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La singolare forma di protesta per ricordare che la "ricostruzione è un diritto" e che "sotto le promesse non si dorme"
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Una tenda per ottenere quello che spetta al territorio di Marsciano e agli sfollati che da 21 mesi non possono rientrare nelle proprie abitazioni.
E’ questo il senso della protesta iniziata ieri mattina a Spina, dove i volontari del gruppo comunale marscianese di Protezione Civile hanno montato una tensostruttura che diventerà l’ufficio del Sindaco, luogo dove si terranno importanti riunioni, da quella di giunta di martedì all’incontro con gli agricoltori marscianesi, passando per un matrimonio che vi verrà celebrato mercoledì mattina.
Una protesta eclatante per ottenere l’attenzione necessaria, 600 persone sono poche raffrontate alla popolazione dell’intero stivale, ma 600 persone fuori di casa in un territorio fatto di borghi e di piccole frazioni rappresentano un gravissima ferita sociale: incertezza sul futuro, gravi difficoltà nel progettare una possibile ripresa, tutto ciò di fronte ad un patrimonio immobiliare i cui danni continuano ad aggravarsi di giorno in giorno, senza garanzie sulla ricostruzione ed i suoi tempi.
Il Sindaco, prima di iniziare questa forma di protesta, ha voluto spiegare ai cittadini ed alla stampa il perché di questo gesto “che non appartiene ai modi di fare della gente di questa parti, qui si lavora, qui si fanno cose serie, ma se per attirare l’attenzione dei media ed ottenere ciò che ci spetta dobbiamo attuare queste forme di protesta lo facciamo, non chiediamo un euro in più di quello che ci spetta e che è stato, ormai da tempo, fissato in tutti i documenti e sopralluoghi – ha esordito Alfio Todini – ma ancora, dopo due anni, da Roma arrivano solo parole e promesse”.
Il sindaco si è detto stufo, anche a nome dei cittadini colpiti dal sisma, della situazione perché, come recitano gli striscioni di protesta affissi nel paese, “la ricostruzione è un diritto” e “sotto le promesse non si dorme”.
Erano presenti tutti gli assessori ieri mattina, molti consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione, ma solo di quella di sinistra, nessun esponente del centrodestra si è visto a Spina.
“Io resterò qui con il mio ufficio fino a quando il governo non ci convocherà e ci dirà in modo certo come sbloccare questo problema legato ai fondi” ha detto Todini “perchè la ricostruzione è un diritto e non si può giocare con le sorti di 600 persone”.
I 21 milioni di euro che sono stati stanziati fino ad ora basteranno, se tutto va bene, solo per la ricostruzione leggera che riguarderà neanche il 30% degli sfollati, per quella pesante servono altri 100 milioni di euro senza i quali non si potrà mettere mano alla ricostruzione dei borghi di Spina, San Biagio della Valle e di Sant’Apollinare.
La tensostruttura sarà presidiata da amministratori, rappresentanti delle forze politiche, associazioni e cittadini. Al suo interno si potranno svolgere incontri istituzionali e si trasferiranno alcune attività dell’Amministrazione comunale e di alcune associazioni locali. Lunedì mattina Todini sposterà nella tenda di Spina i suoi appuntamenti. Martedì mattina vi si svolgerà la giunta comunale, nel pomeriggio un incontro tra amministrazione e associazioni del mondo dell’agricoltura e mercoledì un matrimonio.
Tutto questo in attesa di un appuntamento che possa fornire prospettive di ripresa a 600 cittadini.

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