affronatare operativamente tale ipotesi si potra’ ragionare, ma la ratio che è alla base di tale riflessione  deve essere quella di un cambio di prospettiva su cui coollocare la futura piattaforma programmatica. Todi oltre alle piu’ note e blasonate ricchezze ha in se uomini e donne, professionisti, rappresentanti del mondo associazionistico cui fare riferimento costantemente, come parametro di confronto,di formazione delle idee e della loro relizzazione. Da questo momento di grande difficoltà ed incertezza che avvinghia il Paese, si esce tutti insieme, e non ho dubbi che ci siano tanti concittadini pronti a fare la loro parte, se chiamati in causa, come dimostrato in questo caso. La fase di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini, pertanto,  deve ormai trovare attuazione e applicazione reale, soprattutto di fronte ad una politica che non puo’ piu’ fare a meno di essi.
Floriano Pizzichini

10 novembre 2011
Riduzione costi politica e partecipazione dei cittadini, una domanda

La decisione del centrosinistra di scegliere il proprio candidato attraverso le primarie di coalizione va nella direzione giusta, prende atto degli errori del passato e rassegna un ruolo forte ai cittadini riavvicinando la politica agli elettori. Credo che la scelta del candidato non si debba basare solo sulla fiducia personale o all’appartenenza di partito ma bensì sulle capacità politiche e sugli impegni programmatici che ogni singolo candidato saprà mettere in campo. Le primarie possono e devono diventare una prima assunzione di impegni concreti con gli elettori del centrosinistra oggi e con tutti gli elettori tuderti domani. Partendo dai principi programmatici del centrosinistra, principi importanti ma vaghi, è importante capire le differenze ideali e di programma dei candidati. L’elettore deve votare una faccia ma anche un programma delle concrete azioni di governo che il candidato si impegna a realizzare. Porrò a tutti i candidati del centrosinistra una prima domanda sul tema della riduzione dei costi della politica e dell’amministrazione pubblica e sulla partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Nei principi programmatici della coalizione si scrive: – avvio di una nuova stagione amministrativa all’insegna dell’etica pubblica, della riduzione dei costi della politica, senza ridurre gli spazi della democrazia; – trasparenza delle istituzioni e partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica; come pensate concretamente di attuare questi punti del programma e quali impegni Vi sentite di assumere con gli elettori? Ringrazio anticipatamente per le risposte. 
Eros Modolo

10 novembre 2011
L’aquila che torna a volare sopra San Fortunato 

Con estrema soddisfazione e, se me lo si consente, con un po’ di orgoglio personale è mia intenzione rimarcare l’impegno costante e fattivo dell’Amministrazione Comunale per la città. Un impegno che vede protagonisti in questo caso l’Ufficio Tecnico del Comune di Todi, il personale del Distaccamento cittadino dei Vigili del Fuoco, del quale ho l’onore di far parte, e del personale specializzato in Tecniche di Soccorso Speleo Alpino e Fluviale (SAF) del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Perugia. Dalla mattinata di venerdì, in occasione della festa di San Martino, alzando lo sguardo al campanile di San Fortunato si potrà infatti apprezzare il lavoro dei Vigili del Fuoco nel riposizionamento dell’Aquila segnavento, rimasta irreparabilmente danneggiata a seguito della tromba d’aria abbattutasi su Todi il 28 agosto 2007. Già in quella occasione gli stessi Vigili si adoperarono per un immediato e sollecito intervento di messa in sicurezza, rimuovendo il manufatto che si era semi distaccato dalla sua sede originaria e penzolava pericolosamente nel vuoto. Venerdì prossimo l’Aquila di Todi, riprenderà con dignità il suo posto e tornerà ad essere il punto di riferimento di tantissimi tuderti che ad essa in passato rivolgevano il loro sguardo, se non altro per conoscere il vento dominante e prevedere magari quale tempo esso avrebbe portato. L’Aquila, completamente ricostruita in materiale in fibra di carbonio leggera e allo stesso tempo resistente, verrà posizionata su una speciale intelaiatura il cui progetto è cura dell’ufficio tecnico del Comune di Todi. Con l’occasione  ringrazio il responsabile dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Todi, Architetto Fabrizio Baglioni e il Comandante Provinciale Stefano Marsella per la disponibilità di mezzi e personale messi a disposizione della nostra amata Todi nel ripristino di un manufatto che rappresenta il simbolo della nostra città e a cui tutti noi teniamo con amore ed affetto.
Stefano Gimignani, consigliere comunale del gruppo del Popolo della Libertà.

10 novembre 2011
A Terni ricordano l’esondazione del torrente Serra e le tasse del consorzio Tevere-Nera

Illustrissimo signor prefetto della provincia di Terni,
dopo aver letto sulla stampa  locale e con una certa apprensione, le dichiarazione dell’assessore ai lavori pubblici del comune di Terni, a commento della non buona posizione della città nella classifica di Lega Ambiente, e nella quale si evince che per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e il rischio idraulico/idrogeologico, che l’azione preventiva da parte della municipalità comunale è attestata da un protocollo d’intesa firmato in prefettura con Provincia, Sii, Ati, Consorzio di bonifica Tevere Nera ma che il bilancio per gli interventi per il 2012 ammonta a zero euro, ho scattato alcune foto che documentano in modo tangibile la grave situazione di degrado in cui versa il tratto del torrente Nera in prossimità delle acciaierie di Terni dove lavoro, come dipendente, da più di ventisei anni, e inviare direttamente alla stampa un comunicato denuncia, volto a far prendere atto dei rischi idraulici e/o idrogeologici che la cattiva manutenzione del torrente arreca all’intera zona urbana ed industriale, che di suo è caratterizzata da forti rischi antropici. Nel torrente infatti un canneto fiorente ha ostruito quasi completamente l’alveo.
Mi sono permesso di rilevare che una condizione climatica avversa come quelle che si sono verificate recentemente a Roma o in Liguria nel loro produrre danni non si domandano né di chi era la competenza dell’agire, né quanti soldi sono stati previsti a budget e come sono stati spesi e che quindi  occorre provvedere con urgenza e in qualsiasi modo alla pulizia del Serra, prevenendo con i fatti, possibili conseguenze di eventi catastrofici forse non del tutto imprevedibili.
Sempre a mezzo stampa mi sono sentito rispondere da un responsabile della protezione civile che il problema è di natura “estetica” e che è inutile creare inutili allarmismi dato che piove poco, mentre il presidente del consorzio “Tevere Nera” ha dichiarato pubblicamente che la zona in questione non è di sua competenza, pur arrivando al sottoscritto che abita in via Trevi, la strada che costeggia il Serra parallela alla strada provinciale della val di Serra, e ai suoi vicini dell’intero quartiere i bollettini della tassa del consorzio che come è noto si aggiungono alla normale fiscalità di cui sono gravati i contribuenti ternani e che con un atto d’indirizzo suo proprio il comune di Terni ha invitato a sospendere.
Queste risposte mi sono sembrate poco adeguate e poco consone alla segnalazione di un rischio, che deve essere incoraggiato e preso come un atto di civiltà e non come, cito il presidente del consorzio, “una strumentalizzazione per beceri interessi di qualche pseudo politicante ignorante, o peggio ancora in evidente malafede, alla perenne ricerca di poltrone d’accatto”. Chi conosce e ha fatto davvero come mestiere l’analisi dei rischi, come il sottoscritto, che ha partecipato anche e a titolo gratuito ad una commissione ministeriale sui rischi delle infrastrutture critiche, sa quanto sia pericoloso rifarsi alle contingenze del momento mentre sia giusto tenere nella dovuta considerazione quale fonte non secondaria la memoria storica. A Terni, infatti come a Firenze, il quattro novembre del 1966, ci fu un alluvione dovuta proprio al Serra che esondò, causando una vittima proprio a “Borgo Bovio”. L’evento dannoso, pur non ricordato da pubbliche celebrazioni, deve essere preso in considerazione nella analisi dei rischi, valutando con oculatezza la probabilità che accada e il danno che potrebbe recare alle persone e all’ambiente.
Chiedo dunque un suo intervento perché sia individuata e resa pubblica la competenza della manutenzione e pulizia del Serra, che gli interventi di pubblica manutenzione dei torrenti e degli alvei dei fiumi e di tutto ciò che riguarda l’ambiente siano messi in evidenza nelle pagine web degli enti interessati con dovizia di particolari sulle analisi dei rischi effettuate ed eventuali pieni di emergenza predisposti, che rivolga un invito perentorio al presidente del consorzio Tevere Nera, di escludere con pronta delibera sua propria,  dalla contribuzione al consorzio gli abitanti dei quartieri di Prisciano, Borgo Trevi, Val di Serra e di via Tre Venezie che si affacciano sul tratto del Serra che non è di sua competenze come pubblicamente affermato per mezzo di dichiarazioni rese alla stampa.
Claudio Pace
 
9 novembre 2011
Incidente mortale a Papiano: la solidarietà di Chiacchieroni

Cordoglio e vicinanza alla famiglia del 27enne operaio rumeno vittima oggi, a Papiano, dell’ennesimo incidente sul lavoro. La mia più sentita solidarietà verso un ragazzo che già viveva nella difficile condizione di immigrato.
In riferimento alle numerose morti bianche che si verificano in Italia, auspico che la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro venga attentamente applicata e fatta rispettare. Ad ogni lavoratore va garantita la piena tutela della sicurezza e della sua dignità.
Gianfranco Chiacchieroni – consigliere regionale dell’Umbria

9 novembre 2011
Morte sul lavoro a Papiano: le condoglianze del sindaco Todini

La notizia della morte di un ragazzo di 27 anni non può che colpirci e addolorarci. Il fatto che sia l’ennesima tragedia del lavoro non può che spingerci, ancora una volta, a rilanciare questo tema del quale fanno parte le norme da rispettare in termini di sicurezza degli ambienti e degli strumenti di lavoro, i necessari controlli e i corretti comportamenti degli operatori. Nel caso specifico occorre attendere l’esito degli accertamenti in corso. In questo momento non posso che esprimere alla famiglia del giovane la vicinanza di tutta la comunità di Marsciano. E le nostre più sincere condoglianze.
Alfio Todini – sindaco di Marsciano

9 novembre 2011
A Massa Martana professionalità comunali da valorizzare

Nella pianta organica del Comune di Massa Martana ci sono tutte le professionalità necessarie per la gestione amministrativa, tecnica ed operativa del nostro territorio ma una forte percentuale delle risorse disponibili sono assorbite da appalti e consulenze esterne che umiliano le capacità del personale regolarmente assunto, limitano le disponibilità dei mezzi, impediscono la formazione continua e soprattutto impediscono quel lavoro di squadra che è indispensabile alla valorizzazione di risorse materiali ed umane di sempre più difficile acquisizione ed all’ottimizzazione del lavoro istituzionale, sia a livello comunale che intercomunale ma questa non può essere una riforma isolata e deve essere inquadrata in un più ampio progetto di riorganizzazione istituzionale e funzionale degli enti locali.
Un antico stemma di Massa Martana mostra un quarto di luna con la “gobba” rivolta verso una stella che nel corso dei secoli ha arrotondato i suoi raggi, trasformandosi in un fiore che si nutre della linfa vitale di radici fertilizzate dal sangue del Santo Vescovo Felice e noi dobbiamo lavorare perché questo fiore sbocci e ci rallegri.
Renato Domenico Orsini

8 novembre 2011
Le bestialità di Valentini sui cassonetti e lucchetti

Nel leggere la mail del sig. Manuel Valentini sono rimasto basito. Tutto mi sarei aspettato da un giovane aspirante politico tranne che uno scritto cosi’ sciatto (e non solo perche’ sgrammaticato..). Il sig. Valentini non conosce la normativa di attuazione del comodato d’uso gratuito tra Gesenu e cittadini oppure fa finta di non sapere. I cassonetti, in molte zone di Todi, vengono chiusi a lucchetto o incatenati appunto per evitare che qualche “disattento” getti rifiuti in cassonetti altrui, magari sbagliando (spero in buona fede..) e rischiando di far incorrere l’utente intestatario del cassonetto in richiami o sanzioni.
Si, perche’ le sanzioni ci saranno, come ci sono in tutta Italia, come e’ giusto che sia, visto che gli Italiani perdono la loro proverbiale pigrizia solo quando corrono il rischio di pagare multe (vedasi le cinture di sicureza, molti le allacciano solo per paura delle multe, non perchè salvano la vita!).
Questa situazione e’ creata dal cattivo studio delle modalita’ di attuazione del “porta a porta”, invece di fare una adesione “volontaria” alla nuova tipologia di raccolta era forse piu’ opportuno cambiare tipologia di conferimento per tutti, senza adesioni o dinieghi. Il sistema cambia, da ora in poi avrete tre cassonetti per casa, per palazzo, per vicolo, o quant’altro, sarete tutti responsabili dei vostri cassonetti e via dicendo.
Cosi’ facendo si sarebbero evitate le scene che ha illustrato il sig. Valentini, quelle cioe’ di vedere cassonetti incatenati e discussioni con vicini o passanti (non aderenti all’iniziativa) che gettano rifiuti indiscriminatamente a destra o a sinistra.
Una domanda però sorge spontanea, quando lei scrive una sciocchezza del tipo: “…Questo stato di cose sta precludendo la possibilità a molti Tuderti che, malgrado non siano stati ancora raggiunti dal servizio della differenziata, la stanno comunque portando avanti. A loro va tutto il mio plauso. Questi bravi cittadini, con un altissimo senso civico, trovandosi molto spesso cassonetti e bidoni chiusi con un lucchetto, non sono di sicuro incentivati o stimolati a differenziare…”lo fa per quale motivo? Perche’ ignora che nelle zone NON ancora raggiunte dal servizio VI SONO ANCORA i cassonetti e le campane “classici” per la raccolta differenziata oppure perche’ tanto che c’era qualcosa andava scritto?
Sempre riguardo ai lucchetti e catene le vorrei far notare che il comune di Todi distribuisce i cassonetti senza dispositivi di chiusura, mentre a Marsciano i cassonetti distribuiti sono gia’ provvisti di serratura e chiavi!
Non essendo io uno avvezzo a distinguere il bene e il male a seconda del colore o della bandiera lascero’ a lei, che’ e’ piu’ portato, questo compito.
Non venga quindi a fare facili ironie e campagne elettorali anticipate sulle spalle di chi, con i pochi mezzi che si ritrova ,cerca di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. Personalmente posso dirle che con un sistema di filtraggio dell’acqua ed un gasatore in casa mia ho risolto il problema delle bottiglie di plastica e, per quanto riguarda il cattivo odore, basterebbe sciacquare bottiglie e brick prima di gettarle.
Nel frattempo, salutandola, la invito a rileggere i suoi scritti prima della pubblicazione o dell’invio, sì da evitare composizioni “sgrammaticate”.
PS: se l’amministrazione provvedesse ad obbligare Gesenu ad aumentare i giorni di raccolta nel mese di sicuro la situazione migliorerebbe, e non si vedrebbero le scene cui sono costretto ad assistere io. Ad una richiesta di aumento di cassonetti e giorni di raccolta da parte del condominio di cui fa parte il mio studio, la risposta di Gesenu è stata quella di mandare, di tanto in tanto, un autocompattatore a svuotare i 6 (sei) cassonetti di grandi dimensioni di cui siamo dotati e mandare tutto il differenziato, mescolato, in discarica.
Francesco Menghini

7 novembre 2011
 

"Fuochi fatui" sul cimitero di Fratta

Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale il Sindaco di Fratta Todina ha risposto in maniera fatua all’interrogazione da me presentata riguardo lo stato del cimitero comunale. Pur riconoscendo le notevoli criticità e la fatiscenza strutturale degli edifici funerari, non è stato preso ufficialmente alcun impegno e non si è tracciato un percorso ben definito dei lavori da affrontare, nonostante sussista la concreta possibilità che, perlomeno un edificio funerario, venga dichiarato inagibile, con grave danno per i cittadini che hanno perso i propri cari e non sono messi nella condizione di poter rendere loro omaggio. Considerato che per tale struttura esiste un progetto di manutenzione straordinaria dei loculi risalente addirittura a ben dieci anni fa, perché in un lasso di tempo così ampio gli amministratori che si sono avvicendati nel tempo non si sono assunti la responsabilità e l’impegno di contattare i concessionari e hanno aspettato che la struttura potesse diventare inagibile? Un decennio non è forse un tempo consono per ricontattare tutti i concessionari, visto e considerato che è un passaggio necessario per raccogliere le somme necessarie a finanziare l’opera e ad appaltarne i lavori ?Perché si continua ad attendere che anche altri due edifici arrivino a condizioni di impraticabilità, quando è da ben sette anni che sono presenti progetti definitivi di manutenzione straordinaria? Le condizioni attuali della parte vecchia del cimitero sono il frutto di decennali inadempienze amministrative, di cui l’attuale Amministrazione necessariamente e senza indugi  bisogna che se ne prenda carico.
Cinzia Moriconi-consigliere comunale Fratta Todina

 

6 novembre 2011

Noi il debito non lo paghiamo

Il default è vicino e l’unica risposta che le oligarchie al potere sanno dare è il taglio della spesa sociale, dei diritti acquisiti dai lavoratori, dalla pensione post mortem. I loro privilegi, le spese inutili legate agli interessi delle cooperative rosse e bianche e della Confindustria, sono intoccabili. Ma facciamo i conti per dire al cittadino che ci sono altre cose da tagliare, meno importanti e che non danneggiano i cittadini : il finanziamento ai partiti di un miliardo di euro, bocciato da un referendum, l’acquisto di 131 caccia bombardieri dagli Usa per 15 miliardi, la Tav in Val di Susa per 22 miliardi, la Gronda a Genova per 6/7 miliardi, la cancellazione delle Province per 3/4 miliardi di risparmio annuo, l’annullamento dell’ Expo per 3/4 miliardi.
Totale 50 miliardi ( per difetto ) che si possono recuperare. Ed è solo una piccola parte dei tagli a costo zero per i cittadini. Si invocano di continuo i sacrifici, ma con quale autorità un parlamento anticostituzionale, non eletto da nessuno, ma nominato da alcuni segretari di partito, può chiederli? Come si può definire chi taglia le pensioni dei poveri cristi e incassa il vitalizio parlamentare? Chi ignora un referendum contro i finanziamenti pubblici ai partiti? Chi si scaglia contro le province e ha centinaia di consiglieri provinciali? Con questi moriremo tutti, noi prima di loro! Ma noi non molleremo mai!
MoVimento 5 Stelle Perugia

5 novembre 2011
Cassonetti e … lucchetti

Su questo argomento molto si è scritto e molto si sta scrivendo. Io vorrei parlarne, come mi piace sempre fare, con gli occhi di noi cittadini, dato che siamo gli “utilizzatori finali” delle scelte amministrative.
Il primo problema riguarda il servizio stesso di raccolta che avviene troppo poco spesso: chi è stato raggiunto dal servizio si trova sempre i cassonetti che traboccano. Queste estate, con il maggior consumo di acqua e, quindi, con una maggior produzione di plastica, con i rifiuti che presto iniziavano ad emanare cattivi odori, si è raggiunto l’apice.
Un’altra nota dolente è rappresentata dalla tempistica. Per portare il servizio della differenziata in tutto il Comune l’Amministrazione sta impiegando, infatti, tempi biblici!
Il tutto è stato aggravato dal fatto che gli Amministratori hanno fatto circolare delle informazioni false ed allarmanti, spaventando i cittadini con ipotesi di fantomatiche multe e sanzioni. A questo si devono aggiungere, poi, le cartelle esattoriali salatissime ricevute da molti Tuderti, che hanno dato un vero e proprio colpo di grazia a molte famiglie.
In alcuni punti, dove è più facile usufruire dei cassonetti e bidoni, il degrado è stato massimo. Alcuni cittadini che si trovavano sempre con i cassonetti stracolmi e per paura di incorrere in fantomatiche sanzioni per colpa di altri, hanno pensato di chiudere con catena e lucchetto i cassonetti che a loro o alle loro attività erano stati assegnati. Questo stato di cose sta precludendo la possibilità a molti Tuderti che, malgrado non siano stati ancora raggiunti dal servizio della differenziata, la stanno comunque portando avanti. A loro va tutto il mio plauso. Questi bravi cittadini, con un altissimo senso civico, trovandosi molto spesso cassonetti e bidoni chiusi con un lucchetto, non sono di sicuro incentivati o stimolati a differenziare.
Se qualcuno pensa che a Todi sia passato Moccia, lo scrittore che in uno dei suoi famosissimi romanzi racconta la storia di giovani che usano dei lucchetti in segno di amore eterno, si sbaglia di certo! Si tratta solo di pessima informazione sulla differenziata da parte dei nostri Amministratori.
I ferramenta di Todi, che hanno visto incrementare le vendite di catene e lucchetti, ringraziano!
Manuel Valentini

5 novembre 2011
La Messa nel Tempio di San Fortunato per il 4 novembre

A San Fortunato in Todi il Rettore del Tempio, Don Andrea Rossi, coadiuvato da Don Marcello Cruciani, ha celebrato la Santa Messa nel giorno in cui si ricorda la data in cui si realizzò l’unità nazionale del Popolo Italiano, celebrazione liturgica a cui hanno assistito rappresentanti delle Autorità Civili e Militari di Todi e Massa Martana, delle Associazioni militari e civili, delle Scuole cittadine, da giovani studenti e da cittadini, tra cui famigliari dei caduti per la Patria.
Nell’omelia Don Andrea ha ricordato con efficacia il valore di questa celebrazione liturgica e con la fierezza del Bersagliere ha dichiarato la fede della comunità locale nell’unità civica e spirituale dell’Italia, rendendo ancora più significativo questo annuale incontro di fede che si sia tenuto nella Chiesa eretta dal Popolo Tuderte in memoria del Santo Vescovo Fortunato, guida spirituale e difensore civile della comunità in un momento tragico di violenza e di smarrimento.
Un grande segno di speranza e di nuova fioritura della Civiltà Italiana l’hanno data i giovanissimi studenti che hanno partecipato con fede, interesse e serietà a questa celebrazione dell’unità solidale della Nazione Italiana, consapevoli che proprio loro saranno chiamati a valorizzarla e difenderla, incitati dall’esempio di tutti quelli che hanno sacrificato la vita per un’Italia migliore.
Renato Domenico Orsini in rappresentanza degli Ufficiali della Riserva

5 novembre 2011
La riforma dell’apprendistato

Dal 25 ottobre è in atto una vera e propria riforma che cerca di incentivare la formazione di manodopera qualificata e l’occupazione di ragazzi e ragazze. Il testo Unico sull’apprendistato, infatti, ridisegna il quadro legislativo del settore.
Il “cuore” della riforma è il piano formativo individuale che deve essere definito entro e non oltre 30 giorni dalla stipula del contratto. Stabilisce il divieto di lavoro a cottimo, la presenza di un tutore o referente aziendale, la possibilità di finanziare i percorsi formativi aziendali degli apprendisti attraverso fondi paritetici interprofessionali, la possibilità del riconoscimento, sulla base dei risultati conseguiti all’interno del percorso di formazione, esterna ed interna all’impresa, della qualifica professionale ai fini contrattuali e delle competenze acquisite ai fini del proseguimento degli studi e dei percorsi di istruzione degli adulti, la registrazione della formazione effettuata e della qualifica professionale per successivi impieghi.
Inoltre, il contratto di apprendistato di alta formazione sarà utile anche per il praticantato e per la selezione di ricercatori da inserire nelle imprese. In caso di mancato recesso, il rapporto prosegue come un contratto di lavoro subordinato ordinario.
Vi sono tre differenti modelli di formazione a seconda che si tratti di minorenni usciti dai canali scolastici (contratto di apprendistato per “qualifica professionale”), di giovani tra i 18 e i 29 anni (contratto di “apprendistato professionalizzante”), o di chi svolge studi universitari, master di ricerca o praticantato presso studi professionali (contratto di “alta formazione e ricerca”).
Altro incentivo da non sottovalutare è l’aliquota contributiva applicabile che ammonta al 10 per cento della retribuzione imponibile.
Ciò rappresenta un’ulteriore conferma dell’attenzione del governo verso i giovani che saranno facilitati nell’ingresso al mondo del lavoro. È evidente che in momenti come quelli che stiamo vivendo bisogna spingere su misure che favoriscano l’occupazione giovanile. Tuttavia, la preoccupazione è che i cambiamenti portano sempre a delle tensioni, ma se l’obiettivo è di smuovere le cose in un campo come quello del lavoro, da troppi anni fermo, ritengo che il rischio debba essere corso.
Il Vicesindaco di Todi Moreno Primieri

4 novembre 2011
Unione dei comuni: ottimizzazione istituzionale, non sperpero

Il Testo Unico n. 267 del 2000 definisce le Unioni dei Comuni come enti locali costituiti "a tempo indeterminato" da due o più comuni di norma contermini e attribuisce loro l’esercizio congiunto di "una pluralità di funzioni di loro competenza", con potestà regolamentare e, poiché compatibili, "con i principi previsti per i comuni", perché ottimizzino nell’ambito di una dimensione territoriale e demografica maggiore l’ottimizzazione e la sostenibilità dell’esercizio delle loro funzioni istituzionali per un costante miglioramento dei servizi offerti alla cittadinanza, alla loro fruibilità, rapidità, semplificazione ed, in genere, al contenimento dei costi.
Le Unioni di Comuni sono pertanto le istituzioni elementari di secondo grado, cui affidare l’amministrazione di importanti interessi delle comunità locali nell’ambito del modello istituzionale di decentramento e d’ottimizzazione amministrativa sancito dal combinato disposto del primo e secondo comma dell’articolo 117 e dell’articolo 118 della Costituzione della Repubblica Italiana ma per non generare ulteriore proliferazione di funzioni e di spese, tale processo d’ottimizzazione istituzionale degli enti locali intermedi deve essere condizionato all’abolizione delle amministrazioni Provinciali e delle Comunità Montane, coordinando tutte le funzioni a livelli di "ecosistema territoriale".
In Umbria l’Unione dei Comuni "Terre dell’Olio e del Sagrantino" ne costituisce un primo anticipazione concreta, con l’obbiettivo statutario di perseguire l’autogoverno, promuovere lo "sviluppo delle Comunità locali che la costituiscono", concorrere a curare gli interessi della popolazione residente e curare in particolare "l’equilibrio, l’assetto del territorio nel rispetto e la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini, valorizza inoltre il patrimonio storico, artistico nonché delle produzioni tipiche locali e le loro tradizioni culturali, valorizzando le grandi potenzialità dei Comuni della Valle Umbra Sud, legate ad un territorio che presenta caratteri affini per struttura geo-morfologica e da un punto di vista insediativi ed ambientale, con notevoli elementi comuni per ciò che riguarda lo sviluppo storico e per la contiguità cronologica e territoriale di fenomeni che vi hanno avuto luogo e con le stesse esperienze e radici civiche e storiche.
In un momento storico in cui le risorse a disposizione sono sempre più scarse, mentre le esigenze sociali aumentano, i Comuni di Bevagna, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Massa Martana, Montefalco e Trevi si sono costituiti in Unione con atti approvati dai rispettivi Consigli Comunali fin dal 2001, approvando lo Statuto e l’atto costitutivo, (entrato in vigore il 27 marzo 2003 con la sottoscrizione degli otto Sindaci pro-tempore e successivamente confermato con il trasferimento all’Unione delle competenze per i servizi, informatici, telematici, di e-government e statistici).
Si tratta di continuare questo processo di ottimizzazione con la mentalità di statisti e non solo di economisti che pensano solo alla contabilità ed alla cassa.
Renato Domenico Orsini

3 novembre 2011
La Cisl sulla riforma endoregionale

L’ accordo regione Umbria-sindacato del 3 novembre 2011 sulla riforma del sistema delle autonomie locali e delle comunita’ montane è un atto importante perché, oltre che a sostenere un processo di riforma che tende a semplificare gli assetti istituzionali e amministrativi, riqualifica la spesa pubblica, potenzia il ruolo elettivo a partire dai comuni in forma di Unione, conferma funzioni pubbliche fondamentali nelle politiche agroforestali e montane e assicura garanzie occupazionali ai lavoratori interessati pubblici e privati oltre che ai precari.
Con l’accordo, infatti, si impegna la Regione a garantire una stabilizzazione occupazionale graduale, entro 3 anni, anche ai lavoratori a tempo determinato delle Comunità Montane e ricercare soluzioni per i 61isti dei comuni terremotati.
A tale fine è importante l’impegno assunto circa Umbria Natura e UmbraFlor per l’avvio di un progetto di impresa, aperto anche a soggetti privati, capaci di svolgere un ruolo di supporto all’ Agenzia per la Forestazione da una parte e sviluppare il settore florovivaistico umbro dall’altro.
Importante è anche l’impegno della Regione a favorire un patto interistituzionale fra tutti i soggetti pubblici a partire da Comuni e Province che assicuri la ricollocazione occupazionale del personale delle Comunità Montane come percorso prioritario nel reclutamento del personale.
Nei processi di ricollocazione del personale si terrà particolarmente conto delle professionalità acquisite dai lavoratori interessati e -là dove opportuno- si attiveranno specifici percorsi di formazione mirata.
Ora è importante che questo processo di riforma sia presto discusso, se necessario migliorato e approvato dal Consiglio regionale, affinché, nell’arco del 2011, questa importante riforma possa concretamente essere operativa e rappresentare un concreto esempio di modernizzazione ed efficienza del sistema istituzionale e amministrativo.
La Cisl è soddisfatta anche perché questo ddL regionale rappresenta la conclusione di un progetto di riforma proposto e lanciato dalla Cisl già nel luglio 2010.
Claudio Ricciarelli – il segretario regionale Cisl Umbria
Dario Bruschi – il segretario generale regionale Fai Cisl Umbria
Ubaldo Pascolini – il segretario generale regionale Fp Cisl Umbria

 

3 novembre 2011
Unione dei comuni: sperpero o risparmio?

I temi della riforma del sistema amministrativo regionale e delle autonomie locali e l’istituzione dell’Agenzia forestale regionale, dell’abrogazione delle comunità montane e la materia della bonifica tendono tutti alla semplificazione e riordino degli Enti con riduzione della spesa pubblica.
Da questo punto di vista il quadro normativo delineato sembra andare nella direzione voluta dal ddl cd “Calderoli” riportando le funzioni di governo e di gestione amministrativa nelle competenze dei livelli istituzionali elettivi. Fino a qui non può che esprimersi apprezzamento per il disegno di legge regionale di riorganizzazione endoregionale che appare rispettoso del principio di sussidiarietà e differenziazione.
Tuttavia, occorre richiamare l’attenzione sul pericolo di creare un nuovo organismo istituzionale, attraverso l’introduzione dell’unione dei comuni prevista dal Capo I del Titolo III laddove si ipotizza che la costituzione di forme di cooperazione di enti locali territoriali avranno personalità giuridica di diritto pubblico, autonomia regolamentare, organizzativa e di bilancio (art. 11), nonché una residua potestà statutaria (art. 13). A tale proposito non sembra idoneo a contenere la potenziale spesa pubblica l’art. 13 che ipotizza l’attribuzione di personale attraverso convenzioni con la Regione. Oppure, per le funzioni obbligatoriamente svolte in forma associativa, il comma che vieta all’Unione di Comuni di procedere con assunzioni a tempo indeterminato. Chiaramente l’articolato anticipa la creazione di un apparato burocratico che al momento non prevede costi per gli organi ma che fa presagire costi aggiuntivi di funzionamento. Ed allora chi vieterebbe all’Unione di avvalersi di personale a tempo determinato ? Su tale punto quindi occorre fare molta attenzione per evitare che, come spesso avviene nel nostro paese, atti che dovrebbero portare al risparmio ed a una maggiore efficacia dell’azione amministrativa abbiano l’effetto contrario. Per capirci, non sarebbe il massimo se dopo l’abrogazione delle comunità montane le nuove Unioni di Comuni iniziassero a lievitare e a pesare nuovamente sulla spesa pubblica. Inoltre, lascia a dir poco perplessi la previsione in capo alla Regione di poteri di indirizzo e coordinamento oltre a quelli di vigilanza  e controllo. La nostra idea sarebbe quella di una regione più leggera, meno invasiva e più rispettosa delle autonomie locali.
Il vicesindaco del comune di Todi Moreno Primieri

1 novembre 2011
Monte Martano come Monte Rosso ?

Abbiamo visto con angoscia le esondazioni di acqua fangosa che hanno devastato le abitazioni dei paesi liguri e toscani, colpendo ancora una volta ed irrimediabilmente persone e cose, e siamo preoccupati per la concreta possibilità che questo disastro ambientale ed umano colpisca anche altre zone della nostra Italia.
Come Agronomo e come cittadino mi preoccupo per la restrizione in tomba di vari corsi d’acqua a regime torrentizio ed, in particolare, richiamo l’attenzione degli Uffici competenti sul "Fosso di Massa" che proviene dalla pendice a monte della Chiesa della Pace, costeggia la rupe di Massa Martana ed è stato interessato anche da scavi effettuati sul costone Nord-Ovest che hanno inciso quasi verticalmente il pendio boscato, creando notevoli salti d’acqua lungo l’alveo, interessando sia la sede di una strada vicinale che la vegetazione, gli orizzonti superficiali e il substrato pedogenetico del suolo, alterando le caratteristiche geopedologiche ed idrologiche della pendice ed determinando pertanto la necessità inderogabile di opere di consolidamento e di regimazione idraulica di questa area demaniale.
Interveniamo tempestivamente e solidalmente nell’interesse della Gente Martana, conservando il suo territorio ed evitando ogni tomba.
Renato Domenico Orsini
 

1 novembre 2011

Non accettare "caramelle" dagli sconosciuti

Le liberalizzazioni dei servizi di luce e gas e la loro offerta, il passaggio al digitale terrestre con tutto quello che ne consegue (risintonizzazione dei canali, montaggio del decoder) ha fatto emergere pesantemente la questione dell’accesso nelle abitazioni private da parte di estranei.
Il rischio del raggiro è sempre dietro l’angolo per tutte le famiglie ed il rischio è ancora più grande quando si  tratta di anziani o persone sole.
I peggiori raggiri  nei confronti degli anziani vengono perpetrati da  malintenzionati che, con scuse più o meno plausibili, si introducono nelle abitazioni di questi ultimi e, sfruttando la buona fede, mettono in atto furti o furtarelli, fino a spogliarli di tutti i loro averi.

MAI ACCETTARE visite a domicilio da parte di sconosciuti, se ciò accadesse
MAI LASCIARLI DA SOLI negli ambienti della casa.
SE SI HANNO DUBBI TELEFONARE alle forze dell’ordine, all’ente che l’incaricato dice di rappresentare o, in subordine, agli uffici dell’Adiconsum o Fnp Cisl.
Altro grave problema sta emergendo, con le liberalizzazioni, nella vendita porta a porta, di beni o servizi dei più disparati, in particolare per le proposte dai nuovi gestori di luce e gas. Anche in questo caso BISOGNA DIFFIDARE DEI FACILI GUADAGNI PROPOSTI, NESSUNO REGALA NULLA, non sempre ci si può fidare dell’onestà del venditore e della qualità dell’offerta.
Le persone coinvolte si ricordino, in qualsiasi caso, di chiedere copia dei contratti da far verificare: qualunque venditore senza secondi fini non avrà difficoltà a farlo.
In ogni contratto deve comunque essere chiaramente indicato il diritto di recesso.
Una telefonata o una visita preventiva nei nostri uffici dell’Adiconsum o della Fnp Cisl può evitare, in molti casi, brutte sorprese.
Livia Di Schino Ufficio stampa Cisl Umbria

1 novembre 2011
Acqua pubblica per davvero

Rifondazione comunista di Perugia saluta con grande soddisfazione la ripubblicizzazione del ciclo integrato dell’acqua a Napoli. Il Consiglio Comunale partenopeo ha votato la trasformazione dell’azienda "Arin S.p.a." in "Acqua Bene Comune Napoli". In altri termini siamo di fronte alla costituzione di un soggetto pubblico che gestirà la risorsa idrica e la sua ripubblicizzazione. Nello statuto dell’azienda è anche presente il principio della democrazia partecipativa che prevede spazi di partecipazione diretta dei movimenti sia per l’indirizzo che per la gestione e il principio della gratuità del minimo vitale quotidiano, oltre ovviamente all’abolizione del 7% dei profitti. Riteniamo questo fatto di straordinario valore politico sia perchè attua di fatto il voto referendario di giugno, sia perchè inizia così un percorso generale per la ripubblicizzazione del servizio idrico nel nostro paese. È infatti la prima volta in Italia che viene dato seguito al referendum: proprio grazie all’abrogazione dell’articolo 23 bis del Decreto Ronchi diventa possibile la costituzione di un’azienda speciale come ente di diritto pubblico. Noi pensiamo che questa esperienza possa e debba essere ripresa. In questo senso rispetto all’attuale fase di discussione sulle riforme del sistema istituzionale regionale pensiamo che l’Umbria e le sue Istituzioni abbiano l’occasione concreta per ripubblicizzare il ciclo integrato dell’acqua. Ci rivolgiamo quindi alle altre forze politiche e sociali della sinistra e a tutti i comitati per fare in modo che anche la nostra regione segua l’esempio napoletano per andare nella direzione della gestione pubblica e partecipata del servizio idrico.

Enrico Flamini, Segretario Provinciale Prc Perugia
 

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