"Su richiesta delle RSU dell’azienda Aria spa (inviata anche alla Presidente della Regione) ho provveduto, nella mattinata di giovedì 13 ottobre, ad incontrare le RSU stesse, l’azienda e i proprietari dell’immobile che essa occupa a Marsciano. Nel corso di questo incontro il rappresentante di Aria ha comunicato che è stata presa la decisione di trasferire la propria sede operativa a Perugia. Peraltro in un immobile privo di cablaggio e quindi con la necessità di installare ponti radio per la ricezione del segnale internet.
Questa azienda, partita anni fa anche con l’investimento di alcune imprese marscianesi, ha mostrato, sin dai suoi primi passi, una grande allergia al principio secondo cui i patti (e i contratti) si rispettano.
Provo brevemente a riassumere gli avvenimenti degli ultimi mesi:
1. L’Azienda, che ha sede presso i locali della ex scuola media D’Annunzio di Marsciano, stipula con i proprietari dell’immobile un contratto di locazione attraverso il quale restituisce agli stessi, a rate, l’importo dei lavori effettuati per rendere i locali utilizzabili da Aria, oltre al canone di affitto.
2. Aria per mesi non paga quanto dovuto e chiede ai proprietari dell’immobile una riduzione del canone. Tale riduzione viene accordata e sancita nel febbraio scorso, diminuendo l’importo di oltre un terzo. Tutto ciò a fronte del pagamento dell’arretrato.
3. A tutt’oggi Aria non ha onorato quel contratto accumulando, ancora una volta, numerose mensilità arretrate. I proprietari dell’immobile hanno promosso una causa che ha avuto come esito l’intimazione di sfratto.
4. Aria deve delle somme anche al Comune a seguito dell’affitto di alcuni posti auto intorno alla propria sede. Somme per le quali era stata chiesta una rateizzazione, che era stata accordata ma non onorata.
Di fronte a tale situazione, nelle settimane passate, era emerso con chiarezza che Aria stava valutando la possibilità, così ci era stata prospettata, di trasferirsi in un immobile più piccolo, dichiarandosi disposta a rimanere a Marsciano. L’incontro di stamattina ha confermato che tanto il Comune, quanto i proprietari della sede, erano disponibili ad offrire altri immobili da valutare, alcuni dei quali, peraltro, dotati di cablaggio e quindi di rapida fruibilità. I proprietari dell’attuale sede si sono, tra le altre cose, dichiarati disponibili anche a ricomprare il mobilio presente. La richiesta di Aria, si è poi scoperto, era solo quella di guadagnare qualche mese per effettuare il trasferimento su un locale di Perugia. Una decisione che le stesse rappresentanze sindacali hanno appreso stamattina.
Tutto questo denota una scorrettezza nei confronti anche del Comune (i privati se la vedranno tra loro), visto che solo stamattina è stato comunicato quanto evidentemente deciso da tempo. Lo sfratto, atto di tutela dei legittimi interessi di una proprietà, poteva essere lo stimolo a ricercare una soluzione alternativa. Invece è stato il pretesto (cercato, viene da pensare) per “giustificare” questa decisione, chiedendo solo che venisse prorogato per il tempo necessario ad andarsene in un’altra città(!), ma non avendo il coraggio di dichiararlo prima d’ora, pur avendo parlato spesso con il Sindaco nelle settimane passate. Questa scelta non tiene minimamente conto del fatto che il contesto in cui l’azienda ha operato, si è sempre mosso, anche dopo la crisi societaria e il cambio dei vertici, per favorire la sua permanenza a Marsciano, dimostrandosi concretamente disponibile a venire incontro alle difficoltà manifestate. Noi avevamo preso per buone le dichiarazioni per cui, se si fossero trovate soluzioni adeguate alle mutate necessità dell’azienda, non ci sarebbero stati problemi a rimanere a Marsciano (era stato persino prospettato uno scambio di sede tra i soggetti coinvolti). Queste alternative non sono state valutate e neanche volute conoscere. Rimane il rammarico per aver dovuto confrontarsi con chi, evidentemente, non la raccontava tutta solo perché aveva bisogno di prendere tempo, in esclusivo ossequio ai propri interessi. Una pratica sempre disdicevole. Siamo andati a sbattere contro quel tipo di economia, e di conduzione degli affari, che non si sente legata a nulla e che prende e scappa. Una cosa alla quale, per fortuna, non siamo abituati.
Noi perdiamo una azienda e ci dispiace, perché per noi l’impresa è opportunità di sviluppo e parte del nostro DNA di comunità, ma abbiamo fatto il nostro dovere. Qualcuno perde la faccia, che è molto peggio. Se ci si ripensa noi siamo qui ma con patti chiari e senza ambiguità. Altrimenti buona fortuna e a mai più rivederci.
Alfio Todini – sindaco di Marsciano